4. l`adorazione

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4. L’ADORAZIONE
Riferimento
Mt. 2, 11 “…prostratisi lo adorarono.”
Obiettivo
I Magi, prostratisi, adorano Gesù. In quel momento tutta la loro vita, le loro energie, il loro
cuore, la loro mente ( e il loro corpo!) sono per Lui. C’è un preciso contesto che conduce
all’adorazione, quello della ricerca e dell’incontro. Oggi l’adorazione è pressoché
sconosciuta: forse questo dipende anche da quell’assopimento della ricerca nella vita
dell’uomo di cui alla scheda 1. Proponiamo quindi di riflettere su questo gesto e sul suo
significato ( se c’è l’ha…) nella vita del giovane.
Quale gesto dice oggi l’ “adorazione”? Cosa vuol dire prostrarsi? A chi ci prostriamo? E’
adorazione il delirio per tanti personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport? Che
ruolo, nel recupero della percezione dell’adorare, gioca il silenzio? E lo stupore? E la
riverenza, il rispetto, la stima? Siamo sicuri che tutte queste parole siano ancora significanti
per noi? Sono sentimenti da provare nei confronti di Dio? Abbiamo mai sperimentato la
sproporzione? E l’abbandono? Che cosa hanno suscitato in noi esperienze di questo tipo?
Provocazione
Film:
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Decalogo I e II di K. Kieslowskj(Pol, 1989)
La vita è bella, R. Benigni (Ita, 1997)
Giovanna d’Arco di L. Besson (Fr/Usa, 1989)
Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg, (1977)
Letture:
Entrati nella casa ...
“È giunto il momento ed è questo…”. Che paura, amico mio, ancora oggi, quando sento
queste parole… Parole cariche di urgenza amorevole, di appassionata esortazione: “Vieni e
vedi!” Te lo confesso senza nessun pudore: mi ci ero bloccato tante volte. Con un piede
sulla soglia di casa, pronto a uscire, e l’altro ben saldo nella sicurezza delle mie mura. E
ripenso con tremore e con timore a quell’attimo lunghissimo fra la grande gioia provata al
vedere la stella e l’entrare nella casa. La sposa, al vedere lo sposo che l’attende in quel
giorno di nozze da lungo fissate, deve provare qualcosa di simile. Perché quel passo che sta
per fare la catapulta in un incontro in cui la propria vita appartiene allo sposo e la vita dello
sposo a lei. Amico, è più forte adesso la tua sete o la tua paura? Non dire “no” anche oggi!
Hai una nuvola di testimoni pronti a garantire che ne vale la pena. Hai la tua sete di infinito
e sai che è vera. E poi ci sono quelle mille piccole “coincidenze” che ti hanno portato qui
oggi. Ora è il momento favorevole! È il giorno del “sì”. Non ti preoccupare del come (oh, la
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conosco questa preoccupazione, non per niente fra i miei ero considerato un sapiente, un
istruito, un intellettuale), entra, tutto è pronto. Il tuo promesso si è promesso a te e ti sarà
fedele.Va’…
... videro il bambino con Maria sua madre ...
