Luglio 2010 - Workshop

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Luglio 2010 - Workshop
LA SESSUALITA’ FEMMINILE/L’ETA’ FERTILE
Luglio 2010 - www.neutromed.it
Workshop | LA SESSUALITA’ FEMMINILE/L’ETA’ FERTILE
Uomini e donne, quanto siamo diversi!
I sessuologi, per spiegare le differenze che si osservano nel comportamento sessuale e nei fenomeni sessuali dell’uomo e della donna,
sostengono che “l’amore dell’uomo va dai sensi all’anima, mentre quello della donna va dall’anima ai sensi”: come dire che l’uomo reagisce prima agli stimoli sensoriali, ama e poi costruisce un mondo ideale su quest’amore, mentre la donna deve essere prima
conquistata e convinta nella sua sfera emotivo-razionale per poter poi raggiungere l’amore e il piacere come risultanti complesse del
suo mondo psichico. Ciò spiega perché l’attività sessuale maschile, così dal punto di vista psicologico come da quello fisiologico, è più
rapida e impetuosa e più strettamente subordinata allo stimolo erotico, mentre quella femminile ha bisogno di tempi più
lunghi affinché le fasi ad essa collegate (sono 4: desiderio, eccitazione, orgasmo e risoluzione) possano svolgersi nel modo più soddisfacente.
Stimoli visivi, tattili, uditivi, olfattivi, pensieri e fantasie sessuali, insieme con una predisposizione emotivo-affettiva,
sono tutti requisiti indispensabili per ispirare nella donna il desiderio, a volte così irresistibile da rappresentare una sorta di droga
naturale. A scatenarlo, infatti, è una sostanza simile alla cocaina, la dopamina, prodotta e dosata dal cervello stesso, che invade la mente,
permette di vivere con passione intensa un amore e provare un piacere travolgente.
Se desidera, la donna si eccita: la vagina si dilata e si lubrifica per prepararsi alla penetrazione. Per la maggior parte delle
donne, il clitoride è la zona sessualmente più sensibile al punto che, se è stimolato nella maniera appropriata, la donna può eccitarsi
moltissimo fino a raggiungere l’orgasmo. Tuttavia, anche la stimolazione di altre zone del corpo può essere molto eccitante: palpebre,
orecchie, collo, capelli, labbra, pelle, seni, il corpo femminile, a differenza di quello maschile, è tutto erogeno.
All’eccitazione dovrebbe seguire l’orgasmo, e cioè una sensazione unica e soggettiva, data da una serie di contrazioni involontarie dei
muscoli vaginali, e interni al bacino, unitamente ad una sorta di “scarica” sempre muscolare risalente più o meno lungo tutta la colonna
vertebrale. La donna normalmente raggiunge il suo orgasmo dopo l’inizio di quello maschile; talvolta ha più orgasmi
in un tempo relativamente breve, talvolta raggiunge solo una parvenza di orgasmo e non di rado ne rimane completamente priva.
Alla fine segue una fase di rilassamento muscolare e di benessere generale, è il momento in cui il corpo, dopo l’eccitamento sessuale e l’orgasmo, ritorna allo stato normale. Molte donne possono sentirsi subito pronte ad eccitarsi di nuovo e a raggiungere un altro
orgasmo, mentre di solito l’uomo ha bisogno di un periodo, se così si può dire, di “ricarica”, variabile con l’età.
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Sesso è piacere?!?
E’ sicuramente una certezza condivisa che i piaceri della vita favoriscono il tono dell’umore, il senso di benessere e di soddisfazione personale e contribuiscono ad incrementare la qualità della nostra vita personale e interpersonale. Tra i piaceri, forse il primo cui la maggior parte di noi pensa è il sesso. Eppure le conclusioni del Sexual
Wellbeing Global Survey, che ha coinvolto oltre 26mila persone intervistate in 26 paesi del mondo, sono sconcertanti! Il piacere sessuale femminile? Quasi inesistente. Fra le donne, infatti, solo il 32% raggiunge
sempre l’orgasmo, mentre per il 17% il piacere sessuale è un emerito sconosciuto.
Le cause? La soddisfazione sessuale non è legata solo alla componente emotiva, ma dipende largamente dall’assenza di dolore e di problematiche sessuali. Le disfunzioni sessuali possono riguardare tutti
gli aspetti della vita sessuale: puoi essere tu a non provare desiderio, eccitazione ed orgasmo o sentire dolore durante il rapporto, può accadere che invece sia lui a non controllare la sua eiaculazione, ad avere difficoltà di erezione, o un crollo del desiderio. Se questi problemi continuano a presentarsi, senza tentare di risolverli, compaiono
progressivamente anche altri atteggiamenti negativi: un atteggiamento reciproco di malumore fino ad arrivare a evitare qualsiasi approccio sessuale (coccole e tenerezze) per non vivere una frustrazione
o il rifiuto della sessualità da parte del partner; si finisce così per creare una distanza emotiva ed affettiva e viene meno anche il dialogo di coppia.
