Linguistica applicata Semantica e pragmatica in prospettiva interculturale Parte sesta – Universali semantici, traducibilità, cultural scripts: il Natural Semantic Metalanguage di Anna Wierzbicka e Cliff Goddard Introduzione: il problema della “traducibilità” dei significati --- Se nella semantica e nella cognizione si possono identificare sia aspetti universali che aspetti language-specific e culture-specific, si pone il problema di quanto siano “trasponibili” i concetti e i significati da una lingua all’altra. --- Due posizioni opposte: 1) significati e concetti NON possono essere trasposti da una lingua all’altra se non a costo di gravi perdite di “specificità” e imprecisioni; 2) esiste un nucleo di concetti universali, che possono essere espressi linguisticamente con strategie “semplici” in tutte le lingue, e che garantiscono, se non la traducibilità, almeno la possibilità di parafrasare concetti language-specific e culturespecific in una lingua diversa. Il Natural Semantic Metalanguage (NSM) --- La posizione 2) è incarnata dall’approccio noto come Natural Semantic Metalanguage, sviluppato da Anna Wierzbicka e Cliff Goddard, che mira a salvaguardare la specificità culturale dei significati e, al tempo stesso, propone un sistema universale di rappresentazione degli stessi basato sull’individuazione di: a) un nucleo di primitivi semantici; b) un insieme di regole di spiegazione semantica (semantic explications) che combinano insieme i primitivi e permettono di rendere conto dei significati language-specific di parole e costruzioni grammaticali; c) una insieme di cultural scripts che permettono di rendere conto dei valori e delle attitudini culture-specific connesse ai significati delle parole. Il Natural Semantic Metalanguage L’assunto di base del NSM è che i significati delle parole complesse possono essere definiti utilizzando parole più semplici da comprendere: queste parole più semplici costituiscono i primitivi semantici, concetti irriducibili ad altri concetti, che si combinano insieme, seguendo una grammatica specifica, in espressioni complesse che rappresentano delle “parafrasi riduttive” (reductive paraphrases) dei significati complessi. Il Natural Semantic Metalanguage Un esempio: il significato del verbo kill Il Natural Semantic Metalanguage Un esempio: il significato del verbo break Il Natural Semantic Metalanguage Un esempio: il significato dell’aggettivo envious: Il Natural Semantic Metalanguage These explications should underscore the point that although the NSM approach can be seen as a classical approach to semantics in some respects, especially in its commitment to semantic description in discrete propositional terms, it is quite unlike other so-called classical approaches to semantics. First, NSM explications are not lists of necessary conditions, or bundles of semantic features. They are essentially texts composed in a specified minimal subset of ordinary language. Second, the NSM approach is not linked in any way with so-called “objectivism”, i.e., the view that linguistic expressions get their meaning from correspondences with aspects of an objective, language-independent reality… Il Natural Semantic Metalanguage … On the contrary, the proposed NSM metalanguage contains sundry elements which are inherently subjective, vague, and evaluational (such as, for example, LIKE and GOOD). Third, it is entirely possible to incorporate conceptual prototypes, scenarios, and so on, within NSM explications (C. Goddard, 2002. The search for the shared semantic core of all languages. In C. Goddard & A. Wierzbicka (eds). Meaning and Universal Grammar - Theory and Empirical Findings. Volume I. Amsterdam: John Benjamins. p. 8) Il Natural Semantic Metalanguage I primitivi semantici sono concetti semplici ed intuitivamente intellegibili, che hanno un fondamento nell’esperienza quotidiana di ciascun parlante, e che non possono a loro volta essere ridotti a altri significati semplici. Ciascun primitivo semantico ha un insieme di proprietà sintattiche che servono a combinarlo con altri primitivi, formando una sorta di mini-linguaggio con le sue regole grammaticali, che è alla base delle parafrasi riduttive come quella dei verbi kill e break e dell’aggettivo envious, e che può essere utilizzato per “parafrasare” tutti i significati complessi. Il Natural Semantic Metalanguage Il Natural Semantic Metalanguage I primitivi semantici possono