MISURE DELLE PERDITE RADIATIVE CON BOLOMETRI Principio di funzionamento Un’apparecchiatura capace di misurare il flusso energetico emesso dal plasma consiste in una testa di misura sensibile all'evoluzione termica di una targhetta, di un’alimentazione della testa, di una catena di amplificatori collegati al sistema di acquisizione dati e di un equipaggiamento ausiliario per la calibrazione. L'idea principale del bolometro sta nella misura dell’aumento della temperatura di un assorbitore d'oro esposto alla radiazione del plasma. L'aumento della temperatura si manifesta in un aumento delle resistenze in un circuito di misura che consiste di un ponte alimentato da una tensione alternata. Le resistenze del ponte di misura sono galvanicamente isolate dall’assorbitore, e quindi anche dal plasma, con un foglio di Kapton di spessore 5μm, evitando così disturbi da effetti di carica spaziale e dall'emissione di elettroni secondari. Questo tipo di bolometro è stato sviluppato per l'ASDEX presso l'IPP di Garching ed è in uso al JET, TORE SUPRA, Alcator C-mod ed altri . Con i bolometri usati presso il FTU si può misurare l'emissione radiativa integrata spettralmente nel range dal VUV ai raggi X molli (λ= 0.1-200nm che corrisponde ad E = 6.312.4keV). Lo spessore dell’assorbitore di 5 μm oro determina il limite inferiore di λ mentre il coefficiente di riflessione della superficie da il limite spettrale superiore. Il bolometro deve inoltre soddisfare ad una serie di richieste ambientali per essere adatto all'applicazione presso il FTU: - Il bolometro deve lavorare in campi magnetici alti (presso l’FTU i bolometri sono collocati al di fuori dei campi toroidale), - non deve subire danni dalle radiazioni termonucleari come neutroni e γ - deve lavorare sotto vuoto spinto. La richiesta di compensare il drift termico è assicurata dal circuito a ponte con due resistenze di misura e due resistenze di riferimento. Un’altra richiesta fondamentale è la possibilità di calibrazione assoluta preferibilmente in sito. Il riscaldamento di una parete, investita da una radiazione è governato dall'equazione di Fourier che si basa sul trasporto d'energia sotto forma di calore all’interno dell'assorbitore. Si tratta di un equazione differenziale che esprime l'andamento continuo della temperatura nello spazio e nel tempo ed ha per il solido omogeneo ed isotropo la forma Q ∂T = D∇ 2T + v ∂t Cρ (1.1) Qv = generazione di calore per unità di volume C = calore specifico ρ = densità D = diffusività, D = K/ρ K = conduttività termica Questa equazione tridimensionale si può ridurre ad un’equazione di diffusione termica bidimensionale se non si considera la generazione termica all’interno dell'assorbitore. La generazione termica all'interno è dovuta essenzialmente da radiazioni γ e neutroni e compensata dal bolometro di referenza. ⎡∂ ⎤ ΔT ( x , y , t ) − D∇ 2 ΔT ( x , y , t )⎥ ⎣∂ t ⎦ ηPin ( x , y , t ) = C ⎢ (1.2) η = efficienze dell'assorbitore Pin = potenza incidente C = capacità termica dell'assorbitore ΔT= aumento di temperatura Assumendo che la potenza incidente illumina uniformemente l'area dell'assorbitore il comportamento temporale della variazione termica del foglio è descritto con buon approssimazione dall'equazione differenziale semplice ⎡d ΔT ⎤ ηPin = C ⎢ ΔT + τ c ⎥⎦ ⎣ dt (1.3) τc = costante di tempo di raffreddamento L'approssimazione è ben soddisfatta anche dalla condizione al contorno in altre parole la temperatura costante ed uniforme al bordo dell'assorbitore è assicurata dal buon contatto termico con la struttura portante in alluminio della testa. Il modello prevede anche un tempo di trasmissione molto breve (100μs) in confronto del tempo di raffreddamento (100ms). Fig.1 Ponte di misura del bolometro, Rm resistenza di misura (esposta alla radiazione), Rr resistenza di riferimento (schermata) L'efficienza η dell'assorbitore è legata essenzialmente alla riflessione delle radiazioni