Appunti di
Compatibilità Elettromagnetica
FATTORE D’ANTENNA
Quando si considerano applicazioni nel campo della compatibilità elettromagnetica e simili, il
parametro più usato, per caratterizzare una antenna in ricezione, è il cosiddetto fattore d’antenna.
Consideriamo una antenna a dipolo usata per misurare il campo elettrico di un’onda incidente
che sia piana, uniforme e polarizzata linearmente, come schematizzato nella figura seguente:
Immaginiamo inoltre che un ricevitore, ad esempio un analizzatore di spettro, sia collegato ai
capi di questa antenna di misura. La tensione misurata da tale strumento (visualizzata sull’apposito
schermo o display) è indicata con Vric (sottolineiamo che si tratta di un fasore, dotato perciò di
modulo e fase).
Vogliamo mettere in relazione la tensione misurata dallo strumento con il campo elettrico
incidente sull’antenna ed è possibile far ciò tramite il fattore d’antenna, definito proprio come il
rapporto tra il modulo del campo elettrico incidente sulla
superficie dell’antenna di misura e il modulo della tensione
misurata ai morsetti dell’antenna stessa:
AF =
V/m dell' onda incidente E inc
=
V ricevuti
Vric
1
 m 
Come si vede, si tratta di una grandezza che si misura in metri-1. Talvolta si ragiona anche in dB,
scrivendo perciò che
AFdB = E inc dBµV / m - Vric dBµV
Il genere, il fattore d’antenna viene fornito direttamente dal
costruttore,
mediante
misure
effettuate
a
diverse
frequenze
all’interno dell’intervallo di misura. I dati vengono talvolta forniti mediante
Appunti di “Compatibilità Elettromagnetica”
tabella (in cui si riporta AF in corrispondenza delle varie frequenze) o direttamente in forma grafica
(tramite diagrammi cartesiani con AF in orinate e le frequenze di misura in ascisse).
Il reciproco del fattore di antenna, che si misura evidentemente in metri, prende il nome di
altezza efficace dell’antenna:
V
1
V ricevuti
[m]
he =
=
= ric
AF V/m dell' onda incidente E inc
E’ necessario sottolineare, a questo punto, che la misura del fattore d’antenna fa riferimento ad
una serie di importanti ipotesi; se una o più di queste ipotesi non fosse verificata nel momento in cui
l’antenna viene effettivamente usata per compiere una misura, allora i dati rilevati con tale misura
sarebbero errati.
Le due ipotesi più importanti sono le seguenti:
• il campo incidente deve essere polarizzato in modo da ottenere
il massimo segnale ai morsetti dell’antenna: ad esempio, nel caso di un
dipolo o, più in generale, di una antenna a filo, questa ipotesi è verificata quando il campo
incidente risulta parallelo all’asse dell’antenna, come nell’ultima figura; inoltre, questa ipotesi
è in pieno accordo con gli obbiettivi della misura: sappiamo infatti che le antenne vengono
usate per misurare i massimi di valori di campo, al fine di stabilire se tali valori rientrano o
meno nei limiti imposti dalle norme sulle emissioni radiate;
• l’impedenza di ingresso del ricevitore usato per la misura vera
e propria deve essere uguale a quella del ricevitore usato per
la taratura. Il valore tipico è di 50 Ω , pari all’impedenza di ingresso della maggior parte
degli analizzatori di ingresso. Ad ogni modo, non ci si affida a semplici convezioni: è il
costruttore stesso a dire esplicitamente il valore dell’impedenza di ingresso usata in fase di
calibrazione dell’antenna. E’ importante notare che non è necessario che ci sia adattamento
tra ricevitore ed antenna, cosa che infatti non avviene quasi mai: è solo importante che
l’impedenza di carico dell’antenna sia la stessa durante la misura e durante la taratura.
Adesso supponiamo di voler calcolare il fattore d’antenna di una antenna ideale (ad esempio un
dipolo), ipotizzando di conoscere le equazioni del campo e ogni tipo di parametro caratteristico
dell’antenna. Dato che l’impedenza di ingresso del ricevitore è Zric=50Ω
Ω , è chiaro che non c’è alcun
adattamento tra antenna e ricevitore. Di conseguenza, per andare a calcolare la tensione misurata
dallo strumento dobbiamo necessariamente rifarci al seguente circuito equivalente:
Autore: Sandro Petrizzelli
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Fattore d’antenna
Rispetto alla figura precedente, abbiamo in pratica disegnato il circuito equivalente di
misura: infatti, lasciando inalterata l’impedenza di ingresso del ricevitore e indicando ancora con
Vric la tensione misurata ai suoi morsetti, abbiamo considerato il circuito equivalente dell’antenna,
rappresentato dalla tensione a vuoto VOC e dall’impedenza dell’antenna stessa, costituita dalla
resistenza di radiazione Rrad (che caratterizza l’antenna in trasmissione) e da una parte reattiva X.