essere concepiti come universali lessicali (cioè lessemi presenti in tutte le lingue del mondo), purché si dia a “lessicale” un significato ampio: i significati della tabella precedente non devono essere necessariamente realizzati da “parole” in ogni lingua, ma possono essere realizzati da “frasemi” (unità più ampie di una singola parola, sintagmi) o da morfemi (unità inferiori a una singola parola). Ad esempio in inglese un primitivo semantico come a long time è espresso da un frasema, mentre il primitivo semantico because prende la forma di un suffisso (-nguru) nella lingua australiana yankunytjatjara (e in molte altre lingue australiane). Il Natural Semantic Metalanguage --- Come si individua un primitivo semantico? Secondo Wierzbicka e Goddard è essenziale adottare dei criteri rigorosi per mostrare che un dato concetto è un primitivo semantico. Il primo criterio è quello della sua “irriducibilità” ad altri concetti. --- Prendiamo il verbo say: come possiamo definire il significato di questo verbo e come facciamo a stabilire che si tratta di un primitivo semantico? Il Natural Semantic Metalanguage --- Una definizione da dizionario (ad es. verbally express sth) non funziona, perché utilizza termini più complessi del termine da definire; --- una frase come Mary said something potrebbe essere parafrasata, utilizzando altri primitivi semantici, nel modo seguente: Mary did something, because she wanted me to know something; anche questa parafrasi però non funziona, perché le azioni che si possono compiere perché si vuole informare qualcuno di qualcosa sono molte, e quindi say non è l’unico concetto che soddisfa la parafrasi; Conclusione: say è un primitivo semantico perché è irriducibile ad altri concetti. Ma non basta… Il Natural Semantic Metalanguage “The challenge consists not in proposing a list of candidates, but in justifying it.” (Wierzbicka 1992: 11) Criteri: (1) irriducibilità ad altri concetti (v. sopra); (2) ruolo di un concetto nel definire altri concetti; (3) criterio “cross-linguistico”: a) candidates for the status of innate and universal human concepts should ‘prove themselves’ in extensive descriptive work involving many different languages of the world (genetically and culturally distant from one another); b) the concepts which have ‘proved themselves’ as building blocks in definitions should also prove themselves as lexical universals, that is, as concepts which have their own ‘names’ in all the languages of the world (Wierzbicka 1992: 12) Il Natural Semantic Metalanguage In quanto primitivo semantico, say può essere utilizzato per parafrasare altre parole, come ask, criticize, apologize, demand, ecc.: Mary asked me something Parafrasi: Mary said something to me, because she wanted to know something; she wanted me to say something because of this. Il Natural Semantic Metalanguage --- Il significato di say è necessario per definire un ampio insieme di altri significati (ask, persuade, apologize, curse ecc.); lo stesso non si può dire, ad esempio, del significato lessicalizzato nel verbo inglese persuade; --- Il significato di say è notoriamente presente, come parola indipendente o come morfema, in tutte le lingue del mondo (non esistono lingue che non abbiano un modo semplice di veicolare il significato say, mentre esistono lingue che non hanno un modo semplice di veicolare il significato persuade). Un problema: la polisemia Due problemi specifici che nascono nell’individuazione dei primitivi semantici sono connessi alla polisemia: (i) quando si cercano nelle lingue del mondo le parole che incarnano i primitivi semantici, non è sempre facile capire se le parole individuate hanno come significato primario quello che corrisponde al primitivo semantico o un altro significato; (ii) i primitivi semantici sono identificati con termini dell’inglese, ma in linea di principio potrebbero essere espressi in qualsiasi lingua; dato che alcune delle parole inglesi utilizzate sono polisemiche, è opportuno specificare quale dei tanti significati della parola inglese utilizzata rappresenta un primitivo semantico. Un problema: la polisemia Per affrontare il primo problema i teorici del NSM hanno predisposto delle liste di polisemie frequenti che coinvolgono gli universali lessicali: quando in una lingua troviamo un termine che presenta un tipo di polisemia come quelli attestati nella tabella seguente, possiamo essere sicuri che il significato