Non credere che i problemi legati alla sessualità siano rari, al contrario! Il 40% degli uomini ascoltati durante
la ricerca, ha rivelato di avere problemi di erezione, mentre il 44% delle donne ha sofferto di secchezza
vaginale - un disturbo nel mondo che sembra particolarmente prevalente tra le adolescenti, invece di limitarsi
a colpire le neo-mamme o le persone anziane! -, riscontrando problemi di lubrificazione e quindi rapporti
sessuali dolorosi.
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Forse non farò mai più l’amore…
Fare sesso non dovrebbe, mai e poi mai, provocare dolore! Eppure a volte accade, anzi più spesso di quanto si creda.
Sono sempre più numerose, infatti, le donne che soffrono quando fanno l’amore e la causa non è necessariamente psicologica, come spesso si crede. E non è nemmeno un problema di capacità del partner, o di scarsa intimità di coppia. Il
dolore è sempre correlato anche a fattori biologici, e sono questi che vanno indagati prima di tutto. E’ inutile farsi venire sensi
di colpa o cercare nelle emozioni mancate un problema che, invece, riguarda il corpo: il dolore, nelle sue varie forme, sia associato
al rapporto sessuale completo che ai preliminari, colpisce oggi tra il 12 e il 33 per cento delle donne.
Le cause possono essere:
• ormonali (dipendenti da una carenza di estrogeni, che provoca secchezza vaginale: la lubrificazione naturale che si manifesta
quando la donna è stimolata diminuisce; la vagina non si dilata così facilmente, rendendo il coito doloroso)
• muscolari (per un’ipercontrazione involontaria della muscolatura vaginale, che impedisce la penetrazione, sia con il pene,
ma in alcuni casi anche con le dita e durante la visita ginecologica)
• infiammatorie (nel caso di ricorrenti vaginiti, soprattutto da candida)
• postoperatorie (se è una cicatrice ad ostacolare il rapporto)
• traumatiche, dopo cadute sul coccige o sul sacro, anche di anni prima
• nell’1-2% dei casi siamo in presenza di una malattia autoimmune che distrugge progressivamente il tessuto genitale: è il
lichen, che causa dolore e bruciore
La cura per questo tipo di dolore esiste ed è tanto più soddisfacente, in termini di percentuale di guarigione, quanto più la
diagnosi è non solo accurata ed articolata, ma soprattutto tempestiva. Perciò non esitate a rivolgervi al vostro ginecologo e
permettetegli di aiutarvi! L’errore più grande che si può commettere in questi casi, è provare imbarazzo e continuare a soffrire
in silenzio, con il rischio che a poco a poco non “disfunzioni” solo la sessualità, ma lo stesso rapporto di coppia!!! Infatti, se la
sessualità aiuta una coppia ad avere momenti di tenerezza e d’intimità, rende la relazione sicura e stabile, e rinforza il dialogo
di coppia, la mancanza di sessualità crea, invece, la sensazione di non essere abbastanza desiderati, generando una
forte ansia sia negli uomini che nelle donne.
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Ho l’ansia da prestazione. E adesso?
Un problema esclusivamente maschile? Assolutamente no, visto che ben l’11% delle donne lamenta problemi da ansia
da prestazione, contro il 18% degli uomini. Che cosa succede alla donna? Se l’uomo ha problemi di erezione, la donna ha
paura di non raggiungere l’orgasmo. L’ansia produce un picco di adrenalina che, potente vasocostrittore, impedisce alla vagina
di dilatarsi e lubrificarsi e la penetrazione risulta dolorosa. Se l’episodio si ripete, c’è il rischio che si blocchi il desiderio.
In assenza di patologie organiche, in molti casi questo problema è legato alla difficoltà di abbandono da parte della donna,
che tende a mantenere un costante controllo su quanto sta avvenendo, sulle proprie reazioni emotive, sulle sensazioni che
avverte, e così via, impedendosi di abbandonarsi al flusso delle sensazioni. Se l’autocontrollo è molto marcato, l’impossibilità
di provare piacere è presente anche durante le pratiche autoerotiche e frequentemente si accompagna all’inibizione
dell’immaginario erotico.
Risultato? Timore di non piacere, di non essere abbastanza capace, di non essere all’altezza del proprio partner, di perderlo, di essere tradita, incapacità di sentirsi normale. Ciò che la donna affetta da ansia da prestazione
sessuale dimentica, non è solamente il fatto che un insuccesso non rappresenta un evento necessariamente drammatico, ma
anche che la sua identità non dipende dalla sua performance, così come il suo rapporto con il partner. L’idea che lui ha di lei e
della loro relazione non potrà essere stravolta a causa di un “fallimento”, il quale potrà invece rappresentare un momento di riflessione e di maggiore unione della coppia, di comprensione e reciproca accettazione. E se così non fosse, significa che il partner
è quello sbagliato!
