ICE LISBONA CONGIUNTURA PORTOGALLO 2º SEMESTRE 2008

ICE LISBONA
CONGIUNTURA PORTOGALLO 2º SEMESTRE 2008
Congiuntura
2º sem. 2008
PAESE
PORTOGALLO
1.
QUADRO MACROECONOMICO
a)
Andamento congiunturale e rischio Paese
Dopo un triennio marcato da un andamento moderatamente positivo, nel 2008 l’economia portoghese è stata
ampiamente condizionata dalle turbolenze finanziarie internazionali dello scorso autunno, registrando su base
annuale una crescita nulla del PIL (0,0%), inferiore di 0,8 punti percentuali rispetto alla media registrata nello
stesso lasso di tempo nella zona euro. In un’economia di dimensioni ridotte (nel 2008 il Pil nominale é stato di
166 mld di Euro) e perfettamente integrata nel contesto della zona Euro, é risultata decisiva l’influenza della
congiuntura economica negativa dei principali partner commerciali. In linea con gli altri paesi dell’area Euro, i
principali dati macroeconomici relativi al 2008 sembrano certificare tale evoluzione tendenziale, evidenziando il
crollo degli scambi commerciali internazionali di beni e servizi dell’ultimo anno.
Evoluzione del PIL nel periodo 2002-2008
Confronto Zona Euro / Portogallo
3,5
2,9
3
2,5
1,9
2
1,5
1,5
1
2,6
1,9
1,7
1,3
0,9
0,8
0,8
0,5
0
0
-0,5
-1
-0,8
-1,5
2003
2004
2005
Zona Euro
2006
2007
2008
Portogallo
Fonte: Istituto Nazionale di Statistica (INE)
Le ricadute sull’economia reale della crisi finanziaria esplosa nello scorso autunno hanno condotto ad una
sistematica correzione al ribasso delle stime di crescita elaborate dalle principali istituzioni finanziarie nazionali ed
internazionali sia per il 2008 che per il biennio successivo. Conseguentemente, il quadro macroeconomico
risultante dai dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE) é risultato lontano dalle previsioni
governative contenute nella manovra finanziaria varata lo scorso ottobre, in cui si prevedeva per il 2008 una
crescita del PIL dello 0,8%.
Nell’arco dell’anno scorso, l’evoluzione della crescita economica aggregata si è caratterizzata per la netta e
repentina flessione nell’ultimo trimestre dell’anno (-1,8% in termini omologhi, -1,6% in termini sequenziali), dopo
la sostanziale tenuta registrata nella prima parte dell’anno, in cui si era assistito ad una progressiva convergenza
con la crescita dell’area Euro. I dati riferiti all’ultimo trimestre del 2008 mostrano infatti una contrazione
accentuata di tutti i principali indicatori macroeconomici. Le esportazioni e le importazioni di beni e servizi sono
rispettivamente calate dell’8,9% e del 5,9%, mentre gli investimenti hanno registrato una contrazione dell’8,7%,
particolarmente accentuata nel settore delle costruzioni (-11,9%). Anche la domanda interna, che nel corso della
prima parte del 2008 aveva mantenuto un trend di crescita positiva, ha subito una brusca contrazione nell’ultimo
trimestre dell’anno, facendo segnare un -1,3% in termini omologhi. Tale evoluzione negativa appare
essenzialmente determinata dalla stagnazione nei consumi privati, in particolare per quanto concerne la spesa delle
Congiuntura
2º sem. 2008
2
famiglie per i beni durevoli, rispetto ai quali si è assistito ad una variazione negativa del 3,9% in termini
omologhi, anche a causa di una minore propensione alla spesa e ad una maggiore difficoltà di accesso al credito.
Portogallo: Evoluzione trimestrale del PIL reale
(variazioni percentuali sul periodo corrispondete ai prezzi del 2000 )
2,5
2
1,5
1
0,5
0
-0,5
-1
-1,5
-2
-2,5
2,0
1,9
1,8
1,9
0,9
0,7
0,5
-1,8
I trim 07
II trim 07
III trim 07
IV trm 07
I trm 08
II trm 08
III trm 08
IV trm 08
Fonte: Istituto Nazionale di Statistica (INE)
La tendenza recessiva iniziata nel secondo semestre dell’anno passato dovrebbe manifestarsi in maniera più
vigorosa nel 2009, anno per il quale il Banco del Portogallo, l’OCSE e la CE sono concordi nel prevedere una
caduta del PIL reale che dovrebbe essere compresa tra lo 0,8 e l’1,6%. Alla luce del rallentamento economico
mondiale, del notevole calo del commercio internazionale e dello stato di incertezza riguardo all’evoluzione della
crisi finanziaria, il Governo portoghese è stato indotto a rivedere il Piano di Stabilità e Crescita che aveva guidato
le linee di politica economica negli ultimi tre anni, adattando le prospettive di crescita nazionale al mutato scenario
economico internazionale.
Tenendo conto del rilevante peso delle esportazioni sulla formazione del PIL lusitano (circa il 33%), il brusco
rallentamento di un sistema economico di piccole dimensioni e fortemente integrato come quello portoghese è stato
senz’altro condizionato dalla decelerazione della domanda esterna, provocata dalla recessione in atto nei paesi
dell’Area Euro, principali partner commerciali del Paese iberico, ed in particolare della vicina Spagna, che nel
2008 ha assorbito il 27,2% dell’export nazionale. Sotto questo profilo, appare significativo il dato relativo al
disavanzo della bilancia commerciale, che nel 2008 si è ulteriormente aggravato, raggiungendo i 23 mld di Euro,
contro i 19,5 del 2007.
L’evoluzione economica è stata infatti fortemente condizionata dalla contrazione delle esportazioni di beni e
servizi (-0,5%) accompagnata da un forte rallentamento delle importazioni (+2,1%). Un altro fattore che ha avuto
un impatto particolarmente negativo sull’andamento del PIL è stato il calo degli investimenti: il pessimismo delle
imprese, segnalato dalle indagini congiunturali dell’Istituto Nazionale di Statistica, e le difficoltà di ricorso al
credito per le aziende hanno infatti determinato una frenata degli investimenti fissi lordi, passati da un +3,2% del
2007 ad un -0,1% del 2008. Come già accaduto negli altri Paesi della zona Euro, il settore dell’edilizia é stato
quello maggiormente penalizzato, registrando una contrazione del 5,8% rispetto al 2007, che ha ulteriormente
acuito il trend negativo in atto dal 2003.
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PIL reale (a prezzi costanti)
Unità
Mln Euro
2006
129.458
2007
131.965
2008
131.958
Tasso di variazione annuale
%
+1,4
+1,9
+0,0
Mln Euro
155.131
163.238
166.128
%
%
%
%
Euro
72,9
17,7
6,6
2,8
14.654
73
18
6,5
2,5
15.371
73,5
17,7
6,4
2,4
15.646
Disoccupazione
%
7,7
8
7,6
Inflazione
%
3,1
2,4
2,6
Riserve valuta
Mld Euro
7
8
8
Bilancia partite correnti
Mld Euro
-15,68
-15,51
-20
Saldo Bilancia commerciale
Mld Euro
-18,59
-19,47
-23,21
Esportazioni di beni FOB
Mld Euro
34,51
37,58
37,96
Importazioni di beni CIF
Mld Euro
53,10
57,05
61,17
Principali esportazioni:
Forniture industriali
Mezzi di trasporto
Beni di consumo
Mln di Euro
Mln di Euro
Mln di Euro
11.360
6.372
6.707
12.836
6.686
7.232
11.190.
6.389
6.499
Principali importazioni:
Forniture industriali
Macchine altri beni di capitali
Combustibili e lubrificanti
Mln di Euro
Mln di Euro
Mln di Euro
14.733
9.714
7.345
16.166
10.372
7.717
15.325
10.281
10.054
Quota % su tot. import
Quota % su tot. import
Quota % su tot. import
30,4
12,8
8,4
31
13,2
8,7
30,8
12,4
8,3
Quota % su tot export
Quota % su tot export
Mln Euro
27,41
13,07
28,26
13,09
27,21
12,95
32.791
30.054
30.793
%
64,7
63,6
64,1
%
3,9
2,6
2,2
Pil nominale
Composizione Settoriale del PIL
Servizi
Industria
Costruzioni
Agricoltura e pesca
Reddito pro capite
Principali paesi fornitori:
Spagna
Germania
Francia
Principali paesi clienti:
Spagna
Germania
Investimenti diretti esteri
In entrata
Debito Pubblico/PIL
Deficit pubblico/PIL
Debito estero
Principali Organizzazioni
internazionali di carattere
economico di cui il Portogallo è
membro:
Organizzazioni internazionali di
carattere economico cha hanno
sede in Portogallo
Principali accordi bilaterali in
materia economica in vigore:
Congiuntura
Mld di Euro
124
146
158
EC, IMF, IBRD (World Bank), OECD, WTO, WIPO, UNCTAD, FAO,
IFAD, ILO, IMO, ICAO, UNIDO, UNDP, ICC, UNCITRAL, OMT. CFC,
CITES, Council of Europe, ECE-UN, EIB, EPO, ESA, ICO, ICSG, INSG,
ILZSG, OTIF, ICJ, ITLOS, PCA
ICSG, INSG, ILZSG
Convenzione per evitare le doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali
in materia di imposte sul reddito, con protocollo aggiuntivo
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4
PORTOGALLO
Andamento dell'interscambio commerciale
nel periodo 2004-2008
10,0
8,0
6,0
Import
4,0
Export
2,0
0,0
-2,0
2004
2005
2006
2007
2008
Fonte: Istituto Nazionale di Statistica (INE)
Dopo aver registrato un +1,6% nel 2007, la crescita reale della domanda interna è stata dell’1,0% nel 2008, anno in
cui essa è stata sostanzialmente sostenuta dalla leggera crescita dei consumi delle famiglie (+1,7%),
contrariamente a quanto accaduto per i consumi pubblici che hanno fatto invece segnare una contrazione dello
0,1% dopo l’andamento positivo del 2007 (+3,2%). È poi interessante notare come il calo degli investimenti
registrato negli ultimi mesi stia producendo i primi riflessi anche sulla composizione settoriale del PIL portoghese.
In particolare, il contributo al PIL offerto nel 2008 dal settore dell’industria manifatturiera ha subito il maggiore
calo degli ultimi 15 anni (-2,8%), riducendosi al 14,6% il peso complessivo di tale settore sull’economia nazionale,
ormai distaccato di quasi un punto percentuale dal settore dei servizi in ambito finanziario ed immobiliare, e di 2
punti percentuali dal settore del commercio, ristorazione e turismo, primo componente del prodotto interno lordo
con un 16,6%. Da segnalare, inoltre, quale conseguenza più vistosa della crisi finanziaria, il crollo del contributo al
PIL offerto dal settore delle costruzioni (-5,8%), che nel 2008 è pesato per un 6,4% sull’economia nazionale.
Portogallo
Distribuzione settoriale del PIL 2008
Edilizia 6,4
Com m . Rist.
Alb 17,6
Trasp e
comun 6,7
Finanza e
im mob. 15,5
Industria
m anif. 14,6
Energia 3,1
Agric.e
pesca. 2,4
Altri servizi
33,8
Fonte: INE - Istituto Nazionale di Statistica
Nel 2008 si è confermata anche la riduzione del flusso degli investimenti diretti esteri già iniziata nel corso del
2007. Tuttavia, a fronte di una diminuzione del 2% negli investimenti (-649 mln), anche i disinvestimenti hanno
fatto registrare una frenata, per circa 822 mln di Euro (-2,7%), sicché il saldo finale degli IDE in Portogallo è stato
di circa 2,4 mld di Euro, in crescita del 7,7% rispetto al 2007.
In conseguenza dell’evoluzione negativa di esportazioni e investimenti, per il 2009 si attende un’impennata del
tasso di disoccupazione (le prime stime riferiscono di un 8,8%), nonostante il 2008 si sia chiuso in maniera
positiva, con un tasso medio annuale al 7,6%, contro l’8% registrato nell’anno precedente. Quest’ultimo valore é
risultato di 0,5 punti percentuali inferiore rispetto alla media registrata nella zona Euro, anche a seguito
dell’impennata della disoccupazione registrata in ambito UE negli ultimi mesi dell’anno. Tale differenza dovrebbe
tuttavia ridursi nel corso del 2009, come del resto dimostrano i dati relativi a gennaio 2009, in cui si é evidenziata
una perdita secca di 30.000 posti di lavoro su base mensile (+27%), in particolare nei settori dell’edilizia e
dell’industria.