dalla superficie (fig.2), per estendere la sensibilità del bolometro fino al visibile la superficie è annerita. In seguito si è assunto η =1. Il legame fra aumento di temperatura, aumento di resistenza e conseguente aumento di tensione del ponte di misura è discusso nel prossimo paragrafo della calibrazione. La potenza assorbita in funzione dell’aumento di tensione è data da ⎡1 ⎤ d Pas ( t ) ∝ C ⎢ ΔU p ( t ) + ΔU p ( t )⎥ dt ⎣τ c ⎦ (1.4) ΔUp= variazione della tensione del ponte del bolometro dovuto all'aumento di temperatura Per ottenere la potenza assorbita dal bolometro bisogna differenziare la tensione misurata dell'equazione (1.4). Questo può presentare problemi numerici ed aumentare il rumore non solo per segnali piccoli. Ma questi problemi vengono superati usando una tecnica di filtro digitale. Fig.2 Riflessione di una superficie d’oro nel range spettrale da 400 A° - 4800 A° Caratteristiche dei bolometri di FTU Nr. di bolometri per testa 4 Passo dei bolometri 5.08 mm Area sensibile 4.9 mm2 Risposta spettrale * 0.1 – 200 nm ( 5 eV – 12.5keV) Limite inferiore di rivelazione 10-10 Wm-2 Capacità termica 2*10-3 JC-1 Tempo di raffreddamento τc 100ms Resistenza elettrica 1100 Ω (un ramo) Coefficiente termico α 2.6*10-3 °C-1 Sensibilità 1 - 3 W-1 Tempo di risposta 0.1*10-3 s Drift termico < 10-4 V°C-1 * con la superficie dell’assorbitore nera il range si estende fino al visibile Elementi costruttivi Gli elementi principali del bolometro sono dati in figura 4. Un foglio d'oro assorbe le radiazioni provenienti dal plasma ne segue un aumento di temperatura che causa a sua volta un aumento lineare della resistenza oro posta sul lato opposto del foglio di Kapton. Il foglio isolante assicura sufficiente contatto termico però senza un collegamento galvanico fra l'assorbitore e la resistenza. La resistenza ha la forma di un meandro per coprire tutta la superficie. Le dimensioni dell'assorbitore sono 6mm2 (1,5x4) mentre l’area attiva del sensore, limitata dalla finestra, è solo 4.94mm2 (1.3x3.8). Fig. 3 Testa bolometrica vista frontale, assorbitori anneriti Nel FTU il lato corto del sensore è orientato in direzione poloidale ed il lato lungo in direzione toroidale. Una testa bolometrica contiene 4 bolometri separati, arrangiati in maniera tale da permettere di formare un array di bolometri equidistanti affiancando più teste. Ogni array consiste di 4 teste. 1. resistenza d’oro a forma di meandro 2. assorbitore d’oro 3. resistenza termica d’oro 4. foglio di kapton 5. finestra 6. piastra di copertura in alluminio 7. contatto termico d’oro 8. contattori 9. supporto in aluminio Fig. 4 Sezione schematizzata del bolometro Calibrazione La risposta del bolometro è espressa dalla sua responsività RES che comprende 3 componenti più la costante di raffreddamento τc : S - sensibilità p - parametro del ponte Vgen -tensione di alimentazione del ponte La calibrazione viene effettuata solo con l'applicazione di una potenza elettrica equivalente. Riprendiamo la formula (1.3) che descrive il comportamento termodinamico dell'assorbitore del bolometro ⎡ ΔT dT ⎤ Pabs = C ⎢ + ⎥ dt ⎦ ⎣ τc (2.1) che si può considerare come un’equazione di bilancio termico. Una parte della potenza assorbita contribuisce all'aumento dell'energia (calore) interna (C*dT/dt) dell'assorbitore mentre l'altra parte è ceduta attraverso conduzione termica al supporto del bolometro (C*ΔT/τc). Poiché le temperature in questione sono dell'ordine di grandezza d’alcuni gradi C la radiazione dell’assorbitore stesso non contribuisce al raffreddamento del foglio. Finché il bolometro lavora sotto vuoto la convezione è trascurabile; durante l’immissione gas nella camera da vuoto, il bolometro di misura è raffreddato dal gas mentre il bolometro di riferimento non esposto direttamente al flusso del gas. L’errore dovuto all’immissione del gas è piccolo ma non trascurabile e non uguale per tutti bolometri. Il legame fra resistenza