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http://www.10righedailibri.it
SCAFFALE APERTO
PSICOLOGIA
Marina Micelli
LA RELAZIONE
MADRE-FETO
e lo sviluppo esistenziale della Persona
ARMANDO
EDITORE
MICELLI, Marina
La relazione madre-feto e lo sviluppo esistenziale della Persona ;
Pres. di Antonio Mercurio
Roma : Armando, © 2011
112 p. ; 20 cm. (Scaffale Aperto - Psicologia)
ISBN: 978-88-6081-885-0
1. I processi cognitivi prenatali
2. La teoria delle pulsioni e delle relazioni oggettuali
3. L’Antropologia cosmoartistica
CDD 150
Le tre tavole eseguite con la tecnica del carboncino sono state realizzate dall’Autrice con la collaborazione dell’Associazione “Bottegad’arte” di Bari.
© 2011 Armando Armando s.r.l.
Viale Trastevere, 236 - 00153 Roma
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21-09-084
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Sommario
Presentazione di ANTONIO MERCURIO
9
Prefazione
13
Ringraziamenti
15
PARTE PRIMA
17
Quasi un riassunto
19
Introduzione
21
Cosa prova il neonato?
Lo sviluppo sensoriale del feto
Qualche studio sui processi cognitivi prenatali
25
26
29
Chi o cosa contribuisce alla comunicazione umorale tra
la madre e l’essere che è nell’utero?
L’effetto dello stress
Lo sviluppo psichico del bambino e la relazione madre-feto
Il padre, la coppia e gli antichi
Alcune considerazioni sulla psicologia e la psicoterapia
prenatale
I miti e Franz Renggli
30
31
33
35
36
41
Dalla teoria delle pulsioni a quella delle relazioni
oggettuali
Sigmund Freud
Differenze tra l’Edipo e il preedipo
Melanie Klein
Confronto con Freud
La formazione dell’Io
Alfred Adler
Carl Gustav Jung
Donald Woods Winnicott
45
47
49
50
50
53
58
59
60
L’Io secondo Antonio Mercurio e l’Antropologia
cosmoartistica
Le energie e le istanze dell’Io
L’Io fetale
La mappa prenatale
Qualche domanda
65
65
70
73
74
PARTE SECONDA
83
La favola
La Donna Scheletro
Lo scheletro e l’amore
85
86
90
Considerazioni conclusive
La lettera
101
103
Bibliografia
105
Siti Internet
107
Ai miei figli
Valentina, Paolo e Antonio
e ai loro futuri figli.
Presentazione
Il cammino che conduce l’uomo alla meta della creazione della bellezza che prima non esisteva e che una volta creata non
muore più, “la bellezza seconda”, inizia sin dalla vita intrauterina. È lì che sono nati i traumi che immobilizzano il nostro agire e
la nostra creatività. È da lì che bisogna iniziare ad esplorare l’inconscio esistenziale per ritrovare le decisioni di amore e di odio
che hanno determinato la nostra vita e il nostro destino.
Le decisioni di odio sono la causa dei problemi più gravi dell’uomo del nostro tempo. La profonda ferita esistenziale
dell’uomo moderno, che inquina la bellezza del vivere, deriva
dal conflitto tra la volontà e il progetto della madre, che vuole
manipolare la vita del figlio, e la consapevolezza del figlio, sin
dal concepimento, di voler essere un fine e non un mezzo voluto
per soddisfare i bisogni dei genitori. L’Io del feto appare oggi
dotato di una nuova sensibilità, intollerante e ribelle a qualunque
assoggettamento e manipolazione da parte della madre. Questa
sensibilità è una grossa conquista dell’evoluzione dell’uomo, ma
è anche vero che ogni trasformazione è dolorosa e i bambini oggi
nascono già con una ferita che influenzerà la loro vita futura.