Congiuntura
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5
Andamento del tasso di disoccupazione nel corso del
2008
ag
o
s e sto
tte
m
br
e
ot
to
br
no
e
ve
m
br
di
e
ce
m
br
e
lu
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ag
gi
o
gi
ug
no
m
ap
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e
ge
nn
ai
o
fe
bb
ra
io
m
ar
zo
8,4
8,2
8
7,8
7,6
7,4
7,2
7
Portogallo
Zona Euro
D’altra parte la flessione della domanda interna e la concomitante riduzione della pressione sui prezzi delle materie
prime hanno favorito un’accentuata riduzione della spinta inflazionistica. Alla luce di tale evoluzione, i dati relativi
all’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) hanno registrato per il 2008 un tasso di crescita annuale del
2,7%, inferiore di 0,6 punti percentuali rispetto alla media dell’area Euro. Come segnalano le prime stime del 2009
tale tendenza dovrebbe consolidarsi nel corso della prima parte del 2009, attendendosi un’inflazione media annuale
prossima all’1%.
Andamento dell'indice armonizzato dei prezzi al
consumo (periodo 2002-2007)
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
3,3
3,3
3,0
2,5
2,0
2003
2,0
2004
2,1 2,2
2,1
2005
Portogallo
2006
2,4
2,7
2,1
2007
2008
Zona Euro
Fonte INE
Nonostante uno scenario economico tutt’altro che favorevole, il Portogallo é riuscito nel 2008 a mantenere i conti
pubblici entro i parametri di convergenza europea, presentando un rapporto Deficit/Pil al 2,2% ed un indebitamento
pubblico di poco superiore al 64% del Pil, che gli ha consentito di guadagnare un esplicito plauso da parte della
Commissione Europea e delle principali istituzioni finanziarie internazionali in relazione agli sforzi di risanamento
delle finanze pubbliche realizzati in questi ultimi anni. Il ciclo virtuoso avviato nel 2008 dovrebbe tuttavia essere
interrotto a partire da quest’anno, quando l’iniezione di denaro pubblico per il rilancio dell’economia ed il sostegno
alle imprese e alle famiglie dovrebbe condurre il rapporto deficit/PIL ad un valore compreso tra il 3,9% ed il 4,6%,
mentre il debito pubblico dovrebbe avvicinarsi alla soglia psicologica del 70%. del PIL.
Congiuntura
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6
PORTOGALLO: EVOLUZIONE DELLA BILANCIA DEI
PAGAMENTI
(periodo 2006-2008)
Valori espressi in mln di Euro
2006
2007
2008
PARTITE CORRENTI (saldo)
-15.680 -15.374 -20.163
BENI
-16.665 -17.475 -21255
SERVIZI
4.804
6.415
6.441
REDDITI (da lavoro e da investimenti)
-6.340
-6.921
-7.817
TRASFERIMENTI CORRENTI
2.521
2.606
2.467
MOVIMENTI IN CONTO CAPITALE
1.219
2.096
2.747
(saldo)
CONTO FINANZIARIO (saldi)
13.943 15.135
18.050
Investimenti diretti
3.455
-1.775
973
Investimenti di portafoglio
2.600
10.042
13.821
Derivati Finanziari
-220
173
250
Altri investimenti
6.189
3.982
3.083
Variazione riserve valuta
1.919
713
-79
BILANCIA DEI PAGAMENTI
-14.462 -13.277 -17.416
Valore % / PIL
-9,2%
-8,1%
-10,5%
Dopo il buon andamento del 2007, il deficit della bilancia dei pagamenti è cresciuto di 4.200 mln di Euro nel 2008,
attestandosi in tal modo al 10,5% del PIL contro l’8,1% dell’anno precedente. Tale consistente incremento è
risultato da un netto peggioramento del saldo delle partite correnti, (-5 mld di Euro rispetto al 2007) su cui ha
pesato, in particolare, l’incremento del deficit della bilancia commerciale (-3,9 mld di Euro rispetto al 2007).
Conseguentemente é risultato solo marginale il miglioramento del saldo relativo ai movimenti in conto capitale
(+650 mln di Euro rispetto al 2007).
Il Portogallo di fronte alla crisi economico-finanziaria internazionale
Sebbene l’impatto diretto dei crac finanziari statunitensi sull’economia portoghese sia stato tutto sommato limitato,
non avendo le banche lusitane un'esposizione significativa nei confronti, ad esempio, di Lehman Brothers, alcune
preoccupazioni esistevano per il possibile fallimento - poi evitato grazie al massiccio intervento
dell'Amministrazione americana - del colosso assicurativo AIG, presente in Portogallo dal 1985 con la sua
sussidiaria Alico, prima impresa straniera del settore con un portafoglio di circa 40mila polizze. Comunque, il
settore che in Portogallo ha risentito maggiormente della crisi finanziaria post fallimento Lehman Brothers è quello
del mercato interbancario: il clima di instabilità creatosi a seguito dei numerosi annunci di possibili fallimenti ha
influito sulla continua crescita dell'Euribor, arrivato a toccare livelli storicamente molto alti (5,256% - 23 settembre
2008), ed il conseguente aumento dei tassi, unito alla carenza di liquidità ed alle maggiori difficoltà nell'ottenere
prestiti da parte delle famiglie e delle imprese portoghesi, hanno fatto sentire il proprio effetto negativo
sull’economia del Paese.
A pesare sul brusco rallentamento di un sistema economico di piccole dimensioni e fortemente integrato come
quello portoghese, è intervenuta in particolar modo la decelerazione della domanda esterna, provocata
dall'improvvisa frenata dell'economia dei paesi dell'Area Euro che costituiscono di gran lunga il principale mercato
di sbocco delle esportazioni nazionali, unita alla flessione dei consumi interni, destinati a risentire della modesta
crescita in termini reali del reddito disponibile delle famiglie, compresso dai rincari dei beni energetici e
alimentari, dall'eccessivo indebitamento e dall'aumento dei tassi di interesse. Secondo le principali istituzioni
finanziarie internazionali, un analogo scenario negativo si profilava anche con riguardo ad altri fondamentali
indicatori economici: in particolare, in autunno, il FMI prevedeva, per il 2009, una risalita del tasso di
disoccupazione al 7,8% (contro il 7,3% registrato nel primo semestre 2008), una crescita dell'inflazione al 3,2% ed
un saldo negativo delle partite correnti equivalente al 12,7% del PIL, che rappresenterebbe un massimo storico per
il paese lusitano.
Congiuntura
2º sem. 2008
7
Nell’ottobre 2008 il Governo portoghese ha presentato all'Assemblea Legislativa Nazionale il disegno di legge di
bilancio per il 2009, con la quale esso, in un contesto di crisi finanziaria e forte rallentamento economico, si era
posto l'obiettivo di sostenere i redditi delle famiglie e di rilanciare gli investimenti produttivi, pur mantenendo
ferma la linea di rigore imposta dal rispetto dei parametri di convergenza fissati dall'Unione Europea. Le scelte di
politica economica e fiscale previste dal disegno di legge poggiavano su un'aspettativa di sostanziale stagnazione
economica per il biennio 2008-2009, in linea con quanto atteso dagli altri Paesi dell'area Euro (in quel momento,
per il 2008 era prevista una crescita del prodotto interno lordo dello 0,8%, destinato a ridursi allo 0,6% nel 2009).
Dinanzi a tale scenario macroeconomico, nella legge di bilancio (che, come si vedrà, è stata poi parzialmente
modificata a gennaio 2009) si potevano pertanto individuare alcune precise linee direttrici: il sostegno ai redditi
delle famiglie, agevolazioni per le piccole e medie imprese; la prosecuzione della politica di investimento
pubblico nonché il sostegno al sistema finanziario attraverso il rafforzamento dei meccanismi di garanzia dei
depositi bancari e dei mutui interbancari. Più in dettaglio, per quanto concerne il sostegno al reddito delle
famiglie, queste le principali misure contemplate in ottobre dalla Finanziaria:
•
L'aumento del 2,9% dei salari per i dipendenti pubblici, destinato a 700 mila lavoratori (circa il 15%
dell'intera forza lavoro nazionale), con un costo addizionale per le casse dello Stato di circa 360 mln di Euro,
parzialmente ammortizzato dal blocco del turn-over nella pubblica amministrazione, che nel 2009 dovrebbe
determinare una riduzione di 30.000 dipendenti.
•
la previsione di un pacchetto di misure idonee a migliorare il livello di coesione sociale, assistendo i nuclei
familiari più esposti all'erosione del potere d'acquisto (anziani, famiglie con disabili e famiglie numerose)
grazie a sussidi per l'acquisto di medicinali e per le prestazioni sanitarie; l'adeguamento del livello dei salari
minimi garantiti; bonus fiscali per le spese scolastiche; ulteriori sgravi fiscali per i proprietari di casa e per le
famiglie con disabili a carico.
•
il sostegno alle famiglie gravate da mutui ipotecari a tasso variabile particolarmente onerosi, attraverso un
meccanismo di tutela del patrimonio immobiliare che prevede la possibilità per le famiglie che abbiano a
carico tali tipologie di mutui di alienare l'immobile ad un apposito fondo immobiliare di futura istituzione e
sostituire le rate con il pagamento di una locazione di valore inferiore, mantenendo altresì un diritto di
opzione sul riacquisto dell'immobile.
•
un incremento di circa 40 euro per le pensioni di anzianità pagate dall'istituto Nazionale di Previdenza
Sociale, derivante da un diverso calcolo della carriera contributiva.
Per quanto concerne le misure dirette al rilancio dell'economia e del sistema produttivo nazionale, il disegno
di legge finanziaria per il 2009 contempla una serie di interventi a sostegno delle piccole e medie imprese che si
estrinsecano in una riduzione del carico fiscale e nell'istituzione di linee di credito dedicate. Sotto il primo profilo
viene prevista una suddivisione in due scaglioni dell'imposta sul reddito delle persone giuridiche (IRC), che passa
dall'aliquota unica del 25% ad una situazione in cui per i primi 12.500 euro di imponibile l'imposta viene
dimezzata (12,5%), mantenendosi al 25% per l’imponibile eccedente. Nelle intenzioni del Governo, tale
provvedimento si rivolge a circa l'80% delle imprese nazionali, e ad esso viene affiancata l’ulteriore misura della
riduzione del 5% degli anticipi sul pagamento dell'imposta sui redditi dovuti dalle imprese con un giro d'affari
inferiore ai 500.000 euro.
Con l'obiettivo di sostenere gli investimenti, per il 2009 il Governo prevede di aumentare di circa 505 mln di
Euro i fondi da destinare ai programmi di investimento pubblico, con un incremento pari al 13% rispetto alla
somma stanziata nella legge finanziaria dell'anno precedente ed il superamento della soglia del 2,5% del rapporto
investimento pubblico/PIL. Allo stesso tempo, l'ammontare della spesa primaria della PA da destinare agli
investimenti di capitale passa dal 6,6% del 2008 all'8,3% del 2009. Fetta importante di tali risorse aggiuntive sarà
destinata alla cantierizzazione ed alla prosecuzione dei progetti di opere pubbliche annunciati nel corso della
legislatura. Il calo degli indici relativi alla fiducia degli imprenditori e le difficoltà di accesso al credito dovrebbero
rallentare la crescita degli investimenti privati che per il 2009 non dovrebbero essere superiori all'1,5% del PIL
(1,7% per il 2008). Nonostante tale stima, non sono mancati nel disegno di legge finanziaria incentivi al rilancio
degli investimenti nel settore delle costruzioni, rispetto al quale sono state previste alcune misure dirette ad
incentivare il mercato delle ristrutturazioni immobiliari che contemplano riduzioni relativamente all'imposta
comunale sugli immobili (IMI), all'imposta sulle transazioni immobiliari ed al contempo disincentivi fiscali per i
proprietari di stabili ed immobili sfitti o in pericolo di rovina.
Congiuntura
2º sem. 2008
8
Il sostegno al sistema finanziario nazionale viene garantito dalla previsione di una garanzia statale sui depositi
bancari fino all'ammontare di 50.000 euro e la disponibilità di un fondo di 20 mld di Euro (pari all'11,7% del PIL),
finalizzato a garantire il finanziamento ed il rifinanziamento del mercato interbancario: tale ammontare potrà essere
utilizzato dalle banche nazionali al fine di superare l'attuale crisi di liquidità sul mercato interbancario, garantendo i
prestiti che le banche portoghesi chiederanno ad altri istituti finanziari internazionali o direttamente alla BCE,
nonché al fine di evitare l'eventuale fallimento di istituti finanziari di rilevanza sistemica per il Paese.
