L’intervento neuropsicomotorio nel trattamento precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico: strumenti di valutazione e prove di efficacia Broggi F., Bonifacio A., Gison G. INTRODUZIONE La letteratura evidenzia l’importanza di diagnosi e trattamenti precoci nei Disturbi dello Spettro Autistico come elementi in grado di modificare la storia naturale dei disturbi. Recenti studi nell’ambito delle neuroscienze mostrano che, nei primi anni di vita, lo sviluppo del sistema nervoso è influenzato da grande plasticità cerebrale e dall’influenza che le esperienze ambientali esercitano sul sistema stesso. Queste ricerche attribuiscono un ruolo sempre più importante alla precocità nel percorso diagnostico e nell’intervento ri-abilitativo. Come confermato da molti studi, l’intervento precoce nei casi di disturbo pervasivo riduce il periodo in cui lo sviluppo della vita mentale è compromesso dai difetti socio-comunicativi tipici della patologia. Si permette così un più corretto sviluppo del cervello sociale, ostacolandone una progressiva organizzazione atipica che, in età precoce, porta alla piena espressione comportamentale del disturbo. L’intervento ri-abilitativo precoce interviene a due livelli: Il primo livello è rivolto a soggetti in condizione di rischio di sviluppare il disturbo. L’espressività degli elementi che caratterizzano il disturbo non soddisfano i criteri diagnostici. L’intervento precoce si concretizza quindi in programmi di screening e monitoraggio con l’obiettivo di modificare l’evoluzione naturale del disturbo, migliorandone la prognosi. Il secondo livello è rivolto a bambini che hanno già sviluppato il disturbo, con espressività tale da formulare diagnosi clinica. La precocità dell’intervento si concretizza in trattamenti globali e tempestivi, con l’obiettivo di ridurre l’impatto del disturbo sullo sviluppo globale del bambino. La presa in carico precoce si basa sui concetti di interazione e integrazione tra più “agenti attivi”. Il primo di questi è il bambino, considerato nella sua globalità ed unicità. Fondamentali risulta il ruolo del nucleo familiare e dell’équipe multidisciplinare, composta dal neuropsichiatria infantile, dal terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, dallo psicologo, dal logopedista, dai Servizi Sociali e dalla struttura educativa in cui il bambino è inserito. L’inserimento all’asilo nido o alla © F. Broggi – Convegno “Autismi. Novità dalla ricerca scientifica. Percorsi di formazione specialistica. Proposte operative per scuola e servizi” – 14 e 15 novembre 2014 scuola dell’infanzia è una risorsa importante perché permette al bambino di vivere esperienze di incontro con figure adulte e con i pari. Una presa in carico integrata favorisce uno sguardo comune sul bambino, sulle sue potenzialità e sulle sue aree di fragilità e permette un progetto riabilitativo condiviso indispensabile per lo sviluppo evolutivo del piccolo paziente. La terapia neuropsicomotoria è un intervento che va ad inserirsi nell’area di sviluppo potenziale del bambino, per sostenere e potenziare le sue aree funzionali e necessita di uno specifico setting mentale, basato su un approccio globale al bambino, considerato nella sua unicità e globalità. Risulta importante rispettare la distanza ottimale richiesta dal bambino, ponendosi in un atteggiamento empatico, di ascolto attivo e di rispecchiamento. La nascita di interazioni e relazioni privilegiate necessita di una mediazione basata sull’utilizzo del corpo e della propria corporeità, oltre che degli oggetti. Altro aspetto importante del setting è prevedere inizialmente un ambiente che riduca al massimo la possibilità di stimolazione sensoriali disturbanti, per permettere ai piccoli pazienti di sentire l’ambiente terapeutico come poco intrusivo ed invasivo. Ulteriore elemento fondamentale nel setting ri-abilitativo è l’assunzione di atteggiamenti tonico-posturali che favoriscano lo scambio e la condivisione tra bambino e terapista. Per sostenere una comunicazione sintonizzata, è necessario ricorrere a codici comunicativi accessibili e condivisibili. Nelle tecniche proprie della terapia neuropsicomotoria, il gioco assume un ruolo fondamentale. L’attività di gioco, essendo il linguaggio e l’attività privilegiata del bambino, risulta il vettore principale del suo processo di sviluppo. Attraverso il gioco, il bambino si confronta con la realtà, comunica, si esprime e si mette in relazione. Il gioco, inoltre, è il principale mezzo a disposizione del bambino per apprendere e modificarsi e rappresenta uno strumento a valenza ludico-cognitiva che favorisce interesse, motivazione e propositività in un contesto fortemente connotato dall’interazione e dallo scambio con il terapista. Il Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, all’interno del processo terapeutico, utilizza il gioco come tecnica elettiva con lo scopo