Non tutti percepiscono i gusti nello stesso modo Perché alcune cucine sono particolarmente “dolci” come in Africa occidentale e altre meno, oppure sono marcatamente speziate come in India? È solo tradizione (cultura, metodi di conservazione, etc.) o c’è una componente biologica in grado di spiegare almeno in parte la diversa capacità di percepire i vari sapori? 4. Sensibilità specifica: il senso del gusto •Nel senso del gusto si distinguono 5 gusti primari: • acido; • dolce; • amaro; • salato; • umami. Fondamentale nel determinarne la commestibilità e l'appetibilità di un cibo o di una bevanda il rifiuto di un cibo a causa del suo sapore sgradevole è importante per la sopravvivenza • dolce: assicurare le riserve energetiche • salato: mantenere l'equilibrio elettrolitico • acido (amaro): monitorare il pH • amaro: evitare sostanze tossiche provoca sovente il rifiuto del cibo o della bevanda e, se molto intenso, stimola il riflesso del vomito La percezione dei diversi gusti avviene grazie a recettori presenti sulla superficie di cellule epiteliali specializzate (dette TRCs o taste receptor cells) che si trovano all’interno dei bottoni gustativi La variabilità tra individui è stata messa in relazione con una serie di polimorfismi genetici (SNPs), tra i quali la sensibilità all’amaro per certe sostanze quali la feniltiocarbamide (PTC) e il 6-n-propiltiouracile (PROP) ed è dovuta alla presenza e funzionalità di un particolare recettore dell’amaro, il TAS2R38 (Duffy et Al., Physiology & Behavior, 2004, 82, 435–445). Sensibilità all’amaro: ereditato come carattere autosomico dominante il recettore dell’amaro TAS2R38 ha un polimorfismo genetico che distingue percettori, da non percettori e da super-percettori dell’amaro. ELFID -UNINA Federico II Il gusto Amaro = Propiltiouracile • Poco sensibili all’amaro = 30% • Sensibili all’amaro • Iper sensibili all’amaro = 60% = 10% Ipersensibili = pochi vegetali, cavoli e frutta I poco sensibili preferiscono lo zucchero , la frutta (fruttosio) Frequenze sensibilità Amerindiani: 98% Neri Africani: 96% Neri Americani: 91% Cinesi: 93% Giapponesi: 91% Europei: 65-70% Esquimesi: 59% Australiani: 37-51% l’alta frequenza delle persone con bassa sensibilità alle tiouree, risulterebbe dalla selezione per la resistenza alla malaria. la bassa sensibilità, osservata in aree con malaria endemica, è la conseguenza del fatto che certi composti amari delle piante sono fattori di protezione contro la malaria. Per cui, nelle aree con malaria endemica, il consumo di piante amare, che normalmente vengono escluse come potenzialmente dannose, potrebbe superare il rischio di avvelenamento Sensibilità all’amaro e selezione naturale In natura vi sono diverse sostanze con struttura chimica simile a quella della PTC e PROP (come nelle crucifere e brassicacee). Queste sostanze sono riconosciute da pochi recettori, attraverso un sistema di “tuning” modulato dalla concentrazione di ioni calcio. Visto che il tiouracile (simile al PTC) silenzia l’attività della tiroide, è probabile che il gene per la sensibilità alla PTC sia collegato alle funzioni tiroidee. In sostanza, queste molecole naturali impedirebbero la normale assimilazione dello iodio nella iodotirosina con una conseguente diminuzione degli ormoni tiroidei e la maggior richiesta di TSH, che provoca l’ipertrofia della tiroide. Se l’individuo nontaster si trova in un ambiente povero di iodio, in teoria sarà svantaggiato perché le sostanze tireotossiche assunte e non riconosciute impedirebbero il normale metabolismo della tiroide. Senza un adattamento culturale capace di sopperire alla mancanza di iodio o ad abitudini alimentari scorrette, l’individuo svilupperà il gozzo. Per Harris e Kalmus (1972), ci sarebbe tra coloro che soffrono di gozzo un’incidenza significativa di nontaster: il gene per la sensibilità alla PTC sarebbe allora soggetto alla selezione naturale e corrisponderebbe a un adattamento ambientale. Da notare che Wooding et al. (2004) riportano