Interessanti novità sono previste anche in relazione alla lotta all'evasione ed all'elusione fiscale ed alla lotta al
lavoro sommerso: sul primo fronte, aumentando il potere dell'agenzia delle entrate (DGI) di accedere alle
informazioni bancarie sul valore dei pagamenti effettuati attraverso carte di credito e debito e consentendo così
all'Erario di appurare la veridicità delle denunce dei redditi degli operatori economici, attraverso una verifica delle
somme incassate attraverso l'utilizzo di tali strumenti di pagamento; rispetto alla lotta al lavoro sommerso, vengono
invece inaspriti controlli e sanzioni relativi alle prestazioni di lavoro subordinato mascherate da prestazioni d'opera
occasionale attraverso un uso irregolare delle partite IVA (“recibo verde”).
Tuttavia, tra dicembre 2008 e gennaio 2009, è apparso evidente che la situazione economica in cui versa il
Portogallo è ben più grave di quanto si poteva inizialmente pensare. Si sono infatti rapidamente succeduti una serie
di fatti che hanno contribuito decisamente a rafforzare i segnali di allarme per l’economia: nel giro di pochi giorni,
la borsa portoghese ha ridotto di quasi il 50% la propria capitalizzazione; si sono moltiplicati gli annunci di
licenziamenti e/o di interruzione dell'attività' produttiva da parte delle principali imprese manifatturiere, in
particolare quelle del settore automotive; è stato pubblicato un audit, condotto dalla Corte dei Conti, dal quale
emerge un indebitamento superiore ai 17 miliardi di Euro per le 20 principali imprese pubbliche; l’agenzia di rating
Standard & Poor's ha messo il Portogallo in "stato di vigilanza", ritenendo insufficienti le riforme strutturali
adottate dal Governo per correggere gli squilibri economici; da uno studio dell'OCSE è emerso che, tra le economie
dei Paesi dell’Eurozona, quella lusitana ha avuto il minore tasso di crescita durante gli anni dal 2003 al 2007;
ancora, secondo i dati pubblicati dal World Economic Forum, il Portogallo nell'ultimo anno ha registrato una
perdita di tre posizioni nel ranking internazionale relativo alla competitività del “Sistema-Paese”, in cui attualmente
occupa la 43ma posizione su di un totale di 134 paesi e la 17ma posizione tra i Paesi membri della UE.
Dinanzi a questo scenario particolarmente negativo, il Consiglio dei Ministri portoghese, preso atto delle carenze
strutturali del sistema economico portoghese e della sua vulnerabilità di fronte alla crisi internazionale, ha finito
con l’ammettere l’ineluttabilità della recessione economica anche in Portogallo, individuando negli investimenti
pubblici, con funzione anti-ciclica, la principale soluzione per venirne fuori. Il cambiamento di approccio alla crisi
da parte del Governo è stato quindi sancito nelle misure addizionali da esso introdotte a più riprese tra la fine del
2008 e l’inizio del 2009, che sono poi confluite nel documento di adeguamento della Legge Finanziaria 2009
presentato al Parlamento nello scorso gennaio e che contemplano un impegno di risorse pubbliche pari a 2,2 mld di
Euro (1,25% del PIL), di cui 880 mln di Euro derivanti da fondi comunitari e 1,3 mld di Euro provenienti da fondi
nazionali (che si aggiungono alle risorse già impegnate con la Finanziaria 2009 varata a ottobre). Nelle previsioni
del Governo, tale sforzo dovrebbe altresì generare investimenti privati nell'ordine di 5 mld di Euro.
Nello specifico, per quanto riguarda le nuove misure annunciate, si possono individuare le seguenti, principali aree
d’intervento: il rilancio dell'investimento pubblico in settori considerati prioritari, il sostegno alle piccole e
medie imprese; il mantenimento dei livelli di impiego.
Sotto il primo profilo, il Governo ha considerato come prioritari gli interventi di ristrutturazione ed ampliamento
delle strutture scolastiche nazionali, che interesseranno all’incirca 100 plessi scolastici per un investimento
complessivo di 500 mln di Euro. Nel quadro delle azioni a supporto del Piano Tecnologico Nazionale varato nel
2005 si inserisce poi il sostegno agli investimenti privati diretti all'ammodernamento delle infrastrutture
tecnologiche, attraverso il potenziamento delle reti a banda larga e della diffusione dell'uso domestico e pubblico
delle reti telematiche. Inoltre, coerentemente con la politica energetica nazionale sin qui adottata, è stato previsto
un investimento pari a 250 mln di Euro per il sostegno finanziario e l'incentivo fiscale per la promozione della
micro-generazione fotovoltaica ed eolica, il recupero di efficienza energetica degli edifici pubblici ed il
potenziamento delle infrastrutture di base per il trasporto di energia.
Il secondo asse di intervento governativo è rappresentato dall'adozione di un pacchetto di misure espressamente
dirette a favorire l'accesso al credito e far fronte alla riduzione della competitività sui mercati internazionali del
sistema delle imprese, in particolare delle PMI. Nel dettaglio, le misure di maggior rilievo consistono in un piano
di incentivi fiscali agli investimenti produttivi che generino nuovi posti di lavoro nel settore agricolo, agroindustriale, turistico, energetico e dell'industria estrattiva: in questi settori le imprese potranno accedere ad un
Congiuntura
2º sem. 2008
9
sistema di deduzione fiscale dell'imposta sul reddito di impresa (IRC) pari al 20% dell'ammontare
dell'investimento, oltre all'esenzione dalle imposte sul bollo e sugli immobili (IMI e IMT) per il 2009. Viene creata
una linea di credito di 2 mld di Euro per le PMI, e si rafforzano i meccanismi di assicurazione del credito
all'esportazione rilanciando anche gli strumenti di promozione dell’internazionalizzazione del sistema produttivo e
di orientamento delle esportazioni verso nuovi mercati. È previsto infine un apposito meccanismo di
autoliquidazione dell'IVA relativamente ai contratti di fornitura conclusi tra le imprese e gli enti pubblici, sui quali
permarrà, pertanto, l'onere del versamento dell'IVA all'erario. Ulteriori agevolazioni fiscali sono rappresentate da
un ampliamento del sistema di deduzione fiscale per gli investimenti aziendali in ricerca e sviluppo (dal 20% al
32,5% fino ad un massimo di 1,5 mln di Euro).
Per quanto concerne il sostegno all'occupazione, è stato previsto un ammontare di 580 mln di Euro che verrà
destinato ad incentivare le nuove assunzioni attraverso la riduzione degli oneri previdenziali, la riqualificazione
professionale e l'individuazione di meccanismi per l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro ed il
reinserimento dei disoccupati di lunga durata. Nello specifico, si tratta di misure dirette a favorire la conversione
dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato: ad esempio, le PMI che provvederanno ad una
conversione dei contratti dei lavoratori fino a 35 anni di età otterranno l'esenzione dalla contribuzione previdenziale
per tre anni consecutivi. Allo stesso modo, beneficeranno di tale esenzione quelle imprese che assumeranno a
tempo indeterminato giovani alla ricerca della prima occupazione, ovvero iscritti di lunga durata nei centri di
collocamento; in quest'ultimo caso sono previsti vantaggi fiscali anche per le assunzioni a tempo determinato.
Viene inoltre previsto un rafforzamento dei meccanismi di protezione sociale attraverso il prolungamento dei
sussidi di disoccupazione. Ulteriori misure a sostegno dell'inserimento e della formazione professionale riguardano
la previsione di specifici sussidi ed incentivi per quelle imprese che impieghino dei tirocinanti: per la durata di un
anno tali imprese potranno beneficiare di un contributo a fondo perduto (variabile tra il 20 ed il 60% dell'importo
della borsa di stage). Infine, si prevede una riduzione di 3 punti percentuali della pressione contributiva a carico
delle piccole e medie imprese per gli addetti con più di 45 anni di età.
Alle succitate iniziative si aggiunge poi il pacchetto di misure del valore di 900 mln di Euro varato per il sostegno
al settore della componentistica per automobili, attraverso l'istituzione di linee speciali di finanziamento e
l'appoggio all'innovazione dei processi produttivi ed alla riqualificazione professionale. Si tratta, infatti, di un
settore considerato strategico per il tessuto produttivo nazionale, che nel 2007 ha impiegato circa 50.000 addetti,
pesando per l'1,6% sulla formazione del PIL e per il 15% sulle esportazioni nazionali e che attualmente risulta tra i
più esposti alla crisi internazionale.
Nelle previsioni governative, le misure sopra illustrate potranno avere un impatto sul deficit pubblico pari allo 0,8%
del PIL e dovrebbero condurre al 3% il rapporto Deficit/Pil per il 2009, a fronte della stima del 2,2% contenuta
nella Finanziaria presentata lo scorso ottobre. Tale pacchetto si fonda infatti sul nuovo Programma di Stabilità e
Crescita 2008-2011 che prevede uno scenario in termini di crescita del PIL di -0,8% per il 2009 e di +0,5% per il
2010, con un deficit pubblico stimato al 3,9% per il 2009 ed al 2,9% per il 2010 ed un tasso di disoccupazione
rispettivamente dell'8,5% e dell'8,2%.
Permangono tuttavia non poche perplessità in merito all'idoneità delle correzioni alla legge finanziaria rispetto al
conseguimento degli obiettivi economici prefissati, in considerazione dello scenario ben più pessimistico avanzato
per il biennio 2009-2010 dalle istituzioni e dalle società internazionali di rating che si sono finora pronunciate
dall'inizio dell'anno: in particolare, le prime previsioni economiche del 2009 annunciate dalla Commissione
Europea sembrano indicare per il Portogallo una recessione economica ben più acuta e duratura di quella
rappresentata dal Governo e dal Banco del Portogallo. Lo scenario previsto dall'istituzione Bruxelles prevede per il
2009 un PIL in caduta libera (-1,6%), che dovrebbe mantenere una traiettoria negativa anche per il 2010, quando
registrerà un'ulteriore riduzione dello 0,2%. Anche con riferimento al rapporto Deficit/PIL, le notizie appaiono
tutt'altro che rassicuranti: il netto calo del PIL, accompagnato dalla crescita della spesa pubblica, dovrebbe farlo
attestare al 4,6% per il 2009 ed al 4,4% per il 2010; parallelamente, il rapporto Debito Pubblico/PIL dovrebbe
superare abbondantemente il 70% nel biennio 2009-2010. Infine, per il 2009 il tasso di disoccupazione dovrebbe
raggiungere l'8,8%, toccando il livello più alto degli ultimi 23 anni.
Di fronte a tale congiuntura negativa, la speranza di attenuare gli effetti della recessione economica è riposta
nell'attuazione dell'imponente piano di rilancio degli investimenti pubblici annunciato nel corso del 2008, che
dovrebbe iniziare a concretizzarsi già a partire dai prossimi mesi con il lancio di bandi di gara internazionali
relativi a grandi opere infrastrutturali. È pertanto innegabile che tra il 2009 ed il 2010 il Portogallo si gioca una
partita fondamentale per il suo sviluppo economico e sociale e per la sua stessa credibilità in seno all'Unione
Europea.
Congiuntura
2º sem. 2008
10
Pur mantenendo il rating del Portogallo in Aa2, con un outlook stabile anche nel 2008, l’Agenzia di rating
Moody’s, ha recentemente espresso una certa apprensione per l’eccessivo livello di indebitamento delle famiglie e
delle imprese portoghesi, sottolineando come il debito estero complessivo del paese iberico potrebbe superare entro
quest’anno la soglia del 100% del PIL. L’Agenzia Fitch ha mantenuto ad AA la capacità di pagamento a lungo
termine del Portogallo, con outlook stabile. Viceversa, all’inizio del 2009, Standard&Poor’s ha declassato da
AA- a A+ le prospettive sulla capacità di pagamento a lungo termine del Paese iberico a causa dell’incidenza della
congiuntura economica negativa sulla gestione dei conti pubblici. In linea con le stime degli altri Paesi della Zona
Euro, l’Economist Intelligence Unit intravede segnali molto negativi in relazione alla crescita economica ed alla
riduzione del deficit pubblico per il biennio 2009-2010. Infine, secondo i dati elaborati dalla SACE, il Portogallo
mantiene i livelli più bassi in tutte le scale di rischio Paese (0/7, Consensus 1, L1).
b)
Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
Commercio Internazionale
Nel 2008, secondo i dati preliminari dell’Istituto di Statistica portoghese (INE), le variazioni omologhe delle
esportazioni e delle importazioni sono state rispettivamente dell’1,0% e del 7,2%. Le esportazioni si sono
attestate su un valore di 37,96 mld di Euro mentre le importazioni su un valore di 61,17 mld di Euro.
