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della Comunicazione
Fred Cohen, il padre
di tutti i virus
di Emanuele Brandi
Chi lo avrebbe mai detto: il primo virus informatico è nato all'Università, e al suo ideatore valse
addirittura il dottorato.
Era il novembre del 1983 quando Fred Cohen, uno studente della University of Southern California
presentò al mondo il primo virus.
Gli furono sufficienti 8 ore per scriverlo e circa una settimana per accedere ad una grande rete
universitaria, dove lo sperimentò per testarne gli effetti. Il virus, che era una semplice applicazione
grafica composta di poche linee di codice, cominciò a replicarsi velocemente ed in meno di un ora
una intera rete Unix fu messa completamente fuori servizio.
Questa fu la prima dimostrazione ufficiale di fronte al mondo delle potenzialità distruttive di un
virus informatico.
Sul sito di Fred Cohen si può ritrovare ancora oggi il testo completo della sua ricerca, con tanto di
ricetta usata per scrivere un virus in linguaggio C.
All'epoca già si conoscevano bene worms e trojan horses, programmi capaci di sorpassare le
barriere di sicurezza di un sistema informatico e danneggiarlo seriamente. Ma Cohen era interessato
ad una nuovo tipo di minaccia informatica: un programma capace di auto-replicarsi attaccando altri
programmi.
"Definiamo virus informatico un programma capace di infettare altri programmi modificandoli in
modo da includere una copia, possibilmente evoluta, del virus stesso. Un virus con questa capacità
può diffondersi all'interno di un sistema o di una rete di computer, utilizzando i permessi dell'utente
per infettare altri programmi; ogni programma infettato si comporta a sua volta come un virus e
l'infezione si diffonde così progressivamente."
Questi programmi condividono praticamente tutte le proprietà dei virus biologici: come il virus si
introduce in una cellula modificandone il DNA allo scopo di replicarsi, così il virus informatico si
annida all'interno di altri programmi allo scopo di moltiplicarsi e diffondersi.
Nel testo della ricerca è contenuta la prima definizione formale di virus, la prima catalogazione
delle principali famiglie di virus destinata a rimanere valida fino ad oggi, ma anche una serie di
intuizioni geniali che lette oggi, ad oltre 20 anni di distanza, sembrano quasi avere un carattere
profetico.
Intuendo lo sviluppo verso cui sarebbero andati incontro le reti, si poteva intuire quali sarebbero
potute essere le conseguenze dell'attacco incontrollato di un virus. Molti anni prima della diffusione
su larga scala di Internet e dei computer, qualcuno si era già reso conto del fatto che i virus
sarebbero diventati, presto o tardi, un problema di dimensione planetaria.
Come spesso accade, l'inventore di un'arma terribile è proprio il primo a cercarne l'antidoto, ma in
questo caso una soluzione definitiva non esiste. Cohen esamina diverse soluzioni adatte a
contrastare la diffusione dei virus informatici, ma nella parte finale della ricerca trae una
conclusione: "In estrema sintesi, una protezione assoluta si può ottenere facilmente con
l'isolamento completo delle parti, ma questa di solito è una soluzione inaccettabile. Altre forme di
protezione dipendono dall'uso di tecniche estremamente complesse, o dal ricorso a soluzioni
comunque imprecise."
Come dire che la soluzione c'è, ma non è attuabile, perché ucciderebbe il concetto stesso di
interconnettività.
I metodi per combattere i virus ci sono, ma bisognava comunque rassegnarsi ad una realtà:
l'espansione dei virus sarebbe andata di pari passo con l'espansione delle reti. Purtroppo gli anni
trascorsi non hanno fatto che confermare queste previsioni, le grandi epidemie di virus informatici
si manifestano in modo sempre più violento e pervasivo di anno in anno.
MyDoom, il più recente virus a diffusione globale, ha spinto persino la potente Microsoft a mettere
una taglia milionaria sulla testa dell'ideatore di questo virus, e convinto il Dipartimento di Stato
USA a catalogare gli attacchi tramite virus informatici come veri e propri atti terroristici. Ciò
permetterà l'adozione di una legislazione speciale, che se da un lato permette di fare indagini molto
più approfondite, dall'altro permette a chi indaga di violare la privacy con molta più disinvoltura.
Ma la sicurezza informatica non è affatto una scienza esatta, e qualunque soluzione si riuscirà a
trovare sarà comunque imprecisa, incompleta e precaria. Continuerà ad andare avanti ancora per
molto tempo la lotta eterna fra guardie e ladri, fra chi cerca di tutelare la sicurezza e chi cerca di
violarla. Un po' una lotta fra i buoni e i cattivi, si potrebbe dire, ma non sempre è così facile
distinguere gli uni dagli altri.
Fred Cohen è da diversi anni a capo di una piccola impresa denominata Fred Cohen & Associates
che si occupa di "Strategic Security". Oggi è considerato una delle personalità di punta nel mondo
della sicurezza informatica.