come praticamente simili le frequenze in Africa, Asia ed Europa dell’aplotipo di taster e nontaster: questo studio conferma che la sensibilità per la PTC non è selezionata in senso neutrale, ma selezionata in senso bilanciato: la selezione tende quindi a mantenere sia l’allele dominante che il recessivo. Sensibilità al gusto amaro Oggi sappiamo che esistono due diverse forme del TAS2R38, la forma PAV e la forma AVI, che differiscono per tre polimorfismi a singolo nucleotide (SNPs). Queste due forme conferiscono una diversa sensibilità al PTC e il PROP. forma AVI = fenotipo non-taster, forma PAV = fenotipo taster. Le variazioni genetiche nel TAS2R38, comunque, spiegano circa il 55-80% della variabilità nella sensibilità al PTC/PROP, suggerendo che altri fattori sia genetici che ambientali possono contribuire a determinare il fenotipo . Significato evolutivo ella diversa percezione del gusto I cercopitechi sono praticamente tutti taster, come la maggioranza di gorilla e scimpanzè, mentre i taster sono la minoranza tra gli oranghi. Il fatto che anche gli altri Primati presentino il gene fa supporre che si sia evoluto ben prima della separazione tra Homo e le scimmie antropomorfe, ma Wooding et al. (2004), pur ammettendo di aver lavorato su dati esigui, tendono per una mutazione indipendente nei due rami evolutivi. Variazioni nella percezione gustativa possono influenzare le scelte alimentari e lo stato di salute La percezione del gusto amaro è stata associata a differenze nella preferenza per diversi tipi di cibi: Correlazione con BMI e quindi obesità; relazione tra la percezione del gusto amaro e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari (per aumento consumo alcol, cibi dolci e grassi) rischio di tumore del colon, mediato in parte dalla dieta, è stato anche legato a variazioni genetiche nel gene TAS2R38 associazione tra varianti nel gene TAS2R43 e la percezione della caffeina e la preferenza per il caffè; NUTRIGENOMICA NUTRIZIONE-GENETICA SPIEGA COME IL CIDO FORNISCA LE INFORMAZIONI AI NOSTRI GENI ALIMENTAZIONE PERSONALIZZATA GRAZIE ALLO STUDIO DEGLI EFFETTI BIOLOGICI DELLE SOSTANZE NUTRITIVE A LIVELLO GENICO SI PENSA : • SIA IN GRADO DI APPORTARE VALIDI CONTRIBUTI A LIVELLO DI PATOGENESI E SVILUPPO DI DISTURBI CORRELATI ALLA DIETA NUTRIGENOMICA COMBINAZIONE TRA PREVENZIONE E DIAGNOSI GENETICA corretta nutrizione associata ad una diversità genetica di ciascun individuo si potrà rallentare l'invecchiamento e prevenire varie patologie quali: • MALATTIE METABOLICHE; • MALATTIE NEURODEGENERATIVE; • MALATTIE NEOPLASTICHE; • DANNI DA STRESS OSSIDATIVOINVECCHIAMENTO Concetti base della nutrigenomica I nutrienti possono avere un effetto diretto e indiretto sull’espressione genica. Il controllo dell'espressione genica I fattori determinanti nell'espressione genica delle cellule eucariote: - Il modo in cui il DNA si ripiega all'interno dei cromosomi; - Il ruolo svolto da promotori, intensificatori induttori e altre proteine che controllano la trascrizione; - Lo splicing; - Inibitori della traduzione. Zuccheri e grassi mandano segnali Le cellule presentano dei recettori per i grassi, i carboidrati, ma anche per le vitamine. L'attivazione alimentare di questi recettori mette in moto gruppi di geni. ● Recettore per i grassi, SREBP: influenza l'espressione di circa trenta geni ● Recettori PPAR: sollecitati da acidi grassi e colesterolo, attivano geni che controllano il metabolismo dei grassi ma regolano anche geni infiammatori. ● Epigallocatechina-3-gallato: un composto del tè verde che blocca i segnali di attivazione dei geni legati alla proliferazione cellulare. Questo spiega l'efficacia preventiva del tè verde nei confronti del cancro. NUTRIGENOMICA STA PRENDENDO SEMPRE Più PIEDE PER INDIVIDUARE GENI RESPONSABILI DELL’OBESITÀ I GENI INTERAGISCONO CON L’AMBIENTE È IMPORTANTE IL PROFILO GENETICO, IL CONTESTO SOCIALE E LO STILE DI VITA Se un individuo possiede un determinato corredo genetico, legato alla probabilità di