Secondo l’Antropologia Personalistica Esistenziale, la vita
crea questi conflitti per consentire all’uomo di compiere dei salti
evolutivi. Il dolore di questa ferita dell’uomo moderno non sarebbe una crudeltà gratuita, ma un motore che lo spinge a compiere
9
un salto evolutivo, perché, se c’è una ferita, l’uomo è costretto,
per curare il suo male, ad uscire dalla sua immobilità e dalla sua
pigrizia. Il salto a cui la vita ci sta chiamando ora è quello dall’homo sapiens, attraverso l’homo Persona sapiens, all’uomo artista
della sua vita e della vita dell’universo. L’uomo artista della vita
è quello che non solo ricerca la bellezza prima, quella che un tempo ci veniva data dalla vita stessa, ma è quello che vuole creare
la “bellezza seconda”, cioè l’arte di rendere la vita immortale, a
somiglianza dei pittori o degli scultori che vogliono estrarre un
capolavoro immortale dalla tela, dal legno, dal marmo.
L’essere umano, ricalandosi nella sua ferita, nel suo dolore,
nella sua rabbia, ritrova le decisioni di repressione e di rimozione
dell’odio prese nella vita prenatale, che allora lo hanno salvato, ma che, continuando ad agire inconsciamente nella vita postnatale, sono diventate il suo peggior nemico: essendo una fonte
continua di odio contro se stessi, contro gli altri e contro la vita,
inaridiscono ogni capacità di amarsi e di amare. Il salto evolutivo
dell’uomo moderno è quello di porsi nella sua vita come artista
e non come vittima; questo è possibile perché è la stessa vita che
può diventare un’opera d’arte quando, grazie all’energia del dolore, si riesce ad unificare le parti scisse, l’Io con il Sé, l’Io con
il Tu, l’Io con gli Altri, e si riesce a fare la sintesi degli opposti,
quelli che si portano dentro e quelli che la vita pone continuamente di fronte.
Se l’uomo vuole raggiungere la sua dimensione più vera, deve
diventare un ricercatore di verità e di libertà, e con la verità e la
libertà che gradualmente riesce a conquistare diventare un artista
della sua stessa vita, sino a trasformarsi nel creatore della bellezza che ancora non esiste.
Chi si occupa di vita prenatale sa che ogni trauma causa dapprima un immenso dolore, poi una rabbia sconfinata, e infine
un odio interminabile: a questi o si sopravvive, grazie all’uso di
10
meccanismi di difesa quali la scissione, la repressione e la rimozione, e si nasce, o si soccombe, e si muore. Oggi è necessario
che i genitori si pongano in modo nuovo rispetto ai figli, abbandonando i diritti che prima anche la società riconosceva ai genitori. Oggi la madre può rispettare e promuovere la progettualità del
figlio, anche quando questa si oppone al soddisfacimento dei suoi
bisogni, e il figlio può decidere di uscire dal suo odio vendicativo, se vuole realizzare la bellezza della propria vita. Questi due
processi, se attuati in parallelo, possono raggiungere il massimo
dell’efficacia. Ci vorrà molto tempo perché l’Io possa contattare
la sua saggezza profonda, quella che gli consente di fondere arte
e saggezza, odio e amore, vita e morte, libertà e verità, e diventare “Io artista”.
La ricerca clinica ha evidenziato che il rifiuto del figlio nella
sua persona o nella sua identità sessuale provoca nel nascituro un
grosso trauma. Il risultato sono atteggiamenti di acquiescenza e/o
di ribellione, di confusione di identità, di indecisione rispetto a
come essere e agire nel mondo. Il feto, per ottenere l’amore materno, può decidere di rinunciare alla sua identità sessuale, perché
senza l’amore materno non può vivere, con un’identità sessuale confusa, sì. Questa ambivalenza si trasferirà anche alla vita
di coppia, dando origine ad una serie di fallimenti affettivi e di
contrasti insanabili. Il rifiuto, infatti, fa sviluppare un progetto di
odio che avvelena non solo il rapporto tra madre e figli, ma anche
tra i partner di una coppia.
La madre, però, ha il diritto di desiderare un figlio maschio o
una figlia femmina: questo non è una colpa; la colpa è utilizzarlo
per i suoi bisogni.
Il posto che la madre non ci ha fatto godere possiamo coltivarlo dentro, con una decisione di amore per noi.