di sviluppare e potenziare capacità motorie, psichiche, cognitive e sociali e favorire sviluppo e maturazione delle funzioni adattive del bambino. All’interno di ogni area di gioco il terapista sostiene in tempi e spazi diversi il bambino nello scoprire i propri desideri, la propria creatività e a percepire il proprio limite, sperimentando livelli di frustrazione tollerabili. © F. Broggi – Convegno “Autismi. Novità dalla ricerca scientifica. Percorsi di formazione specialistica. Proposte operative per scuola e servizi” – 14 e 15 novembre 2014 Attraverso il gioco, il Terapista costruire una cornice per attribuisce significato alle azioni del bambino, favorendo esperienze di sintonizzazione e reciprocità. Inoltre, crea una dimensione che aiuta il bambino ad aprirsi ad uno spazio simbolico di condivisione di stati emotivi e mentali. La letteratura medica dedicata alla descrizione e alla valutazione degli interventi terapeutici precoci sul bambino con Disturbo dello Spettro Autistico è ampia. La comunità scientifica considera modelli evidence-based i lavori che presentano studi di efficienza ed efficacia, con indicazioni dell’outcome. In letteratura sono invece presenti pochi studi che valutano l’efficacia di interventi di terapia neuropsicomotoria, con pazienti con Disturbo dello Spettro Autistico. Scopo dello studio è valutare e verificare l’efficacia della presa in cura precoce in terapia neuropsicomotoria con bambini affetti da Autismo Infantile, attraverso l’utilizzo di strumenti qualitativi e quantitativi come il Children Play Therapy Instrument (CPTI) e la Scheda di Osservazione/Valutazione Neuropsicomotoria (SON) Ulteriore scopo è valutare quanto i due strumenti diagnostici Autism Diagnostic Intervew Revised e Autism Diagnostic Observation Schedule, riconosciuti dalla Comunità Scientifica come Golden Standard, correlino con gli strumenti proposti dal nostro studio CPTI e SON per valutare il gioco e l’evoluzione dello sviluppo neuropsicomotorio in terapia, in bambini affetti da Autismo Infantile MATERIALE E METODI Campione Il campione è composto da 9 bambini, 8 maschi e 1 femmina, di età compresa tra 22 e 87 mesi, con diagnosi di “Disturbo dello Spettro Autistico”, seguiti in terapia neuropsicomotoria presso la Clinica NPI dell’ A.O. S. Gerardo di Monza. Tabella 1, Frequenza di genere © F. Broggi – Convegno “Autismi. Novità dalla ricerca scientifica. Percorsi di formazione specialistica. Proposte operative per scuola e servizi” – 14 e 15 novembre 2014 Strumenti È stato utilizzato l’Indice di Hollingshead per il calcolo dello stato socio-economico delle famiglie dei bambini coinvolti nello studio. Sono stati inoltre utilizzati l’Autism Diagnostic Interview Revised (ADI) che si focalizza sulla descrizione, fornita dai genitori e l’ Autism Diagnostic Observation Schedule (ADOS)che permette di valutare i comportamenti del bambino in risposta a situazioni stimolo e ad attività predeterminate Il CPTI (Kernberg P. F., Chazan S. E., Normandin L., Children’s Play Therapy Instrument (CPTI), The New York Hospital Cornell University Medical Center, 1997) è uno strumento nato negli USA allo scopo di esaminare oggettivamente l’attività di gioco del bambino in psicoterapia individuale, attraverso una descrizione qualitativa e quantitativa. Il CPTI si compone di tre livelli: Livello 1: Suddivisione della Attività del bambino suddivide il gioco in quattro possibili categorie: Pre gioco: attività in cui il bambino prepara la scena del gioco Attività di gioco quando il bambino appare completamente coinvolto nel gioco Non-gioco: attività o comportamenti esterni all’attività di gioco Interruzione di gioco:qualsiasi inaspettata sospensione dell’Attività di Gioco Livello 2: Analisi Dimensionale dell’Attività di gioco, ulteriormente diviso in Analisi Descrittiva, Strutturale e Analisi Adattiva Livello 3: Analisi Sequenziale della seduta valuta Continuità e Discontinuità all’interno del gioco La SON (Gison G, Bonifacio A, Minghelli E. Autismo e psicomotricità. Strumenti e prove di efficacia nell'intervento neuro e psicomotorio precoce. 1st ed. Trento: Ed. Erickson; 2012) è uno strumento di orientamento e guida alle procedure specifiche dell’osservazione neuropsicomotoria, diviso in 6 aree che rappresentano una schematizzazione semplificata delle tappe dello sviluppo © F. Broggi – Convegno “Autismi. Novità dalla ricerca scientifica. Percorsi di formazione specialistica. Proposte operative per scuola e servizi” – 14 e 15 novembre 2014 tipico, funzionali all'individuazione dell'area di sviluppo potenziale entro cui situare l'intervento. Area affettivo-relazionale Area comunicativo-linguistica Area motorio-prassica Area neuropsicologica Area cognitiva e modalità di gioco Atipie comportamentali Ad ogni Item è attribuito un punteggio da 0 a 4. Possibilità di attribuire la sigla nv (non valutabile) quando la competenza non è