Copia di 2a ver. 4 B 1 quadr. filosofia

annuncio pubblicitario
LICEO SCIENTIFICO MARIE CURIE
VERIFICA DI FILOSOFIA
Data : 15.12.2014 - Classe : 4 B
Alunno/Alunna_______________________________________________
INDICAZIONI PER GLI ESERCIZI A RISPOSTA MULTIPLA
Indica per ciascuno dei quesiti se è vero è falso nel caso tu scelga l’opzione falso individua TUTTI gli errori !!!!
N.B.: Puoi apporre UN SOLO SEGNO (A PENNA) accanto a ciascuna affermazione ; perciò la presenza di segni su entrambe le
caselle, la presenza di correzioni e indicazioni di qualsiasi tipo comporterà la non assegnazione del punteggio !!!
Risposte corrette = 1 p. ; Risposte errate = - 0,25 p. ; Risposte mancanti (vale per tutti gli esercizi) = - 0,2 p. ;
Sottolineature degli errori mancanti e/o errate = - 0,1 p.
Agostino : la città di Dio
1 p. x 10 _______ /10 p.
1.Il motivo che spinse Agostino a scrivere la città di Dio fu il saccheggio di Cartagine da parte dei Vandali di Genserico.
2. Secondo molti intellettuali pagani dell’epoca il successo dei barbari invasori dipendeva dalla loro forza, mentre Agostino
riteneva che l’Impero fosse stato indebolito dal processo di disgregazione sociale dovuto alla diffusione crescente della
religione pagana.
3. La questione si cui è incentrata la Città di Dio è quella della storia che per Agostino ha un senso e un fine.
4. Agostino critica la concezione greca della linearità del tempo.
5. Agostino chiama città di Dio la chiesa e città dell’uomo l’impero romano.
6. La città di Dio corrisponde alla caritas, la città dell’uomo alla cupiditas.
7. Secondo Agostino la caritas, cioè l’amore nei confronti di Dio non deve mai portare al disprezzo di se stessi.
8. Ogni epoca storiche, ossia ogni età del mondo è dominata da una di queste due dimensioni, dato che l’una esclude
l’altra.
9. Secondo Agostino non vi può essere una coincidenza di interessi fra le due città poiché ad esempio la difesa della pace è
considerata un bene dal cristianesimo, ma non dalla civiltà pagana di Roma.
10. La città di Dio si identifica con la comunità dei giusti i quali considerano la vita terrena come una condizione provvisoria
che prefigura la dimensione eterna.
V
F
V
F
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
V
F
V
F
V
F
Quesiti a riposta multipla (un solo segno a fianco di ciascuna affermazione ; la presenza di più di un segno comporterà delle penalizzazioni).
1. Agostino nel La città di Dio sostiene che (individua tutte le soluzioni corrette) :
1. La scelta tra Dio e il mondo da parte dell’individuo avviene nella propria interiorità
2. I due tipi d’uomo, cioè quello in cui prevale la cupiditas e quello in cui prevale la caritas sono contraddistinti da precisi segni esteriori
3. E’ possibile dividere, separare in modo netto i buoni dai cattivi, i giusti dai malvagi.
4. Non vi è alcun rapporto tra l’unificazione territoriale e linguistica realizzata dall’Impero romano e la creazione da parte della
Provvidenza di un contesto favorevole alla diffusione del messaggio cristiano.
5. La Chiesa è l’istituzione che rappresenta nel modo più inadeguato la città celeste, cioè la città di Dio.
6. I cristiani non devono affermare la necessità delle politica ; infatti essa va rifiutata perché può portare il cristiano a
credere che l’amore per il prossimo possa essere esercitato attraverso dei servizi resi alla società.
7. L’individuo così come l’umanità intera potranno nel corso del tempo diventare completamente buoni.
8. Tra gli eletti,cioè i predestinati da Dio alla salvezza, non vi possono essere persone che non sono a conoscenza dell’Incarnazione di Cristo.
9. Dato che la Chiesa cristiana ha scelto di essere un’istituzione di massa che come tale accoglie ogni peccatore essa non può coincidere
perfettamente con la città di Dio
10. La storia dell’impero Romano è un episodio che rientra in un più grande e complessivo piano divino (Provvidenza)
2. La polemica di Agostino contro il donatismo (individua tutte le soluzioni corrette) :
_______ / 10 p.
_______ / 10 p.
1. Secondo Donato la validità dei sacramenti non dipende dalla qualità morale del sacerdote che li amministra.
2. Secondo Agostino i sacramenti sono efficaci in sé.
3. Secondo Donato la Chiesa non deve contestare l’autorità politica (civile)
4. Secondo Agostino la Chiesa deve assumere un atteggiamento del tutto intransigente verso lo stato.
5. I seguaci del donatismo appartenevano al ceto aristocratico interessato alla contestazione rivoluzionaria della Chiesa
6. Agostino critica la tesi di Donato secondo cui solo i buoni cristiani possono far parte della Chiesa
7. Il donatismo non intendeva diventare una chiesa autonoma e alternativa a quella ufficiale
8. Donato delle Case Nero fu vescovo di Cartagine fino alla sua morte.
9. Agostino nega che la Chiesa possa fungere da mediatrice tra il singolo individuo e Dio come sostiene Donato.
10. Secondo Agostino per i sacerdoti traditori non ci può essere alcun perdono.
3. Agostino : la libertà e la grazia ; la polemica antipelagiana (individua tutte le soluzioni corrette) :
_______ / 10 p.
1. Agostino ritiene assurda la tesi di Pelagio secondo cui Dio ha condannato tutta l’umanità per la colpa di Adamo.
2. Secondo Agostino il pensiero di Pelagio può essere riassunto così: dato che l’uomo deve essere senza peccato,, può esserlo.
3. Secondo Agostino il passo di Paolo che afferma che “il giusto sarà salvato per la sua fede” significa che egli non troverà la salvezza
per le buone opere compiute in vita.
4. Secondo Agostino opera bene colui che è nato pio, cioè nella grazia di Dio.
5. Secondo Agostino il pensiero di Pelagio può essere riassunto così: Dio mi ha fatto uomo e mi farà giusto.
6, Secondo Pelagio la grazia è un fattore essenziale per la salvezza.
7. Sia Agostino che Pelagio ritengono che il peccato originale sia sempre attuale e tutt’ora operante.
8. Agostino non condivide la tesi di Pelagio secondo cui l’incarnazione di Cristo ha annullato gli effetti del peccato originale.
9. Per Agostino volere il bene e praticarlo è condizione necessaria e sufficiente alla salvezza eterna.
10.Secondo Pelagio Agostino riduce il ruolo di Dio a quello di un supremo giudice.
________ / 10 p.
Collega TUTTI i seguenti termini in modo da costruire un discorso organico, esauriente e coerente spiegando il significato di ciascuno di
essi : legere auctores, auctoritas (auctoritates), magister, littera, sensus, spiritus, ratio, schola, quaestio, disputatio
_____________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________
La filosofia nei monasteri
1 p. x 10
_______ / 10 p.
1.Per Scoto Eriugena la scienza, cioè la filosofia non si identifica con l’interpretazione delle Sacre Scritture.
2. Per Scoto Eriugena i quattro livelli o manifestazioni della natura sono realtà separate.
3.Nell’ambito della scolastica l’uso della ragione non era ammesso neanche nel caso in cui nessuna auctoritas si fosse
dimostrata risolutiva riguardo ad un determinato problema
4. La Scuola Palatina era finalizzata alla formazione dei funzionari imperiali.
5.Secondo i propositi di Carlo Magno la Scuola Palatina da lui istituita ad Aquisgrana doveva diventare una nuova Atene,
cioè un luogo di elaborazione e creatività intellettuale
6. Nell’ambito delle sette arti liberali quelle del trivio erano costituite da : geometria, matematica, musica.
7. Il Concilio di Valenza nell’855 condanna la tesi di Scoto la quale negava l’esistenza del paradiso.
8. Nelle opere di Gregorio di Nissa e Massimo il Confessore tradotte da Scoto Eriugena vi erano forti influssi epicurei.
9.Scoto Eriugena tradusse in latino molte opere dei padri della Chiesa occidentali.
