Presentazione di PowerPoint - Protezione Civile di Ponte San Nicolò

Gruppo Comunale Volontari
di Protezione Civile
Comune di Ponte San Nicolò - Padova
IL RISCHIO SISMICO
GCVPC PONTE SAN NICOLO' (PD)
1
17/04/2013
Che cos’è il terremoto?

Un terremoto è un rapido scuotimento della
superficie della terra causato dalla rottura
della crosta terrestre con liberazione di
grandi quantità di energia elastica.

Il terremoto è un fenomeno naturale come la
pioggia: può colpire ogni parte della terra.

Proprio come la pioggia può avere effetti
insignificanti o catastrofici.
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17/04/2013
Tipologie di terremoti

Terremoti naturali
– Terremoti tettonici
– Terremoti vulcanici
– Terremoti di crollo

Terremoti artificiali
– Terremoti da esplosioni
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17/04/2013
I terremoti tettonici



Lo strato più superficiale della terra, la
crosta, è composta da zolle o placche
galleggianti su un “mare” di roccia fusa, il
mantello.
Le correnti convettive che agitano il
mantello spingono le placche facendole
collidere lungo linee di frattura che
prendono il nome di faglie.
Le faglie possono essere normali, inverse
e trascorrenti.
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17/04/2013
Le faglie (fault)
Faglia normale: se il movimento avviene
perpendicolarmente alla direzione del piano
di faglia con uno spostamento verso il
basso del tetto rispetto al letto.
Faglia inversa: se il movimento avviene
perpendicolarmente alla direzione del piano
di faglia con uno spostamento verso l'alto
del tetto rispetto al letto.
Faglia trascorrente: se il movimento
avviene lungo la direzione del piano di
faglia. Si può distinguere in destra o sinistra
secondo che ad un osservatore posto su un
blocco, l'altro apparirà essere stato spostato
rispettivamente verso la sua destra o verso
la sua sinistra. Spesso le faglie trascorrenti
presentano il piano di scorrimento verticale
o quasi, ed in certi casi persino obliquo.
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17/04/2013
I terremoti tettonici
In base alla profondità dell’ipocentro
terremoti si possono dividere in:



i
terremoti superficiali con ipocentro tra 0 e
70 Km (circa 85% del totale)
terremoti medi con ipocentro tra 70 e 300
Km (circa 12% del totale)
terremoti profondi con ipocentro oltre i 300
Km (circa 3% del totale)
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17/04/2013
Il ciclo sismico
1.
2.
3.
4.
Stadio intersismico: nell’area sismogenetica
si verifica un lento e graduale accumulo di
energia potenziale.
Stadio presismico: il materiale si deforma
fino al raggiungimento del livello critico di
resistenza.
Stadio cosismico: l’energia potenziale
accumulata nelle fasi precedenti si
trasforma in energia cinetica.
Stadio postsismico: l’area sismogenetica
lentamente riacquista un nuovo equilibrio.
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17/04/2013
Un po’ di terminologia