L’importante è il dialogo con il partner! Se siete ansiose, l’ideale sarebbe parlargli del vostro problema mentre fate l’amore:
eviterete così che il problema cresca con il crescere della tensione sessuale, caricandosi di altre emozioni negative. Se però vi
sentite in imbarazzo, parlategliene in un momento lontano dalla sessualità e fategli capire cosa vi sta accadendo: una crisi
risolta insieme permette alla coppia di trovare modi più soddisfacenti per vivere una complicità rinnovata e
una nuova gioia di stare insieme!
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Ormoni e desiderio
“Stasera non ho voglia…”. Capita a molte donne di non provare più un forte desiderio, nonostante l’intesa con il partner
sia sempre stata ottima, e di avere difficoltà durante i rapporti sessuali. Come abbiamo visto, durante la fase di eccitamento
sessuale, l’interno della vagina si lubrifica grazie alla produzione di un liquido secreto da due piccole ghiandole poste in prossimità dell’ingresso della vagina (Ghiandole del Bartolino): questo liquido permette un coito portato avanti senza creare irritazioni alla mucosa vaginale. Se però viene a mancare il desiderio, la donna non si eccita e questa lubrificazione è
scarsa o completamente assente, di conseguenza il rapporto diventa molto doloroso, a volte impossibile.
Perché questo accade? Premessa fondamentale è che la vita sessuale della donna è fortemente influenzata dal ciclo ormonale. Gli ormoni coinvolti nel desiderio sessuale femminile sono androgeni ed estrogeni: gli androgeni, in primis il testosterone, fanno scattare il desiderio e spingono verso l’atto sessuale; gli estrogeni, invece, esaltano la femminilità, rendono il
corpo più attraente e quindi più predisposto alla riproduzione. Quando uno di questi due ormoni o entrambi vengono a mancare o diminuiscono, la donna può avere un brusco calo della libido.
Ciò spiega, per esempio, perché la donna prova un desiderio più intenso in prossimità dell’ovulazione, verso la metà del ciclo
mestruale, quando il livello degli estrogeni e testosterone raggiunge il massimo valore nel sangue; come invece sia più “tiepida”
sessualmente nella seconda metà del ciclo, in vicinanza del flusso mestruale, quando si registra un netto aumento del progesterone circolante, che ha un effetto calmante e quindi blocca il desiderio sessuale.
Cosa fare? E’ possibile, dunque, che questo problema sia dovuto a uno scompenso ormonale. Perciò è consigliabile
rivolgersi al ginecologo che prescriverà un esame del sangue relativo ai dosaggi ormonali. Se il fenomeno risulterà
dovuto a scompensi ormonali, il ginecologo prescriverà una terapia ormonale adeguata. Non è un caso che molte volte la perdita del desiderio sia collegato, per esempio, a un disturbo della “tiroide”. L’ipotiroidismo, quando ci sono pochi ormoni tiroidei
in circolo, rallenta le funzioni corporee. Nelle donne, che sono più frequentemente affette da questa patologia, a una sensazione
di stanchezza e di freddo, a una riduzione della frequenza cardiaca e alla perdita di memoria, si associa anche uno stato depressivo e un aumento di prolattina, ormone prodotto dall’ipofisi, che può portare al blocco del ciclo mestruale. Tutti fattori che
incidono sul desiderio sessuale.
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Gli altri “nemici” del desiderio femminile
La donna, a differenza dell’uomo, per raggiungere il piacere, deve essere stimolata anche “di testa”: è fondamentale, cioè,
che un uomo le piaccia davvero e stimoli in lei fantasie, ricordi, immagini. Se c’è eccitazione mentale, questa si traduce in
un’immediata reazione fisica, e cioè lubrificazione e congestione genitale. Al contrario, problemi affettivi con il proprio compagno,
lo stress, l’insoddisfazione per la propria immagine, o l’assunzione di certi farmaci, a volte soltanto la monotonia collegata
alla vita matrimoniale, possono essere alla base di un calo della libido nella donna.
STRESS: quando è sotto stress, sia fisico che emotivo, il cervello produce le ben note endorfine, gli oppioidi naturali che, se da una
parte ci aiutano a sopportare meglio una situazione negativa (sono sostanze analgesiche capaci di dare benessere), dall’altra sono anche
potenti ormoni antisessuali. Per questo quando ci sentiamo stressate, quando siamo preoccupate o abbiamo seri problemi, il lavoro,
la casa, i figli, la famiglia, i genitori anziani..., niente di più facile è mettere un po’ da parte la sessualità. E’ naturale e non serve forzare la
mano, occorre solo aspettare di poter dominare lo stress.
