Richiami di biologia cellulare e proprietà dei tessuti 28/09/2016 Le funzioni tessutali, di organo, di apparato e di organismo riflettono Le azioni coordinate di molte cellule •quelle dotate di nucleo, che si chiamano cellule eucariotiche e che possono essere organismi indipendenti (per es. l’Ameba) o parte di organismi più complessi (per es. l’uomo); • quelle senza nucleo, note come cellule procariotiche, che rappresentano la forma vivente più primitiva, della quale fanno parte per esempio i batteri (tra cui molte forme patogene per l’uomo). MEMBRANA PLASMATICA È un sottile involucro che avvolge la cellula separandola dall’ambiente esterno e che regola attivamente lo scambio di sostanze nutritive e di altre molecole tra la cellula e l’ambiente e viceversa. fornisce una barriera con permeabilità selettiva All’interno della membrana è contenuto il CITOPLASMA: •reticolo endoplasmatico rugoso e liscio • ribosomi • apparato di Golgi, • mitocondri • lisosomi • centrioli NUCLEO Il nucleo, nucleare è circondato costituito, da dall’involucro due membrane separate e provvisto di pori. Esso contiene i cromosomi, filamenti di DNA che si evidenziano durante la divisione cellulare. Nel DNA dei cromosomi è racchiusa l’informazione genetica per la trasmissione dei caratteri ereditari. Il DNA può copiare se stesso, cioè può autoduplicarsi. Da una molecola di DNA se ne ottengono due perfettamente uguali alla prima. La fenomeno duplicazione che precede del e DNA è il consente la duplicazione o divisione cellulare. IL CITOSCHELETRO Le cellule hanno uno scheletro interno detto citoscheletro. Esso è formato da una struttura reticolare caratteristica costituita da filamenti proteici (strutture) i quali possono essere: 1. MICROTUBULI = i microtubuli hanno un ruolo chiave in tutte le cellule eucariote perché creano un sistema reticolare lungo il quale si spostano gli organuli cellulari. Sono importanti nella mitosi (processo di divisione cellulare) e sono elementi costitutivi di ciglia e flagelli, fondamentali organo propulsori di molte cellule eucariote. 2. MICROFILAMENTI = permettono alle cellule animali di compiere movimenti di strisciamento sulle superfici e fagocitare (circondare) particelle di varia natura. Un esempio sono i microvilli (microfilamenti nell’intestino). 3. FILAMENTI INTERMEDI = hanno la funzione di rendere la cellula più resistente ai danni meccanici provocati da urti o altri microtraumi. CITOSCHELETRO: Sistema di filamenti che svolge funzioni sapaziali e meccaniche nella cellula MICROTUBULI • organizzazione spaziale delle cellule • forma e movimento • riarrangiamento dei componenti interni durante la crescita e la divisione cellulare • traffico intracellulare di organelli e molecole sostegno alla membrana plasmatica Integrine • I recettori presenti sulla membrana cellulare che “contattano” fibronectina, laminina e tenascina (proteine della CME) appartengono alla famiglia delle integrine. • Le integrine sono in grado di interagire anche con proteine di membrana (sempre interazione eterofilica) Le integrine sono eterodimeri. Ogni eterodimero è composto di una subunità a e una subunità b. Entrambe le catene sono caratterizzate da un importante dominio extracellulare, una zona idrofobica transmembrana e da una corta coda citoplasmatica. Nei vertebrati esistono 16 tipi di catena ed 8 tipi di catena che generano più di 20 integrine distinte. Legame tra Fibronectina ed Integrina I domini extracellulari dell’integrina legano i componenti della ECM attraverso un legame tra la subunità b e il motivo RGD (Arg-Gly-Asp) l'adesione cellula-substrato è generalmente mediata da queste piccole sequenze RGD nella regione di legame alle cellule di proteine della matrice extracellulare, come collagene, fibronectina, vitronectina, laminina, riconoscendo questa sequenza le integrine legano le proteine della ECM, mentre grazie alla porzione intracellulare legano i filamenti di actina del citoscheletro via talina e vinculina Le integrine mediano interazioni deboli cellula-matrice e cellula-cellula L’adesione cellula-matrice è modulata da variazioni dell’attività e del numero di integrine Fattori de-adesivi promuovono la migrazione cellulare Legame tra citoscheletro e ECM mediato da integrine Il legame