di base del termine è quello che coincide con il primitivo semantico che si sta cercando di identificare: Un problema: la polisemia Il secondo problema si risolve specificando esattamente il significato dei primitivi semantici attraverso una sorta di mini-grammatica che specifica in quali contesti questi termini possono comparire: NSM: applicazioni La descrizione del significato attraverso i primitivi semantici si complica quando si descrive il significato di termini più complessi come quelli che indicano emozioni e sentimenti (joy, remorse, sad, ecc.). Prendiamo il caso di sad: NSM: applicazioni La “spiegazione riduttiva” del significato di sad attraverso i primitivi semantici può sembrare semplicistica, eppure è in grado di cogliere le differenze di significato sottili tra sad e unhappy NSM: applicazioni NSM: applicazioni Attraverso le spiegazioni riduttive si possono cogliere anche le variazioni di significato di un termine nel corso del tempo. Ad esempio si può definire friend nel suo significato attuale, e nel significato che il termine aveva nella letteratura settecentesca e romantica, in cui designava un legame affettivo più vicino all’amore. NSM: applicazioni Friend (present-day English) I think about this person like this: I know this person well when I do things with this person, I feel something good when I am with this person, I feel something good I know that this person thinks the same about me *** Friend (18th and 19th century English) I think about this person like this: I know this person well when I do things with this person, I feel something good when I am with this person, I feel something good I know that this person thinks the same about me I want this person to know how I feel I want this person to know what I think about things I want to do good things for this person NSM: le “molecole” semantiche Secondo i teorici del NSM, alcuni concetti (come quelli che riguardano le emozioni, i sentimenti) sono semanticamente più semplici di altri concetti perché possono essere definiti utilizzando esclusivamente primitivi semantici, mentre altri concetti (ad esempio quelli relativi agli animali o ai manufatti) richiedono un passaggio in più. Questo passaggio in più richiede quelle che i teorici del NSM chiamano “molecole semantiche”. Le molecole semantiche sono definite come “concetti di secondo livello”, oppure come “packets of semantic components that exist as meanings of lexical units” NSM: le “molecole” semantiche Un esempio di molecola semantica: make NSM: le “molecole” semantiche Un esempio di molecola semantica: animal NSM: le “molecole” semantiche Un esempio di molecola semantica (animal) utilizzata nella spiegazione riduttiva di un concetto (cat) … NSM: le “molecole” semantiche Le “molecole” semantiche più tipiche includono: • body-part terms (hands, head, ears, eyes, mouth, hairs, fur, feet, tail, claws) • physical descriptors of various kinds (long, round, pointed, sticking out, soft, stiff, sharp, shiny) • bodily actions and postures (eat, climb, jump, fight, etc.) NSM in prospettiva interculturale The metalanguage of semantic primes can be used not only for lexical and grammatical semantics, but also as a notation for writing cultural scripts, that is, hypotheses about culturally shared assumptions, norms, and expectations that help regulate interaction in different cultural settings. By using simple crosstranslatable expressions, this approach to cultural pragmatics (or ethno-pragmatics) avoids the implicit terminological ethnocentrism of conventional approaches that rely on complex technical and/or English-specific descriptors. Cultural scripts written in semantic primes aim to present an insider perspective on cultural norms in terms that are accessible to outsiders. The NSM metalanguage can also be used to spell out the meanings conveyed by nonverbal signals, such as facial expressions, gestures, and body postures (C. Goddard, “Natural Semantic Metalanguage”, in K. Brown [ed.] 2006, Encyclopedia of Language and Linguistics) NSM in prospettiva interculturale Un esempio: someone X lied to someone Y: someone X said something to someone else Y this someone knew that it was not true this someone said it because he/she wanted this other someone to think that it was true people think that it is bad if someone does something like this Questa parafrasi riduttiva di lie è in grado di incorporare gli elementi culture-specific