È questo il substrato di antropologia prenatale dal quale si sviluppa questo libro che, partendo dalle acquisizioni scientifiche
11
sullo sviluppo delle capacità cognitive e psichiche del feto, e dalle teorie di ricercatori quali Freud, Jung, la Klein, Winnicott, ci
dice, anche attraverso dei vissuti personali intensi e sofferti, che
esiste una soluzione per conciliare i bisogni della madre e quelli
del figlio. La soluzione è l’amore come dono e la creazione di un
dialogo tra madre e feto, un dialogo in cui la madre comunica al
figlio il proprio dolore e lo coinvolge responsabilmente come se
fosse già adulto. Ciò permette al figlio di lenire il proprio dolore
e, in qualche modo, di lenire anche il dolore della madre. Nella
bellissima lettera finale, l’autrice ci dimostra che è possibile parlare ad un nascituro come si parlerebbe ad un adulto e che questo
è un segno di rispetto per la “Persona” che è già contenuta in lui,
dotata della potenzialità di amare se stessa, di amare gli altri e
di essere amata. Se la madre chiede aiuto e comprensione al nascituro, come li chiederebbe ad un adulto, tra loro si instaura un
rapporto non più basato sulla violenza e sulla volontà di potenza,
ma sul rispetto, sul dono e sulla reciprocità.
Il profondo messaggio di questo libro è che è possibile rendere
fecondo il dolore che ci accompagna sin dalla vita intrauterina, e
utilizzarlo per vivere la vita all’insegna dell’amore, della creatività e della bellezza per sé e per l’universo intero.
Antonio Mercurio
12
Prefazione
Questo libro è stato concepito non in quanto tale, ma come
tesina relativa alle lezioni su Lo sviluppo dell’Io Persona in riferimento alla vita prenatale e preedipica. Queste lezioni, che
ho seguito presso il “Centro per lo Sviluppo della Persona”
di Taranto, fanno parte di un corso di studi costituito da quattro anni di Antropologia Personalistica Esistenziale più due di
Sophianalisi1.
Il testo non ha finalità scientifiche, non essendo stato concepito con questo scopo. Mi piace considerarlo come una passeggiata
durante la quale mi sono soffermata, per più o per meno tempo,
1
L’Antropologia Personalistica Esistenziale, la cui teoria è stata ideata ed
elaborata da Antonio Mercurio, studia le leggi del divenire umano. È stata da
lui completata con la Sophianalisi, la Sophia-art e la Cosmo-art. Queste discipline «sono un cammino di conoscenza e un cammino di saggezza in vista della
trasformazione di se stessi per poter creare bellezza; dunque essenzialmente
questo cammino è centrato sulla ricerca della bellezza (bellezza della vita e
bellezza seconda) e non sulla ricerca della conoscenza e della guarigione fine
a se stessa» (da A. Mercurio, Il mito di Ulisse e la bellezza seconda, Ed. SUR,
Roma, 2003, p. 10). La Sophianalisi è una metodologia di lavoro, individuale
e di gruppo, che aiuta l’uomo a nascere e a crescere come “Persona” con la P
maiuscola. Secondo l’Antropologia Personalistica Esistenziale, Persona è colui
che è capace di amarsi, di amare e di essere amato, nella libertà. Persona, al più
alto livello, è colui che è capace di diventare artista della sua vita e di fare della
sua vita un’opera d’arte che crei gioia e bellezza, per sé e per gli altri.
http://www.ritafederico.com/Sophianalisi/tabid/61/Default.aspx.
13
quando ho incontrato alcuni autori che, in modo particolare, mi
hanno coinvolta emotivamente.
Il libro è diviso in due parti: una prima parte, teorica, ed una
seconda parte, esperienziale, che si riferisce a vissuti relativi
all’argomento della parte teorica. Nella parte teorica ho mantenuto grosso modo l’impostazione delle lezioni ricevute durante
il primo anno del biennio di Sophianalisi, per le quali ringrazio i
docenti Licia Spada, Marilisa Boccuzzi e Vincenzo Mandrillo. La
parte esperienziale è una parte fondamentale delle nostre tesine.