Nel 2008 il deficit della bilancia commerciale si è aggravato (-23,21 mld di euro) ed il tasso di copertura è stato
del 62,1%, corrispondendo ad una diminuzione del 5,8% rispetto all’anno precedente.
Nella UE i flussi in uscita nel 2008 sono stati di 28,01 mld di Euro con una diminuzione del 2,8% mentre quelli in
entrata sono cresciuti del 4,6% ammontando a 44,99 mld di Euro. Il saldo della bilancia commerciale con l’UE ha
registrato una variazione del 21,1% passando da –14,02 mld di Euro a –16,98 mld di Euro, con un tasso di
copertura del 62,3% (67,0% nel 2007).
A livello extracomunitario, le esportazioni sono aumentate del 13,5%, mentre le importazioni sono cresciute del
15,3% con un aumento del 18,2% del deficit commerciale con i paesi terzi. Il tasso di copertura delle
importazioni sulle esportazioni è passato dal 62,5% del 2007 al 61,5% .
Nel 2008 i primi dieci Paesi fornitori del Portogallo sono stati: Spagna, Germania, Francia, Italia (al quarto posto
a livello mondiale), Olanda, Regno Unito, Belgio, Nigeria.
I primi dieci Paesi acquirenti sono stati: Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Angola (PALOP), Italia (al
sesto posto), Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio, Singapore.
Per quanto riguarda le importazioni, si evidenzia un leggero rallentamento rispetto al 2007 tra il primo ed il terzo
trimestre (+ 14,0% nel 1º, 11,4% nel 2º e 11,3% nel 3º) ed un calo nel 4º, con una riduzione del 6,4%. Questa
evoluzione omologa negativa nell’ultimo trimestre 2008 si è verificata tanto nelle importazioni di beni dai mercati
extracomunitari come in quelle provenienti dai paesi comunitari, anche se in termini di valore si osserva una
diminuzione superiore nelle importazioni dai mercati comunitari.
Congiuntura
2º sem. 2008
11
Interscambio commerciale globale portoghese
(in miliardi di Euro)
2006
Interscambio Globale
34,51
- Esportazioni (fob)
53,10
- Importazioni (cif)
-18,59
- Saldo comm.le
87,61
- Interscambio
65,0
Tasso di copertura
- Unione Europea 25
Esportazioni (Fob)
26,72
Importazioni (Cif)
40,15
Saldo comm.le
-13,43
Interscambio
66,87
Tasso di copertura
66,5
- Paesi Terzi
Esportazioni (Fob)
7,79
Importazioni (Cif)
12,95
Saldo comm.le
-5,16
Interscambio
20,74
Tasso di copertura
60,2
Fonte: INE –elaborazione dati ICE Lisbona
2007
Variaz. %
2008
Variaz. %
37,59
57,06
-19,47
94,65
65,9
8,9
7,5
4,7
37,96
61,17
-23,21
99,13
62,1
1,0
7,2
19,2
28,82
43,02
-14,02
71,84
67,0
7,9
7,1
4,4
28,01
44,99
-16,98
73,0
62,3
-2,8
4,6
21,1
8,77
14,04
-5,27
22,81
62,5
12,6
8,4
2,1
9,96
16,19
-6,23
26,15
61,5
13,5
15,3
18,2
La riduzione verificata nel 4º trimestre del 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007 nella globalità del commercio
internazionale è evidenziata dall’evoluzione dei 10 principali paesi fornitori. Nel 4º trimestre si sono registrati
aumenti omologhi nelle importazioni di beni dalla Nigeria (161,1 milioni di euro, il maggior aumento registrato),
dalla Cina (116,8 milioni di euro) e dal Regno Unito (6,5 milioni di euro). Per contro, le importazioni provenienti
dalla Francia hanno avuto un calo di 279,4 milioni di euro, il maggiore registrato nel 4º trimestre, cui segue quello
registrato dalla Spagna, con una diminuzione di 223,8 milioni di euro. Tuttavia le riduzioni osservate nell’ultimo
trimestre dell’anno per la maggior parte dei paesi sono state diverse dalle variazioni osservate nei trimestri
anteriori. Così, nonostante il calo significativo del 4º trimestre, le importazioni provenienti dalla Spagna nel 2008
sono aumentate di 1.151,4 milioni di euro rispetto al 2007 (+6,5%, il più grande aumento registrato) e perciò il
paese resta il principale fornitore di beni, con un peso del 30,8%.
Le importazioni dalla Francia sono aumentate di 132,7 milioni di euro (+2,7%), il che le consente di restare al 3º
posto come fornitore con un peso dell’8,3%. La Germania è il secondo principale mercato (peso 12,4%) avendo
registrato nel 2008 un aumento di 81,3 milioni di euro (+1,1%) nonostante il calo verificatosi nel 4º trimestre del
2008 (-86,3 milioni di euro, - 4,4%). In termini di quote di mercato, la Spagna detiene una quota del 30,8%, la
Germania del 12,4%, la Francia dell’8,3% e l’Italia del 5,3%.
Dei principali partner che hanno registrato aumenti omologhi nell’ultimo trimestre dell’anno il Regno Unito è stato
l’unico ad avere un’evoluzione opposta nei trimestri precedenti. Nel 2008 ha registrato un calo di 50,2 milioni di
euro (-2,5%), ma resta ancora il 6º principale fornitore del Portogallo (peso 3,2%).
Gli aumenti verificati nel 4º trimestre del 2008 nelle importazioni di beni originari dalla Nigeria e dalla Cina hanno
rafforzato i risultati dei trimestri precedenti. Così nel 2008 la Nigeria ha raggiunto un aumento di 724,3 milioni di
euro (+72,0%, il 2º più grande registrato nell’insieme dei paesi) che le ha consentito di raggiungere la 7º posizione
(è invece al 1º posto tra i paesi extracomunitari) superando il Belgio, il Brasile (al 2º posto tra i paesi
extracomunitari) e la Cina (quello della Cina è stato di 278,6 milioni di euro, ossia +26,2%, che la pone al 3º
posto).
Nelle esportazioni in termini trimestrali, si nota che nei primi tre trimestri si sono mantenuti gli aumenti omologhi
(rispettivamente +5,2%, +4,6% e + 5,4%) ed un calo nel 4º trimestre dell’ordine dell’11,0%. Contrariamente alle
importazioni, l’evoluzione delle esportazioni per mercati presenta un comportamento diverso nel 2008. Infatti,
mentre le esportazioni verso i Paesi terzi rivelano un’evoluzione sempre positiva – crescente fino al 3º trimestre
(+12,2% nel 1º trimestre, +15,0% nel 2º e + 21,2 nel 3º) e interrotta nell’ultimo trimestre da un minore aumento
Congiuntura
2º sem. 2008
12
omologo, (+6,0%) – le importazioni verso i paesi comunitari hanno registrato una chiara tendenza al rallentamento:
da una crescita omologa del 3,3% nel 1º trimestre, dell’1,5% nel 2º e dello 0,2% nel 3º ad un calo del 16,4%
nell’ultimo trimestre dell’anno.
L’evoluzione omologa negativa registrata nella globalità del commercio internazionale nel 4º trimestre del 2008 è
un riflesso delle variazioni registrate nei 10 principali paesi destinatari nel 2008. Si sono verificati aumenti delle
esportazioni solo verso l’Angola (+217,5 milioni di euro nel 4º trimestre, il più grande aumento registrato) e
Singapore (+ 22,9 milioni di euro, il 2º). Per contro, la maggiore diminuzione nel 4º trimestre si è avuta nelle
esportazioni verso la Spagna (-589,6 milioni di euro), verso la Francia, con un calo di 209,1 milioni di euro, e verso
gli Stati Uniti (-176,6 milioni di euro).
Nonostante il calo delle esportazioni (-317,8 milioni di euro nel 2008, -3,0% rispetto al 2007), la Spagna continua
ad essere il principale mercato di destinazione con un peso del 27,2%. La Germania resta al 2º posto come paese
cliente (peso del 12,9%) nonostante abbia registrato anch’essa un calo di 12,3 milioni di euro (-0,3%) nel 2008. Le
riduzioni dell’ultimo trimestre nelle esportazioni verso altri paesi partner hanno rafforzato il trend negativo già
evidenziatosi nei trimestri precedenti e specificamente verso il mercato francese che, nell’intero 2008, ha fatto
segnare un calo di 307,8 milioni di euro (-6,5%), anche se resta il 3º paese destinatario (peso 11,7%), e verso
quello nordamericano, dove si è avuto un calo di 445,9 milioni di euro (- 25,0%, la maggiore riduzione registrata).
L’Angola è diventata il 1º cliente extra-UE del Portogallo (peso 22,8%), grazie al forte dinamismo registrato nelle
esportazioni verso questo mercato (+586,2 milioni di euro nel 2008, corrispondente ad una variazione annuale del
+34,8%) ed all’elevato calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti, principale mercato di destinazione nel 2007.
Negli ultimi tre anni il volume delle esportazioni portoghesi verso il mercato angolano ha registrato una crescita
significativa che ha permesso al Portogallo di mantenere un saldo positivo negli scambi commerciali con questo
paese. Nel 2008 le esportazioni sono ammontate a 2.270,5 milioni di euro mentre le importazioni sono state di
408,379 milioni di euro.
PAESI CONCORRENTI E QUOTE DI MERCATO (%)
2006
16.173
QUOTA
(%)
30,5
2007
17.702
QUOTA
(%)
31,0
Spagna
7.309
13,8
7.500
13,1
Germania
4.464
8,4
4.938
8,7
Francia
3.066
5,8
3.157
5,5
Italia
2.401
4,5
2.678
4,7
Olanda
2.267
4,3
2.022
3,5
R. U.
1.463
2,8
1.641
2,9
Belgio
3.012
5,5
3.378
6,0
Altri Paesi UE
12.945
24,4
14.040
24,6
Fuori UE
53.100
100
57.056
100
Totale
Fonte Min. Economia su base INE - elaborazione dati ICE Lisbona
Valori in milioni di Euro
18.854
QUOTA
(%)
30,8
7.582
5.070
3.249
2.817
1.971
1.622
3.823
16.187
61.175
12,4
8,3
5,3
4,6
3,2
2,7
6,2
26,5
100
2008
In termini di prodotti, nel 2008, si segnala l’aumento del 29,1% nelle importazioni di prodotti energetici, del 9,3%
di prodotti agroalimentari, del 5,8% di materiale da trasporto e del 4,3% di prodotti chimici. Dal lato delle
esportazioni, la crescita del 30,3% dei prodotti energetici, del 13,2% dei prodotti agroalimentari ed il calo del 6,5%
e del 4,2% rispettivamente di Pelle, cuoio e tessili, e di Abbigliamento e calzature.
Per quanto riguarda i mercati extracomunitari, nel 2008 le Macchine ed Apparecchi continuano ad essere il
principale gruppo di prodotti esportati (peso 30,5%) anche se rispetto al 2007 hanno registrato una crescita di
appena il 4,2%, corrispondente ad un aumento di 123,3 milioni di euro.
