Brevi spunti circa i principali Modelli Funzionali Liberal - radicale Origine storica: illuminismo Tesi: la libertà da qualsiasi condizionamento (specialmente sociale: cfr. J.J. ROUSSEAU (1712-1778) è il massimo valore; moralità = libertà assoluta (cfr.H. MARCUSE, 18981978) Conseguenze teoriche: • • • • libertà è al di sopra di tutto (= nichilismo etico); libertà intesa come liberazione da qualsiasi norma morale, dal lavoro, dalla famiglia (sessualità polimorfa); gestione assoluta del proprio corpo (anche della vita altrui ivi presente) e della propria fine (eutanasia); etica contrattualistica: è etico quanto è frutto di un libero contratto tra medico e paziente o tra singoli . Conseguenze pratiche: • • • • • • libertinismo; negazione della famiglia tradizionale; aborto; eutanasia; etica scientista; prevalenza delle leggi di mercato. Esame critico: è vero che non si può parlare di scelta etica se non in un quadro di libertà, ed in questo senso la libertà costituisce la specifica essenza che qualifica la natura umana; ma non per questo è automaticamente etico tutto ciò che favorisce qualsiasi tipo di libertà o liberazione, purché "liberamente scelto". L'autonomia e la responsabilità della scelta personale, non significano autosufficienza da qualsiasi regola naturale, morale o civile. La libertà è insomma condizione necessaria ma non sufficiente perché l'atto sia morale, cioè conforme alla dignità di chi lo compie e di chi lo subisce. Il diritto alla vita precede il diritto alla libertà. La responsabilità è implicita nella libertà: ogni atto veramente libero implica una scelta, ogni scelta ha un contenuto di cui il soggetto si fa carico (è responsabile). Pragmatico-utilitarista Origine storica: empirismo inglese (LOCKE, 1632-1704; HUME, 1711-1776); pragmatismo americano, etica socialista (utilitarismo sociale). Tesi: è etico ciò che è utile e piacevole (benessere/utilità = massimo valore) Conseguenze: - massima attenzione al rapporto costi-benefici. - giustificazione dei mezzi rispetto al fine; - positivismo giuridico: è giusto ciò che è comandato dalla pubblica utilità ( iustum = iussum ); - il cosiddetto Principio della Qualità della Vita ha netta prevalenza sul Principio della Sacralità (ovvero: intangibilità, non-disponibilità). Esame critico: risulta impossibile utilizzare il criterio pragmatico-utilitarista come ultimativo, nel caso di conflitto di valori. Tale criterio non tiene sufficientemente conto del computo "rischi-benefici" in rapporto alla vita umana, subordinando al calcolo il rispetto della persona. Certamente "il principio basato sulla valutazione<<costi-benefici>> è valido e doveroso a patto che sia applicato ad un medesimo valore", ma si scivola nell'utilitarismo quando si comparano valori non omologabili, come la vita o la salute umana e l'utile economico o scientifico. Allora la valutazione dei costi va inevitabilmente incontro al rischio di “monetizzazione" della vita umana (assicurazioni). Applicazioni: ¾ ¾ ¾ ¾ utilità della sperimentazione su embrioni umani; trapianto da malati in coma irreversibile; scelta preferenziale di malati giovani per l'assistenza ospedaliera; scelte di politica sanitaria (spesa per macchinari, reparti, etc.) determinate essenzialmente dalla valutazione dei costi; ¾ mancata assistenza ai neonati sottopeso o malformati: (esempio riportato dalla rivista : "Pediatrics", USA, I984: sono stati lasciati morire 24 bambini tramite il sistema "non-food ", in base alla tesi : perché un soggetto venga accolto deve avere un certo quoziente di qualità di vita, precisamente secondo la formula: o QL = NE x ( H + S ). Modello socio-biologista Origine storica: evoluzionismo (C.DARWIN, 1809-1882), materialismo dialettico (K.MARX, 1818-1883), sociobiologismo (H.HEISENK-E.WILSON). Tesi: è l'evoluzione socio-biologica che deve fornire le indicazioni per l'etica (progresso = valore discriminante) Conseguenze: - il progresso della specie (in senso biologico) inevitabilmente non è tenuto a tener conto nè di tutti gli uomini (es. possiamo eliminare la talassemia o altre malattie ereditarie eliminando in grembo materno i portatori, anche sani) né di tutto l'uomo (es. eliminazione degli handicappati fisici nel grembo materno indipendentemente dalle loro doti non-fisiche, intellettuali o spirituali); - teoria "immortalista": sono valide le cure non solo corporali ma genetiche, per il prolungamento massimo e ottimale dell'esistenza fisica. Esame critico : il pregiudizio "scientifico" di base è che non esista altro che la materia, che per quel che riguarda la specie animale, attraverso vari stadi del suo sviluppo si evolverebbe in "psiche", ovvero capacità di attività spirituali (emotive, razionali, etc.), tipicamente umane; non esiste una "specificità" della natura umana che non sia di ordine bio-neurologico. La morale viene in questo caso ridotta a pura giustificazione e "frutto" del "progresso" della specie o della "qualità" (prima di tutto in senso biologico e sociale) di vita individuale. Ma: chi stabilisce ciò che è "progressivo" e "migliore"? E su che base? Applicazioni: libertà di soppressione della vita (eutanasia) non più "di qualità" sufficiente per essere definita umana: vita propria o altrui, anche in prospettiva di un utilizzo degli organi. Scelte di politica sociale, nazionale o internazionale, determinate da motivazioni