e temperatura della resistenza a forma di meandro è dato da R(T)=Rm1+αT) e la variazione della resistenza ΔR=R(T)-Rm con Rm uguale alla resistenza del ponte non riscaldata. Nel range di temperature di lavoro la resistività dell’oro ha un comportamento lineare con α costante. Fig.5 Resistività dell’oro in funzione della temperatura Ne segue Pabs = C α Rb0τ c dΔ R ⎤ ⎡ ⎢ ΔR + τ c dt ⎥ ⎣ ⎦ (2.2) e per il caso statico dR/dt=0 vale Pstat = C ΔR αRb0τ c (2.3) da questo si può definire la sensibilità S = S= [ ΔR W −1 Rb0 ΔPstat ατ c C che diventa ] estendibile al caso non statico. Ora si ha la potenza assorbita: Pabs = dΔR ⎤ 1 1 ⎡ ΔR + τ c ⎢ dt ⎥⎦ S Rb0 ⎣ (2.4) La misura delle singole resistenze Rb0 del ponte non è possibile in maniera diretta, perché sono collegati insieme, quindi, per trovare il valore, bisogna considerare sia la resistenza del cavo fra la testa e il preamplificatore (ca. 1Ω/m) che le altre tre resistenze del ponte. In fase di produzione del bolometro si è cercato di fare le quattro resistenze del ponte più possibile uguali. Dalle misure risulta che la deviazione non supera 0.5%. La variazione della resistenza ΔR in funzione della tensione misurata sul ponte ΔU è data da ΔR = 4 Rm ΔU U2 (2.5) U2 = tensione di alimentazione del ponte Per il calcolo della sensibilità manca ancora la misura del rapporto ΔR/ΔP che si ottiene con il circuito riportato in figura 6. Inizialmente si applica una tensione U1=0.5V al ponte (non il ponte del bolometro) e si equilibra il ponte (ΔU=0) con la resistenza variabile Radj. In seguito si applica una tensione U2=5V al ponte. In questa maniera si dissipa due potenze differenti simulando così un irraggiamento. Dai valori U1, U2, ΔU e Rm si può calcolare ΔR e ΔP. Fig. 6 Circuito usato per la calibrazione “in-situ” l’aumento della temperatura è dato da ΔT = ΔR α Rm ( (2.6) ΔP = U 22 − U 12 ) 4 R1 (2.7) m Ora ci sono tutti gli elementi per calcolare la responsività RES = 4 U gen ΔU 2 ΔP U 1 [VW ] −1 (2.8) Ugen è la tensione applicata al ponte del bolometro durante l’esercizio (20V). Nota: questo risultato ne tiene conto della resistenza Rc dei cavi che comporta una sottovalutazione di ca. 5%. La determinazione del tempo di raffreddamento τc: Un metodo molto semplice per determinare la costante di tempo del bolometro è l’uso di una disruzione del plasma che equivale ad una brusca fine delle radiazioni. Graficando il segnale su una scala logaritmica si ottiene immediatamente τc. Fig. 7 Segnale di un bolometro dopo una disruzione per determinare τc Testa 1 Rm1 Rm2 Rr1 Rr2 τc RES PTS 011 ohm ohm ohm ohm ms V/W CH 1 885.7 883.4 875.5 874.2 99 30.48 CH 2 889.0 890.8 875.1 875.5 116 31.62 CH 3 878.2 897.0 872.0 870.1 149 34.92 CH 4 903.3 903.5 887.3 888.6 113 35.55 CH 5 987.7 984.9 986.1 984.7 90 24.41 CH 6 997.3 998.8 992.6 992.5 90 24.42 CH 7 996.0 997.8 988.6 986.9 93 25.02 CH 8 971.8 970.8 967.6 967.5 90 24.76 Testa 2 PTS 017 Testa 3 PTS 014 CH 9 936.0 934.7 927.7 927.3 93 24.40 CH 10 883.3 909.6 885.9 883.2 96 24.34 CH 11 906.4 908.2 901.6 900.2 96 24.46 CH 12 888.8 888.6 890.4 890.4 96 23.03 CH 13 1009.2 1008.5 1002.7 1001.7 113 28.77 CH 14 997.8 998.5 993.9 994.9 110 25.98 CH 15 960.7 986.6 985.2 984.1 107 25.25 CH 16 985.3 959.4 970.2 970.5 110 24.69 Testa 4 PTS 034 Calibrazione delle teste array orizzontale Controllo della bontà della calibrazione: Un semplice metodo per ottenere la potenza totale irraggiata consiste nel sommare gli integrali di linea dei 16 canali orizzontali e moltiplicarli per due (l’array dei bolometri copre solo un raggio del plasma). Per scariche cosiddette “detached” tutta la potenza ohmica è irraggiata e nessuna potenza è depositata sul limiter tramite convezione o conduzione. La tabella dimostra un buon accordo fra potenza ohmica e potenza totale irraggiata misurata per alcuni spari con plasma staccato dal limiter. # sparo Pohm [kW] Prad [kW] 7997 1000 1000 8131 800 800 8152 1350 