Il circuito mette in evidenza la mancanza di adattamento: infatti, l’impedenza di carico è
Zric=50+j0, per cui, anche nell’ipotesi che Rrad=50Ω, le due parti immaginarie non sono
assolutamente uguali e di segno opposto.
Per calcolare Vric tramite il circuito di poco fa, l’unico parametro che non conosciamo è la VOC,
che quindi va determinata. Lo possiamo fare nel modo seguente (peraltro noto):
• in primo luogo, calcoliamo Vric,adattato, ossia la tensione ai capi dello strumento
nell’ipotesi di carico adattato, ossia nell’ipotesi che Zric=Rrad-jX;
• in secondo luogo, si utilizza questo risultato per calcolare la tensione a vuoto, che sarà
VOC=2 Vric,adattato.
A questo punto, tutti gli elementi del circuito equivalente prima disegnato sono noti, per cui si
può calcolare la tensione effettivamente ricevuta tramite un banale partitore di tensione. Fatto questo,
avendo supposto noto il campo elettrico incidente, si può calcolare il fattore di antenna.
Esempio
Facciamo adesso un esempio concreto di calcolo del fattore di antenna, a partire da un certo
numero di dati noti. Consideriamo perciò la taratura dell’antenna mostrata nella figura seguente:
Un’onda piana uniforme polarizzata linearmente incide sull’antenna ed il campo elettrico
misurato in corrispondenza dell’antenna ed in assenza di quest’ultima vale 60 dBµ
µV/m.
Un cavo coassiale RG-58U, lungo 30 ft, collega l’antenna ad una analizzatore di spettro con
impedenza di ingresso di 50 Ω . In questa situazione, l’analizzatore di spettro misura una tensione di
40 dBµ
µV.
Sulla base di questi dati, per determinare il fattore di antenna dobbiamo conoscere, in base alla
definizione, sia l’entità del campo elettrico incidente sia la tensione ai morsetti dell’antenna. Dato
che conosciamo la tensione ai morsetti dell’analizzatore di spettro, dobbiamo allora trovare una
relazione tra la lettura dell’analizzatore di spettro e la tensione ai morsetti dell’antenna. Questa
relazione è data evidentemente dall’attenuazione introdotta dal cavo: alla frequenza dell’onda
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Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Compatibilità Elettromagnetica”
incidente (supposta di 100 MHz) le perdite nel cavo coassiale considerato risultano essere di 4.5
dB/100 ft. Essendo il cavo lungo 30 ft, l’attenuazione da esso introdotta è circa 1/3 (=30ft/100ft) di
questo valore, per cui vale 1.35 dB.
Allora, sommando questa attenuazione con la lettura dell’analizzatore di spettro, otteniamo la
tensione ai capi dell’antenna (ovviamente in dB), che quindi è
(Vant )dBµV = (Vric )dBµV + (perdite)dBµV = 40dBµV + 1.35dB = 41.35dBµV
L’ulteriore passaggio è quello di rapportare questo valore con quello del campo misurato in
corrispondenza dell’antenna: dovendo fare un rapporto tra il valore del campo e quello della tensione
misurata, in dB avremo la differenza tra i due, per cui abbiamo che il fattore di antenna in dB è
AFdB = (E inc )dBµV / m - (Vant )dBµV = 60dBµV/m - 41.35dBµV = 18.65dB
Questi passaggi suggeriscono evidentemente una formula generale per convertire le letture (in
dBµV) compiute sull’analizzatore di spettro direttamente in valori del campo incidente (in dBµV/m):
è evidente, infatti, che, mettendo insieme le ultime due relazioni, si abbia
(E inc )dBµV / m = AFdB + (Vanalizz )dBµV + (perdite)dBµV
E’ importante notare che le perdite dovute al cavo di interconnessione devono essere sommate e
non sottratte, dato che il fattore di antenna è riferito ai morsetti dell’antenna e non include alcuna
perdita dovuta ai cavi di collegamento (a meno che il costruttore non indichi esplicitamente il
contrario).
Autore: SANDRO PETRIZZELLI
e-mail: [email protected]
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succursale: http://digilander.iol.it/sandry1
Autore: Sandro Petrizzelli
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