Dipartimento Medicina Interna e Specialità Mediche Reumatologia Dott. Carlo Salvarani - Direttore ARTROPATIE E SESSUALITÀ Reggio Emilia, MARZO 2015 L’artrite reumatoide DESCRIZIONE E INDICAZIONI Le patologie che colpiscono strutture articolari, ossee, tendinee e muscolari possono modificare numerosi aspetti della vita di una persona; la sessualità stessa, quale espressione di amore e intimità, può essere compromessa dal dolore, dall’astenia e dalle limitazioni fisiche che spesso conseguono a queste patologie. Inoltre, le stesse terapie farmacologiche possono portare ad effetti collaterali che limitano e pregiudicano l’intimità fisica di una coppia, già provata dalle implicazioni psicologiche, oltre che organiche, della malattia. D’altra parte, la sessualità rappresenta un aspetto importante per la vita di una persona, oltre a rappresentare l’espressione dell’intimità di una coppia. Nella vita reale, ed in particolare nelle persone affette da malattie croniche, l’atto sessuale spesso non risponde alle aspettative poco realistiche e grossolanamente atletiche dell’immagine della sessualità creata dai media. E’ pertanto importante che il malato ed il partner abbiano una visione corretta ed uniforme della situazione conoscendo i reciproci aspetti della propria fisicità, da quelli più piacevoli a quelli dolorosi, così da poter focalizzare l’intesa sugli uni e limitare gli altri. E’ fondamentale quindi tener presente che il riscontro di una patologia articolare non compromette questo ambito della vita; è però necessario avere alcuni accorgimenti e apportare qualche aggiustamento alle proprie abitudini di vita, senza sovvertirle né tanto meno rinunciarvi. IL DOLORE Le patologie articolari sono responsabili di una sintomatologia clinica che può pregiudicare l’attività fisica e in particolare quella sessuale. Parlarne con il proprio medico costituisce il primo momento di un percorso atto ad apportare modifiche terapeutiche, che possono migliorare il controllo del dolore, potenziando la terapia antalgica o ottimizzando la tempistica dell’assunzione dell’analgesico. CALO DEL DESIDERIO Le patologie articolari non sono causa di calo del desiderio; tuttavia, il dolore fisico, l’astenia e lo stress psicologico della malattia cronica possono ridurre il desiderio e l’appagamento sessuale. L’artrite in sé non è causa di depressione ma la convivenza con il dolore cronico e la conflittualità con la propria immagine possono compromettere il desiderio della sessualità; è bene parlarne con il proprio medico, perché esistono presidi farmacologici e non che possono aiutare a vedere gli 2 aspetti psicologici della malattia sotto altri punti di vista. Talvolta, sono proprio gli effetti collaterali di alcuni farmaci che determinano calo del desiderio sessuale e/o della potenza. E’ importante aver presente che non si è di fronte alla necessità di scegliere tra una terapia adeguata per l’artrite e una vita sessuale normale: le possibilità terapeutiche sono tante e spesso è sufficiente individuare quella che interferisce meno con la propria vita sessuale per risolvere il problema, senza pregiudicare un trattamento farmacologico adeguato per i disturbi articolari. SECCHEZZA VAGINALE Non solo la sindrome di Sjogren, ma anche altre patologie autoimmuni o farmaci (antidepressivi, etc..) possono causare secchezza vaginale, che talvolta condiziona in maniera drastica la vita di coppia. Consultarsi con il proprio medico è importante per valutare, tra i numerosi prodotti a potere lubrificante, quelli che possono essere d’aiuto in queste situazioni. ASPETTO FISICO I cambiamenti del proprio aspetto fisico e delle proprie articolazione conseguenti alla malattia possono compromettere l’immagine che si ha di sé e il proprio modo di relazionare. E’ fondamentale accettare queste modifiche con serenità; spesso bisogna cercare di compensare attraverso una maggiore cura degli altri aspetti della propria fisicità-viso, capelli, abbigliamento,etc..; è poi importantissimo parlarne con il partner per una maggiore consapevolezza di essere compresi e accettati. RIACUTIZZAZIONE ARTICOLARE Alcuni pazienti riferiscono un peggioramento della sintomatologia alcuni giorni dopo l’atto sessuale. Va puntualizzato che non si tratta di una riacutizzazione della malattia articolare ma di una sintomatologia temporanea correlata allo sforzo fisico in sé. SESSUALITÀ COME ANALGESICO Esistono studi che documentano come soggetti con dolori articolari traggano beneficio dall’atto sessuale. Questo è legato alla liberazione di endorfine, sostanze che si liberano in circolo al termine dell’atto e che possono alleviare la sensazione di dolore; normalmente è un effetto che dura tra i 45 minuti e le 3 ore. COMUNICAZIONE Comunicare al proprio partner le paure e le difficoltà inerenti all’atto sessuale può rendere più facile trovare una soluzione. E’ importante L’artrite reumatoide incoraggiare nuove idee in merito all’espressione della propria sessualità per sopperire alle difficoltà insorte per altre ragioni: creare una romantica atmosfera, cambiare i luoghi che abitualmente venivano utilizzati, servirsi di posizioni e gestualità più appropriate. Essere chiari nell’esprimere quello che vi dà piacere e quello che procura dolore è fondamentale perché il vostro partner si avvicini a voi nel modo migliore. PIANIFICAZIONE Programmare il momento di espressione della propria intimità può essere d’aiuto; innanzitutto, l’attesa stessa può limitare l’astenia e il senso di affaticamento che spesso si accompagna alle patologie articolari; prediligere i momenti della giornata in cui si ha meno dolore, scegliere tempi di assunzione degli analgesici consensualmente a ciò che è stato pianificato e iniziare poi con esercizi di rilassamento per le proprie articolazioni permette di arrivare al momento nella migliore condizione fisica possibile. INTERVENTI CHIRURGICI Artroprotesi o interventi chirurgici di vario genere a livello articolare possono consentire di recuperare l’utilizzo di alcune articolazioni compromesse o dolenti. E’ tuttavia consigliabile avere alcuni accorgimenti: nei 6 mesi dopo l’intervento chirurgico è fondamentale il recupero tissutale e muscolare per il posizionamento della protesi; è opportuno pertanto non caricare sulle articolazioni operate e prediligere posizioni in cui queste non vengono sottoposte a pesi. CONTAGIO E’ bene ricordare che le malattie reumatiche non sono contagiose, fatta eccezione per alcuni sporadici casi di artrite reattiva (in particolare, le forme a eziologia genito-urinaria); pertanto tali malattie, a parte le eccezioni suddette, non si trasmettono per contatto diretto né per via sessuale. CONTRACCEZIONE E’ noto che alcune malattie reumatiche possono riacutizzarsi in gravidanza o esporre a complicanze anche gravi la madre o il feto. Analogamente, alcune delle terapie che si effettuano in corso di patologie reumatiche possono causare danni al feto. Pertanto in alcuni casi è raccomandato l’utilizzo di metodi contraccettivi. Quindi è bene che, in presenza di malattia reumatica, ogni donna in età fertile si rivolga al proprio medico per valutare l’opportunità di impostare una terapia anti-concezionale o di modificare l’approccio terapeutico ai fini di programmare una gravidanza. 4