1330 8154 1400 1350 Elettronica La variazione della resistenza del bolometro deve essere misurata e trasmessa al sistema d’acquisizione dati. Come visto dall’equazione 2.4 si ottiene l'intensità della potenza irradiata misurando la tensione del ponte e la sua derivata temporale. Il complesso elettronico provvede di compensare il segnale di offset, di amplificare e filtrare il segnale e di isolare galvanicamente la massa dell'acquisizione dalla massa della camera da vuoto del FTU. L’elettronica si basa sul principio di un circuito ponte non perfettamente in equilibrio, alimentato da una tensione alternata e da un circuito di demodulazione sincrona e successiva amplificazione e filtraggio del segnale Un generatore fornisce una tensione stabilizzata, sinusoidale pura di 20 Vpp – 19,8 kHz per alimentare i quattro ponti di una testa bolometrica. L’uscita del generatore è complementare per evitare problemi con modi comuni. Il segnale all’uscita del ponte, che è la somma del segnale stimolato dalla radiazione e della tensione di offset, è amplificato in un primo amplificatore differenziale e dopo sottratto l’offset. In fine viene rettificato sincrono con la frequenza dell’alimentazione del ponte. Un ultimo filtro passa-basso con frequenza di taglio selezionabile sopprime la frequenza portante e restaura il segnale di modulazione che poi rappresenta l’informazione desiderata. Il fattore d’amplificazione globale è G = 2 g . Il fattore g è selezionabile fra otto valori ( 20, 50, 100, 200, 500, 1000, 2000, e 5000), mentre la frequenza di taglio dei filtri ha solo due valori alternativi ( 100 e 500 Hz). L’impostazione dei valori è programmabile ed avviene da sistema CAMAC via GPIB interfaccia. La sezione del preamplificatore è isolata dalla massa della rete ed è collegato direttamente con un cavo di basso rumore con la testa bolometrica situata nella camera da vuoto. Lo schermo del cavo è collegato con la massa della camera da vuoto. La capacità del cavo insieme con la resistenza del bolometro introduce uno sfasamento del segnale che deve essere compensato secondo la lunghezza (15m) del cavo (Reference Phase Adjustment). Anche l’alimentazione è isolata galvanicamente dalla massa e tutti ingressi e uscite dei segnali sono isolati con accoppiatori ottici.. Il segnale d’uscita è trasmesso via fibra ottica all’amplificatore principale. La tensione di isolamento del sistema è di 2 kV. Fig. 8 Elettronica per l’acquisizione del segnale bolometrico Stima del segnale Per la stima del segnale si assume che la superficie del bolometro sia normale alla corda di vista, che il plasma sia approssimato da un cilindro e che l'angolo solido del bolometro sia piccolo. Una scarica tipica di FTU deposita ca 1MW di potenza ohmica nel plasma di cui la metà viene emesso sotto forma di perdite radiative, vale a dire 500kW. Con una superficie totale del plasma FTU di ca 2 2 Ap= 10m si ottiene una densità di emissione superficiale Pp/Ap=5W/cm . La potenza ricevuta dalla considerato un’emissione della 3 2 superficie del bolometro Ar = 50*10- cm , potenza superficiale sotto un angolo solido di 2π, è Por=0.5W*Pp/Ape, che, con i dati di FTU, diventa Por = 68 μW . Con un valore tipico della calibrazione si ha un aumento della temperatura di ΔT = 0.03°C, un aumento della resistenza ΔR = 82 μΩ ed un segnale di ΔV = 1.4 mv. Se si vuole misurare una variazione di 10% del segnale statico con una precisione di 10% occorre che l'errore di misura sia al di sotto del 1% che corrisponde ad un segnale di alcuni μV. Da questo si può intuire che il preamplificatore deve aver alte prestazioni. L'elettronica si basa sul principio di un circuito ponte alimentato da una tensione alternata e da un circuito di demodulazione sincrona e successiva amplificazione e filtraggio del segnale. Un generatore fornisce una tensione stabilizzata sinusoidale pura di 20 Vpp - 19,8 kHz per alimentare i quattro ponti di una testa