Introduzione Il presente lavoro, giunto alla sua seconda edizione, ha lo scopo di continuare il percorso attivato lo scorso anno con l’obiettivo di fornire alle imprese e agli imprenditori italiani un supporto utile per compiere scelte strategiche di sviluppo di medio e lungo periodo. Compiere scelte strategiche, nel mutato scenario competitivo globale, rappresenta lo spartiacque tra sopravvivenza e sviluppo da una parte, ed inesorabile declino dall’altra. Solamente affrontando proattivamente le nuove sfide dell’economia globalizzata, ricercando percorsi anche inusuali, le imprese potranno continuare ad operare con profitto e a svilupparsi, con un beneficio allargato anche per il nostro Sistema Paese. Il CReSV, Centro Ricerche su Sostenibilità e Valore dell’Università Bocconi, da anni afferma la necessità per le imprese italiane, prevalentemente di media, piccola e piccolissima dimensione, di crescere ed espandersi attraverso strategie capaci di catturare nuova domanda, generando le risorse necessarie per nuovi investimenti utili ad aumentare il valore aggiunto del prodotto. Per questa via l’aumento della domanda alimenterà un ciclo produttivo capace di generare beneficio in senso allargato. Maggiore dimensione significa in altre parole maggiore capacità di investimento, miglioramento del proprio output tanto in termini qualitativi che quantitativi, maggiore capacità di accedere a nuovi mercati e incrementata capacità di attirare anche quella domanda con più alto potere d’acquisto che caratterizza i Paesi che hanno sofferto in misura minore, rispetto al contesto domestico, del periodo di crisi e che anzi hanno spesso tratto benefici consistenti dalla congiuntura economica. Maggiore dimensione implica, in altre parole, maggiore probabilità di sopravvivenza, competitività e sviluppo. Fra le strategie di crescita individuate dal CReSV, oltre ai tradizionali percorsi di crescita per vie esterne (M&A) e a quelli attuati tramite investimenti operativi (organici), quella dell’internazionalizzazione appare essere, spesso, un passo fondamentale per il successo di un’impresa. La necessità di poter accedere ad un bacino di utenza diverso da quello domestico, caratterizzato da un calo dei consumi e da un certo grado di incertezza legato all’evoluzione 13 Italia-Russia. Scenari per un nuovo sviluppo futura dei principali indicatori, rappresenta infatti un fattore critico di successo. Riuscire a sfruttare il maggiore potere di acquisto delle nuove classi emergenti, tipiche dei paesi in via di sviluppo e particolarmente sensibili ai nostri prodotti, appare un fattore cruciale per riuscire a trasferire ricchezza nell’economia italiana. Il presente contributo rientra nell’ottica di voler individuare nuovi mercati di sbocco per le nostre imprese. La Russia, in tal senso, con un PIL procapite che rappresenta il più elevato fra i paesi BRICS e aspettative che la vedono diventare il più grande mercato di consumo in Europa entro il 2020 e la quinta economia a livello globale (PIL in PPP), non può che rappresentare un’ottima opportunità per tutte quelle imprese italiane che decidano di intraprendere una strategia di internazionalizzazione. Molti aspetti positivi, insieme ad alcune criticità, sono già stati messi in risalto nell’edizione dello scorso anno. Molto è stato fatto per migliorare l’investment climate. Molto rimane da fare. La presidenza Putin ha sicuramente sviluppato e implementato riforme particolarmente importanti per accelerare il processo di integrazione della Russia nell’economia globale. Molti degli obiettivi della politica di Governo vanno in tale direzione. E’ da rilevare tuttavia come la situazione politica in Ucraina abbia comportato una battuta d’arresto nel percorso di integrazione e collaborazione economica fra la Russia e i principali partner, generando un clima di incertezza che ha sicuramente influito, per quanto riguarda il 2014, sulla dinamica degli investimenti e sulla produzione. Le prospettive derivanti da tale punto di rottura non sono facilmente delineabili e, per quanto riguarda il breve termine, saranno oggetto di uno specifico approfondimento nel corso del presente testo. La Russia rimane comunque un mercato potenziale particolarmente vasto e ricco di opportunità, con stime di crescita economica di medio termine superiori a quelle del resto dell’Europa. Numerosi investimenti, anche di medio e lungo termine, sono già stati effettuati nel territorio. Gli effetti delle sanzioni economiche (aggiornati a ottobre 2014), sebbene rilevanti dal punto di vista politico, hanno un peso relativo per le imprese dal punto di vista economico, avendo impatto solo su specifici settori/soggetti. Il punto nodale è comunque la possibilità di trovare un punto di equilibrio tra politica ed economia, che soddisfi da un lato le esigenze di posizionamento della Russia come realtà capace di assumere un ruolo autorevole, legittimo e pienamente riconosciuto, nel panorama delle principali economie del mondo e, dall’altro, le esigenze economiche dei paesi che vedono nella Russia un’opportunità di investimento. L’interesse economico reciproco, esistendo un notevole potenziale, deve fungere da deterrente e da elemento di raccordo e di incontro proattivo fra realtà che a livello politico hanno da sempre avuto punti di divergenza. Questo per far si che ogni successiva mossa sullo scacchiere internazionale sia prima valutata in termini di reale convenienza economica, attuale e prospettica, piuttosto che in 14 Introduzione termini di convenienza politica. Ciò che è accaduto fino ad ora ha sicuramente creato un forte disagio: da un lato un certo numero di imprese sta considerando l’eventualità di fare un passo indietro rispetto alla Russia (22% di imprese USA e 31% di imprese europee 1), dall’altro la Cina è alle porte e il prolungarsi delle sanzioni da parte delle economie occidentali potrebbe favorire una pericolosa collaborazione fra Russia e Cina, come dimostrato dalla recente stipula di accordi di fornitura energetica di lungo termine. I dati in tal senso sono ancora contrastanti (in un sondaggio condotto dall’Università Duke risulta che il 55% dei CFO cinesi intervistati vede le sanzioni occidentali come una brutta notizia e il 33% sta addirittura riducendo la propria esposizione verso la Russia), ma è lecito sollevare il dubbio. Il vero tema è pertanto, come sarà più volte evidenziato nel corso di queste pagine, la necessità di trovare un punto di equilibrio utile ad evitare che un danno attuale di relativa portata, possa trasformarsi in un danno futuro di impatto ben più significativo per entrambi i sistemi economici, quello russo e quello occidentale, che dalla collaborazione possono sicuramente trarre maggior vantaggio che dalla contrapposizione. In tale contesto si innesta la necessità di riconoscere alla Russia un ruolo autorevole sul panorama economico globale e allo stesso tempo di limitare istanze che riporterebbero la situazione ad un passato ormai anacronistico. Molti dei dati contenuti in queste pagine cercano di dare evidenza dei risultati e dei trend ottenuti nel più recente passato. Si è peraltro posta la necessità di elaborare dati prospettici. Tale necessità è derivata dalla situazione di tensione politica ed economica causata dalla situazione in Ucraina e quindi dall’esigenza di incorporare nelle previsioni relative al breve e medio termine gli effetti attuali e potenziali delle sanzioni e contro-sanzioni adottate ed adottabili da USA, UE e Federazione Russa. CFO Survey: Public Distrust, Threat of Severe Russian Sanctions Impacting Global Economy, Duke Univesity, Giugno 2014. 1 15