10. Scoto Eriugena era un sostenitore della dottrina della doppia predestinazione nella controversia nata da uno scritto di Godescalco.
V F
V F
V F
V F
V F
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
Tommaso d’Aquino
1 p. x 20 _______ /20 p.
1.Tommaso cerca una sintesi tra il pensiero religioso islamico e quello scientifico-razionale dei mistici cristiani.
V F
2. La filosofia tomista afferma il ruolo subordinato della filosofia rispetto alla teologia.
V F
3. Tommaso ritiene che non vi possano essere contrasti tra filosofia e teologia perché entrambe riguardano la salvezza.
V F
4. Tommaso ritiene che tutti gli enti siano reali.
V F
5. Uno degli aspetti che accomuna il creatore alle creature è che entrambi possiedono l’esistenza e la vita, cioè sono
V F
l’essere.
6. La prima prova dell’esistenza di Dio di Tommaso riprende quella elaborata da Anselmo d’Aosta nel Proslogion.
V F
7.Tommaso condivideva la dottrina platonico – agostiniana dell’illuminazione.
V F
8. Per Tommaso il verbo essere ha sempre la funzione di constatare l’esistenza di oggetti reali.
V F
9. Per Tommaso l’esistenza è una categoria interna, immanente a quella di sostanza.
V F
10. Il mondo essendo stato creato da Dio con un atto di libera volontà ha un’esistenza necessaria.
V F
11. Tommaso sostiene che le nozioni di essenza ed esistenza possono essere considerate come sinonimi, cioè termini che hanno lo
V F
stesso significato.
12. Per Tommaso gli universali esistono ante rem, ma non in re.
V F
13. Tommaso ritiene che il punto di partenza della conoscenza umana non risiede come pensava Aristotele nelle
V F
percezioni sensibili ma dalle facoltà superiori dell’intelletto che costituiscono un dono divino estemporaneo.
14. Tommaso riteneva che esiste un unico intelletto agente e che sola questa mente universale fosse immortale, mentre riteneva che
V F
l’anima individuale fosse mortale in quanto forma del corpo.
15. Secondo Tommaso la ragione non può dimostrare i preamboli della fede (ossia le verità preliminari utili alla fede)
V F
16.Secondo Tommaso la conoscenza è in grado di passare dalle sensazioni ai concetti grazie alla capacità di astrazione che
consiste nel separare in ogni oggetto la materia dalla forma (che è l’essenza, ciò che accomuna tutti gli individui di una stessa
specie).
17. Per Tommaso Averroè è stato un traduttore, interprete e commentatore fedele di Aristotele.
18.La tradizione mistica svalutava l’auctoritas perché riteneva che ll’unica sapienza risiedesse nell’utilizzo della ratio.
19. I maestri aristotelici ritenevano che la teoria dell’illuminazione fosse una riproposizione della teoria aristotelica della reminiscenza
(anamnesi) con la sola differenza che in il mondo delle idee (iperuranio) veniva sostituito con l’ispirazione divina.
20.Gli averroisti pensavano che non ci fosse nessuna auctoritas superiore alle Sacre Scritture.
Disputa sugli universali
V
F
V
V
F
F
V
F
V
F
1 p. x 25 _______ / 25 p.
1. La disputa sugli universali riguardo la questione relativa al fatto se le specie e i genieri abbiano o meno uno status
(realtà) ontologico, cioè il dibattuto sul loro ipotetico corrispettivo nella realtà o se siano solo nozioni mentali .
2. La disputa sugli universali deriva dalla constatazione che mentre gli enti che ci circondano sono individuali, i concetti
sono universali, che fa sorgere il problema della validità e verità di questi ultimi.
3. Aristotele aveva fornito una soluzione alle questione legata alla natura degli universali, in quanto li aveva definiti
predicati attribuibili a più di un soggetto.
4. Tra i realisti estremi troviamo Scoto Erugena, Anselmo d’Aosta, Scuola di Chartres e Guglielmo di Champeux
5. La differenze tra realisti estremi e quelli moderati è che i primi pensano che gli universali esistano dentro le cose come le
forme aristoteliche, mentre i secondo pensano che esistano come enti separati dalle cose in modo analogo alle idee platoniche.
6. Interrogarsi sugli universali non significa studiare la logica, ma non significa interrogarsi sui poteri, sulle capacità della
ragione e sulle validità degli strumenti intellettuali di cui essa si serve per parlare del mondo.
7. Prima dell’ XI secolo nessun filosofo e teologo avrebbe potuto dubitare del fatto che gli universali siano modelli, idee
contenute nella mente di Dio e forme impresse alle cose da questa stessa mente.
8. A partire dagli ultimi decenni del XI secolo e soprattutto nel corso del XII secolo cominciò a farsi strada l’idea per cui gli
universali fossero gli strumenti e le condizioni delle operazioni mentali messe in atto dall’uomo per conoscere la realtà.
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
9. Il dibattito sugli universali non ha conseguenze sul piano politico. Infatti nel XII secolo la mentalità prevalente nella società
medievale continuava a ritenere che ciascun individuo esistesse come parte di un ordine sociale o monastico, cioè di una collettività e
quindi tendeva a ridimensionare il valore della individualità ; infatti persino il ceto borghese di recente formazione, che nell’esercizio
della propria professione faceva conto esclusivamente sulle capacità individuali, non rifiutava la concezione tradizionale della
conoscenza come adesione a modelli prestabiliti imposti da un’autorità.
10. Tra il problema degli universali e il problema del rapporto tra fede e ragione non vi è alcun nesso, legame, rapporto.
11. Per Roscellino gli universali sono suoni che continuano sia prima che dopo che la voce li ha emessi generando dei movimenti
d’aria in quanto ad essi corrispondono specie e generi (forme areche tipiche) nella mente di Dio. .
12. Per Guglielmo di Champeux gli universali sono segni linguistici stabiliti dall’uomo ; nella realtà esistono solo i singoli individui
(persone e cose).
13. Roscellino attribuisce al linguaggio una funzione generale di tipo conoscitivo che non mette in discussione la teologia in cristiana.,
14. Secondo Abelardo Padre, Figlio e Spirito Santo (le tre persone della Trinità) devono essere considerate come tre realtà divine
distinte poiché egli nega la nozione di Trinità concepita come qualcosa a loro comune, ma distinta. Perciò le sue tesi furono dichiarate
eretiche nel Concilio di Soissons del 1092 in quanto il triteismo che ne deriva costituisce una negazione del monoteismo ed egli
dovette ritrattarle.
15. Il realismo critica la tradizione filosofica platonico-agostiniana poiché afferma che gli universali sono ante rem.
16. Per il nominalismo moderato rappresentato ad esempio da Guglielmo di Ockham gli universali esistono sia nelle cose sia
nell’intelletto come segni mentali che servono ad unificare in una stessa classe una serie di individui aventi tra loro qualità,
caratteristiche affini (simili)
17. Se come ritengono diversi teologi e filosofi medievali ai termini universali corrispondono realtà proprie e se queste rimandano a
loro volta a una forma divina, allora lo studio delle regole linguaggio, cioè la grammatica, è anche lo studio di come Dio ha creato
l’universo. Questa concezione conduce perciò ad applicare le scoperte della scienza grammaticale all’analisi del linciaggio divino così
come è espresso nella Sacre Scritture, le quali sono ritenute da costoro la rivelazione di Dio.