Epicentro: punto della superficie terrestre
sulla verticale dell’ipocentro.
Ipocentro: punto in cui la frattura delle
rocce che genera il terremoto ha inizio; è
detto anche fuoco.
Magnitudo: misura dell’energia liberata
sotto forma di onde sismiche durante un
terremoto.
Onde sismiche: modello fisico di
propagazione dell’energia elastica liberata
da un terremoto.
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17/04/2013
Ipocentro ed epicentro
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17/04/2013
Le onde sismiche
Onde longitudinali o onde P (primae): sono le
onde più veloci (da 5,5 a 11,7 Km/s). Il mezzo
trasmissivo viene sottoposto a compressioni e
dilatazioni; il movimento del materiale avviene
nella stessa direzione di propagazione
dell’onda, come avviene nelle onde sonore. Lo
spostamento del suolo è quindi prettamente
verticale e dà luogo ai moti sussultori. Le onde
P si propagano in qualunque mezzo.
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17/04/2013
Le onde sismiche
Onde trasversali o onde S (secundae): meno
veloci delle onde P (da 3,5 a 7,3 Km/s), danno
luogo a fenomeni di taglio e torsione. Le onde
S si propagano solo attraverso mezzi
trasmissivi rigidi. Il movimento del materiale
avviene ortogonalmente alla direzione di
propagazione dell’onda e gli spostamenti del
suolo sono prettamente orizzontali con un
moto ondulatorio.
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17/04/2013
Le onde sismiche
Onde superficiali R o di Rayleigh: onde
polarizzate in un piano verticale che
provocano la vibrazione delle particelle nella
direzione
di
propagazione
dell’onda
imponendo un movimento simile a quello di
una boa in balia delle onde.
Onde superficiali L o di Love: onde polarizzate
in un piano orizzontale che provocano la
vibrazione delle particelle ortogonalmente alla
direzione
di
propagazione
dell’onda
imponendo un movimento simile a quello di un
serpente che striscia velocemente.
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17/04/2013
Le onde sismiche
Le onde P e S sono predominanti nella zona
epicentrale mentre le onde R e L diventano
prevalenti a grande distanza.
Le onde trasversali, con i loro moti
ondulatori,
sono
maggiormente
distruttive delle onde longitudinali.
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17/04/2013
Come si misurano i terremoti?
Il sismografo di
Zhang Heng (II
secolo d.C.): la
rana che gioca
con il drago.
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17/04/2013
Come si misurano i terremoti?
Un
sismometro
con
apparato di registrazione
su carta (sismografo).
Il
sismogramma
è
un’immagine grafica del
movimento del suolo
durante un terremoto.
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17/04/2013
Come si misurano i terremoti?
Schemi semplificati
sismografi:
di
1.
registratore
della
componente verticale
dei movimenti della
superficie terrestre
1.
registratore
delle
componenti orizzontali
dei movimenti della
superficie terrestre
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17/04/2013
Le scale di misura
La scala macrosismica MCS (MercalliCancani-Sieberg, 1930), ripartita in 12 gradi,
stima l’intensità di un terremoto in base agli
effetti sull’uomo e sul suo ambiente.
I grado: impercettibile
…
VI grado: forte
…
XII grado: grandemente catastrofico
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17/04/2013
Le scale di misura
La scala Richter classifica la magnitudo di un
terremoto in base alla quantità di energia
liberata dalla scossa.
E’ una scala logaritmica: una unità in più nella
scala significa un’energia trenta volte
maggiore.
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17/04/2013
Le scale di misura
La scala Mercalli-CancaniSieberg e la scala Richter,
utilizzando modalità diverse
di misurazione, non sono
direttamente confrontabili.
E'
comunque
possibile
stilare
una
tabella
comparativa
indicativa
come la seguente:
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INTENSITA‘
(MCS)
MAGNITUDO
(Richter)
III-IV
2,8 - 3,1
IV
3,2 - 3,4
IV-V
3,5 - 3,7
V
3,7 - 3,9
V-VI
4,0 - 4,1
VI
4,2 - 4,4
VI-VII
4,5 - 4,6
VII
4,7 - 4,9
VII-VIII
5,0 - 5,1
VIII
5,2 - 5,6
IX
5,7 - 6,1
X-XI
6,2
19
17/04/2013
Effetti del terremoto

Effetti primari
– fratture; sollevamenti del terreno;
dislivelli in strade e gallerie; distruzione
totale o parziale di edifici, ponti, strade,
canalizzazioni.