con la matrice promuove il clustering e l’associazione con il citoscheletro. Questo a sua volta promuove ulteriore clustering delle integrine e organizzazione della matrice(quindi il segnale è bidirezionale) SINTESI PROTEICA Le cellule, per la loro riproduzione, devono produrre proteine: sono infatti proteine gli enzimi che consentono le numerosissime reazioni chimiche che avvengono all’interno della cellula e sono proteine anche molte strutture della cellula. Ogni proteina è costituita da una o più lunghe catene di aminoacidi legati in una precisa sequenza. Il controllo è esercitato dal DNA dei cromosomi, contenuti nel nucleo. Il DNA contiene infatti le informazioni in codice per la sintesi di tutte le proteine della cellula. In pratica, nel nucleo abbiamo il “manuale di istruzioni” in codice, per la produzione di tutte le proteine della cellula. Sebbene la sintesi proteica sia un processo “continuo” può essere, idealmente, suddiviso in tre distinte fasi: INIZIO, CRESCITA o ALLUNGAMENTO, TERMINAZIONE 1. Sintesi dell’RNA messaggero (mRNA), come copia di una porzione di DNA (un gene), ad opera dell’enzima RNA polimerasi: avviene nel nucleo. Le proteine vengono nel citoplasma, da organuli speciali chiamati ribosomi I ribosomi sono in grado di leggere il messaggio trasmesso, sono cioè in grado di capire (decodificare) il codice genetico. 2. L’RNA messaggero attraversa i pori della membrana nucleare per raggiungere, nel citoplasma, i ribosomi, organuli della sintesi proteica. Riassumendo: 1) Un mRNA viene trascritto dal DNA; 2) l’mRNA si porta dal nucleo ai ribosomi; 3) ai ribosomi giunge l’RNA messaggero, con la sua sequenza di nucleotidi, che formano precise triplette o codoni; 4) giungono gli RNA di trasporto con gli anticodoni, corrispondenti alle triplette dell’RNA messaggero e si allineano uno di seguito all’altro; 5) all’altra estremità degli RNA di trasporto si vengono a trovare allineati, nell’esatto ordine, gli aminoacidi corrispondenti, che vengono poi legati tra loro nella sequenza precisa per costituire la proteina “X” richiesta dalla cellula utilizzo VITALITA’ CELLULARE Altri metodi: - calceina-AM + etidio bromuro -Fluoresceina diacetato + bromuro d’etidio Si usa moltissimo in ingegneria dei tessuti per valutare, per esempio, la citotossicità di un materiale -Alamar blu (attività metabolica) Marker e separazione magnetica Marker e separazione magnetica Visualizzazione cellule, marcatura in fluorescenza Vale per tutte le cellule, non solo le staminali… Funzione meccanica delle fibre della matrice Fibre collagene: conferiscono sostegno (cartilagine, ossi, legamenti) Fibre elastiche: conferiscono elasticità (pareti dei grossi vasi sanguigni). Fibre reticolari: costituiscono reticolati all’interno di organi pieni (fegato). solitamente legate alle proteine per formare i proteoglicani, che possono essere ricchi di gruppi solfato (il condroitinsolfato, il dermatansolfato, l'eparansolfato e il cheratansolfato) o privi (l'acido ialuronico) due gruppi: uno con funzione principalmente strutturale (i collageni e l'elastina), e uno con funzioni principalmente adesive (la fibronectina, le laminine, le entactine o nidogeni e la vitronectina). Tutte queste macromolecole sono caratterizzate da grande varietà di forme e di dimensioni Le molecole dei glicosamminoglicani e dei proteoglicani formano, nei tessuti connettivi, una sostanza 'fondamentale' gelatinosa e fortemente idratata, in cui sono immerse le proteine fibrose; questo gel di polisaccaridi consente la diffusione di sostanze nutritive, metaboliti e ormoni tra il sangue e le cellule dei tessuti e resiste alle forze compressive esercitate sull'ECM FIBRE ELASTICHE •Conferiscono il recupero elastico dei tessuti: possono estendersi fino al 150% della loro lunghezza originaria e poi tornare alla loro lunghezza originaria •Sono molto più sottili dei fasci di fibre di collagene, RAMIFICATE e molto resistenti ad agenti chimici e fisici; nel connettivo si riuniscono a formare una rete a maglie lasse; •Sono costituite da –una componente PROTEICA , ELASTINA,che conferisce la elasticità ed una componente GLICOPROTEICA, FIBRILLINA, che conferisce stabilità. Alcuni collageni, interagendo con le laminine, le entactine o nidogeni e i