In questo caso ho voluto prendere spunto dalla bellissima favola
Inuit La donna scheletro, che ho letto e interpretato in chiave
prenatale.
Perché questa tesina è diventata un libro? L’idea non è venuta
a me; mi è stata suggerita da alcune “Persone” di grande rilievo
(che non indico per discrezione) che, avendo letto il mio lavoro,
ne sono rimaste entusiaste. Le ringrazio moltissimo perché mi
hanno indotto a camminare lungo una strada non semplice, quella
della pubblicazione di uno scritto personale, oltretutto non nato
per essere divulgato, ma che è una strada con una meta molto
importante: “la trasformazione di se stessi per poter creare bellezza”, come riporto nella nota alla pagina precedente. Questa
spinta alla pubblicazione ha già iniziato a farmi crescere e a farmi superare un po’ quella chiusura che, se quando nasce è un
meccanismo di difesa dal dolore e dalla sofferenza, si trasforma,
poi, nel corso degli anni, in meccanismo di offesa, impoverendo
l’interazione profonda con se stessi e con gli altri.
14
Ringraziamenti
La mia gratitudine e i miei ringraziamenti più preziosi vanno
ad Antonio Mercurio che, con i principi teorici dell’Antropologia
Personalistica Esistenziale, della Sophianalisi, della Sophia-art e
della Cosmo-art esposti nei suoi libri dal contenuto prezioso per
la mente, per il cuore e per l’anima, con la vicinanza affettiva,
con l’esempio della sua Persona, con le sue parole di incoraggiamento, con i suoi stimoli e con il suo affetto sta trasformando la
mia vita.
Ringrazio dal profondo del cuore i due direttori della scuola di
Taranto: Antonella Bernardini e Filippo Capano, che sono anche
i conduttori del gruppo di Sophianalisi di cui faccio parte; mi
stanno conducendo per mano con competenza, saggezza e amore
in un cammino la cui meta è diventare artisti della propria vita;
Antonella Bernardini, la mia terapeuta individuale, mi sta aiutando ad arricchire con colori nuovi e brillanti la tela della mia
vita. Ringrazio Antonella Bernardini e Filippo Capano anche per
i consigli, i suggerimenti e il sostegno con i quali mi hanno accompagnata e supportata in questa pubblicazione.
Desidero esprimere la mia riconoscenza ai docenti del “Centro
per lo sviluppo della Persona di Taranto” che mi hanno introdotta
con competenza e con entusiasmo in una sfera della conoscen15
za così ricca come quella della Sophianalisi, della Sophia-art e
della Cosmo-art e a tutti i compagni di questo viaggio avventuroso e affascinante, in modo particolare a quelli del gruppo di
Sophianalisi di Bari: è grazie alla loro vicinanza, al loro affetto,
alle loro osservazioni e al loro supporto che trasformazioni “impossibili” sono diventate e diventeranno “possibili”.
Per ringraziare chi ha scelto di leggere questo libro voglio qui
riportare una frase di Antonio Mercurio, che mi accompagna ogni
giorno al risveglio:
Oggi è un nuovo giorno ed io scelgo l’amore e scelgo la bellezza. L’amore che è fusione di verità, libertà e forza amorosa.
La bellezza che è fusione di opposti e fusione di dolore, saggezza
e arte2.
Ma non è ancora finita.
I ringraziamenti e l’affetto più profondi vanno a chi mi ha donato questa preziosa vita biologica: mio padre e mia madre. Ci
tengo qui ad affermarlo, e spero che, alla fine di questo libro, chi
legge queste pagine si ricordi di queste mie parole. La vita mi
ha dato sì gioie, ma anche molto dolore, forse causato da fatti
reali, forse ingigantito e distorto dalla mia fantasia di neonata e
di bambina. È stato proprio questo dolore, però, il movente che
mi ha incitata affinché conoscessi una bellezza della vita che mai,
diversamente, avrei potuto gustare e che mi ha dato la forza per
ripescare la bellezza dell’amore nello scheletro dell’odio.
2
Da Proposta di un patto cosmo artistico per la bellezza, di A. Mercurio,
pubblicato in V. Chialastri, Dai veleni esistenziali… alla bellezza esistenziale,
Aletti Ed., Roma, 2010.