Quell’albergo a una stella mi puzzava… veramente! Puzzava di fieno e di bestie tenute lì
alla buona, di umida muffa e di povertà. E la vocina dentro mi diceva: “Ti sei fatto prendere
in giro! Tu, il sapiente venuto da lontano, il cercatore di re, il seguitore di stelle.” Cercavo il
viso degli altri compagni per incrociare i loro occhi e dire a mezza bocca: “Abbiamo
sbagliato tutto.” Ma poi ho incontrato altri occhi, quelli della madre. E quando si sono
chinati sul bambino, i miei li hanno seguiti. E hanno visto! Hanno visto un fatto mai veduto
da occhio umano e io ho compreso quello che mai avevo udito. E chi mi crederebbe? Ma il
fatto è questo: che io ho visto Dio. Non c’erano in quel momento cori d’angeli, nessuna
coreografia di astri nel cielo. La stella era sulla casa, solo un po’ della sua luce filtrava. Ma
io visto Dio. Io ho visto Colui che mai alcuno aveva potuto vedere. Non ti so dire molto di
più, ma questo te lo posso garantire: anche tu Lo vedrai. Perché Egli ricompensa quelli che
lo cercano, Egli è il misterioso Dio che si cela agli orgogliosi e si rivela ai piccoli. Era Lui il
Re che ero venuto a visitare. Un Re bambino. Adesso che sei entrato, anche tu sentirai la
vocina dentro. Forse anche te colpirà il cattivo odore, o la povertà del luogo in cui sei
capitato. Ma non prestar ascolto a queste cose. Apri gli occhi, cerca lo sguardo della Madre
e seguilo, chinando la vista sul Dio piccino. Lo incontrerai. Sarà una Parola scritta apposta
per te a rivelartelo, oppure un pezzettino di Pane, trasparente della Sua Luce; o forse Lo
vedrai negli occhi luminosi di un fratello che prega o nella maestosità del creato. O ancora
Lo sentirai in un canto di lode o in una frase detta da un amico che ti torna alla mente dopo
tanto tempo. Ma tu non aspettarti né questo né quello, non cercare un sentimento forte, non
aspettarti niente di particolare, se non, semplicemente, di incontrarlo. Lui, il Signore. Lui il
Re. Lui, che era, che è e che viene. È lì, per te.
... e prostratisi lo adorarono
Lungo il cammino, noi fantasticavamo di come sarebbe stato l’incontro col re. Avevamo dei
doni bellissimi con noi. Doni da re a re. C’eravamo anche preparati un discorso. Discorso da
re a re. Ma dopo aver visto il Re, una cosa sola abbiamo saputo fare: gettarci ai Suoi piedi.
A vederla da fuori, una cosa ridicola. Noi, paludati e ieratici, col volto a terra davanti a… un
Bambino! D’improvviso sono mancate le parole, abbiamo chiuso la bocca. Nulla di tutto ciò
che avremmo potuto dire avrebbe avuto un senso, nessun discorso. In quell’incontro, noi,
che pure eravamo re, siamo diventati bambini; lui, bambino, il Re. Vedi, amico, tu sei oggi
molto più sapiente, molto più forte, molto più grande di quanto io non fossi allora. Hai nelle
mani macchine potentissime, nella biblioteca libri eruditissimi, idee profondissime nella
testa, ricchezze immense nelle banche. Ma, credimi, sarà lo stesso anche per te. Te lo dico
perché tu sia preparato. Chi ti sta accanto ti prenderà, ben che vada, per fanatico. Quelli
rimasti fuori non ti vorranno più accanto. Un uomo del duemila ricoperto della paglia su cui
camminano gli animali… Ecco, ti chiameranno l’uomo di paglia! Ma ti potrai gloriare di
questo nomignolo, perché sarai paglia che arde e non si consuma, un roveto ardente abitato
dalla fiamma del tuo Dio e Re. Ti sentirai bruciare. Quello che deve bruciare brucerà. Il tuo
peccato brucerà, perché sarai tu stesso a metterlo davanti a Colui che già se lo caricò sulle
spalle quando saliva sul monte da cui sarebbe sceso a giudicare la terra. Sarà l’unica cosa
che potrai darGli, perché è l’unica che non hai ricevuto da Lui. Se appena alzerai gli occhi,
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vedrai il Suo trono. Ai suoi piedi, come i vegliardi, anche tu avrai gettato le tue corone. In
quel momento incontrerai lo Sposo, ogni incontro sempre nuovo, come se fosse il primo. Tu
sarai tutto per il tuo diletto e il tuo diletto per te. Ora ti dice: “Alzati, vieni!” Ti parlerà
d’amore il tuo diletto e il tuo cuore esulterà di gioia. Una gioia così grande che non potrai
tenerla per te.
Incontro
Confronto
Potrebbe essere molto interessante l’incontro con una persona, (o un gruppo di persone) che vivono
frequentemente l’esperienza dell’adorazione. Si suggerisce di contattare le comunità di religiosi che
vivono come elemento fondamentale della loro vita l’adorazione. Per esperienza possiamo dire che
le monache del Carmelo di via Spiazzi a Piacenza, se contattate per tempo, sono disponibili a questa
testimonianza.