FARMACI: proprio come la droga e l’alcool, i farmaci giocano con la chimica sessuale. Alcuni inibitori della libido sono comuni antidepressivi, antistaminici, farmaci per la pressione sanguigna e i contraccettivi orali.
IMMAGINE DEL CORPO: Una percezione negativa della propria immagine corporea e la percezione di sé come persona poco
femminile e sessualmente priva di attrattive, si riverberano negativamente sulla vita sessuale. Se crediamo di non essere attraenti e seduttive, perché magari abbiamo il seno piccolo o non siamo soddisfatte della nostra immagine, perché magari siamo cicciottelle, ne risentirà
anche la nostra vita sessuale perché tenderemo, inconsapevolmente, a caricare la sessualità di significati che sono altri rispetto al piacere,
alla condivisione, al rispetto di noi e dell’altro: è come se fare l’amore non fosse un fine, ma un mezzo per affermare la propria identità
che, nell’atto sessuale, viene rafforzata, se ci sentiamo belle, o diminuita, se ci sentiamo inadeguate.
OBESITA’: essere in sovrappeso è direttamente connesso a cattive prestazioni sessuali. Questo è spesso legato alla bassa autostima, a un
senso d’inadeguatezza che rende problematici i rapporti interpersonali e insoddisfacenti le prestazioni sessuali.
DEPRESSIONE: non solo la depressione appiattisce il desiderio sessuale, ma lo fanno anche i farmaci che la trattano.
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Un “pizzico di pepe” per sbloccare il desiderio…
Probabilmente, trascorrere più tempo di qualità con il partner, ridurre il livello di stress e rallentare lo stile di
vita, aiuterebbe certamente a migliorare la nostra soddisfazione e il nostro benessere sessuale. Ma, forse, non
basta se il calo del desiderio è da ricondursi all’abitudine e alla monotonia del rapporto. Persino la stessa
intimità, se eccessiva, diventa un nemico terribile della coppia. Una contraddizione del sesso è, infatti,
proprio questa: che ha bisogno di confidenza e vicinanza e nello stesso tempo di sorpresa e novità, altrimenti
subentra la noia.
Ecco, sorpresa e novità: imparare ad usare bene i cinque sensi per sedurre e per essere sedotti, scambiarsi
frequentemente segni di affetto, come baci o abbracci, se lo si desidera anche in luoghi pubblici, al cinema, in
strada, mettere un pizzico di pepe nel rapporto, provando nuove posizioni o qualche giocattolo erotico.
Insomma, dare libero sfogo alle proprie fantasie sessuali e creare un immaginario erotico condiviso! La ricerca sessuologica ha dimostrato che le fantasie erotiche possono migliorare la qualità, l’intensità e la
complicità del rapporto, potenziando la risposta erotica sia sul versante psicologico, perché aumentano
l’eccitazione e permettono di superare certe inibizioni, che su quello fisiologico, poiché quanto più
si fa l’amore tanto più si desidera farlo, grazie alla secrezione di testosterone che accompagna l’atto sessuale in entrambi i sessi. Anche praticare l’autoerotismo può aiutarvi a ritrovare la voglia di fare l’amore…
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Erotismo o sensualità?
In tutto questo discorrere di sessualità, un’ultima annotazione, per aiutarvi a capire e a far comprendere al
vostro partner che il desiderio erotico, nella donna, ha bisogno di essere provocato ed esige, prima di tutto,
un clima di vera sensualità. Lo abbiamo già detto, ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: la sessualità
femminile non è identica a quella maschile. L’uomo è per lo più “visuale” nel senso che reagisce di più agli
stimoli visivi: ricercatori americani hanno monitorato l’attività cerebrale di maschi e femmine posti davanti
a scene erotiche e hanno costatato che l’amigdala, l’area del cervello legata alle emozioni e l’ipotalamo, che
presiede alle risposte fisiologiche come l’aumento del battito cardiaco e il rilascio di ormoni, si sono attivati
maggiormente negli uomini che nelle donne.
La donna non si eccita necessariamente solo in questo modo. L’eccitazione della donna implica la partecipazione di tutti i sensi, non solo la vista ed implica altresì molti fattori emozionali oltre che fisici. Una
donna potrebbe restare indifferente davanti al sesso duro e crudo di un film porno, e al tempo stesso potrebbe
eccitarsi pazzamente davanti a una scena d’amore romantico e appassionato (sessuale o no) di un qualche film
o romanzo rosa. Questo certamente non significa che la donna non sia in grado di eccitarsi con immagini o
contenuti erotici, ma soltanto che per lei l’atmosfera e il contesto sono molto importanti e fanno di fatto tutta
la differenza: nulla più dell’ambiente e della sensualità sono in grado di accenderla!
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