bolometrica. L'uscita del generatore è complementare per evitare problemi con i modi comuni. Il segnale all'uscita del ponte, che è la somma del segnale stimolato dalla radiazione e del segnale di offset, è amplificato in un primo amplificatore differenziale e successivamente l'offset è sottratto il segnale . Filtrato ed amplificato ( g selezionabile da 20 a 5000 ) il segnale è rettificato sincrono con la frequenza dell'alimentazione del ponte. Un ultimo filtro passa basso con una frequenza di taglio selezionabile sopprime la frequenza portante e restaura il segnale di modulazione che poi rappresenta l'informazione desiderata. Il fattore di amplificazione globale G = 2 g. La sezione del preamplificatore è isolata dalla messa della rete ed è collegato direttamente con un cavo di basso rumore alla massa di FTU. Le alimentazioni sono isolate galvanicamente e tutti gli ingressi sono isolati con accoppiatori ottici. Il segnale d'uscita è trasmesso via fibra ottica all'ampli-ficatore principale. La tensione di isolamento del sistema è 2kV. La dinamica è limitata essenzialmente dal rumore di fondo prodotto da disturbi magnetici di pick-up, da segnali di microfonia dei contatti a molle e dal segnale dovuto al cambiamento del raffreddamento convettivo durante l'immissione gas che non risulta completamente compensato dal ramo di riferimento del bolometro. Camera bolometrica La camera bolometrica equatoriale montata sul port #5 non è precisamente equatoriale bensì inclinato di 24 gradi e vede un raggio inferiore del plasma. La camera verticale è montato sul port verticale superiore #3 come si vede in figura 9. I 16 canali verticali coprono il raggio esterno del plasma da 0 a 32 cm. Fig. 9 Camera orizzontale e verticale Fig. 10 Geometria bolometro-fenditura-plasma Sia la camera equatoriale sia la camera verticale sono costituiti da una fenditura rettangolare posto fra il plasma e il piano dei bolometri. Per l'ottimizzazione della geometria di rivelazione si considera immagine lineare del plasma proiettato sul piano dei rivelatori come mostrato in figura 10. La testa bolometrica impone come costanti i seguenti valori: l'estensione poloidale dell'area sensibile Rp= 1.3 mm l'estensione toroidale dell'area sensibile Rt= 3.8 mm il passo poloidale dei rivelatori ΔRP= 5.08 mm Un vincolo dovuto alla risoluzione spaziale desiderata di ΔPP= 20 mm A prescindere dalle limitazioni dati dalle dimensioni del port rimangono 3 variabili liberi: la distanza plasma-fenditura L la distanza fenditura-piano rivelatore D l'apertura toroidale della fenditura FT Il passo dei bolometri e la risoluzione spaziale fissano il rapporto d'immagine D/L = DRP/DPP e l'apertura poloidale della fenditura è data F P = ΔPp D D+L (5.1) L'apertura toroidale dipende da una valutazione del segnale aspettato dalle radiazioni tenendo presente che l'estensione toroidale introduce un errore nella risoluzione poloidale. Il campo visivo del rivelatore riferito al raggio minore del plasma può essere diviso in tre zone distinte: a) zona sensibile di estensione poloidale massima D + L+ ap PP max = D + ap (FP + R P ) + R P (5.2) b) zona poloidale intermedia che si estende fino a metà della sensibilità massima (FWHM) HPP = D + L+ ap D + ap FP (5.3) c) zona poloidale minima di sensibilità massima e costante Pp min = D + L+ ap D + ap (F P − Rp )− Rp (5.4) Sia per i bolometri orizzontali che verticali vale: Fp = 5,1mm Rp = 1,3 mm Per i bolometri orizzontali vale: ap = D Fp Rp (5.5) −1 ap = 0,11 Per un confronto dei segnali bolometrici indipendente dalla geometria della camera bolometrica occorre definire una grandezza che dipende solo dal parametro d'impatto. La potenza nell'intervallo spettrale e mediato nel tempo di campionamento che attraversa l'area elementare da e confinato nel cono dW è dato dP(n,p)=I(n,p) dWdadn Integrando sull'area sensibile del rivelatore e su tutte le frequenze rivelate si ha per l'intensità