e gli aspetti “valutativi” del concetto lie. NSM in prospettiva interculturale Un altro esempio: il concetto giapponese di amae someone X feels amae (towards Y) at this time: someone X thinks like this at this time (about someone Y): “this someone can do good things for me this someone wants to do good things for me when I am with this someone, nothing bad can happen to me I want to be with this someone” because of this, this someone feels something good at this time like someone can feel when they think like this NSM in prospettiva interculturale Le definizioni dei dizionari bilingui di amae sono estremamente più imprecise e generiche: to lean on a person’s good will to depend on another’s affection to act lovingly towards to presume upon to take advantage of to behave like a spoilt child be coquettish trespass-on take advantage of behave in a caressing manner towards a man to speak in a coquettish tone encroach on (one’s kindness, good nature, etc.) presume on another’s love coax NSM in prospettiva interculturale: i cultural scripts I primitivi semantici possono essere utilizzati anche per quelli che Goddard e Wierzbicka chiamano cultural scripts: “Cultural scripts” are a way of spelling out different “local” conventions of discourse using the metalanguage of universal semantic primes. Using this method, cultural norms can be spelt out with much greater precision than is possible with technical labels such as “direct”, “polite”, “formal” and so on. Because they are phrased in simple and translatable terms, the danger of ethnocentric bias creeping into the very terms of the description is minimised. NSM in prospettiva interculturale: i cultural scripts Cultural scripts are not intended to provide an account of real life social interactions. Rather they are intended as descriptions of commonly held assumptions about how “people think” about social interaction. Because people bring these assumptions with them into everyday interactions, cultural scripts influence the form taken by particular verbal encounters but they do not in any sense determine individual interactions. Individuals can and do vary in their speech behaviour. The claim of the cultural scripts approach is merely that the scripts form a kind of interpretive background against which individuals position their own acts and those of others. (dalla Natural Semantic Metalanguage Homepage, www.une.edu.au/bcss/linguistics/nsm/) NSM in prospettiva interculturale: i cultural scripts Un esempio di cultural script relativo alla cultura giapponese (per quanto non sia esclusivo di quest’ultima), che spiega la tendenza tipica dei giapponesi a scusarsi di continuo: many people think like this: when something bad happens to someone because I did something, I have to (= can’t not) say something like this to this someone: “I feel something bad because of this” I have to (= can’t not) do something because of this NSM in prospettiva interculturale: i cultural scripts Un altro esempio di cultural script relativo alla cultura anglosassone, che ha a che fare con il concetto di autonomia personale e libertà decisionale: many people think like this: when someone does something, it is good if this someone can think like this: “I am doing this because I want to do it” NSM in prospettiva interculturale: i cultural scripts Qual è l’utilità dei cultural scripts? --- In primo luogo, permettono di descrivere un comportamento o una norma tipici di una cultura in maniera molto più dettagliata di quanto sarebbe possibile utilizzando, ad esempio, un verbo come scusarsi o apologize. --- In secondo luogo, mentre apologize implica l’ammissione di aver compiuto qualcosa di negativo, il cultural script specifica che non è l’aver compiuto qualcosa di negativo, come avviene ad esempio nella cultura anglosassone, a spingere il parlante giapponese a “scusarsi”, ma la percezione che il proprio comportamento possa creare danno all’interlocutore. NSM in prospettiva interculturale: i cultural scripts Qual è l’utilità dei cultural scripts? --- Inoltre, è opportuno ricordare che i cultural scripts non sono modelli a cui i parlanti di una data lingua sono “obbligati” a adeguarsi. Essi possono anche essere messi in dubbio, sovvertiti, sfidati: quello che importa è che “whether or not cultural scripts are being followed in behavioural terms, however, the claim is that they constitute a kind of shared interpretive background”