Congiuntura
2º sem. 2008
13
Portogallo
Evoluzione dell’interscambio per Paesi di origine e destinazione
Valore in miliardi di
Euro
2006
2007
Variaz. %
2008
Variaz. %
53,10
57,06
7,5
61,17
7,2
Principali Paesi dai quali il Portogallo importa:
Imp. Intra UE Totale
40,15
43,02
7,1
44,99
4,6
Totale Importazioni
- Spagna
- Germania
- Francia
- Italia (4º posto
mondiale)
- Paesi Bassi
- Regno Unito
- Belgio
Imp.Extra UE
- Nigeria
- Brasile
- Cina
- USA
- Libia
- Algeria
- Norvegia
- Giappone
- Russia
Valore in miliardi di
Euro
Congiuntura
16,17
7,31
4,46
3,07
17,70
7,5
4,94
3,16
9,5
2,6
10,6
3,0
18,85
7,58
5,07
3,25
6,5
1,1
2,7
2,9
2,40
2,27
1,46
12,95
0,77
1,23
0,77
0,78
0,46
0,90
0,69
0,55
0,65
2,68
2,02
1,64
14,04
1,01
1,38
1,06
0,95
0,79
0,58
0,69
0,57
0,56
11,5
-10,8
12,2
8,4
31,2
12,2
37,3
21,8
71,7
-35,6
1
3,6
-13,8
2,82
1,97
1,62
16,19
1,73
1,36
1,34
1,03
0,99
0,71
0,70
0,59
0,40
5,2
-2,5
-1,2
15,3
72,0
-1,4
26,2
8,1
25,4
22,4
0,7
3,1
-27,8
2006
2007
Variaz. %
2008
Variaz. %
8,9
37,96
1,0
Totale Esportazioni
34,51
37,59
Principali paesi verso i quali il Portogallo esporta:
Esport. Intra UE
26,72
28,82
- Spagna
9,46
10,65
- Germania
4,52
4,9
- Francia
4,27
4,74
- Regno Unito
2,43
2,25
- Italia (6 posto
1,42
1,55
mondiale)
- P.Bassi
1,29
1,27
- Belgio
1,09
0,97
7,9
12,6
8,4
11,0
-7,4
9,2
28,01
10,3
4,88
4,44
2,08
1,43
-2,8
-3,0
-0,3
-6,5
-7,7
-7,7
-1,6
-11,0
1,25
0,94
-2,1
-3,2
Esport. Extra UE
7,79
8,77
- Angola
1,21
1,68
- Stati Uniti
2,11
1,79
- Singapore
0,70
0,71
- Malaysia
0,08
0,40
- Brasile
0,26
0,26
- Svizzera
0,27
0,27
Fonte: Min. Economia su base INE - elaborazione dati ICE
12,6
38,8
-15,2
1,0
370,4
1,6
-1,0
Lisbona
9,96
2,27
1,34
0,87
0,37
0,32
0,30
13,5
34,8
-25,0
22,2
-6,4
24,0
12,6
2º sem. 2008
14
I Combustibili minerali hanno rafforzato la loro posizione come 2º maggiore gruppo di prodotti esportati (peso
12,8%) come conseguenza dell’aumento registrato nel 2008: + 198,3 milioni di euro, corrispondente alla 2ª
maggiore crescita in valore anche se appena la 7ª in termini di tasso di variazione (+18,4%).
Nel 2008 i gruppi di prodotti con maggiore crescita in valore nelle esportazioni rispetto al 2007 sono stati: Metalli
Comuni, Combustibili minerali, Veicoli e altro materiale da trasporto, Minerali e metalli e Prodotti Agricoli.
Importazioni portoghesi per grandi categorie
Valori in mln di euro
Gruppi di prodotti
2007
2008
Var. (%)
7.265
7.942
9,3
Agro-alimentari
7.978
10.298
29,1
Energetici
7.790
8.126
4,3
Chimici
2.644
-2,0
Pelle, legno, sughero e 2.699
carta
3.792
-2,4
Tessile, abbigliamento 3.887
e calzature
5.992
6.040
0,8
Minerali e metalli
11.253
11.663
3,6
Macchine
6.809
7.204
5,8
Materiale da
trasporto
3.383
3.466
2,5
Prodotti diversi
TOTALE
57.056
61.175
7,2
Fonte: Min Economia su base INE – Elaborazione dati ICE Lisbona
Esportazioni portoghesi per grandi categorie
Valori in mln di euro
Gruppi di prodotti
2007
2008
Var. (%)
3.552
4.020
13,2
Agro-alimentari
1.707
2.225
30,3
Energetici
4.002
3.968
-0,8
Chimici
3.185
-2,3
Legno, sughero, carta 3.259
1.798
1.681
-6,5
Pelle, cuoio, tessili
3.958
3.793
-4,2
Abbigliamento e
calzature
4.055
4.078
0,6
Minerali e metalli
7.434
7.251
-2,5
Macchine
4.788
4.657
-2,7
Materiale da
trasporto
3.035
3.104
2,3
Prodotti diversi
TOTALE
37.589
37.961
1,0
Fonte: Min Economia su base INE – Elaborazione dati ICE Lisbona
Investimenti esteri
- Investimenti Diretti Portoghesi all’Estero (IDPE)
Nel periodo 2001-2003 gli IDE portoghesi verso l’estero sono stati in costante calo passando da 13.384 milioni
di Euro del 2001 a 10.093 milioni del 2003. La tendenza alla diminuzione è stata interrotta nel 2004 (11.952) ma è
ripresa a partire dal 2005 con un calo del 18,2% (9.781 mln di Euro) rispetto al 2004.
Congiuntura
2º sem. 2008
15
Anno
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Evoluzione degli Investimenti Diretti Portoghesi all’Estero - IDPE
Investimenti
Disinvestimenti
Saldo
Valore
Variazione
Valore
Variazione
Valore
Tasso di
(milioni di €)
(milioni di €)
(milioni di €)
%
%
Copertura
(%)
14.002
37,2
5.176
-28,2
8.827
2,71
13.384
-4,4
6.387
23,4
6.997
2,10
11.612
-13,2
11.770
84,3
-158
0,99
10.093
-13,1
4.260
-63,8
5.833
2,37
11.952
18,4
5.949
39,6
6.003
2,01
9.781
-18,2
8.083
35,9
1.698
1,21
9.828
0,5
4.137
-48,8
5.691
2,38
14.835
50,9
10.822
161,6
4.013
1,37
10.098
-31,9
8.660
-20,0
1.438
1,17
Fonte: Banco del Portogallo, elaborazione dati ICE Lisbona
I dati del 2008 mostrano nuovamente un calo degli investimenti del 31,9% rispetto al 2007, anno in cui invece era
stato registrato un aumento del 50,9% rispetto al periodo omologo del 2006. Nel 2008 il primo paese di
destinazione degli IDE portoghesi è l’Olanda, che però ha registrato un calo del 45,8% rispetto al 2007. L’altra
zona privilegiata dagli investitori portoghesi è la Spagna, anch’essa in calo (-17,3%).
In ambito UE dopo Olanda e Spagna troviamo il Regno Unito che ritorna al terzo posto come destinatario degli
IDE portoghesi che hanno avuto tuttavia un calo del 22,2%. A livello mondiale il Regno Unito si trova invece in
quarta posizione, preceduto dal Brasile (1.126 mln di Euro). C’è da rilevare che, a parte il segno positivo della
Francia, gli altri paesi della UE destinatari degli investimenti portoghesi hanno tutti registrato delle variazioni
negative.
Investimenti Diretti Portoghesi all’Estero per Paese di destinazione- IDPE
(mln Euro)
2006
2007
Variaz.
%
2008
Variaz.
%
Olanda
Spagna
Regno Unito
Francia
Lussemburgo
Danimarca
Irlanda
Polonia
U.E.
3.686
1.084
253
74
273
117
185
388
6.293
5.740
1.940
586
102
389
451
255
227
10.203
55,7
79,0
131,6
37,8
42,5
285,6
37,8
-41,5
62,1
3.111
1.604
456
345
324
324
135
112
6.752
-45,8
-17,3
-22,2
238,2
-16,7
-28,2
-47,1
-50,7
-33,8
Brasile
PALOP
Stati Uniti
Totale
427
372
229
9.828
666
589
372
14.835
56,0
58,3
62,4
50,9
1.126
636
163
10.098
69,1
8,0
-56,2
-31,9
Paesi
Fonte: Banco del Portogallo, elaborazione dati ICE Lisbona
Sul fronte degli investimenti esteri, le relazioni tra Portogallo e Spagna meritano comunque una menzione speciale:
in occasione del 24º Vertice Luso-Spagnolo che ha avuto luogo il 22 gennaio 2009 sia il Primo Ministro portoghese
Josè Socrates che quello spagnolo Josè Luis Zapatero hanno dichiarato che intendono effettuare investimenti
pubblici per rendere dinamica l’economia e difendere l’occupazione nei due paesi. Così dalla riunione è venuta la
promessa di 180 milioni di euro di investimenti transfrontalieri congiunti entro il 2010. Ma anche la riaffermazione
Congiuntura
2º sem. 2008
16
per voce del Premier portoghese dell’obiettivo del completamento entro il 2013 dell’alta velocità ferroviaria tra i
due paesi. Nel vertice è stata anche decisa la localizzazione della stazione internazionale del TGV Badajoz-Elvas
con accesso attraverso un viadotto sopra Caia, con un terminal di merci nella parte portoghese e di passeggeri in
quella spagnola.
Investimenti Diretti Portoghesi all’Estero (IDPE) per Settore d’Attività - Periodo 2006-2008
(Valori in milioni di Euro)
Settori
2006
2007
Var. %
2008
Var. %
Agricoltura, caccia,
Investimenti
0
0
0
9
silvicoltura e pesca
Disinvestimenti
1
0
-100,0
4
Saldo
-1
0
-100,0
5
Ind. Estrattive
Investimenti
0
1
0
-100,0
Disinvestimenti
0
1
0
-100,0
Saldo
0
0
0
0
0
Ind. Trasformatrici
Investimenti
237
801
238,0
694
-13,4
Disinvestimenti
140
587
319,3
249
-57,6
Saldo
97
214
120,6
445
107,9
Produz. e Distribuz.
Investimenti
9
162
1700,0
20
-87,7
Elettricità, Gas ed Acqua
Disinvestimenti
9
1
-88,9
99
9800,0
Saldo
0
161
-79
-149,1
Edilizia
Investimenti
163
320
96,3
532
66,3
Disinvestimenti
79
685
767,1
1.256
83,4
Saldo
84
-365
-534,5
-724
98,4
Commercio ingr., dett. ,
Investimenti
341
349
2,3
560
60,5
alloggi, ristoraz., etc
Disinvestimenti
110
165
50,0
267
61,8
Saldo
231
184
-20,3
293
59,2
Trasporti, logistica e
Investimenti
7
65
828,6
28
-56,9
comunicazioni
Disinvestimenti
10
72
620,0
46
-36,1
Saldo
-3
-7
133,3
-18
157,1
Intermediazione Monetaria Investimenti
902
734
-18,6
921
25,5
Disinvestimenti
533
223
-58,2
950
326,0
Saldo
369
511
38,5
-29
-105,7
Altre attività finanziarie
Investimenti
1.380
834
-39,6
150
-82,0
Disinvestimenti
42
760
1709,5
49
93,6
Saldo
1.337
74
-94,5
101
36,5
Attività Immobiliari, affitti Investimenti
6.493
11.245
73,2
6.898
-38,7
e servizi alle imprese
Disinvestimenti
3.154
8.108
157,1
5.558
-31,5
Saldo
3.339
3.137
-6,0
1.340
-57,3
Altre attività
Investimenti
296
324
9,5
285
-12,0
Disinvestimenti
58
221
281,0
182
-17,6
Saldo
238
103
-56,7
103
1,0
TOTALE
Investimenti
9.828
14.835
50,9
10.098
-31,9
Disinvestimenti
4.137
10.822
161,6
8.660
-20,0
Saldo
5.691
4.013
-29,5
1.438
-64,2
Fonte: Banco de Portugal - Elaborazione dati ICE Lisbona
Bisogna anche registrare i progressi nell’integrazione del mercato iberico dell’energia con la fissazione della data
del 15 giugno 2009 per la costituzione definitiva dell’Operatore del Mercato Iberico. Il MIBEL prevede la
creazione di un mercato unico, concorrenziale e integrato al fine di migliorare l’efficienza economica delle imprese
del settore a beneficio anche dei consumatori. Dovrebbe raggiungere un’utenza di circa 53 milioni di persone,
costituendo il quarto maggiore produttore di elettricità europeo, e permettere al Portogallo di prepararsi alle sfide di
un mercato globalizzato. In particolare prevede la convergenza tariffaria tra i due paesi in materia di accesso alle
Congiuntura
2º sem. 2008
17
reti elettriche, garanzia di potenza, meccanismi di gestione dell'interruzione di energie e l'adozione di procedure
comuni per l'acquisto di energia da parte degli operatori del settore.
Dall’estate scorsa è in funzione l’OMIP, il polo portoghese dell’operatore del mercato iberico, una tappa cruciale
per la realizzazione di transazioni a termine di energia.
Oltre a questi temi, nel vertice si è riaffermata la scommessa nelle rinnovabili con la creazione ufficiale di un
Centro Iberico di Energie Rinnovabili nel parco industriale di Badajoz.
