Compito del magistero nella Chiesa • Definizione Uno specifico carisma conferisce al magistero il compito fondamentale di testimonianza autentica della divina Rivelazione: con l’assistenza dello Spirito Santo il magistero ascolta, custodisce, espone e propone a credere come rivelata da Dio l’unica parola di Dio scritta e trasmessa (cfr. DV 10). Il Vaticano II (DV 10, LG 20, 21 e 25) parla di Magistero autentico in riferimento all’autorità dei vescovi di pronunciarsi nel nome di Cristo e della successione degli apostoli nel loro mandato di insegnare. I compiti particolari del magistero (da magisterium = ufficio di insegnare) sono molteplici e di diverso valore: Quello primario è la difesa autoritativa dell’integrità cattolica e dell’unità della fede e dei costumi. costumi Ciò comporta l’interpretazione autentica della Scrittura, la condanna delle deviazioni, l’insegnamento di verità che si avvertono come attuali al presente. presente Il compito di definire la fede è secondario rispetto al custodire fedelmente il deposito. Al partito estremo del “definire” si perviene solo costretti dalla necessità, quando la verità urta con l’errore. Spetta al magistero la cura dell’oggettività della fede cristiana affinché tale fede sia conforme a quella apostolica. Il magistero infatti non aggiunge una nuova rivelazione rispetto a quella avuta in Cristo, la custodisce e la esplicita (= sviluppo dogmatico). excursus • Cos’è un DOGMA? (greco: opinione -decreto) «Dogma in senso stretto è una dottrina nella quale la Chiesa propone in maniera definitiva una verità rivelata, in una forma che vincola il popolo cristiano nella sua totalità, in modo che la sua negazione è respinta come eresia». L’ortodossia (= retta fede) preesiste al dogma solo allo stato di convinzione di fede pregata e vissuta; vissuta è l’urto con ciò che propone qualcosa di diverso (= eresia), a far sì che venga meglio dichiarata: una verità “non viene definita” se non quando viene violata. violata Allora bisogna intervenire con gli enunciati dogmatici, dogmatici che hanno una duplice funzione: 1) l’una, in forma negativa, negativa si esprime ogni volta che la Chiesa ha la coscienza viva che senza quella definizione, finizione la confessione cristiana non è più, semplicemente, confessione cristiana; 2) l’altra, in forma positiva, positiva si enuncia ogni qualvolta la Chiesa intende formulare in maniera precisa e non equivoca, ciò che è costitutivo della retta (orthos) confessione (doxa) ecclesiale. Come si vede, il dogma è totalmente al servizio della confessione di fede, fede ne costituisce in qualche modo la ‘copertura’: una ‘preservazione di senso’, dai contorni però ben precisi e delimitati che non deve impedire alla teologia e al sensus fidelium di avanzare al di là del dogma nella profondità della fede pensata, celebrata e vissuta. Forme di esercizio del magistero Non tutti i pronunciamenti del magistero traducono e propongono la Rivelazione con lo stesso valore dottrinale vincolante per la Chiesa. Chiesa È possibile fare una classificazione in base a LG 25 a) Magistero straordinario o solenne papi che definiscono una verità rivelata concili generali che definiscono una verità rivelata universale (papa + intero collegio dei vescovi) quando? «dispersi per il mondo... mondo convengono su una sentenza da ritenersi come definitiva, enunciano infallibilmente». = infallibilità b) Magistero ordinario o non solenne può essere universale o non universale universale (papa + intero collegio dei vescovi) quando? In un concilio generale che non rivendica esplicitamente il potere di insegnamento straordinario «dispersi per il mondo... non convengono su una sentenza da ritenersi come definitiva, enunciano infallibilmente». non universale quando? papi che pubblicano encicliche, esortazioni apostoliche… sinodi e conferenze episcopali un vescovo singolo (lettere pastorali) Precisazione circa il concetto di infallibilità L’infallibilità è l’impossibilità di ingannarsi e di ingannare nel formulare un giudizio di verità. Puntualizzando che solo Dio è infallibile, che Dio si è definitivamente fatto conoscere in Gesù Cristo e che non attendiamo un altro Salvatore, possiamo affermare che la Chiesa partecipa della infallibilità di Dio. L’infallibilità è un dato necessario a causa di una connotazione essenziale della verità evangelica, quella di essere vera non solo nel momento in cui è riconosciuta in quanto tale, ma per tutto l’avvenire. Riconoscere che il vangelo è vero, è riconoscere ipso facto che sarà vero per sempre (J.L. Leuba = protestante!) Collegio episcopale presieduto Papa LG 23 = Pietro e i suoi successori sono il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia per i vescovi sia per la moltitudine dei fedeli Ministero “petrino” = successione personale (il papa è Petrus ipse = Leone Magno) “Primato” = preminenza di Pietro nel collegio apostolico “presiede nella carità” (Ignazio Antiochia) = la sua primazialità lo fa garante della piena vitalità dei legami tra le chiese, perché si ascoltino, si aiutino, si interpellino a vicenda come chiese-sorelle vigila sull’unità e autenticità della fede apostolica, come Pietro fu il primo confessore e il testimone cui far riferimento (1Cor 15,5).