16
PARTE PRIMA
Quasi un riassunto
Buongiorno, mi chiamo Io Freudiano. Sono
il più vecchio di tutti voi che state qui sotto. Il mio papà dice che
io inizio ad esistere in un bambino che sa già parlare e camminare
e che prima sono come un uovo d’uccello, che sente solo il calore… e che alla nascita sa solo dormire e svegliarsi per mangiare.
Buongiorno, mi chiamo Io Kleiniano. Sono
nato prima di te, appena il corpo che mi conteneva è venuto al
mondo. Ho sofferto molto per la perdita della placenta. Mi sono
accorto subito che il mio mondo era diviso in due parti: il seno
buono, che mi nutriva e mi dava affetto e calore, e quello cattivo,
che mi affamava e mi terrorizzava. Sono stato subito attento a tenerli ben scissi questi due seni, separati come Berlino est e Berlino
ovest con un bel muro, filo spinato e mitragliatrici, perché quello
cattivo mi perseguitava. Quando mi sono reso conto di questo, mi
sono depresso, ma poi ho capito che potevo… riparare.
19
Buongiorno a tutti, dissero all’unisono tre voci. Io sono quello a sinistra, mi chiamo Io Junghiano;
io sono quello al centro, mi chiamo Io Adleriano; e io, disse
l’ultimo, sono l’Io Winnicottiano. Caspita, che tipi interessanti, bravi e precoci sono quelli che hanno parlato prima di noi.
Noi, però, non siamo da meno, non vogliamo mica farci venire
un complesso di inferiorità. Perché non siamo da meno? Perché,
anche se inconsciamente, ci siamo dati da fare collettivamente da
piccoli, già appena nati e addirittura anche prima. Inoltre, avendo avuto una madre sufficientemente buona, abbiamo avuto la
fortuna di esprimerci senza falsità, come siamo veramente, e di
manifestare liberamente la nostra creatività, la nostra originalità,
le nostre passioni e le nostre emozioni. Vi pare poco?
Buongiorno, mi chiamo Io Mercuriano.
Sono nato ancora prima di tutti voi. Sono nato quando l’ovulo
e lo spermatozoo si sono uniti. Sono l’ultimo nato, ma sto compiendo un salto evolutivo. Io sono Persona già nell’utero e studio
per diventare artista subito dopo la nascita. Frequento una scuola
per Io superdotati: è la scuola di fusione degli opposti che persegue l’Amore e la Bellezza.
20
Introduzione
La vita non inizia al momento della nascita, ma è un continuum
che inizia al momento del concepimento.
Thomas Verny
Per l’Antropologia cosmoartistica1 è molto importante cono1
L’Antropologia cosmoartistica (2004) riassume in una sintesi unitaria
il percorso di tutto il pensiero del Prof. Antonio Mercurio, pensiero creatore
dell’Antropologia Personalistica Esistenziale (1970), della Sophia-art (1985)
e della Cosmo-art (1995) (vedi anche nota 1, p. 13). «Questa antropologia si
configura in parte come una disciplina scientifica e in parte come una disciplina filosofica. Come scienza, essa indaga sulla struttura dell’essere umano in
quanto Persona e sulle Leggi della Vita che regolano il divenire evolutivo di
questa particolare struttura (e che sono diverse dalle leggi morali, dalle leggi
naturali e da quelle biologiche). Come filosofia, essa si interroga sul perché
dell’esistenza dell’essere umano, sulla sua progettualità individuale e sulla sua
progettualità cosmica» (A. Mercurio, Teoremi e Assiomi della Cosmo-Art, Ed.