Effetti secondari
– smottamenti e valanghe; crepacci;
traboccamento di acqua dai serbatoi;
rottura di cavi elettrici; fragori; rombi…
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17/04/2013
La riclassificazione sismica
Ordinanza n . 3274 del 20/03/2003 della
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Art. 1.
[…] Nelle more dell’espletamento degli adempimenti di
cui all’art. 93 del Dlgs 31/03/1998, n. 112, […] sono
approvati i “Criteri per l’individuazione delle zone
sismiche […]” nonché le connesse “Norme tecniche
per il progetto, la valutazione e l’adeguamento sismico
degli edifici” […].
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17/04/2013
La riclassificazione sismica
Ordinanza n . 3274 del 20/03/2003 della
Presidenza del Consiglio dei Ministri
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17/04/2013
Norme di comportamento
SE SEI IN CASA, RIMANI IN
CASA
SE SEI ALL’APERTO, RIMANI
ALL’APERTO
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17/04/2013
Norme di comportamento
Sebbene un terremoto sia un fenomeno
naturale non prevedibile che può avvenire in
qualunque momento delle 24 ore, è stato
rilevato che la probabilità di trovarsi in casa è
più alta rispetto a quella di trovarsi all’interno
di altri edifici o all’aperto (60% contro 40%).
E’ quindi in casa che bisogna curare con
maggiore attenzione la preparazione della
popolazione, sia dal punto di vista pratico
che da quello psicologico.
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17/04/2013
Le fasi dell’evento sismico
1.
2.
3.
4.
Allarme: fase in cui viene avvertito il sisma.
Soccorso: fase in cui si definiscono i contorni
dell’evento e si avvia la necessaria azione di
soccorso.
Agibilità: fase in cui viene definito lo stato
degli “oggetti” sul territorio colpito dal sisma.
Macrosismica: fase in cui si analizzano gli
effetti del terremoto per definire l’importanza
dell’evento.
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17/04/2013
Le fasi dell’evento sismico
5.
Interventi di emergenza: fase di eliminazione
dei pericoli incombenti.
Dopo i primi 60 giorni, si può considerare chiusa
l’emergenza.
6.
7.
Analisi dati e programmazione: fase in cui si
valutano i danni presunti ed i costi attesi per
le riparazioni e gli interventi antisismici.
Insediamenti provvisori: fase che si attua nei
casi in cui la popolazione non possa rientare
nelle proprie abitazioni entro i primi mesi
successivi all’evento.
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17/04/2013
Le fasi dell’evento sismico
8.
9.
10.
Riattazione: interventi strutturali “leggeri”
volti a favorire il reinsediamento della
popolazione.
Riparazione e ricostruzione: fase che
comprende anche i piani di riavvio delle reti
dei servizi (vie di comunicazione, reti
tecnologiche, reti idriche e fognarie…).
Reinsediamento della popolazione: fase in
cui vengono smantellati i centri di ricovero
provvisori.
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17/04/2013
Le fasi dell’evento sismico
11.
12.
Verifica e monitoraggio: è una fase continua
di analisi e trasferimento delle informazioni
sul post-evento.
Programmazione
e
pianificazione
dell’emergenza: è una fase trasversale a
tutte le altre che ha l’obiettivo di preparare e
predisporre “in tempo di pace” tutto ciò che
che consentirà, nel momento dell’allerta, la
risposta più efficiente ed efficace.
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17/04/2013
Principi di puntellamento
Ogni terremoto comporta sempre, per quanto
lievi, variazioni strutturali agli edifici. Le opere
che assicurano una maggiore stabilità
strutturale sono:

puntellamenti

tirantature

cerchiature
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17/04/2013
Principi di puntellamento
In condizioni di emergenza i soccorritori
devono fare i conti con le difficoltà ambientali
ed in particolare con :

la provvisorietà dei materiali

la semplicità di lavorazione

le risorse limitate e dal basso costo
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17/04/2013
Principi di puntellamento
I puntellamenti surrogano la capacità portante
dell’elemento compromesso dal terremoto (funzione
sostitutiva) ma possono anche sostenere una
costruzione che resiste ancora (funzione cautelativa)
ovvero possono evitare il distacco di parti o frammenti
(funzione protettiva).
Se i puntelli si oppongono al ribaltamento totale o
parziale di un muro sono di sostegno; se contrastano
la caduta verticale di conci di archi, volte o architravi si
dicono di ritegno.
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17/04/2013
Principi di puntellamento
Il puntello con finalità sismiche non sempre è soggetto
a sola compressione per cui deve essere collegato
rigidamente ad entrambe le estremità.
Utili sono i cosiddetti tavoloni ripartitori, spesso
rinforzati da puntelli più corti, e i controventi,
irrigidimenti trasversali che riducono la lunghezza
libera di inflessione e di irrigidimento dei nodi.
Nel caso di puntellamento di ritegno su archi e volte,
esso deve avere una base di appoggio da cui si
dipartono i ritti che sostengono le centine.
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Un po’ di terminologia






Pilastro
Zeppa
Rompitratta
Cunei
Controventatura
Cambra
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


Base
Ritto
Centina
33
17/04/2013
Esempi di puntellamento
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34
17/04/2013
Esempi di puntellamento
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35
17/04/2013
Esempi di puntellamento
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36
17/04/2013
Esempi di puntellamento
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17/04/2013
Esempi di puntellamento
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38
17/04/2013
Esempi di puntellamento
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17/04/2013
Esempi di puntellamento
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40
17/04/2013
Esempi di puntellamento
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41
17/04/2013
Esempi di puntellamento
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42
17/04/2013
Esempi di puntellamento
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17/04/2013
Esempi di puntellamento
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17/04/2013
Esempi di puntellamento
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17/04/2013
Varchi in muri e solai
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