In Brasile si conferma la tendenza all’aumento degli investimenti portoghesi: nel 2007 l’aumento rispetto al 2006 è
stato del 56,0% mentre nel periodo in considerazione è stato del 69,1%.
I PALOP, gruppo di paesi dove il Portogallo ha sempre investito molto negli ultimi anni, restano saldi al 2º posto
tra i paesi extracomunitari con 636 milioni di euro ed un aumento dell’8%. Negli USA, che comunque restano al
terzo posto anche nel 2008, si è avuto invece un calo del 56,2% rispetto al 2007.
In base ai dati del Banco de Portugal, nel 2008 l’investimento diretto del Portogallo in Angola si è attestato sui
587,7 milioni di euro. I progetti portoghesi si distribuiscono in diversi settori:
- Energia – la Galp ha partecipazioni in quattro blocchi petroliferi in Angola, è presente nella distribuzione di
combustibili ed ha progetti per espandere la sua presenza in questo mercato;
- Costruzione – La Mota-Engil è presente non solo in questo settore ma in vari altri tra cui quelli dell’ambiente e
dei trasporti e non è l’unica;
- Banca – BES, BPI e Millenium Bcp sono alcuni dei gruppi finanziari portoghesi con grandi interessi in Angola.
L’investimento diretto angolano in Portogallo ha raggiunto nel 2008 i 59,1 milioni di euro, il che rappresenta una
crescita significativa rispetto al 2007, in cui non ha superato i 13,2 milioni di euro. Tra gli investimenti più rilevanti
nel settore dell’energia c’è la partecipazione di circa il 43% che la Sonangol (società petrolifera angolana) ha nella
Amorim Energia, impresa che detiene il 33,34% della Galp. Quello bancario è comunque il settore nel quale la
presenza di capitali angolani è più forte: la Sonangol detiene circa il 10% del Millenium Bcp, quota che ne fa la
maggiore azionista, e la Santoro Financial Holding. La figlia del presidente angolano ha una partecipazione del
9,6% nel BPI. Oltre a questo la stessa holding detiene il 25% della banca BIC dell’Angola che già ha una filiale a
Lisbona.
La Sonangol e la Caixa Geral de Depositos (CGD) hanno creato a marzo 2009 una nuova banca di investimento.
Dotata di un capitale iniziale di 800 milioni di euro, e detenuta in parti uguali, la nuova entità, che ha l’obiettivo di
incentivare lo sviluppo dell’economia angolana, sosterrà e finanzierà progetti rilevanti per lo sviluppo del paese cui
parteciperanno imprenditori portoghesi ed angolani.
Nel periodo 2003-2007 gli IDE portoghesi per settore di attività hanno privilegiato soprattutto le attività
immobiliari, affitti e servizi prestati alle imprese, l’intermediazione finanziaria, l’industria manifatturiera e il
commercio all’ingrosso ed al dettaglio, dimostrando negli anni una tendenza alla concentrazione sempre più
marcata in questi settori.
Anche nel 2008 le attività immobiliari, affitti e servizi prestati alle imprese si confermano come primo settore di
investimento, ma in calo (-38,7%, 6.898 milioni di euro) rispetto al 2007 anno in cui avevano superato gli 11
milioni di euro. La quota rispetto al totale investito nel 2008 è di 68,31% contro il 75,8 del 2007.
Seguono l’intermediazione monetaria con 921 milioni di euro (+25,5% rispetto al 2007) e l’industria
trasformatrice con 694 milioni di euro (-13,4%). Le quote di questi due settori sono rispettivamente del 9,12% e
6,87%.
Al quarto posto troviamo il commercio all’ingrosso e al dettaglio con 560 milioni di euro (+ 60,5%) ed una quota
del 5,55% ed al quinto l’edilizia con 532 milioni di euro (+66,3%) ed una quota del 5,27%.
Gli investimenti Diretti Esteri in Portogallo (IDEP)
Per promuovere la competitività e la produttività dell’economia portoghese esiste un pacchetto di misure che
presuppone il ruolo dello Stato come partner di rischio e premia la trasparenza. All’Agenzia per l’Investimento ed
il Commercio Estero del Portogallo (AICEP) (che trae origine dall’integrazione delle attribuzioni e competenze
Congiuntura
2º sem. 2008
18
dell’Istituto per il Commercio Estero del Portogallo, ICEP e dell’Agenzia Portoghese per l’Investimento, API), è
demandato il compito di appoggio per la promozione della competitività e produttività dell’economia e per
investimenti di grandi dimensioni. È compito dell’AICEP trovare le opportunità di investimento rilevanti nel paese,
proporle ed accompagnare il processo durante la negoziazione. Le nuove aree identificate dall’AICEP nelle quali il
Paese potrebbe attrarre investimenti sono, oltre al Turismo, Salute e Benessere, Mezzi e servizi di pagamento e
Centri Servizi condivisi.
In base alla attuale legislazione un investimento al di sopra dei 25 milioni di Euro, con adeguata sostenibilità
ambientale e territoriale e con impatto positivo sull’economia, già può essere considerato Progetto di Interesse
Nazionale (PIN). Ma il Governo vuole andare più lontano riguardo all’accompagnamento e trattamento da dare ad
alcuni progetti di investimento “molto speciali” che possano sorgere in Portogallo.
In base al decreto legge che è stato approvato lo scorso giugno in Consiglio dei Ministri, il Governo ha deciso di
creare la figura del “PIN Mais”. Per essere classificato così un progetto dovrà soddisfare tre requisiti: rappresentare
un investimento di minimo 50 milioni di Euro, essere molto innovatore o avere un grande impatto sull’economia
nazionale (generare occupazione qualificata, avere effetti molto positivi nella regione in cui si inserisce, nella
bilancia dei pagamenti nazionale ed anche attirare nuovi mercati e tecnologie).
Il decreto legge è molto simile a quello che oggi già definisce i criteri di classificazione per i PIN ma il suo impatto
sarà superiore, così come il suo trattamento. Infatti l’obiettivo che il Governo si prefigge creando questa nuova
classificazione è quella di accelerare i processi di approvazione e decisione su questi progetti di investimento.
Perché lo Stato, sentito il Comune, ne riconosca l’importanza strategica, sarà creato un interlocutore unico, un
soggetto che emetterà una valutazione simultanea da parte di tutte le entità amministrative coinvolte cui seguirà una
decisione unica e finale da parte di una conferenza di servizi, entro un tempo massimo di decisione che va tra 60 e
120 giorni.
Anno
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Evoluzione degli Investimenti Diretti Esteri in Portogallo globale – IDEP
Investimenti
Disinvestimenti
Saldo
Valore
Variazione
Valore
Variazione Valore
Tassa di
(milioni di €)
(milioni di €)
(milioni di €)
%
Copertura
%
(%)
26.595
95,1
19.393
54,6
7.202
1,37
27.866
4,8
20.904
7,8
6.963
1,33
21.707
-22,1
19.795
-5,3
1.912
1,10
32.224
48,4
25.891
30,8
6.334
1,24
27.111
-15,9
25.553
-1,3
1.558
1,06
27.677
2,1
24.517
-4,1
3.160
1,13
32.820
18,6
24.125
-1,6
8.695
1,36
32.634
-0,6
30.396
26,0
2.238
1,07
31.985
-2,0
29.574
-2,7
2.411
1,08
Fonte: Banco de Portugal, elaborazione dati ICE Lisbona
Gli investitori non considerano prioritario il mercato portoghese ed il Portogallo affronta la concorrenza dei paesi in
via di sviluppo per quel che riguarda il costo della manodopera mentre la qualità dell’istruzione è al di sotto dei
paesi industrializzati. Queste conclusioni sono tratte da uno studio di AT Kearney, presentato a marzo 2007 a
Lisbona.
Comunque l’economia nazionale ha compiuto alcuni passi positivi: il Portogallo ha riorientato i suoi investimenti
verso i paesi industrializzati (l’80% degli investimenti all’estero sono stati realizzati nell’Unione Europea); inoltre
la strategia interna del paese è allineata con la tendenza mondiale, con un terzo del capitale investito nell’industria e
due terzi nel settore dei servizi. Degni di nota sono gli investimenti realizzati nel campo delle energie alternative e
nelle infrastrutture. Dall’inchiesta emerge, ancora, che il Portogallo è uno dei paesi meglio integrati politicamente e
che considera molto seriamente gli impegni presi a livello internazionale. Per quanto riguarda la tecnologia e la
qualificazione dei lavoratori, il Paese occupa rispettivamente il 28º e il 25º posto. Restano comunque vive per il
Portogallo le difficoltà oggettive legate alle condizioni più vantaggiose che offrono i Paesi dell’allargamento, alle
delocalizzazioni che quei mercati attirano ed al peso esercitato dal vicino mercato spagnolo.
Congiuntura
2º sem. 2008
19
Rispetto al 2006, anno in cui era stato registrato un aumento del 18,6% degli investimenti esteri in Portogallo, sia
nel 2007 che nel 2008 si è avuto un calo degli IDE rispetto agli anni precedenti, rispettivamente dello 0,6% e del
2,0%.
Come nel 2007, anche nel 2008 l’Unione Europea si conferma il principale investitore in Portogallo con 27.951
milioni di Euro. La Germania rimane al primo posto (6.391 mln di Euro) ma con un calo dello 0,8% rispetto al
2007 (6.445 mln di Euro), seguono Regno Unito (5.004 mln di euro), Spagna (4.366 mln di euro) e Olanda (4.294
mln di euro) anch’essi in calo rispetto al 2007. Gli unici segni positivi tra i paesi UE sono stati quelli della Francia
(al 5º posto nel 2008) che ha registrato la maggior crescita degli IDE in Portogallo (+ 21,3%), della Svezia (9º
posto) con il 10,0% e del Lussemburgo con il 4,6% (6º posto a livello europeo, 7º posto a livello mondiale). Tra i
paesi europei i cali più significativi sono stati quelli dell’Italia (-57,3%), del Belgio (-32,0%) e dell’Irlanda (28,3%).
Investimenti Diretti Esteri (IDE) in Portogallo per paese di provenienza
(mln Euro)
Paesi
2006
2007
Var %
2008
5.178
4.606
4.196
4.776
4.299
1.534
635
1.277
632
273
926
28.332
6.445
5.259
5.400
4.661
3.387
1.642
562
892
600
417
407
29.672
24,5
14,2
28,7
-2,4
-21,2
7,0
-11,5
-30,1
-5,1
52,7
-56,0
4,7
6.391
5.004
4.366
4.294
4.107
1.717
618
607
430
178
239
27.951
-0,8
-4,8
-19,1
-7,9
21,3
4,6
10,0
-32,0
-28,3
-57,3
-41,3
-5,8
Svizzera
786
890
13,2
Canada
1.743
742
-57,4
Stati Uniti
869
794
-8,6
RESTO DEL MONDO
1.090
536
-50,8
Totale
32.820
32.634
-0,6
Fonte: Banco de Portugal, elaborazione dati ICE Lisbona
1.932
674
464
964
31.985
117,1
-9,2
-41,6
79,9
-2,0
Germania
Regno Unito
Spagna
Olanda
Francia
Lussemburgo
Svezia
Belgio
Irlanda
Italia
RESTO UE
UE
Var %
Tra i paesi extra comunitari, la Svizzera ed il Canada sono, a livello mondiale, rispettivamente al 6º e 8º posto
come investitori con 1.932 (+ 117,1%) e 674 milioni di euro.
Gli IDE dagli Stati Uniti nel 2008 sono ammontati a 464 milioni di euro con un calo del 41,6% rispetto al 2007. Gli
USA, che nel 2007 erano al 9º posto come investitori con 794 milioni di euro, nel 2008 sono scivolati all’11º posto
e sono stati scavalcati dal Canada che nel 2007 si trovava al 10º posto.
Congiuntura
2º sem. 2008
20
I primi 13 paesi investitori in Portogallo
(mln Euro)
Ord.