18. Per Abelardo gli universali non possono essere considerati soltanto come strutture della ragione.
19. Per Abelardo la conoscenza è semplicemente una descrizione accurata di un certo numero di esemplari, ossia individui di una
determinata classe.
20. La posizione di Tommaso riguardo alla disputa sugli universali non può essere definita realismo moderato. .
21. Per Tommaso gli universali non possono esistere allo stesso tempo ante rem, post rem e in re perché ciascuna di queste posizione
contraddice le altre.
22. L’espressione ante rem significa che l’universale viene considerato come principio organizzatore interno alle cose, cioè come
forma o essenza immanente ad esse.
23. L’espressione post rem significa che l’universale viene considerato come una realtà propria indipendente, autonoma rispetto alle
cose o esseri individuali.
24.Abelardo pur ritenendo che nella realtà esistano solo individui dotati di caratteristicheche li distinguono dagli altri, pensa che
ciascuno di essi presenti delle affinità (aspetti, qualità comuni) che lo rendono simile agli altri componenti della stessa specie.
25. Per Roscellino pensare significa cogliere le somiglianze che accomunano individui diversi astraendo, cioè separando mentalmente
ciò che è particolare (cioè che riguarda il singolo individuo) da ciò che a comune a tutti gli individui di una stessa classe .
Gugliemo d’Ockham
Gugliemo d’Ockham (indica tutte le soluzioni corrette)
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
1 p. x 10 ________ / 10 p.
1. Ragione e fede sono in accordo : infatti il concetto dimostrabile razionalmente che Dio è uno, eterno e immutabile e
infinito trova conferma nell’incarnazione di Cristo (principio di fede).
2.Dall’analisi della concatenazione causali (Nessi di causa ed effetto) che governano il mondo non si può che risalire ad
una causa prima, poiché le cause naturali nel loro insieme non bastano a spiegare i fenomeni che accadono nel mondo.
3. Non è possibile spiegare i fenomeni astronomici eliminando la differenza tra mondo sublunare (il mondo al di sotto della
sfera lunare , cioè il mondo terrestre) mutevole e imperfetto e quello iperluanre perfetto e immutabile
4. L’esperienza interiore ci dimostra l’esistenza di stati interiori come la gioia e il dolore, il piacere, la noia, l’odio e l’amore.
Questo significa che deve esistere in noi un substrato permanente ossia una sostanza immortale, l’anima.
5. La funzione degli universali è quella di rendere più rapida la comunicazione tra gli esseri umani. Perciò gli universali
esistono nella realtà, non nel discorso
6. Riguardo alla questione degli universali la posizione di Ockham può essere definita nominalista.
7. Dalla conoscenza intuitiva delle cose sensibili la mente non può derivare concetti sempre più astratti e generali
(astrazioni) che prescindono dalla realtà effettiva degli oggetti percepiti.
8.Ockahm non considera affatto inutili e superflui molti problemi e concetti su cui si erano impegnati i filosofi aristotelici e scolastici.
9. La teologia, così come tutto ciò che a che fare con la rivelazione rientra nel campo della scienza.
10. Credere è un atto razionale, in quanto la fede ha un valore conoscitivo.
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
________ / 10 p.
1. Ritiene che le verità di fede possano essere dimostrate attraverso procedimenti razionali
2. Ritiene che la filosofia aristotelica sia l’unica vera e valida auctoritas.
3. Ritiene che la conoscenza non si debba fondare sull’esperienza e per questo determina la dissoluzione della scolastica.
4 .Ritiene che ciò che viene osservato attraverso i cinque sensi in modo immediato non possa essere considerato asolutmaent
vero ed esistente
5. Porta alla sua dissoluzione la scolastica perché ritiene che la filosofia sia del tutto autonoma dalla teologia.
6. Pensa che sia possibile verificare empiricamente tutte le ipotesi elaborate
7. Ritiene che la filosofia sia uno strumento utile per spiegare e chiarire i dogmi
8. Ritiene che non sia possibile conciliare gli ambiti della fede e della ragione, della teologia e della filosofia
9. Non ritiene valide le prove sull’esistenza di Dio elaborate da Tommaso
10. Contrappone al principio dell’auctoritas l’uso della ratio come criterio di conoscenza.
DIBABTITO SUGLI UNIVERSALI (confronta le diverse posizioni : individuando analogie e differenze)
0,5 p. x 50 ______ / 25 p.
nome della posizione del filosofo spiegazione della soluzione fornita dal filosofo alla questione degli universali
(nome della sua corrente di pensiero)
Gli universali sono semplici flatus………………, cioè……………. usate in modo
………………………… a cui non …………………………………………… . Ad esempio :
ROSCELLINO
l’umanità esiste solo…………………………….., nel mondo esistono gli solo………………
che ……………………………….
Gli universali sono (termini latini)……………, in quanto hanno..………………………………
(quindi che cosa sono?) …………………………………………………………………………..
G. DI CHAMPEAUX
, mentre gli individui (singoli esseri) ne hanno una…………………………………………… .
Ad esempio: solo così riconosciamo l’appartenenza di tutti gli uomini (a che cosa?) ………..
……………………, nonostante le loro …………………………………………. .
L’ universale non è né una…………………né un puro………….... come voleva Roscellino
perché siccome questo si riferisce a una …………………….……..……. non può essere
il……………………di un’altra. Esso è piuttosto un ………………...…… cioè (termine
ABELARDO
latino)…………… Infatti l’universale è il prodotto di una ………..………………………… e
indica ciò che può essere ………………di……………..cose . Perciò l’universale una
…………… intesa nel suo…………….……………... in quanto essa implica un riferimento
alla cosa…………………….. .
Gli universali sono (termini latini)………….…… perché sono da sempre presenti nella
…………… di ………, ma sono anche aristotelicamente (termini latini)….…………perché
sono la……………….. immanente alla cose che corrisponde alla loro…………………….,
ossia ciò che determina l’appartenenza di un individuo ad una determinata ………………..
TOMMASO
e sono infine anche (termini latini) ………………….. perché indicano i …….…….. con cui
opera la …………………, e che sono ricavati in seguito ad un processo denominato
…………………… che consiste nel separare ciò che è ………………, cioè la materia di cui
un ente è fatto da ciò che è………………..…….., cioè la ……………………
Dato che conosciamo solo ciò che è ……………..…………. è assurda qualsiasi ipotesi
riguardante ……………………..degli universali. Perciò essi sono soltanto (due termini)
…………………………………,che sono il prodotto dell’attività ……….…..…………. umana
G. D’OCKHAM
grazie alla quale rileviamo (in che modo?) a posteriori, cioè sulla base (di che cosa?)
……………………………….. la presenza (di che cosa?) …………………..………. (in che
cosa?) negli oggetti osservati
Data : 17.12.2014
- classe 4 B - Alunno/a ____________________________________________________
Inserisci accanto a ciascuna definizione il termine o i termini corretti oggetto delle definizioni :
2 p. x 10 ________ /20 p.
1. Termine derivante da due parole greche che significa la manifestazione di Dio nel mondo _________________________
2. Corrente di pensiero che considera l’esperienza l’unico o il principale criterio della conoscenza ________________________
3. Cristiani che durante le persecuzioni avevano abiurato la fede per sfuggire alle torture a alla morte _________________________
4. Imperatore romano che condannò il movimento fondato da Donato delle Case Nere _______________________________
5. Ceto sociale formato da contadini, braccianti poveri e nomadi che erano vessati dai grandi proprietari terrieri e versavano in
condizioni di vita misere, i quali erano seguaci dell’eresia donatista ________________________________
6. Movimento filosofico-religioso, complesso e articolato, la cui massima diffusione si ebbe tra il II e il IV secolo d.C. il cui termine deriva
da una parola greca che significa conoscenza. Infatti coloro che ne facevano parte ritenevano che la salvezza dell'anima dipendesse da
una forma di conoscenza superiore e illuminata dell'uomo e dell’universo e suddividevamo gli uomini in tre categorie : ilici (uomini
terreni), psichici (coloro che credono del Demiurgo, ma ignorano l’esistenza di un mondo a lui superiore) e pneumatici (persone spirituali
dotate di una scintilla (divina) _____________________________________.