riscontrabile in riferimento all'età. Disegno dello Studio Lo studio si compone di 8 tempi come da figura 1 Figura 1 Disegno dello studio © F. Broggi – Convegno “Autismi. Novità dalla ricerca scientifica. Percorsi di formazione specialistica. Proposte operative per scuola e servizi” – 14 e 15 novembre 2014 RISULTATI L’indicatore SES è rappresentato mediamente nella 2a fascia indicando un livello socio-economico medio-basso. L’analisi pre post intervento con ADI (Tabella 2) e ADOS (Tabella 3) mostrano un significativo miglioramento in tutte le aree. Tabella 2 Analisi pre post ADI Tabella 3 Analisi pre post ADOS L’analisi Pre post intervento con la SON mostra un significativo aumento dei punteggi in tutti e tre gli intervalli di tempo in modo costante. Tabella 4 .Analisi pre post SON Nell’Analisi pre post con lo strumento CPTI si evidenzia significativa diminuzione sia del numero sia del tempo investito di Attività di Non-Gioco e Interruzioni di Gioco. Aumentano significativamente sia il numero che il tempo di Attività Pre-Gioco ed il tempo investito in Attività di Gioco. Aumenta significativamente il ruolo dei bambini come partecipanti attivi e diminuisce il © F. Broggi – Convegno “Autismi. Novità dalla ricerca scientifica. Percorsi di formazione specialistica. Proposte operative per scuola e servizi” – 14 e 15 novembre 2014 gioco parallelo. Aumenta il ruolo di partecipante attivo anche del terapista e diminuisce significativamente quello di osservatore passivo. I valori dell’area emotivo-affettiva evidenziano significativo aumento di piacere, ampliamento della gamma di emozioni e una maggior regolazione degli stati emotivi. Il tono affettivo nei confronti del terapista diventa nel tempo significativamente positivo. Nell’espressione degli affetti risulta significativa la diminuzione dell’angoscia e l’aumento del piacere. Le valutazioni cognitive indicano una significativa diminuzione dei precursori del gioco di ruolo nel secondo intervallo di tempo considerato. Diminuisce significativamente il livello di relazione egocentrica a favore dell’aumento della relazione diadica e successivamente triadica. Diminuiscono all’interno del gioco le relazioni di tipo parallelo a favore di quelle autonome e/o dipendenti. Si riscontra una diminuzione significativa dei valori relativi all’utilizzo del silenzio ed un aumento significativo dell’utilizzo della comunicazione pre-verbale e verbale. Il livello di sviluppo del gioco aumenta significativamente da immaturo ad adeguato all’età correlato all’evoluzione dello sviluppo sessuale, psicosessuale e dell’investimento libidico, che evidenziano la diminuzione di componenti orali ed anali nel secondo intervallo di tempo. Risulta significativo l’aumento della costanza rappresentato all’interno del gioco. Si riscontra l’evoluzione da un gioco isolato, solitario ad un gioco reciproco e di collaborazione. Significativo aumento di strategie di funzionamento maggiormente adattive e aumento della consapevolezza dei bambini di Sé come giocatori. Si riscontra una maggior continuità, sia all’interno della singola seduta di terapia sia tra una seduta e la successiva. CONCLUSIONI I risultati consentono di riconoscere l’importanza degli strumenti CPTI e SON come metodo di valutazione qualitativa e quantitativa dell’attività di gioco del bambino in terapia neuropsicomotoria. Il CPTI e la SON, inoltre, si sono dimostrati un valido strumento per il lavoro in équipe multidisciplinare, nella verifica del progetto terapeutico ri-abilitativo e nei momenti di colloquio e confronto con i genitori dei bambini. Lo studio mostra che tutti i soggetti del gruppo campione, con gradi diversi di difficoltà relazionali, comunicative, emotive, neuropsicomotorie e cognitive, si sono modificati © F. Broggi – Convegno “Autismi. Novità dalla ricerca scientifica. Percorsi di formazione specialistica. Proposte operative per scuola e servizi” – 14 e 15 novembre 2014 significativamente nell’arco del tempo, convalidando così l’efficacia di un approccio neuropsicomotorio precoce che utilizza il gioco e un setting ludico-cognitivo come tecnica elettiva. I miglioramenti evidenziati da ADI e ADOS, strumenti golden standard, corrispondono ai miglioramenti riscontrati da CPTI e SON. I bambini che hanno avuto una presa in carico in terapia neuropsicomotoria precoce (genitori in sostegno psicologico e lavoro con gli insegnanti o educatori) mostrano risultati in outcome migliori, confermando le ipotesi dello studio sull’importanza di una presa in carico precoce e multidisciplinare. © F. Broggi – Convegno “Autismi. Novità dalla ricerca scientifica. Percorsi di formazione specialistica. Proposte operative per scuola e servizi” – 14 e 15 novembre 2014 BIBLIOGRAFIA 1. American Psychiatric Association. Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. DSM5. 5nd ed. 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