Paesi
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Germania
Regno Unito
Spagna
Olanda
Francia
Svizzera
Lussemburgo
Canada
Svezia
Belgio
Stati Uniti
Irlanda
Italia
2006
2007
5.178
6.445
4.606
5.259
4.196
5.400
4.776
4.661
4.299
3.387
786
890
1.534
1.642
1.743
742
635
562
1.277
892
869
794
632
600
273
417
Fonte: Banco de Portugal - Elaborazione dati ICE Lisbona
Var %
2008
Var %
24,5
14,2
28,7
-2,4
-21,2
13,2
7,0
-57,4
-11,5
-30,1
-8,6
-5,1
52,7
6.391
5.004
4.366
4.294
4.107
1.932
1.717
674
618
607
464
430
178
-0,8
-4,8
-19,1
-7,9
21,3
117,1
4,6
-9,2
10,0
-32,0
-41,6
-28,3
-57,3
Nel 2008 l’industria trasformatrice con 10.273 milioni di euro è stata il primo settore di investimento con una
quota del 32,12% sul totale investito, seguita dal commercio all’ingrosso e al dettaglio con 9.605 milioni di Euro
(quota del 30,03%) e dalle attività immobiliari, affitti e servizi prestati alle imprese con 7.656 milioni di euro
(quota del 23,47%) ma in calo del 14,8% rispetto al 2007. Al quarto posto troviamo i trasporti, logistica e
comunicazione con 1.158 milioni di euro ed una quota del 3,62% mentre al quinto ci sono le altre attività
finanziarie con una quota del 3,24%. Anche questi ultimi due settori hanno registrato un calo rispetto all’anno
precedente, rispettivamente del 22,1% e del 22,8%.
La società farmaceutica Labesfal, acquisita da qualche anno dal gruppo farmaceutico tedesco Fresenius Kabi,
realizzerà nuovi investimenti entro il 2009 nell’unità di Tordela, dove a fine gennaio ha inaugurato una nuova
unità di produzione di farmaci iniettabili. L’impresa ha già pronti i progetti per due nuove unità di produzione che
saranno concluse nel 2009. Questi nuovi investimenti sono giustificati dalla forte crescita delle esportazioni. La
Labesfal è stata finalmente riconosciuta dalla agenzia nord-americana FDA il che consentirà di aumentare le
esportazioni verso gli USA. Ma la società vuole continuare a crescere nel mercato europeo che rappresenta
attualmente il 90% delle sue esportazioni.
Altro progetto candidato alla categoria di PIN è quello della Società Agricola Herdade Dona Joana, proprietà di
multinazionali spagnole e italiane. Questa tenuta, situata nel perimetro di irrigazione della diga di Caia, prevede un
investimento di 31 milioni di euro e la creazione di 650 posti di lavoro. Nel 2009 dovrebbe entrare in produzione il
maggiore frantoio del mondo a Ferreira do Alentejo, un investimento spagnolo di 16 milioni di euro promosso
dall’impresa Alengar. Questa infrastruttura avrà la capacità di trasformare 1.500 tonnellate di olive al giorno.
Tra il 2008 ed il 2012 la Galp investirà 5,3 miliardi di euro dei quali 3,3 miliardi in Portogallo per la
concretizzazione di alcuni progetti, il maggiore dei quali è la riconversione e modernizzazione delle raffinerie di
Sines e Matosinhos, un investimento di oltre un miliardo di euro approvato dal governo a marzo 2008. Considerato
Progetto di Interesse Nazionale (PIN), il piano di riconversione delle raffinerie consentirà, tra le altre cose, di
rendere il Portogallo autosufficiente in termine di produzione di gasolio. La Galp contribuirà alla creazione di 7300
posti di lavoro, tra fissi e a tempo determinato. Oltre alla riconversione delle due raffinerie, concorreranno a
generare questa occupazione la costruzione di una centrale termoelettrica di ciclo combinato a gas naturale a Sines,
l’esecuzione del progetto eolico che l’impresa svilupperà con i suoi partner del consorzio Ventinveste – vincitore
della fase B del concorso lanciato due anni fa dal Governo portoghese per l’attribuzione di una nuova centrale
eolica – e anche l’investimento in unità biodiesel di seconda generazione.
Congiuntura
2º sem. 2008
21
Investimento Estero in Portogallo (IDEP) per Settore d’Attività
Investimenti Esteri in Portogallo (IDEP) per Settore di Attività - Periodo 2006-2008
(Valori in milioni di Euro)
Settori
2006
2007
Var. %
2008
Var. %
Agricoltura, caccia, silvic. Investimenti
32
72
125,0
95
31,9
e pesca
Disinvestimenti
7
20
185,7
99
395,0
Saldo
25
52
108,0
-4
-107,7
Ind. Estrattive
Investimenti
137
263
92,0
66
-74,9
Disinvestimenti
6
355
5816,7
73
-79,4
Saldo
131
-92
-170,2
-7
-92,4
Ind. Trasformatrici
Investimenti
8.900
9.456
6,2
10.273
8,6
Disinvestimenti
8.617
9.570
11,1
9.959
4,1
Saldo
283
-114
-140,3
314
-375,4
Produz. e distribuz.
Investimenti
531
334
-37,1
445
33,2
Elettricità, Gas ed Acqua
Disinvestimenti
174
160
-8,0
252
57,5
Saldo
357
174
-51,3
193
10,9
Edilizia
Investimenti
596
464
-22,1
262
-43,5
Disinvestimenti
229
265
15,7
369
39,2
Saldo
367
199
-45,8
-107
-153,8
Commercio ingr, dett.,
Investimenti
7.163
8.204
14,5
9.605
17,1
alloggio, ristor., etc.
Disinvestimenti
7.166
9.786
36,6
11.409
16,6
Saldo
-3
-1.582
526,3
-1.804
14,0
Trasporti, logistica e
Investimenti
1.112
1.487
33,7
1.158
-22,1
comunicazioni
Disinvestimenti
1.678
1.383
-17,6
1.375
-0,6
Saldo
-566
104
-118,4
-217
-308,7
Intermediazione Monetaria Investimenti
424
707
66,7
388
-45,1
Disinvestimenti
36
119
230,6
212
78,2
Saldo
388
588
51,5
176
-70,0
Altre attività finanziarie
Investimenti
2.779
1.344
-51,6
1.037
-22,8
Disinvestimenti
1.067
840
-21,3
596
-29,0
Saldo
1.712
504
-70,6
441
-12,5
Attività Immobiliari, affitti Investimenti
10.006
8.816
-11,9
7.507
-14,8
e servizi alle imprese
Disinvestimenti
4.826
7.288
51,0
4.811
-34,0
Saldo
5.180
1.528
-70,5
2.696
76,4
Altre attività
Investimenti
1.139
1.487
30,6
1.149
-22,7
Disinvestimenti
318
610
91,8
419
-31,3
Saldo
821
877
6,8
730
-16,8
TOTALE
Investimenti
32.820
32.634
-0,6
31.985
-2
Disinvestimenti
24.125
30.396
26,0
29.574
-2,7
Saldo
8.695
2.238
-74,3
2.411
7,7
Fonte: Banco de Portugal - Elaborazione dati ICE Lisbona
La spagnola Gas Natural continua ad essere interessata a costruire una centrale a ciclo combinato (a gas naturale)
in Portogallo. La società intende costruire due gruppi a gas naturale con circa 400MW ciascuno ma a fasi, in
funzione dell’evoluzione della domanda e della capacità della rete gestita dalla REN. Il primo sarà operativo a
partire dal 2012 cioè due anni dopo l’entrata in funzione delle centrali che sono ora in costruzione. Solo più tardi
sarà costruito un secondo gruppo. L’investimento per una centrale a gas si aggira sui 400 milioni di euro per i due
gruppi. La Gas Natural è leader del mercato in Spagna ed ha già la licenza per commercializzare gas naturale in
Portogallo, mercato che è in fase di liberalizzazione.
L’Ikea ha avviato il cantiere per la costruzione di un nuovo centro commerciale nel comune di Loures per un
investimento superiore a 70 milioni di euro, che creerà 480 posti di lavoro diretti. La nuova unità, la terza del
gruppo, dovrebbe essere aperta nel primo trimestre del 2010. Il direttore degli investimenti dell’Ikea, Antonio
Machado, ha dichiarato che il gruppo intende espandere la sua presenza in Portogallo con altri 4 centri, uno nella
Congiuntura
2º sem. 2008
22
regione Nord, uno nella Grande Lisbona e gli altri due nel centro e nel sud del paese. In totale il gruppo prevede di
investire entro il 2015 circa 600 milioni di euro. La presenza a Matosinhos (negozio aperto l’anno scorso) risulterà
peraltro rafforzata dall’investimento di 170 milioni di euro per la costruzione, vicino al negozio esistente, del
maggior centro commerciale in Europa, che é stato inaugurato nel dicembre del 2008.
La costruzione della fabbrica di fuel cells della Agni a Montemor-o-Velho è partita a giugno. La fabbrica fa parte
di una piattaforma di produzione tecnologica nell’area delle energie associate all’idrogeno che include anche un
centro di ricerca per un investimento di 69 milioni di euro. Secondo l’amministratore della Agni in Portogallo, Luis
Vieira, si tratta di un progetto dall’alta valenza strategica visto che nel 2010/2011 sarà la maggiore piattaforma del
gruppo Agni sia a livello di sviluppo sia di produzione di tecnologia di punta anche nel contesto mondiale.
Condotto dalla Agni Singapore, il progetto mira ad esportare l’80% della produzione verso la Spagna, la Germania,
l’Austria, l’Italia e la Polonia.
La Air Liquid investirà in Portogallo 50 milioni di euro in un’unità industriale di produzione di gas di aria
liquefatti e di prodotti in forma gassosa per le industrie del polo di Sines. Secondo la Air Liquid questa scommessa
risulta dal fatto che in Europa occidentale il mercato dei gas industriali continua a progredire, reso dinamico dalla
fabbricazione di attrezzature e infrastrutture dell’industria automobilistica, alimentare e dal mercato fotovoltaico.
L’investimento in Portogallo non è l’unico, in quanto la Air Liquid ne sta promuovendo un altro identico in
Germania con una spesa prevista di 60 milioni di euro. Entrambe le fabbriche produrranno ossigeno, azoto e argo,
tutti in forma liquida. La previsione dell’avvio delle due unità è tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010.
Il gruppo di capitale francese AKI dovrebbe investire 35 milioni di euro nell’apertura di 8 nuovi stabilimenti che
creeranno 500 posti di lavoro. Dell’investimento previsto, 16 milioni andranno agli spazi commerciali di Torres
Vedras, Faro e Viana do Castelo. Paços de Ferriera riceverà 40 milioni di euro di investimento.
Alla fine di luglio è stata inaugurata la Tecval – Incubatrice di Imprese di Base Tecnologica, una fabbrica di
compresse di garze per ospedali della ADA – Albino Dias Andrade, ed il Comune ha firmato contratti con imprese
che lì si installeranno. L’incubatrice riceverà sei nuove imprese tecnologiche nell’area delle energie rinnovabili,
design, software e applicazioni informatiche.
La Enerfer, società detenuta per il 51% dalla spagnola Enerpal e per il 49% dalla portoghese Ferfor, prevede di
investire in Portogallo nella costruzione, gestione e promozione di parchi eolici e solari. L’investimento potrebbe
ammontare a 25 milioni di euro, 22 nell’energia eolica e tre nella solare. L’importo dipende anche dal risultato
della fase C del concorso per la produzione di energia eolica che il governo ha lanciato a maggio scorso dividendo
in 13 lotti minori i 200 megawatts disponibili per dare opportunità alle imprese più piccole di entrare nel mercato.
Oltre a ciò la Enerfer spera anche che venga riaperto il concorso per la produzione di energia solare – entro il 2010
il governo vuole installare 150 megawatts di energia fotovoltaica. Per il momento la Enerfer ha concorso a tre lotti
di energia eolica, il più grande dei quali per 50 megawatts ed i restanti per otto e sei MW. Riguardo all’energia
solare fotovoltaica, la società ha un progetto per la produzione di 1,6 megawatts.
Lo Stato portoghese concederà un incentivo fino a 75 milioni di euro per l’investimento della Embraer in due
fabbriche ad Evora. Questo limite rappresenta quasi metà (più precisamente il 44%) dell’investimento totale di
circa 170 milioni di euro del gruppo di aeronautica brasiliano e dovrà essere approvato dalla Commissione
Europea. È prevista anche l’attribuzione di incentivi fiscali variabili in funzione della produttività. Un’unità sarà
dedicata alla produzione di materiali compositi, attraverso tecnologie all’avanguardia, per un investimento di 52,2
milioni di euro mentre l’altra produrrà strutture aeronautiche metalliche per un investimento di 117 milioni di euro.