7. Dottrina cristologica elaborata da un monaco (vissuto tra il 256 e il 336 d.C.) condannata nel primo Concilio di Nicea (325 d.C)
secondo la quale la natura divina di Gesù è inferiore a quella di Dio e ci fu un’epoca in cui il Verbo non esisteva e perciò esso è stato
creato in seguito _______________
8. Termine derivante dal greco chàris che è una traduzione dell’ebraico hesed, parola con cui nella Bibbia viene espresso il favore, la
benevolenza di Dio verso Israele (popolo eletto) e l’umanità più in generale. ____________________________
9.Concezione secondo la quale non vi sono differenze fra Dio e il mondo, fra creatore e creato che sono invece essenziali per la dottrina
cristiana, dato che la divinità è presente in tutte le cose (nel mondo) _____________________________ .
10. Motto con cui Anselmo d’Aosta esprime il suo pensiero ____________________________________ .
Completamenti (completa le seguenti frasi inserendo i termini o le frasi appropriati :
0,5 p. x 100 _________ / 50 p.
Agostino riassume il delicato rapporto fra libero arbitrio e grazia divina distinguendo tre diverse relazione tra l’uomo e il ____________ :
1. La prima è quella che contraddistingue (chi)? ________________ prima di _______________________________ e consiste nel poter__________
____________________ 2. La seconda caratterizza la condizione dell’umanità (quando?)___________________________________ e consiste nel
non _______________non_______________ 3.La terza è il frutto (di che cosa?) _____________________________ e consiste nel non
___________________. Da questa interpretazione risulta evidente che: 1. Si può parlare di libertà (in quale o quali di queste situazioni?)_____________
_________________ 2. Solo la _________________ situazione realizza in pieno la dimensione della libertà intesa come liberazione dalla malvagità.
3. La vera libertà è una _____________ che può essere raggiunta solo (in che modo? con che cosa?) ___________________________________
I princìpi e i temi elaborati da Agostino che molti secoli dopo diventeranno i fondamenti dottrinali della confessione protestante (luteranesimo e
calvinismo) sono i seguenti : 1. Il ruolo determinante (di che cosa?) ___________________ ai fini (di che cosa?) _________________________
2. La _____________________________delle opere. 3. La dottrina della _________________________________.
Per gli scolastici non vi è alcuna _______________________ da cercare, perché tutto ciò che ha importanza per l’uomo è già stata oggetto (di che
cosa?) ______________________________________. La corretta ___________________ del testo sacro secondo la scolastica implica l’uso di altre
_______________.In ordine di importanza decrescente esse sono rappresentate da: 1.I testi della tradizione apostolica, _____________________ed
ecclesiastica. 2. I decreti dei ___________3. Le opere dei _______________ e dei pontefici. Se tale ricerca non porta ai risultati sperati è ammesso
il ricorso (a che cosa?) ________________come i filosofi ____________________ . All’ultimo posto in questa scala di valore stanno le opere (di chi?)
____________________________________ .
I quattro modo dell’esegesi (interpretazione del testo) biblica. 1. Il primo è quello ______________ che cerca di interpretarlo il testo dal punto di
vista __________________ e ________________________ rifiutando di attribuire ad esso significati (di che tipo?) _________________________
2. Il secondo è quello _____________ che si propone di scoprire il __________________ del testo attribuendo alla narrazione un significato (di che
tipo?) _____________________ . In questo modo, cioè in seguito a questo tipo di lettura gli avvenimenti descritto nel Vecchio Testamento possono
essere considerati (che cosa?) _________________________ di quelli descritti nel Nuovo Tesatamento. 3. Il terzo è quello ___________________
che cerca di ricavare dalla lettura del testo (che cosa?) ________________ da assumere come (che cosa?) ____________________________ .
4. Il quarto è quello ________________ che interpreta il testo in senso ____________ scoprendo in esso significati ________________ di carattere
(termine specifico del lessico) _______________________ cioè legati al destino ultimo (finale) (di chi o cosa?) _____________________________.
Il problema unificante di quella lunga tradizione di pensiero denominata complessivamente scolastica può essere individuato nel rapporto tra
___________ e________________ . La __________ di questa tradizione di pensiero avviene nell’epoca della rinascita ______________ con la
riscoperta (di quale filosofo?) ______________ determinata dal contatto con la civiltà _________________ che ha svolto un’opera importante di
mediazione culturale. In seguito a ciò emerge anche nell’Occidente cristiano una corrente di pensiero che sostiene la ___________________ del
sapere_______________.a cui le verità _____________ dovrebbero sottostare. La sfida lanciata da questi pensatori, i cosiddetti
__________________ (dal nome del filosofo che ne fu l’ispiratore) viene raccolta (da quale teologo e filosofo cristiano?) _______________ che
attraverso una riletture delle opere di ___________elabora una dottrina fondata sull’equilibrio e l’accordo fra ______________ e______________
Abelardo critica il nominalismo rappresentato da ______________ perché sostiene che costui non è in grado di distinguere la ____________egli
________________ dalla __________________ a cui essi appartengono che è una sola, il che significa non saper ______________ ad esempio una
cosa (ad esempio un asino) dal suo _______________.
Abelardo afferma che il nominalismo esclude la possibilità di (fare che cosa?) ______________________________ poiché riconosce solo ciò che
________________. Ma il filosofo e teologo francese critica anche i realisti in particolare il suo maestro (come si chiamava?) _________________
in quanto essi considerando gli universali ____________________ rendono impossibile ________________ . Abelardo lo dimostra rifacendosi alla
filosofia (di quale filosofo antico?) ______________________. Infatti dato che gli universali come sosteneva questo filosofo antico sono ciò che può
essere detto di _________________, proprio per questo non possono essere ________________anche se di tipo metafisico, dato che così facendo
si giungerebbe alla conclusione ____________ che la ______________ è presente in ________________________ .
Tommaso d’Aquino
Di fronte agli oggetti che compongono il mondo Aristotele si è posto il problema della loro _______________, cioè si chiesto quale sia l’elemento
____________________ che________________________un oggetto rispetto agli altri. Ma la filosofia aristotelica non è interessata alla questione (di
che cosa?)____________________ delle cose. Infatti secondo il filosofo greco dove c’è ______________ c’è anche realtà , dove vi è forma vi è
anche ________________ e questa è ___________________ , cioè non è stata _________________ . D’altra parte è invece un aspetto costitutivo
del pensiero cristiano l’idea che il mondo e le cose che lo compongono sono stati ____________________ attraverso un atto ________________ e
quindi avrebbero potuto __________________________. (Opera una deduzione). Perciò Tommaso nega che i concetti di
______________________e _____________________ possano essere considerati come sinonimi.
Secondo Tommaso un ente reale è (definizione)____________________________________________________. Ad esempio (formula una frase): in
cui sia presente solo un ente reale) ____________________________________
Invece un ente logico è (definizione) ______________________________________________________________ (Formula un frase in cui siano
presenti un ente logico e un ente reale) _____________________________________.In quest’ultima frase il verbo essere (quale funzione svolge?)
____________________________ in quanto esprime (che cosa?)__________________________, non la _______________________________.
(Conclusione logica). Pertanto se è vero che ogni ente ha _____________________, non tutti gli enti possiedono anche _________________
perché essa è ________________________ .
