L. Lamagna Rivelatori bolometrici ed elettronica di rilettura. ESCURSIONI DIDATTICHE AA 2009‐2010 Osservatorio della Testa Grigia ‐ MITO Millimeter & Infrared Testagrigia Observatory (Plateau Rosà – 3480 m s.l.m. ‐ AO) Bolometri Due elementi costitutivi: Un assorbitore a grande sez. d’urto per la radiazione. Un termometro molto sensibile alle variazioni di temperatura dell’assorbitore (ad es. un semiconduttore opportunamente drogato). Termometro e assorbitore sono ben connessi tra loro e debolmente connessi ad un bagno termico. La radiazione incidente scalda l’assorbitore producendo un salto termico transiente ∆T = T − T0 = E/C che diminuisce nel tempo a causa della dissipazione di calore sul bagno termico, con una costante di tempo τ = C/G La variazione di temperatura è proporzionale all’energia rilasciata nell’assorbitore. Dunque una misura di variazione di temperatura dell’assorbitore è proporzionale al flusso radiativo (fotoni per unità di tempo) incidente sul bolometro. Poiché l’energia rilasciata dai singoli fotoni a lunghezze (sub)millimetriche è piccola, non possiamo rivelare il passaggio di un singolo fotone tramite transizioni quantiche (come in un fotoconduttore), ma solo l’effetto di rilascio di calore nel reticolo da parte di molte decine o centinaia di fotoni. Perciò i bolometri appartengono alla categoria dei rivelatori termici. Bolometri Bolometri Grandezze caratteristiche: Responsività: Tipicamente misurata in MV/W, indica la variazione di segnale elettrico ai capi del termistore in funzione della potenza incidente. Costante di tempo Determinata dai parametri termici dell’assorbitore e della sua connessione verso il bagno termico. Bolometri veloci: C alta, G bassa, ma questo implica meno sensibilità e più rumore (v. seguito) NEP Noise Equivalent Power, potenza radiativa che produce sul bolometro, in 1 secondo di integrazione, un segnale di ampiezza pari al rumore in Vrms NEP2 = NEP2(rivelatore) + NEP2(carico) + NEP2(fotonico) Bolometri Le curve di carico (curve V-I) sono un utile strumento diagnostico per i bolometri. In presenza di bolometri “prestanti”, tali curve presentano evidenti deviazioni dall’andamento puramente ohmico. Questa condizione si verifica quando il bolometro è abbastanza freddo da esibire una variazione non lineare di resistività al variare della temperatura. In tal caso il numero dei portatori di carica disponibili varia esponenzialmente, e di conseguenza il segnale elettrico a parità di biasing è funzione rapidamente variabile della temperatura, e quindi del flusso radiativo incidente. Il background radiativo determina la curva sulla quale si colloca il punto di lavoro. L’ampio minimo del NEP attorno al punto di lavoro determinato dalla scelta del bias consente di operare dell’overbiasing per migliorare le prestazioni senza peggiorare significativamente il rumore. Bolometri La responsività massima è fortemente dipendente dal background radiativo e dal punto di lavoro: è necessario scegliere le caratteristiche costruttive dei bolometri in funzione delle condizioni di lavoro (temperatura di base, banda, throughput, sito osservativo) e successivamente ottimizzare il biasing per la migliore sensibilità. In pratica… La responsivita’ ‘in continua’ del bolometro e’ : dV ⎡ (Z − R )⎤ ⎡ R L ⎤ =⎢ S= dQ ⎣ 2V ⎥⎦ ⎣⎢ (Z + R L )⎥⎦ La responsivita’ cambia con la frequenza angolare di modulazione della radiazione incidente, ω, come : S( 0 ) S ( ω) = 1 + ω2 τ 2 dove τe e’ la costante di tempo termica efficace : C τe = Ge e Ge e’ la conduttanza termica efficace : ( RL − R) G e = G d − αP (R L + R ) che differisce da Gd a causa dell’effetto di feedback elettrotermico In pratica… Un tipico set di misure necessario per caratterizzare le prestazioni di un bolometro e delle componenti ottiche associate comprende : • curve di carico ‘blanked’, in cui set di caratteristiche V-I del bolometro sono misurate per una varieta’ di temperature di base, T0, assicurandosi che non ci sia potenza radiativa incidente sul bolometro • curve di carico ‘non-blanked’, per le quali il bolometro ‘vede’ una quantita’ controllata di radiazione esterna • misure di velocita’ di risposta (costante di tempo), in cui viene misurata la risposta in frequenza del bolometro ad una sorgente radiazione modulata, per un range di valori della tensione di bias • misure di rumore per diversi background radiativi e diversi punti di lavoro, che combinate con le misure di responsività permettono di studiare l’andamento del NEP in funzione della frequenza e delle condizioni di lavoro. Accoppiamento Ottico -Feedhorn individuali per ogni bolometro (varie caratteristiche, profili lisci o corrugati, ecc.) -Accoppiamento diretto tramite uno stop di apertura. -Scelta spec. piccole lunghezze d’onda perche’ la dimensione degli elementi ottici (rivelatori + horn) è confrontabile o magiore del disco di Airy e può limitare il formato delle matrii di rivelatori. Readout L’alta impedenza di uscita e il cablaggio criogenico rendono la letura di un bolometro un compito particolarmente delicato: il sistema è intrinscamente sensibile ad effetti induttivi e microfonici (variazione della capacità rispetto a un riferimento). Pertanto la lettura di tensione viene eseguita attraverso uno stadio di preamplificazione a basso rumore e bassa impedenza di uscita (tipicamente realizzato con un JFET) collocato più vicino possibile ai rivelatori, per poi procedere con diversi stadi di amplificazione e/o demodulazione del segnale esternamente al criostato. Readout Readout