La Embraer, uno dei maggiori gruppi di aeronautica a livello mondiale, ha una partecipazione nella OGMA,
impresa di manutenzione aeronautica con sede ad Alverca.
La Autoeuropa riceverà 550 milioni di euro per la produzione del modello VW Scirocco ed è stata indicata come il
più grande e migliore esempio di investimento diretto estero in Portogallo.
La multinazionale tedesca Enercon, leader mondiale nel mercato degli aerogeneratori, costruirà una fabbrica a
Viana do Castelo che sarà la sesta fabbrica del gruppo nel Comune. L’investimento di 35 milioni di euro è destinato
ad un’unità che produrrà pale rotore installata nel Parco imprenditoriale di Lanheses. Si completa con questa
fabbrica il cluster eolico della Enercon, classificato dal Governo come Progetto di Potenziale Interesse Nazionale
(PIN) e che include, oltre a questa unità, anche la fabbrica di torri in calcestruzzo e di pale rotore nel Parco
imprenditoriale di Praia Norte ed un centro amministrativo e di formazione nel Parco di Lanheses.
La multinazionale Cisco Systems investirà circa 5,6 milioni di euro nell’istallazione in Portogallo del suo centro
europeo di supporto di servizi.
Congiuntura
2º sem. 2008
23
La marca italiana di valigie e accessori Segue, detenuta in Portogallo dal master franchiser Grupo Mar, ha aperto il
suo 24º negozio in Portogallo e nel prossimo anno prevede di averne altri 25 per un investimento che si aggirerà
intorno ai 6,2 milioni di euro. La creazione di Segue risale al 2001 anno in cui la famiglia Zini, con una vasta
esperienza nella creazione di valigie per la Benetton e la Sisley, scommette nel lancio di una propria marca. Per la
Segue, con 300 negozi in tutto il mondo ed un volume d’affari in Portogallo e Romania di 7 milioni di euro (su un
totale di 50 milioni fatturati nel mondo nel 2007), il franchising è stata una forma di espansione globale del
negozio.
In Portogallo il responsabile per l’investimento di questa marca è il gruppo Mar che gestisce anche i negozi della
Benetton e della Sisley in regime di franchising. Ed è sempre attraverso il gruppo Mar che la Segue è entrata nel
mercato romeno.
La fabbrica della Euronadel-Industrias de Agulhas, sussidiaria del gruppo tedesco Groz-Beckert che da 40 anni
produceva aghi per l’industria tessile ad Aboboda (Cascais) a fine gennaio 2009 ha annunciato la chiusura. 182
lavoratori rimarranno disoccupati. Il gruppo ha un’altra unità in Portogallo, a Vila Nova de Gaia, che produce aghi
per maglieria e feltri. La decisione della chiusura è dovuta al peggioramento di diversi fattori del mercato globale,
in particolare dell’industria tessile dalla quale l’unità portoghese dipende totalmente. La produzione di aghi
industriali ad Aboboda è stata avviata nel 1968 dagli americani della Torrington, due anni dopo l’unità è stata
comprata dalla Groz-Beckert.
La Leroy Merlin raddoppierà nel 2009 il numero di negozi che ha in Portogallo. La multinazionale francese
specializzata in bricolage vuole, nonostante la crisi, aprire ulteriori quattro nuove superfici – Alfragide, Maia,
Matosinhos e Amadora – il che implica un investimento di circa 60 milioni di euro. Questo investimento dovrebbe
creare circa 700 posti di lavoro.
Il gruppo è convinto che esista spazio per il mercato del bricolage e che in tempi di crisi esistano fattori che portano
il cliente ad investire nella propria casa, il che significa desiderare ristrutturarla e farlo da soli in maniera
economica. Avendo come priorità lo sviluppo sostenibile, il gruppo ha come meta la costruzione di una gamma di
prodotti e soluzioni per la “casa di domani”.
La richiesta di fallimento presentata dalla Qimonda ha avuto conseguenze immediate sull’attività della fabbrica
portoghese di Vila do Conde mettendo a rischio 1.150 posti di lavoro. In causa è uno dei maggiori esportatori
presenti in Portogallo ed un investitore che ha ricevuto incentivi statali. L’unità di Vila do Conde è nata nel 1996
con il nome Infineon Technologies quando la Siemens ha installato la sua filiale per produrre semiconduttori in
Portogallo. La designazione Qimonda è apparsa nel 2006 quando la Infineon è stata quotata in borsa. Oggi la
società è in Portogallo il secondo maggior progetto di investimento dietro la Autoeuropa, anch’essa di origine
tedesca, e nel 2007 è stata il maggiore esportatore nazionale, per un valore di 1,6 miliardi di euro.
Il fabbricante giapponese Nissan ha annunciato ai primi di marzo 2009 che sta verificando la possibilità di
installare una fabbrica di batterie agli ioni di litio in Portogallo, destinate ad alimentare i veicoli elettrici che la
marca ha attualmente in sviluppo. Il Portogallo concorre per questo investimento con altri paesi europei non
identificati. Il vice presidente della Nissan ha dichiarato che la scelta verrà rivelata a giugno. Per il momento si sa
che l’unità dovrebbe essere localizzata vicino ad un porto in modo da facilitare il trasporto via mare delle batterie,
la cui produzione è in gran parte destinata all’esportazione. Il progetto riguarda un investimento che si aggira tra
300 e 400 milioni di euro. La fabbrica dovrebbe creare 300 posti di lavoro diretti e avere una capacità produttiva di
50mila batterie all’anno.
c)
Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali
Nel 2008, secondo i dati provvisori del Ministero dell’Economia (su base dell'Istituto di Statistica portoghese
INE), la bilancia commerciale tra Italia e Portogallo ha registrato un interscambio pari a 4.682 milioni di euro
ed un saldo positivo a favore dell'Italia pari a 1.816 mln di Euro (1.606 nel 2007). Le esportazioni portoghesi verso
l’Italia sono diminuite del 7,7% (1.433 milioni di euro) mentre le importazioni dall’Italia sono aumentate del 2,9%
(3.249 milioni di euro).
Congiuntura
2º sem. 2008
24
Interscambio commerciale Italia - Portogallo
(in milioni di Euro)
2006
2007
Var. (%)
3.066
3.157
3,0
Importazioni portoghesi
dall’Italia
Esportazioni portoghesi verso
l’Italia
Saldo per l’Italia
Interscambio commerciale
2008
3.249
Var. (%)
2,9
1.415
1.551
9,2
1.433
-7,7
1.651
4.481
1.606
4.708
-2,7
5,1
1.816
4.682
13,1
-0,6
(Fonte: Min. Economia su base INE, elaborazione dati ICE Lisbona)
L'Italia si mantiene a livello mondiale al quarto posto come paese venditore, dopo Spagna, Germania e Francia, ed
al sesto come acquirente, preceduto da Spagna, Germania, Francia, Angola e Regno Unito. L’Italia continua quindi
ad essere un partner di rilievo per il Portogallo. I principali prodotti, raggruppati per nomenclatura combinata, che il
Portogallo importa dall’Italia sono: macchine ed apparecchi (755 mln di euro, -0,3%), metalli comuni (413
mln di euro, + 5,3%), veicoli e mezzi di trasporto (320 mln di euro, +7,9%), chimici (246 mln di euro, +0,8%),
materiali tessili (228 mln di euro, -9,7%), abbigliamento (182 mln di euro, -0,5%), plastica e gomma (167 mln di
euro, -4,6%), pelle e cuoio (141 mln di euro, -5,9%) e alimentare (122 mln di euro, +20,6%).
I principali prodotti che il Portogallo esporta verso l’Italia, sempre raggruppati per nomenclatura combinata,
sono: macchine e apparecchi (218 mln di euro, -19,5%), prodotti agricoli (184 mln di euro, -30,5%), veicoli e
mezzi di trasporto (156 mln di euro, -4,4%), abbigliamento (149 mln di euro, -12,2%), legno, corteccia (98 mln
di euro, +0,6%), combustibili minerali (86 mln di euro, +419,3%), alimentari (79 mln di euro,-9,0%), materiali
tessili (73 mln di euro, +2,9%).
Va ricordato che sull’interscambio, oltre alla stagnazione dell’economia del Portogallo, pesa anche la mancata
registrazione nelle statistiche lusitane delle importazioni da aziende italiane che hanno costituito il loro centro di
affari in Spagna.
Importazioni Portoghesi dall’Italia
Prodotti per nomenclatura combinata - Milioni Euro
Esportazioni Portoghesi verso l’Italia
Prodotti per nomenclatura combinata - Milioni Euro
2008
184
Agricoli
2007
33
2008
32
Alimentari
101
122
20,6
Alimentari
86
79
-9,0
5
21
345,2
combustibili minerali
17
86
419,3
Chimici
244
246
0,8
Chimici
48
43
-11,7
plastica, gomma
175
167
-4,6
plastica, gomma
74
66
-11,3
pelle, cuoio
150
141
-5,9
pelle, cuoio
7
6
-9,1
legno, corteccia
17
12
-26,8
legno, corteccia
97
98
0,6
pasta cellulosa, carta
43
45
3,7
pasta cellulosa, carta
56
36
-36,0
materiali tessili
253
228
-9,7
materiali tessili
71
73
2,9
Abbigliamento
183
182
-0,5
Abbigliamento
170
149
-12,2
Calzature
41
46
11,3
Calzature
19
20
4,7
Minerali
76
75
-1,0
Minerali
36
37
1,2
Metalli comuni
411
413
5,3
Metalli comuni
27
32
16,8
Macchine e apparecchi.
757
755
-0,3
Macchine e apparecchi.
270
218
-19,5
Veicoli e mezzi trasporto
297
320
7,9
Veicoli e mezzi trasporto
163
156
-4,4
Ottica di precisione
80
78
-3,0
Ottica di precisione
7
8
3,8
altri prodotti
125
119
-4,8
altri prodotti
98
99
1,0
2.991
3.002
0,4
TOTALE Esportazioni
1.511
1.390
-7,9
combustibili minerali
TOTALE Importazioni
Fonte: Eurostat - Elaborazione dati ICE Lisbona
Congiuntura
2º sem. 2008
VAR %
-2,5
Agricoli
2007
265
VAR %
-30,5
Fonte: Eurostat - Elaborazione dati ICE Lisbona
25
Investimenti diretti bilaterali
Nel 2006 si era registrato un calo degli investimenti italiani in Portogallo, passati da 427 a 275 milioni di Euro, con
una contrazione del 35%; gli IDE portoghesi in Italia avevano invece avuto solo un lieve calo dello 0,4%, passando
da 57,62 milioni nel 2005 a 57,38 milioni. Nel 2007 gli IDE italiani sono tornati in aumento (52,7%) con un valore
di circa 417 milioni; quelli portoghesi hanno invece confermato un calo del 36%, passando da 57,38 milioni a
36,82 milioni. Infine, nel 2008 si è registrato un nuovo consistente calo degli investimenti italiani, attestatisi a
quota 178,21 milioni (-57%), a fronte di una consistente ripresa di quelli portoghesi, giunti a sfiorare la soglia di
81 milioni (+120%).
Quadro degli investimenti diretti (IDE) italiani
in Portogallo per gli anni 2000-2008
Investimenti Diretti
italiani in Portogallo
(migliaia di Euro)
Disinvestimenti Diretti
italiani in Portogallo
(migliaia di Euro)
Saldo
Anno
Investimenti Diretti
Portoghesi in Italia
(migliaia di Euro)
Disinvestimenti Diretti
Portoghesi in Italia
(migliaia di Euro)
Saldo
Anno
1.057.265
68.939
988.326
2000
149.609
122.662
26.946
2001
157.489
119.075
38.414
2002
198.305
85.902
112.403
2003
110.537
102.858
7.679
2004
427.880
279.150
148.730
2005
272.729
419.833
-147.104
2006
417.238
264.890
152.348
2007
178.213
204.047
-25.834
2008
(Fonte Banco del Portogallo, elaborazione ICE Lisbona)
Congiuntura
Quadro degli investimenti diretti del Portogallo
(IPE) in Italia per gli anni 2000-2008
2º sem. 2008
172.098
6.776
165.322
2000
268.877
78.832
190.045
2001
37.994
278.135
-240.141
2002
40.210
6.596
33.614
2003
43.751
125.447
-81.696
2004
57.629
33.199
24.430
2005
57.385
32.200
25.185
2006
36.828
37.634
-806
2007
80.968
24.463
56.506
2008
(Fonte Banco del Portogallo, elaborazione ICE Lisbona)
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