Per Tommaso l’essenza corrisponde al concetto aristotelico di _______________ e l’esistenza al concetto aristotelico di ______________________
Perciò in Dio che rapporto c’è tra essenza ed esistenza ?_______________________________________________. Nelle creature che rapporto c’è
tra essenza ed esistenza? _________________________________________ .
PUNTEGGIO TOTALE CONSEGUITO ___________ / 220 punti
VOTO MEDIO IN DECIMI ____________/ 10
LICEO SCIENTIFICO MARIE CURIE
VERIFICA DI FILOSOFIA
Data : 15.12.2014 - Classe : 4 B
Alunno/Alunna_______________________________________________
INDICAZIONI PER GLI ESERCIZI A RISPOSTA MULTIPLA
Indica per ciascuno dei quesiti se è vero è falso nel caso tu scelga l’opzione falso individua TUTTI gli errori !!!!
N.B.: Puoi apporre UN SOLO SEGNO (A PENNA) accanto a ciascuna affermazione ; perciò la presenza di segni su entrambe le caselle, la
presenza di correzioni e indicazioni di qualsiasi tipo comporterà la non assegnazione del punteggio ! Risposte corrette = 1 p. ; Risposte
errate = -0,25 p. ; Risposte mancanti (vale per tutti gli esercizi) =- 0,2 p ;
Sottolineature degli errori mancanti e/o errate = - 0,1 p.
Agostino : la città di Dio
1 p. x 10 _______ /10 p.
1. Secondo Agostino la caritas, cioè l’amore nei confronti di Dio non deve mai portare al disprezzo di se stessi.
2. Città di Dio e città dell’uomo non sono considerate da Agostino come due passioni ossia condizioni interiori fondamentali dell’uomo
3. Secondo Agostini la cupiditas, ossia l’amore di sé non può giungere fino al disprezzo di Dio.
4.L’ Impero romano è per Agostino destinato alla disgregazione perché la sua motivazione finale è venuta meno, perciò esso
deve essere rimpianto poiché l’imminente società cristiana che lo sostituirà non potrà senza il suo aiuto e sostegno realizzare
una fase nuova e superiore nel cammino dell’umanità verso la salvezza
5.Agostino definisce città terrena, città del diavolo la condizione che si determina quando l’uomo si lascia dominare dalla natura,
dal corpo, dall’economia.
6. Gli atteggiamenti che portano gli uomini ad esercitare al massimo la libido dominandi nella gestione delle cariche pubbliche
sono per Agostino abusi intrinseci cioè intimamente legati alla natura dello stato, perciò egli condanna la politica come
inevitabile perversione.
7. Il motivo che spinse Agostino a scrivere la città di Dio fu il saccheggio di Cartagine da parte dei Vandali di Genserico.
8. Per Agostino la città di Dio non può essere identificata con la chiesa né la città dell’uomo con l’impero romano.
9. Ne la Città di Dio Agostino sostiene che la storia non ha un senso né un fine perché solo nell’eternità di Dio ci può essere progresso.
10. Secondo molti intellettuali pagani dell’epoca il successo dei barbari invasori dipendeva dalla loro forza, mentre Agostino
riteneva che l’Impero fosse stato indebolito dal processo di disgregazione sociale dovuto alla diffusione crescente della religione
pagana.
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
Quesiti a riposta multipla (un solo segno a fianco di ciascuna affermazione ; la presenza di più di un segno comporterà delle penalizzazioni).
1. Agostino ne La città di Dio sostiene che (individua tutte le soluzioni corrette) :
1. La Chiesa è l’istituzione che rappresenta nel modo più inadeguato la città celeste, cioè la città di Dio.
_______ / 10 p.
2. Non è la politica e le leggi che vanno condannate, ma la loro perversioni, i loro abusi.
3. Tra gli eletti,cioè i predestinati da Dio alla salvezza, non vi possono essere persone che non sono a conoscenza dell’Incarnazione di Cristo.
4. Poiché la Chiesa cristiana ha scelto di essere un’istituzione di massa che come tale accoglie ogni peccatore essa coincide
perfettamente con la città di Dio, perché anche Cristo, il figlio Dio ha accolto i peccatori.
5. Il tempo storico non ha un andamento lineare.
6. L’individuo così come l’umanità intera non potranno mai diventare completamente buoni.
7. La scelta tra Dio e il mondo da parte dell’individuo è una scelte pubblica, perciò essa precede la scelta interiore
8. Vi è un rapporto provvidenziale, cioè legato alla Provvidenza divina tra l’unificazione territoriale e linguistica realizzata dall’Impero romano e
la creazione di un contesto favorevole alla diffusione del messaggio cristiano.
9. E’ possibile dividere, separare in modo netto i buoni dai cattivi, i giusti dai malvagi.
10. I due tipi d’uomo, cioè quello in cui prevale la cupiditas e quello in cui prevale la caritas non sono contraddistinti da segni esteriori
2. La polemica di Agostino contro il donatismo (individua tutte le soluzioni corrette) :
_______ / 10 p.
1. Il donatismo venne tollerato, accettato dall’imperatore romano.
2. Secondo Donato per i sacerdoti che hanno abiurato la fede cristiana non ci può essere alcun perdono.
3. Secondo Agostino la validità dei sacramenti non dipende dalla qualità morale del sacerdote che li amministra.
4. Agostino critica la tesi di Donato secondo cui solo i buoni cristiani possono far parte della Chiesa
5. Il movimento donatista diede origine ad una chiesa autonoma e alternativa a quella ufficiale
6. Secondo Agostino per i sacerdoti traditori (lapsi) non ci può essere alcun perdono.
7. I seguaci del donatismo appartenevano a un ceto popolare di contadini interessati alla contestazione rivoluzionaria dell’Impero
8. Secondo Agostino la Chiesa non deve assumere un atteggiamento intransigente verso lo stato.
9. Secondo Donato i cristiano devono rifiutarsi di sottostare all’ autorità politica (civile)
10. Secondo Donato i sacramenti sono efficaci in sé.
3. Agostino : la libertà e la grazia ; la polemica antipelagiana (individua tutte le soluzioni corrette) :
_______ / 10 p.
1. Per Agostino chi sostiene che Dio garantisce il Paradiso ha chi ha bene operato limita gravemente l’onnipotenza divina.
2. La volontà dell’uomo di salvarsi con le sue forze nasconde per Pelagio un atto di superbia.
3. Per Agostino l’uomo deve essere orgoglioso della sua capacità di realizzare il bene, cioè di agire in modo giusto e non limitarsi a
ringraziare Dio per avergli dato questa possibilità.
4. Per Agostino volere il bene e praticarlo è condizione necessaria e sufficiente alla salvezza eterna
5. Agostino sostiene contro la tesi di Pelagio che l’incarnazione di Cristo non ha annullato gli effetti del peccato originale.
6. Agostino non ritiene che se si difende la libertà dell’uomo si rischia di negare la grazia e che se si sostiene la grazia si rischia di negare la
libertà dell’uomo, in quanto non pensa che il rapporto tra grazia e libertà sia problematico.
7. Secondo Agostino può opera bene anche colui che non nato nella grazia di Dio.
8. Secondo Agostino il passo di Paolo che afferma che “il giusto sarà salvato per la sua fede” significa che egli troverà la salvezza
se farà buone opere, cioè opere sono ispirate dalla sua fede in Dio.
9. Secondo Agostino il pensiero di Pelagio può essere riassunto così: dato che Dio mi ha creato, non mi possono rendere giusto senza il
suo aiuto,
10. Secondo Pelagio ogni persona è responsabile di ciò che fa o ha fatto, perciò la colpa di cui Adamo si è reso responsabile ricade
sull’umanità attuale.
Collega TUTTI i seguenti termini in modo da costruire un discorso organico, esauriente e coerente spiegando il significato di ciascuno di
essi : ratio, scientia, evidenza, experientia, limiti, scolastica, auctoritas, dissoluzione, empirismo, possibilità _______ / 10 p.
