13. Cristo rivelato alle genti Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme (…). Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese (Mt 2,1-3.10-12). La liturgia di oggi celebra la festa dell'"epifania", che significa la "manifestazione" del Signore. C'è innanzitutto un fatto: a Gerusalemme giungono dall'Oriente dei personaggi, condotti da una stella, alla ricerca del re dei Giudei, cioè del Messia. Trovano una città ignara, che però diventa subito ostile: il Re Erode e l'intera Gerusalemme sono disturbati dalla domanda dei Magi: Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Gerusalemme rifiuta di mettersi in ascolto della voce di Dio. I Magi lasciano la città e la stella riappare per condurre i tre pellegrini al luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella i magi provano una grandissima gioia. Entrati nella casa, vedono il bambino con Maria, sua madre e, prostratisi, lo adorano. Poi aprono i loro scrigni e gli offrono in dono quanto di più prezioso hanno: oro, incenso e mirra. Alla luce della prima lettura (Is 60,1-6) e della seconda (Ef 3,2-3.5-6), questo fatto si rivela carico di significati. In Isaia troviamo tre immagini: la notte che ricopre la terra; la luce che illumina Gerusalemme - la città che ha conosciuto l'umiliazione e che ora Dio avvolge di splendore e di bellezza; i popoli della terra, che salgono a Gerusalemme, attratti dallo splendore della sua luce, ciascuno portando i propri doni. L'apostolo Paolo ci parla dello svelamento del mistero nascosto in Dio. La grazia offerta a tutti, a Israele e ai pagani, di partecipare alla stessa eredità, cioè alla salvezza in Cristo Gesù, di formare un solo corpo, di credere allo stesso Vangelo e essere salvati mediante la fede operosa. Cerchiamo di trarre dall'evento dei magi e dai suoi significati, alcune riflessioni: Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo nel grembo della Vergine Maria, è l'unico salvatore. Non c'è salvezza fuori di Lui. Lui è la strada che ci porta a Dio, la via, la verità e la vita. Gesù da Dio è offerto a tutti. Attraverso strade diverse, Dio chiama tutti gli uomini a Gesù: i pastori, i magi, in modo differente e misterioso; anche Erode e Gerusalemme! Qualcuno risponde, altri addirittura rifiutano. (…) Tutti i popoli portano a Dio i loro doni: la fede in Gesù si arricchisce dei doni dei coloro che si avvicinano a lui. La luce di ciascuno diventa crescita per gli altri e attraverso l'esperienza di fede del fratello, io accresco la mia fede nel Signore Gesù. (dalla omelia nella Solennità di Epifania, Basilica di San Marco, Venezia, 6 gennaio 1996)