contrarre tumori o diabete, questo ci dice soltanto che ci sono maggiori probabilità rispetto alla media della popolazione di ammalarsi di cancro o di diabete mentre ciò che fa la differenza è sostanzialmente l’ambiente. NUTRIGENOMICA PER ESEMPIO…… PIMA INDIANS TRIBù NATIVA DEGLI INDIANI D’AMERICA POSSEDEVANO GENI VANTAGGIOSISSIMI PER IL LORO AMBIENTE APPENA HANNO PRESO CONTATTO CON LA CIVILTÁ OCCIDENTALE SONO DIVENTATI OBESI E DIABETICI Dieta come fattore di rischio Esempi di ridotto intake di specifici micronutrienti Vitamine B, E, Carotenoidi Folati e carotenoidi Folati B6, B12 e folati CVD Cancro Difetti del tubo neurale Iperomocisteinemia Dieta come fattore di rischio Effetti di un alterato intake di proteine Alcuni metodi di cottura (arrostitura, frittura) producono composti nocivi nitrosammine Un eccessivo consumo di carni nei soggetti “acetilatori rapidi” ed elevata attività del CYP1A2 aumenta il rischio di carcinogenesi (Lang et al.; Vineas & Mc-Micheal, 1996) gene per la arilammina N-acetiltransferasi (NAT2) che è polimorfico. Le varianti codificano per un allele chiamato “acetilatore veloce” e diversi sottotipi di “acetilatori lenti” che sono diversamente rappresentati in diverse aree geografiche e in diverse regioni. L’allele lento è presente nel 72% della popolazione caucasica e degli Stati Uniti, ma solo nel 31% di quella giapponese. Gli individui con l’allele NAT2 acetilatore lento sono più suscettibili al tumore alla vescica quando esposti ad agenti pro-ossidanti. Le frequenze alleliche di NAT2 fanno comprendere quanto è importante conoscere sia la distribuzione allelica nelle popolazioni sia le influenze ambientali. NEUROPEPTIDE Y Perfetto equilibrio tra apporto calorico e spesa energetica Modello di controllo molto più evoluto e complesso Attivazione di specifiche vie che utilizzano Neurotrasmettitori e Neuropeptidi NEUROPEPTIDE Y Peptide di 36 aa Regolazione del bilancio energetico Vasocostrizione Regolazione della pressione sanguigna Metabolismo del colesterolo Patogenesi dell'arteriosclerosi Polimorfismo Leu(7)-a-Pro(7) colesterolo tot e LDL Marker per il rischio di Ipertensione specialmente in pazienti con obesità NEUROPEPTIDE Y ALTA INCIDENZA polimorfismo Leu(7)-a-Pro(7) BASSA INCIDENZA Polimorfismo Leu(7)-aPro(7) 1998 Dec;4(12):1434-7. Association of a leucine(7)-to-proline(7) polymorphism in the signal peptide of neuropeptide Y with high serum cholesterol and LDL cholesterol levels. Karvonen MK1, Pesonen U, Koulu M, Niskanen L, Laakso M, Rissanen A, Dekker JM, Hart LM, Valve R, Uusitupa MI. Abstract … We report here the identification of a common Leu(7)-to-Pro(7) polymorphism in the signal peptide of NPY. Presence of this Pro(7) in NPY was associated with higher serum levels of total and LDL cholesterol in obese subjects participating in two independent Finnish and Dutch studies. Furthermore, normal-weight Finns with Pro(7) also had higher serum levels of total and LDL cholesterol than did subjects with Leu(7)/Leu(7), as analyzed in three subsequent determinations at 5-year intervals during a 10-year follow-up period. The NPY polymorphism was not associated with higher cholesterol levels in normal-weight Dutch. Our study provides evidence that NPY is linked to cholesterol metabolism and that the polymorphism producing Pro(7) in NPY is one of the strongest genetic factors identified thus far affecting serum cholesterol, particularly in obese subjects. STUDI RECENTI stretta correlazione tra numerose forme di tumori e l’obesità, che favorisce stati infiammatori da cui si sviluppano appunto più facilmente i tumori. SCELTA DI CIBI Più FAVOREVOLI PER LA SALUTE E IL BENESSERE IN CONCLUSIONE….. STUDI Più RECENTI HANNO INIZIATO A DECIFRARE IL RAPPORTO TRA REGIME ALIMENTARE E SALUTE CON MAGGIORE RIGORE SCIENTIFICO interazioni tra il Dna nucleare e il Dna mitocondriale di esclusiva derivazione femminile, le quali, presentano significative differenze nel metabolismo dell’energia e nel suo immagazzinamento