proteoglicani, costituiscono le impalcature delle lamine basali. Le proteine d'adesione agevolano inoltre la connessione delle cellule tessutali all'ECM stessa e ne influenzano la polarizzazione: la fibronectina, infatti, favorisce l’interazione e adesione dei fibroblasti e di altre cellule con la matrice dei tessuti connettivi, mentre le laminine favoriscono quello delle cellule epiteliali con le lamine basali. La vitronectina, infine, interagisce con l'elastina, i glicosamminoglicani e i collageni e modula l'angiogenesi e la degradazione dell'ECM stessa. Oltre ai GAG e alle proteine fibrose strutturali e adesive sopra descritte, nell'ECM sono presenti anche altre proteine, definite 'proteine matricellulari'. Esse costituiscono una classe di proteine di secrezione che non hanno funzioni strutturali, ma rivestono il ruolo di adattatori molecolari in quanto interagiscono con le proteine fibrose e adesive dell'ECM, con recettori cellulari o con altre molecole come fattori di crescita, citochine e proteasi. Sebbene diverse tra loro per funzione, le proteine matricellulari hanno in comune la capacità di modulare le interazioni cellula-matrice I principali recettori delle macromolecole dell'ECM: le INTEGRINE Gran parte delle macromolecole dell'ECM può stabilire interazioni altamente funzionali con le cellule di un tessuto grazie ai recettori che queste esprimono. Tra questi, i più importanti sono le integrine, in quanto rappresentano la via fondamentale con cui le cellule si legano all'ECM e rispondono ai suoi stimoli. Le integrine sono proteine eterodimeriche transmembranarie costituite da due subunità associate, indicate con le lettere greche α e β, che presentano entrambe un'estesa porzione extracellulare, un dominio transmembrana e una porzione intracitoplasmatica . Al momento sono state descritte più di 10 differenti catene β (β1, β2, β3, β4, ecc.) e più di 20 diverse subunità α (α1, α2, α3, α4, α5, α6, α7, ecc., con l'eccezione di due, definite αv e αE). Mentre le catene β hanno la possibilità di unirsi a numerose catene α, queste ultime si associano generalmente a una sola subunità β, a differenza della subunità αv che ha la capacità di legare diverse catene β come le β1, le β3, le α5, le α6, e le α8. Le integrine fungono da collegamenti transmembrana, mediando le interazioni fra il citoscheletro e la matrice extracellulare richiesti per permettere alle cellule di aderire alla matrice. La maggior parte delle integrine è collegata ai filamenti di actina. Nelle condizioni giuste, questo collegamento porta all’aggregazione delle integrine e alla formazione di adesioni focali tra la cellula e la matrice extracellulare. I complessi delle adesioni focali, identificati come strutture specializzate di adesione, sono composti da: • Integrine • Proteina chinasi, quali le «focal adhesion kinase», FAK, e il «non‐ receptor tyrosine kinase receptor Src • Proteine adattatrici (es. Shc) Intermediari di segnalamento (es. famiglia Rho delle GTPasi) • Proteine citoscheletriche che legano l’actina (es. talina, la α‐actinina, la paxillina, la tensina e la vinculina) • Altre proteine di segnalamento. Il signaling mediato dalle integrine regola l’espressione genica, la crescita cellulare, il differenziamento e la sopravvivenza. La fibronectina : proteine fibrose adesive La fibronectina (FN) è la prima delle proteine adesive dell'ECM a essere stata caratterizzata. Queste proteine hanno il compito sia di organizzare l'ECM sia di permettere alle cellule di connettersi con essa. La fibronectina si lega a diversi altri componenti dell'ECM, tra cui i collageni, in modo particolare al collagene di tipo III, e ai proteoglicani tramite domini specifici, e alle cellule tramite i recettori integrinici. La fibronectina è una grossa glicoproteina composta da due subunità, unite da due legami disolfuro all'estremità carbossiterminale della molecola. Ciascuna subunità è ripiegata in una serie di domini funzionali, che consistono di moduli ripetuti. Coinvolta direttamente nell'adesione, nello spreading (il processo col quale la cellula si appiattisce sul substrato, aderendovi attivamente), nella migrazione, nella proliferazione, nella differenziazione e nella modulazione dell'apoptosi delle cellule dei tessuti