ecologiche (es. preservazione dell'equilibrio della biosfera, protezione specie animali e vegetali etc.) più che umanitarie (es. assistenza gratuita all'individuo mancante di beni essenziali alla sopravvivenza). Liceità dell'ingegneria genetica applicata alle cellule germinali (sperimentazione per il miglioramento della specie umana o dell'individuo). Modello personalista Origine storica: cristianesimo, metafisica classica, personalismo. Tesi: il massimo valore è l'essere umano vivente ("uni-totalità" bio-intellettiva in qualsiasi suo stadio o stato, vale a dire: persona). Conseguenze: concezione integrale della corporeità (cfr.G.MARCEL, 1889- : "Io sono il mio corpo"). - difesa della vita fisica come valore fondamentale (non supremo); - principio della globalità o terapeutico; - principio di responsabilità personale; - principio di socialità e sussidiarietà; - l'essere umano concreto è sempre "fine", mai "mezzo". Esame critico: La moralità consiste nel rispetto libero e responsabile dell’essere umano, in sé e negli altri: l'essere umano come individuo di una natura specifica, dotata di un particolare ordine sia biologico che morale, come si evince dallo studio sistematico delle sue caratteristiche ed inclinazioni (tendenze verso il proprio bene), sia biologiche che metafisiche (nel senso etimologico di :"al di sopra della natura fisica"). Il primum etico comune a tutti gli uomini (universale), ha il suo fondamento in quella realtà che è la natura specifica dell'uomo (non solo biologica ma metafisica: intellettuale, spirituale etc.), con le regole in essa inscritte ("legge naturale") che vengono riconosciute e sancite dal diritto positivo. Si tratta di un autentico modello conoscitivo, principalmente di tipo non logico/matematico né sperimentale: che accetta cioè come conosciuto anche ciò che non rientra in una dimensione "verificata sperimentalmente", ma bensì "esperito interiormente" e verificato attraverso l'uso di ragione. Esso inoltre esalta il valore della libertà anche come rapporto intenzionale (con l'Assoluto, con l'altro, con l'io), collegandolo con quello di responsabilità personale; dà perciò tutto il peso che merita alla scelta etica individuale, di cui ognuno è chiamato a rispondere: a sé stesso, agli altri, a Dio. Modello religioso Origine storica: relativa alle diverse religioni. Tesi: esiste un DIO creatore e quindi legislatore dell'universo, che porta impresse in natura le proprie leggi, che Dio ha inoltre manifestate all'uomo in varie occasioni. Conseguenze: è etico il riconoscimento di Dio e del Suo volere (espresso attraverso l'ordine naturale, i Comandamenti, la Rivelazione, il Sacro Magistero). L'etica non può prescindere dal rapportarsi (=religare > religio) con l'Altro, l'Unico assoluto e infinito, cioè Dio, anche perché la fede autentica è una dimensione che coinvolge ogni sfera dell'esistenza. Religione cattolica Richiama all'interiorità della morale come rettitudine del cuore o dell'intenzione, da cui nasce l'atto personale di libera accettazione della legge morale, codificata nei Dieci Comandamenti (Decalogo) e compendiata nel comando: "Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso ". Per tale precetto della charitas il cristiano non aspetta di amare le cose o persone perché pregevoli o conosciute, ma perché "sono": riconosce loro un essere in ordine al quale "valgono", le ama cioè in quanto volute ed amate da Dio. Esame critico : il rigore di certe conseguenze logiche in campo etico, dovute al riconoscimento del primato della volontà di Dio per il bene dell'uomo, è comprensibile ed accettabile a volte (per es. nel caso del rifiuto della contraccezione), solo all'interno di una decisa e cosciente adesione alla Fede: o almeno di un radicale orientamento in direzione di un umanesimo integrale. Religione ebraica Oltre al Decalogo, riconosce valore etico anche all'interpretazione della Legge ("Torah") data dalla tradizione rabbinica (per es. essendo stato riconosciuto etico dal recente parere dei Rabbini l'aborto eugenetico -eliminazione di feti non sani- esso è stato approvato legalmente nello Stato d'Israele). Subordina il rispetto degli esseri viventi alle prescrizioni della Legge (per es. è contraria alle leggi in difesa degli animali quando rendano impossibili i sacrifici rituali, ed alla donazione di organi perché lesiva dell'integrità fisica necessaria per la resurrezione dei corpi). Esame critico: ¾ sottopone il giudizio morale alla Legge scritta ed all'interpretazione singola (rabbinica), senza tener sufficientemente conto degli elementi scientifico-razionali; ¾ tende a comandare ciò che propone ed a influenzare le tendenze generali in vista della tutela delle convinzioni di fede particolari. Religione musulmana Riconosce come valide in campo etico le indicazioni suggerite nel Corano, da seguire letteralmente anche in campo bioetica (per es. siccome per il Corano il frutto del concepimento non è un essere umano prima dei sessanta giorni, l'aborto è consentito in qualsiasi caso entro quella data). Esame critico: ¾ rischia l'adozione di una sistematica intolleranza, come mancanza di rispetto delle posizioni e della coscienza altrui; ¾ esclude la possibilità di evoluzione della coscienza morale a pro della "parola scritta"(Corano). DOVE LA VERITA’ ASSOLUTA??? Quali opportunità e quali tensioni morali da quanto sopra?