incidente totale I ( p) = Pinc A cos α cos β Ω riv [Wm −2 ster −1 ] (5.6) dove A è l'area sensibile del bolometro, α è l'angolo di inclinazione della corda rispetto alla normale della superficie del rivelatore, β è l'angolo di inclinazione della corda rispetto alla normale del piano della fenditura e Ω è l'angolo solido di accetanza del bolometro (fig.: 5.4). Il segnale fornito dal bolometro è direttamente proporzionale all'integrale di linea lungo la corda di vista dell'emissività locale del plasma. I ( p) ∞ Ω riv ε ( r )dl 4π ∫ [Wm ] −3 (5.7) Ogni canale bolometrico ha una corda diversa e quindi una lunghezza diversa che dipende dalla posizione della corda rispetto al centro plasma definito dal parametro d'impatto p. Nel FTU superfici di flusso possono essere assunte circolari; in coordinate cartesiane si hanno l'equazione della circonferenza r2+z2=a2, l'equazione della corda di vista z = m(r-r0) e il parametro d'impatto p = r0sinγ e con dl = da 1 + m 2 dl = a a 2 − p2 si ricava (5.8) dr Fig. 11 Approssimazione delle corde di vista Assumendo una simmetria circolare e una configurazione di corde parallele si ha per la potenza irraggiata semplicemente Prad = 2πR∑ l pol I i (5.9) i la sommatoria su tutte le corde fornisce il volume V = 2 ⋅ 2πR ∑ l pol ∫ dl corde e l’intensità misurata dall’i-esima corda è Ii = l i tor ⋅l i pol Ω iriv ⋅ 4π li ∫ε i ( r )dl (5.10) 0 ogni elemento emette i 4π direzioni mentre il rivelatore riceve solo la ∫ ε dl = l i tor Ω riv parte 4π 4π Ii ⋅ l pol Ω riv (5.11) ____________________ Prad = 2 ⋅ 2π 4πR l tor ⋅ Ω riv ∑I (5.12) i i La parte dell’elaborazione dei segnali si trova nel sito: http://efrw01.frascati.enea.it/~apruzzes/Pdf/Rapporto_bolo.pdf I canali più importanti per l’utente della bolometria: Canali senza elaborazione %e.BOLODI.c Canali elaborati Unità [V] Commento Integrale di linea verso il tempo ( c = numero del canale bolometrico 1-31 ) Unità Commento %e.BOLOVT (c,n) [Wm ] %e.BOLEL (i,t) [Wm-3] Integrale di linea della potenza vs. il tempo (c = canale 1-31, n = fattore di smoothing) Integrale di linea vs. il parametro d’impatto -2 %e.BOLQEL(i,t) [Wm-3] %E. BOLEQEL(i,l, t) [Wm-3] %e.BOLQSEL(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLFIT(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLQFIT(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLQSFIT(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLPRADT [W] %e.BOLPRAD(i,n) [W] %e.BOLPR(i,l,n) [W] %e.BOLQPR(i,l,n) [W] %e.BOLOPROV(t) [Wm-2] %e.BOLOPROH(t) [Wm-2] %e.BOLOPLOH %e.BOLOPLOV (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, t = tempo dell’inversione), serve per la valutazione del numero di armoniche ottimale Integrale di linea vs. il parametro d’impatto , i raggi sono dati dal codice d’equilibrio, serve per la valutazione del numero di armoniche ottimale Integrale di linea vs. il parametro d’impatto ottenuto con il codice equilibrio-inversione (versione vecchia) (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, t = tempo dell’inversione, l = numero di armoniche 1-5 ) Integrale di linea vs. il parametro d’impatto ottenuto con il codice equilibrio-inversione (versione nuova EQUINVS), (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, t = tempo dell’inversione, l = numero di armoniche 1-5 ) Fit del profile non invertito vs. il parametro d’impatto, serve per la valutazione del numero di armoniche ottimale (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, t = tempo dell’inversione, l = numero di armoniche 1-5 ) Fit del profile non invertito vs. il parametro d’impatto, dato dal codice di equilibrio, serve per la valutazione del numero di armoniche ottimale (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, t = tempo dell’inversione, l = numero di armoniche 1-5 ) Fit del profile non invertito vs. il parametro d’impatto, dato dal codice di equilibrio (versione nuova EQINVS), serve per la valutazione del numero