____________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________
La filosofia nei monasteri
1 p. x 10
_______ / 10 p.
1 Scoto Eriugena criticò la dottrina della doppia predestinazione nella controversia nata da uno scritto di Godescalco.
2. La teologia secondo l’organizzazione degli studi attuata da Alcuino era una (la prima) delle sette arti liberali.
3. Scoto Eriugena fu il primo pensatore che dopo molti secoli era in grado di parlare e tradurre la lingua greca.
4. Le questiones disputatae erano nell’ambito della scolastica delle compilazioni delle questioni avanzata in modo più
frequente utilizzate come dei manuali scolastici,
5. Tutti i filosofi e teologi della scolastica pensavano che fede e ragioni fossero necessariamente antitetiche, cioè
contrapposte.
6 Nell’ambito della scolastica mettere in discussine una credenza, un principio fondamentale della fede cristiana non
significava necessariamente commettere il peccato di eresia.
7 Per Scoto Eriugena i quattro livelli o manifestazioni della natura non sono affatto realtà separate.
8. Le opere di Gregorio di Nissa e Massimo il Confessore tradotte da Scoto Eriugena presentavano dottrine e concetti del
tutto estranei all’idea neoplatonica di emanazione in quanto questi padri della Chiesa consideravano filosofia di Plotino del
tutto incomputabile con la dottrina cristiana.
9. Per Scoto Eriugena la scienza, cioè la filosofia si identifica con l’interpretazione delle Sacre Scritture.
10 La Scuola Palatina non era finalizzata alla formazione dei funzionari imperiali, ma alla formazione di monaci e vescovi.
Tommaso d’Aquino
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
1 p. x 20 _____ /20 p.
1.Tommaso d’Aquino apparteneva l’ordine francescano ed ebbe modo a Parigi di ascoltare le lezioni di Anselmo d’Aosta.
2. La filosofia tomista rivendica e giustifica l’autonomia della filosofia rispetto alla teologia.
3. Secondo Tommaso la ragione non è una forma di conoscenza imperfetta perché essa può comprendere verità e leggi
come l’esistenza di Dio che vanno oltre l’ambito puramente logico e fisico.
4. Per Tommaso solo attraverso la fede possono essere chiarite le verità rivelate contenute nelle Sacre Scritture.
5. Secondo Tommaso se alcuni enti partecipano dell’esistenza, ma non sono l’esistenza, cioè non sono l’essere in se stesso, allora
V
V
V
V
F
F
F
F
V
F
6. Tommaso ritiene che anche se teologia e filosofia riguardano entrambe la salvezza dell’uomo, ciò non significa che
non vi possano essere contrasti tra queste due discipline.
7.Secondo Tommaso il fatto che persone diverse spieghino uno stesso evento in modo diverso, cioè ricorrendo a concetti differenti,
V
F
V
F
V
V
V
V
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
F
F
F
F
V
F
V
V
F
F
V
F
ciò significa che l’hanno ricevuta da un essere precedente o da esseri precedenti che a sua/loro volta l’ha/’hanno ricevuta da un
altro/altri essere/esseri e così via all’infinito.
non implica che non esiste un unico intelletto agente, cioè una mente universale di cui i singoli intelletti degli uomini partecipano
8. Per Tommaso Averroè non è stato un traduttore, interprete e commentatore fedele di Aristotele.
9. Coloro che appartenevano alla tradizione mistica le nuove conoscenza legate alla riscoperta dell’opera di Platone
apparivano come un’innovazione da rifiutare.
10. Tommaso pensa che sia la tradizione mistica che la nuova cultura razionale e laicizzata presentino pregi e difetti.
11. Per Tommaso il pregio dei mistici è la loro concezione secondo cui l’esercizio della ragione è di per sé pericoloso perché può
portare a negare, a confutare le verità di fede.
12.Secondo Tommaso la conoscenza umana non è in grado di passare dalle sensazioni ai concetti senza l’intervento divino.
13. Tommaso non condivide l’idea che Aristotele sia un’autorità superiore alla Bibbia.
14. I mistici ritenevano che i criteri con cui pensiamo il mondo derivassero dall’esperienza sensibile.
15. Per Tommaso il verbo essere non ha soltanto la funzione di constatare l’esistenza di oggetti reali.
16. Secondo Tommaso un ente logico esiste sia nella mente che nella realtà.
17. Secondo Tommaso Dio non conferisce l’esistenza alle essenze delle cose, perché sono le stesse essenze delle cose create da
Dio che implicano necessariamente la loro esistenza.
18.Secondo Tommaso la fede non può orientare e rettificare (correggere) la ragione poiché sono due facoltà ben diverse.
19.Secondo Tommaso un pensiero razionale può produrre buoni risultati anche se nega ogni valore alla fede.
20. Secondo Tommaso se possediamo nozioni come quella di punto, linea, triangolo, numero ecc è perché Dio le ha infuse, cioè
inserite nella nostra mente.
La disputa sugli universali
1 p. x 25 _______ / 25 p.
1. La disputa sugli universali riguardo la questione relativa al fatto se gli individui (singole cose) abbiano o meno uno
status (realtà) ontologico, quindi è il dibattuto sul loro ipotetico corrispettivo nella realtà o se siano solo nozioni mentali
2. La disputa sugli universali deriva dalla constatazione che mentre gli enti che ci circondano sono universali, i concetti
sono particolari (individuali), che fa sorgere il problema della validità e verità dei primi.
3. Per Abelardo la conoscenza non può essere ridotta semplicemente ad una descrizione accurata di un certo numero di esemplari,
ossia individui di una determinata classe.
4. La posizione di Tommaso riguardo alla disputa sugli universali può essere definita nominalismo.
5. La disputa sugli universali fu originata da un brano contenuto nell’introduzione (l’Isagoge) scritta dal neoplatonico Porfirio alle
Categorie di Aristotele in cui egli (Profirio) afferma di non voler dire nulla riguardo al fatto se specie e generi siano delle realtà vere e
proprie o soltanto delle nozioni mentali (concetti).
V
F
V
F
V
V
F
F
V
F
6. L’ipotesi concettualista afferma che gli universali hanno lo stesso tipo e grado di realtà che possiedono i sostantivi propri
di cosa o persona.
7. Nel linguaggio quotidiano usiamo sempre e soltanto termini che indicano oggetti, individui particolari (cioè nomi propri)
8. Quando dico “questo è un gatto” la parola gatto è un predicato, ossia un termine che designa una classe di individui.
9. Nell’antichità Platone pensava che gli universali siano le molteplici cose materiali e corruttibili (soggette a nascita e
morte, cioè al mutamento) che costituiscono delle imitazioni di una determinata idea (forma generale)
10. La disputa che si svolse nella cattedrale di Parigi tra Guglielmo di Champeeaux e Abelardo si concluse con una sconfitta di
Abelardo che ebbe come conseguenza il suo abbandona della cattedra (all’epoca le cattedrali ospitavano delle scuole)
11. Chiedersi se dietro un termine universale via sia soltanto un contenuto della mente di Dio, cioè una trascendente oppure anche
delle realtà effettivamente esistenti o puramente concettuali accessibili alla mente umana significa interrogarsi sui limiti della ragione e
sui rapporti della ragioen con la fede.
12. La questione degli universali è un’invenzione della scolastica medievale
13. Guglielmo di Champeux, maestro di Abelardo fu accusato dalla Chiesa di triteismo.
14. Secondo Abelardo è assurdo distinguere come pretendeva di fare Roscellino l’unità di Dio dalla pluralità delle sue relazioni, cioè
delle relazioni tra le persone che fanno parte della sua natura.
