Osservazioni sul saggio Diritti dell`uomo ed etica

I DIRITTI DELL’UOMO E L’ETICA CONTEMPORANEA.
Gemma Alessandra,Gemma Veronica, Stefanelli Beatrice:
Osservazioni sul saggio di Francesco Viola.
In un periodo afflitto dalla crisi dei valori, la Dichiarazione dei diritti
dell’uomo resta incontrastabilmente il mezzo, probabilmente l’unico,
capace di riscuotere, dopo sessant’anni dal suo fondamento, il consenso
universale e incondizionato della massa cittadina.
Tuttavia, rimane ancora senza risposta il dubbio di quanto illusorio o reale
sia questo pluralismo etico fortemente decantato.
Non è sufficiente, infatti, aderire ai diritti dell’uomo ma dimostrarsi in
grado di interpretare ciò cui si è espresso il proprio consenso.
Affinchè ognuno sia consapevole della propria “scelta”, è necessario
fornire una giustificazione del loro fondamento, chiarendone innanzitutto
le ambiguità.
La Dichiarazione dei diritti dell’uomo mostra sì dei principi supremi e
delle verità imprescindibili, ma risulta per certi versi così anacronistica e
poco “relativistica” da annullare ogni propensione al dialogo tra comunità
più o meno differenti.
In questo modo, essa si configura come il tramite necessario per
presentarsi al mondo.
Al contrario, bisogna interpretare i diritti umani come pratica etico-sociale,
che miri a stabilire un “discorso comune” tra concezioni politiche e morali
diverse, nonché come manifestazione irrefutabile di un presente che non
guardi solo indietro ma sia “consapevole” di ciò che oggi è diventato.
L’etica dei diritti dell’uomo è tutta centrata sulla soggettività,
sull’individuo in quanto tale e non appartenente ad un tutto.
Questo individualismo etico, tuttavia, non corrisponde all’etica stessa dei
diritti umani. Quest’ultima si configura come un’etica pratica volta
inizialmente all’inviolabilità del soggetto e della sua dignità per poi
sfociare nella comunicazione tra individuo e comunità.
“L’universalità è un obiettivo da raggiungere, non un principio di
partenza”.