SUR, Roma, 2004). Fulcro di questa nuova disciplina che unisce arte, scienza, religione e filosofia è il concetto di Persona. «La Persona è un principio
spirituale unificatore, dotato di libertà e volontà propria, che è fine a se stesso
e a nessun altro e i cui elementi costitutivi sono: la capacità di amare se stesso e la capacità di amare gli altri» (A. Mercurio, Antropologia Esistenziale e
Metapsicologia Personalistica, Ed. SUR, Roma, 1991). La Sophia-art propone
un passaggio ulteriore dall’uomo come Persona all’uomo come artista. L’uomo
divenuto Persona può decidere di divenire artista della sua vita creando continue fusioni di parti opposte tra loro: il bello e il brutto, il buono e il cattivo, la
verità e la menzogna, la gioia e il dolore, la vita e la morte. Artista è colui che è
capace di entrare nei dolori della propria vita e di utilizzare questo dolore come
motore per trasformare e creare artisticamente qualcosa che prima non c’era.
21
scere il mondo prenatale e preedipico, perché il percorso di crescita dell’individuo inteso come Persona con la “P maiuscola” è
basato sul risanamento delle esperienze e delle decisioni prese
durante la vita intrauterina; sono proprio queste, per l’Antropologia cosmoartistica, ad essere all’origine dei vissuti e dei rapporti
distorti e dolorosi dell’adulto.
Secondo Antonio Mercurio, l’essere umano è una Persona dotata di libertà e di identità propria, fine a se stessa e a nessun altro, che, attraverso un lungo cammino, si realizza compiutamente
come tale avendo sviluppato la capacità di amarsi, di amare e
di essere amato. Fondamentale, nel suo pensiero, è la considerazione che l’Io Persona2, con la sua libertà e la sua capacità di
decisione, è presente nell’individuo già nella vita intrauterina:
il bambino, già prima della nascita, è una Persona con un suo
progetto esistenziale.
Con la Cosmo-art, A. Mercurio propone la realizzazione di un’opera d’arte
corale, un’opera d’arte che è di molti e non di uno solo, che unifica al progetto
del Sé Personale il progetto del Sé Cosmico dell’Universo. Il progetto della
Cosmo-art è quello di aiutare l’uomo a realizzarsi non solo come artista della
propria vita, ma come artista della vita dell’universo creando “bellezza seconda”. La “bellezza prima” è creata dalla natura, mentre la “bellezza seconda” è
creata dall’uomo; la prima è mortale, la seconda, che è immortale, è un’opera
d’arte corale, l’unica capace di passare da uno spazio-tempo all’altro.
In sintesi: con la Sophianalisi, la Sophia-art e la Cosmo-art, si vuole affermare e attivare la capacità dell’essere umano di nascere, di crescere e di
diventare artista della propria vita e della vita dell’universo (per maggiori approfondimenti vedi: A. Mercurio, Teoremi e Assiomi della Cosmo-Art, cit.).
2 «L’Io Persona è una struttura spirituale che s’incarna in una sua propria
struttura trascendentale, somatica, psicoaffettiva e ambientale, diversa da quella di ogni altro essere umano» (A. Mercurio [1980], Teoria della Persona, Ed.
SUR, Roma, 1992, p. 185).
22
Ma come Antonio Mercurio è arrivato a questa considerazione?
Il pensiero di Antonio Mercurio nasce negli anni ’70, anni in
cui il bambino è visto come un essere sociale in grado di sviluppare rapporti complessi con le persone che lo circondano. La sua
teoria riconosce capacità decisionali di amore o di odio, di vita
o di morte già al feto e, andando più indietro, all’embrione, allo
zigote e addirittura alla cellula germinale.
Per conoscere le basi del suo pensiero dobbiamo considerare
due aspetti che tra loro si intersecano: le conoscenze scientifiche attuali sulle capacità cognitive che l’essere umano ha sin dal
concepimento e il terreno psicoanalitico che ha contribuito allo
sviluppo del pensiero di Antonio Mercurio, cioè le basi teoriche
di alcuni psicoanalisti che lo hanno preceduto.
Quello che dobbiamo tenere presente in questo discorso è che
nell’ovulo fecondato “si condensa tutto ciò che l’universo ha realizzato di sé fino a quell’istante”, e che un bambino è “l’intera
vita cosmica, la quale, durante i nove mesi di gestazione, si srotola come matassa e si raccoglie come gomitolo…”3.
3
E. Chimienti, Cammino di crescita verso una bellezza che non muore, Ed.
SUR, Roma, 2008, pp. 324-325.
23
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