15. Secondo Abelardo il è logico pensare che la stessa cosa sia realmente presente in molte cose,
16. Aristotele non aveva fornito una soluzione alle questione legata alla natura degli universali, in quanto si era limitato a
definirli predicati attribuibili a più di un soggetto
17. Tra i realisti moderati troviamo Scoto Eriugena, Anselmo d’Aosta, la scuola di Chartres e Guglielmo di Champeux
18. Ockham riducendo ogni forma di conoscenza a elaborazioni mentali dei dati dell’esperienza sensibile finisce per rendere non più
accettabile la soluzione nominalista al problema degli universali.
19. Per Guglielmo di Champeaux gli universali sono strutture logiche, sosia contenuti del pensiero dotati di significato.
20. Per Abelardo se la stessa cosa (specie) fosse realmente presente in tutti gli individui di una stessa classe, questo non ci
impedirebbe di distinguere gli uni dagli altri.
21. Abelardo ritiene che le tre persone della Trinità siano entità distinte, ossia tre individui del tutto diversi che come tali non hanno
niente in comune perché la relazione che li lega non ha alcuna consistenza ontologica.
22. Il realismo porta ad attribuire scarso valore allo studio della grammatica perché dato che ai termini universali corrispondono
secondo questi filosofia delle realtà proprie che non rimandano a forme divine originarie, ne consegue che lo studio del linguaggio non
è visto come lo studio di Dio, ma solo di segni e di regole stabiliti dall’uomo. Infatti i realisti ritengono che la grammatica, ossia l’insieme
delle regole del linguaggio non possa essere applicata all’analisi della parole (verbo) divina il quale non può essere ricondotto alla
logica del pensiero umano e spiegato attraverso questa.
23. Secondo Abelardo il nominalismo a differenza del realismo non esclude la possibilità di astrarre.
24.Secondo Abelardo più cavalli considerati nella loro specie non sono che un unico cavallo.
25. Secondo Abelardo se Dico nella frase un asino è grigio,a sino è individuo realmente esistente , grigio è un predicato che come tale
può essere attribuito anche ad altri individui (cose, animali, persone ecc.)
Gugliemo d’Ockham
10. E’ possibile dimostrare che l’universo è uno solo, che è stato creato e che l’anima è immortale.
F
V
V
V
F
F
F
V
F
V
F
V
V
V
V
V
V
V
V
V
F
F
F
F
F
F
F
F
F
V
F
V
F
V
V
V
F
F
F
1 p. x 10 ________ / 10 p.
1. L’universale è un segno convenzionale che permette di riunire in un unico segno il riferimento a enti simili.
2. La conoscenza è priva di di errore sia quando si manifesta come intuizione ossia sulla constatazione immediata della
realtà o della non realtà di una cosa presente sia quando si manifesta come giudizio riguardanti cose o eventi passati.
3. Una nozione è inutile quando non può essere né affermata né negata.
4. Cercare la spiegazione più semplice non è sempre il mondo migliore per risolvere un problema, specie se è complesso.
5. Ochkam ha un atteggiamento favorevole alla metafisica perché ritiene che essa ragione si questioni ed entità che
possono essere verificate.
6. Noi possiamo conoscere la sostanza di una cosa perché possiamo percepire le sue diverse qualità,cioè i suoi accidenti.
7. Se osserviamo che un determinato fenomeno precede un altro fenomeno, possiamo dedurre con certezza che tra il
primo evento e il secondo vi è un legame causale, cioè che il primo è la causa del secondo (che ne è l’effetto)
8. L’oggetto della conoscenza intuitiva è sempre esterno.
9. I generi e le specie esistono sia nell’intelletto che nella realtà.
Gugliemo d’Ockham (indica tutte le soluzioni corrette)
V
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
V F
________ / 10 p.
1. Ritiene valide le prove sull’esistenza di Dio elaborate da Tommaso
2. Contrappone al principio dell’auctoratas l’uso della ratio come criterio di conoscenza.
3. Ritiene che la conoscenza si debba fondare sull’esperienza e per questo determina la dissoluzione della scolastica.
4 .Ritiene che le verità di fede possano essere dimostrate attraverso procedimenti razionali.
5. Porta alla sua dissoluzione la scolastica perché ritiene che teologia debba essere subordinata alla filosofia
6. Pensa che sia impossibile verificare empiricamente le ipotesi elaborate
7. Ritiene che le verità di fede non possano essere dimostrate attraverso procedimenti razionali
8. Ritiene sia possibile conciliare gli ambiti della fede e della ragione, della teologia e della filosofia
9. Nella controversia sugli universali prende posizione a favore del realismo
10. Ritiene che tutto possa essere compreso e dimostrato.
DIBATTITO SUGLI UNIVERSALI (confronta le diverse posizioni individuando analogie e differenze) 1 p. x 50 ________ / 25 p.
nome della posizione del filosofo
(nome della sua corrente di pensiero)
ROSCELLINO
G. DI CHAMPEAUX
ABELARDO
TOMMASO
G. D’OCKHAM
spiegazione della soluzione fornita dal filosofo alla questione degli universali
Gli universali sono semplici flatus………………, cioè……………. usate in modo
………………………… a cui non …………………………………………… . Ad esempio :
l’umanità esiste solo…………………………….., nel mondo esistono gli solo………………
che ……………………………….
Gli universali sono (termini latini)……………, in quanto hanno..………………………………
(quindi che cosa sono?) …………………………………………………………………………..
, mentre gli individui (singoli esseri) ne hanno una…………………………………………… .
Ad esempio: solo così riconosciamo l’appartenenza di tutti gli uomini (a che cosa?) ………..
……………………, nonostante le loro …………………………………………. .
L’ universale non è né una…………………né un puro………….... come voleva Roscellino
perché siccome questo si riferisce a una …………………….……..……. non può essere
il……………………di un’altra. Esso è piuttosto un ………………...…… cioè (termine
latino)…………… Infatti l’universale è il prodotto di una ………..………………………… e
indica ciò che può essere ………………di……………..cose . Perciò l’universale una
…………… intesa nel suo…………….……………... in quanto essa implica un riferimento
alla cosa…………………….. .
Gli universali sono (termini latini)………….…… perché sono da sempre presenti nella
…………… di ………, ma sono anche aristotelicamente (termini latini)….…………perché
sono la……………….. immanente alla cose che corrisponde alla loro…………………….,
ossia ciò che determina l’appartenenza di un individuo ad una determinata ………………..
e sono infine anche (termini latini) ………………….. perché indicano i …….…….. con cui
opera la …………………, e che sono ricavati in seguito ad un processo denominato
…………………… che consiste nel separare ciò che è ………………, cioè la materia di cui
un ente è fatto da ciò che è………………..…….., cioè la ……………………
Dato che conosciamo solo ciò che è ……………..…………. è assurda qualsiasi ipotesi
riguardante ……………………..degli universali. Perciò essi sono soltanto (due termini)
…………………………………,che sono il prodotto dell’attività ……….…..…………. umana
grazie alla quale rileviamo (in che modo?) a posteriori, cioè sulla base (di che cosa?)
……………………………….. la presenza (di che cosa?) …………………..………. (in che
cosa?) negli oggetti osservati
Data : 17.12.2014 - classe 4 B - Alunno/a ______________________________________________________
Inserisci accanto a ciascuna definizione il termine o i termini corretti oggetto delle definizioni :
2 p. x 20 _____ /20 p.
1. Principio logico secondo il quale non si devono moltiplicare i concetti, creando nozioni inutili e non verificabili rispetto a quelle che di
devono spiegare_________________________.