di armoniche ottimale (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, t = tempo dell’inversione, l = numero di armoniche 1-5 ) Potenza totale irradiata vs. tempo (contributo orizzontale + verticale) Potenza tot. irradiata ( i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, n = fattore di smoothing 0-5) Potenza irradiata vs. tempo, l’integrale dell’emissività ottenuta con l’inversione di Zernike, raggio minore= 0.3m, raggio maggiore 0.965m (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, l = numero delle armoniche per l’inversione 15, n = smoothing, default n = 3) Potenza irradiata vs. tempo, l’integrale dell’emissività ottenuta con l’inversione di Zernike, raggio minore e posizione del plasma dal codice di equilibrio (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, l = numero delle armoniche per l’inversione 1-5, n = smoothing, default n = 3) Profilo non invertito dell’integrale di linea array verticale vs il numero del canale (t = tempo del profilo) Profilo non invertito dell’integrale di linea array orizzontale vs il numero del canale (t = tempo del profilo) Plot delle corde di vista orizzontale Plot delle corde di vista verticale %e.BOLOVR(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLEQVQ(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLQSVQ(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLEQPT(i,l,t) [W] %e.BOLEQPR(i,l,n) [W] %e.BOLQVR(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLEQVR(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLQSVR(i,l,t) [Wm-3] %e.BOLPLOTH %e.BOLPLOTV %e.FLOS [%] %e.FLOSH [%] %e.FLOSV [%] %e.BOLPRR(i,l,r) [W] Profilo radiale di emissività ottenuto con l’inversione di Zernike, il plasma centrato – raggio minore = 30cm (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, l = numero delle armoniche per l’inversione 1-5, t = tempo del inversione) Profilo radiale di emissività vs qpsi ottenuto con l’inversione di Zernike, raggio minore e posizione del plasma dal codice di equilibrio(i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, l = numero delle armoniche per l’inversione 15, t = tempo dell’inversione) Profilo radiale di emissività vs qpsi ottenuto con l’inversione di Zernike, raggio minore e posizione del plasma dal codice di equilibrio nuova versione (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, l = numero delle armoniche per l’inversione 1-5, t = tempo dell’inversione) Potenza irradiata ad un tempo (t) dato ottenuto con l’inversione di Zernike, raggio minore e posizione del plasma dal codice di equilibrio, (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, t = tempo dell’inversione) Potenza irradiata vs tempo ottenuto con l’inversione di Zernike, raggio minore e posizione del plasma dal codice di equilibrio, è la somma di tutti i profili (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, l = numero delle armoniche per l’inversione 1-5, n = smoothing, default n = 3) Profilo radiale di emissività vs raggio maggiore ottenuto con l’inversione di Zernike, raggio minore e posizione del plasma dal codice di equilibrio(i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, l = numero delle armoniche per l’inversione 15, t = tempo dell’inversione) Profilo radiale di emissività vs raggio maggiore, raggio minore e posizione del plasma dal codice di equilibrio (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, l = numero delle armoniche per l’inversione 1-5, t = tempo dell’inversione) Profilo radiale di emissività Plot delle corde di vista dei canali orizzontali (1-16) Plot delle corde di vista dei canali verticali (17-31) Perdite radiative totali in rapporto con la potenza di input Perdite radiative misurate con i bolometri orizzontali in rapporto con la potenza di input Perdite radiative misurate con i bolometri verticali in rapporto con la potenza di input Potenza parziale irradiata (i = 0 orizzontale, i = 1 verticale, r = raggio limite)