NOTE DEL REGISTA Sprigionate l’energia! Questa la mia prima raccomandazione fatta dall’inizio ai ragazzi, prima ancora di dettare le linee generali del lavoro, prima di discutere dei punti chiave che avrei voluto evidenziare, di iniziare il meticoloso lavoro su ciascun personaggio. Quando la colonna sonora che fa da spina dorsale ad una commedia è tanto famosa quanto travolgente, come in questo caso, non si può che avere come primo obiettivo quello di catturare la platea, coinvolgerla fisicamente ed emozionalmente nella storia infrangendo la “quarta parete” e farla sognare con le parole, la musica, il ballo! “La febbre del sabato sera”, un film prodotto da Robert Stigwood nel 1977, resta ancora oggi uno dei film più amati non solo dal pubblico più giovane ma anche e soprattutto da quella generazione che ha vissuto lo spirito degli anni ’70 ed i profondi cambiamenti di quell’epoca. La nostra performance teatrale, come intendiamo volutamente presentarla al nostro pubblico, è liberamente ispirata a quel film; con essa vogliamo materializzare magicamente sul palcoscenico un ponte immaginario che collega i giovani di quella generazione ai giovani di oggi, così profondamente diversi tra di loro, animati forse da convinzioni diverse, ma spesso alle prese con gli stessi problemi. Lo stesso ponte che divide ed unisce la ricca e sofisticata Manhattan ed il sobborgo di Brooklin, dove è ambientata la storia e dove i ragazzi vivono il loro sogno di diventare adulti, oggi come ieri, consapevoli che i bei sogni stanno sempre al di là di un ponte e che per superare questo ponte occorre (e a volte non basta) lottare fino in fondo e crederci davvero; proprio come il timido ed insicuro Tony Manero che vive alla giornata lavorando in un negozio di vernici e, passando al di là del ponte il sabato sera, scarica sulla pista da ballo tutta la sua energia esibendosi in tutta la sua sfrontatezza giovanile e la sua sensualità; o come Stephanie Mangano, la protagonista femminile, ossessionata dal miraggio dell’ascesa sociale e dalla ferma convinzione di ”volercela e potercela fare”. Una storia divenuta leggenda che parla di disagio giovanile, di tristi situazioni familiari, di emarginazione, di conflitti razziali e di amori delusi…che parla soprattutto di musica, lanciando ai giovani di oggi un messaggio chiaro ed inequivocabile: ragazzi, vivete a pieno il vero divertimento ma senza perderne mai il senso…“perché non corra che virtù nol guidi”; vivete le vostre serate come occasione di incontro e di scambio di emozioni condivise, fatevi trascinare dal “ballo” e non dallo “sballo”. Non cadete nella facile illusione che per passare il ponte e superare quel senso di solitudine che a volte abbiamo dentro sia sufficiente crearsi dei paradisi virtuali; ma allo stesso tempo non accontentatevi mai di rimanere attoniti a guardare “il vostro ponte” perché una triste e monotona normalità non potrà mai valere più di un seppur faticosissimo riscatto. Questo è il nostro obiettivo dichiarato: condividere con il pubblico le emozioni degli attori, enfatizzate dalle le coreografie del corpo di ballo, dai colori ed dal gioco delle luci e della scenografia; è per questo che porgo anche a voi lo stesso invito…lasciatevi trascinare in un’atmosfera di travolgente allegria…sprigionate l’energia! O come dice DJ Monty…”STAY WITH US!” Christian Mosca