2. Corrente di pensiero diversa sia dal nominalismo estremo che dal realismo (estremo e moderato) che si forma riguardo alla disputa
sugli universali _________________________
3. Cristiani che durante le persecuzioni avevano abiurato la fede per sfuggire alle torture a alla morte _________________________
4. Imperatore romano che condannò il movimento fondato da Donato delle Case Nere _______________________________
5. Ceto sociale formato da contadini, braccianti poveri e nomadi che erano vessati dai grandi proprietari terrieri e versavano in
condizioni di vita misere, i quali erano seguaci dell’eresia donatista ________________________________
6. Movimento filosofico-religioso, complesso e articolato, la cui massima diffusione si ebbe tra il II e il IV secolo d.C. il cui termine deriva
da una parola greca che significa conoscenza. Infatti coloro che ne facevano parte ritenevano che la salvezza dell'anima dipendesse da
una forma di conoscenza superiore e illuminata dell'uomo e dell’universo e suddividevamo gli uomini in tre categorie : ilici (uomini
terreni), psichici (coloro che credono del Demiurgo, ma ignorano l’esistenza di un mondo a lui superiore) e pneumatici (persone spirituali
dotate di una scintilla (divina) _____________________________________.
7. Dottrina cristologica elaborata da un monaco vissuto tra il III e il IV secolo d.C. condannata nel primo Concilio di Nicea (325 d.C) secondo la quale
la natura divina di Gesù è inferiore a quella di Dio e ci fu un’epoca in cui il Verbo non esisteva e perciò esso è stato creato in seguito_____________
8. Metodo utilizzato da Tommaso volto al superamento delle divergenze che suggerisce di evitare ogni spirito polemico che irrigidisca le
diverse posizioni individuando i problemi essenziali e distinguendoli da quelli secondari _______________________________________
9. Qualità che per Tommaso costituisce una realtà prioritaria e ontologicamente superiore rispetto all’essenza._____________________
10. Termine che compare nella traduzioni latine delle traduzioni arabe dei testi di Aristotele usato per indicare l’essenza delle cose______________.
Completamenti
0,5 p. x 100 ________ / 50 p.
La divisione della natura di Scoto Eriugena
1) La prima natura (cosa fa?) ___________ e _________________. Essa è Dio inteso come ____________________ di ciò che esiste.
Di questa natura ______________si può dire, perché ad essa si applicano i criteri della (di che cosa?) _____________________ dello
Pseudo-Dionigi per cui ogni _____________ conferito a Dio è una ______________ estensione di qualità ____________________ .
2) La seconda natura è ______________ e (cosa fa?) ________________ . Essa è l’insieme delle _____________________, ossia il
_______________ di Dio, il _____________ divino. Scoto colloca a questo livello l’insieme delle _______________eterne, cioè le forme
_____________________ delle cose.
3) La terza natura è ____________ e (cosa fa?) ______________ . E’ il ___________ inteso come universalità delle _______________
e di quelle che non lo sono che esistono nel ___________ e nello ______________ e derivano (da che cosa?) ___________________
_______________ attraverso l’azione moltiplicatrice (di che cosa?) _________________ . Seguendo (quale opera?) _______________
(di quale filosofo antico?) di ________________. Scoto lo immagina come un ______________________composto da un’___________
e da un _________________________ .
4) La quarta natura _______________ e __________________. Essa è Dio considerato (come che cosa?) ___________ cioè (cosa
significa ciò?) come ______________________ della creazione.
Questi quattro livelli della natura costituiscono una __________________ che parte da Dio e ritorna a Dio il quale è allo stesso tempo
___________ e________________. Infatti la prima natura tende a _____________________ in quelle sottostanti per ______________
intrinseca anche se ciò non significa costrizione secondo Scoto. Infatti Dio produce le ____________ della propria _________________
e ciò è sufficiente a salvaguardare il principio cristiano della ____________________ di Dio.
L’unica prova presentata nel Proslogion è detta ontologica perché intende dimostrare l’esistenza di Dio (in che modo?) attraverso
una _______________________ il cui presupposto è il semplice __________ di Dio. Essa è una prova a_____________ e perché
rimarrebbe valida anche se (frase)________________________________________
Questo argomento è svolto da Anselmo in forma di _______________ tra un sapiens, cioè un credente e un insipiens, cioè un ateo .
La disputa è strutturata secondo le seguenti fasi : 1. Di fronte alla convinzione che Dio non esista espressa dall’insipiens, il sapiens
chiede di ______________________________ ___ di Dio dato che la sua esistenza può anche essere negata, ma bisogna almeno
(frase) ____________________________________________________________________ .
2. L’unica _________________ disponibile all’insipiens è quella classica : “Dio è __________________________________________ “.
3. Da essa per Anselmo deduce per (termine specifico)_____________ (che cosa?) __________________. Infatti se si immaginano due
tipi di ___________________________ che differiscono per il fatto che la prima _____________________________ e la seconda solo
________________________, la domanda su quale delle due sia maggiore troverà inevitabilmente come risposta: che ciò che
_________________ è maggiore, ossia più______________ di ciò che ________________ solo _______________________ .
4. (spiegazione del punto 3). Infatti se ciò di cui ____________________________________ fosse soltanto (dove?) ______________
________________si potrebbe pensare che fosse anche ____________________ e che perciò fosse ____________, ma certamente
questo è impossibile . 5. (Conclusione) : Perciò anche l’inspiens ammetterà sulla base della logica che la __________________ di una
___________________ (cioè quale?) ___________________ rende la seconda _____________________________ della prima e
perciò Dio non può che essere una (espressione formata da due termini) ______________________________________ .
La questione o dibattito degli universali
Nel linguaggio quotidiano usiamo parole di due tipi : 1) I termini che indicano un ____________________________ come ad esempio
“Mario”, Luigi”, Roma, questo cane,e cc. 2) I termini che designano una ____________ di _________________ come ad esempio gatto,
cane, cerchio, città, cioè i __________ e le __________________. Il dibattuto sugli universali riguarda perciò l’esistenza reale o meno ,
cioè lo statuto ___________________________ (di quale di questi due tipi di termini, il primo o il secondo tipo?) __________________
Tommaso d’Aquino
Per Tomaso l’essenza corrisponde al concetto aristotelico di _____________ e l’esistenza al concetto aristotelico di _______________.
In Dio che rapporto c’è tra essenza ed esistenza ?_______________________________________________. Nelle creature che
rapporto c’è tra essenza ed esistenza? _____________________________________________________________ .
Secondo Tommaso creatore e creature non sono né _______________________ perché ciò significherebbe che avrebbero
lo stesso significato e quindi sarebbero _________________ ma ciò è contrario alla dottrina cristiana perché ne deriverebbe
una concezione ________________________ ma non sono neanche __________________________ perché ciò
significherebbe che non avrebbero ______________in__________________ per cui gli uomini non potrebbero comprendere
e dimostrare l’esistenza di qualcosa di completamente ____________________ .
Tommaso concepisce i rapporto tra creatore e creature (in quali termini?) _________________________. Ciò significa che
Dio e il creato hanno ____________________ molte cose (quali?) ____________________________________________,
ma in modo diverso perché Dio ______ queste cose, mentre il mondo e le creature ________________tutte queste cose che
sono ____________ a quelle che caratterizzano l’essere di Dio . Conclusione del ragionamento : tra Dio e il mondo (il
creato) vi è un’analogia (cosa significa questo termine?), cioè una _________________ nella______________________ .
Tommaso elabora cinque prove dell’esistenza di Dio tutte basato su un procedimento in quattro fasi : 1) constata
___________________ essenziale della realtà ; 2) argomenta che ciò ______________________________, ma solo come
tappa di una __________________ apparentemente _________________________ 3) nell’ipotesi che ogni serie
di______________________ debba avere (che cosa?) ____________________ si argomenta che deve esistere una realtà
diversa da quella di cui facciamo esperienza 4) si giunge alla conclusione che afferma la __________________________ di
questo principio.
PUNETGGIO TOTALE CONSEGUITO ___________ / 220 punti
VOTO MEDIO FINALE ________ / 10
Scarica