Tempo dello spirito
Prima proposta
“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”
Nel cammino di ricerca a volte è più forte la dimensione esteriore, il precetto, la regola, la
legge piuttosto che il cuore. La riscoperta del significato del “sacrificio” e dell’amore,
ricentra la motivazione del cammino.
La ricerca
Proclamazione del Salmo 1
L’incontro
Proclamazione di Mc 7,1-13
Il silenzio
Invitare alla riflessione personale, considerando:
• L’ipocrisia degli scribi e farisei
• L’autenticità richiesta da Gesù
• Il cambiamento richiesto da Gesù
La condivisione
• canto
• inno allo Spirito Santo
Da “Dieci parole di libertà”, Proposta per un esame di coscienza, di Angelo Comastri
Dice il quarto comandamento: "Onora tuo padre e tua madre" (Esodo 20,12). E Gesù
aggiunge: “Invece voi asserite: "Chiunque dice al padre o alla madre: ‘Ciò con cui ti
dovrei aiutare è offerto a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre e sua madre... Ipocriti!
Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: ‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo
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cuore è lontano da me”(Matteo 15,5-8). L’amore per i genitori è un comandamento! Ma
spesso i genitori sono letteralmente cacciati di casa, oppure emarginati dentro la stessa
casa: per loro c’è tanta solitudine e indifferenza, perché oggi chi non produce non conta.
È un vero razzismo, che prima o poi ci punirà tutti. E noi? Noi amiamo gli anziani e gli
ammalati? Riconosciamo in loro una presenza di Cristo? Diamo volentieri tempo e cuore
per assisterli, per fare compagnia, per servirli con vera e sorridente carità?
• invocazioni (preghiera dei fedeli)
La conversione
Invitare il Giovane a porre un impegno di cambiamento
Proporre un Segno concreto: fare una visita a persone anziane o ammalate, in particolare i
parenti.
Seconda proposta
“Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!”
Ci sono momenti della nostra vita in cui sembra che non tutto vada bene, questo fa come da
filigrana all'esperienza stessa di Gesù. Però ci sono dei momenti nei quali appare tutta la
bellezza della vita di fede. Dio sa che abbiamo bisogno di questi momenti…
La ricerca
Proclamazione del Salmo 86
L’incontro
Proclamazione di Mc 9,2-8
Il silenzio
Invitare alla riflessione personale, considerando:
• Gesù ci introduce nel mistero del Padre
• Il sostare con Gesù
• Il ritorno alla quotidianità
La condivisione
• canto
• inno allo Spirito Santo
Da CARLO M. MARTINI, Quale bellezza salverà il mondo, Milano 1999, 29-31
Siamo dunque saliti sul monte in compagnia dei tre discepoli accanto a Gesù, portando
con noi le loro e le nostre domande. Che cosa ci risponderà ora il Signore? In realtà, sul
monte Gesù non ci parla: si trasfigura! Il monte è nella Bibbia il luogo della rivelazione,
novello Sinai dove Dio parla al Suo popolo. Gesù è la Legge in persona, la Torah fatta
carne, che si manifesta nello splendore della luce divina: è la Verità vivente, attestata dai
due testimoni per eccellenza, Mosè ed Elia, figure della Legge e dei Profeti. Questa
esperienza appare ai discepoli non solo vera e buona, ma anche bella: è il fascino della
Verità e del Bene, è la bellezza di Dio che si offre a loro. Tale bellezza è collegata nel
racconto alla misteriosa rivelazione della Trinità: «Poi si formò una nube che li avvolse
nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il figlio mio prediletto, ascoltatelo!». La
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nube e l'ombra sono figura dello Spirito di Dio. La voce è quella del Padre e Gesù è
indicato come il Figlio, l'Amato: è dunque la Trinità che si sta comunicando ai discepoli.
La Bellezza a cui fa riferimento l'esclamazione di Pietro è dunque quella della Trinità
divina. La Trasfigurazione ci consente allora di riconoscere nella rivelazione della Trinità
la rivelazione della «gloria», e rinvia al pieno compimento di tale rivelazione nella
suprema consegna dell'amore che si realizza sulla Croce. È lì che «il più bello tra i figli
dell'uomo» (sal 44, 3) si offre – nel segno paradossale del contrario – come «uomo dei
dolori… davanti al quale ci si copre la faccia» (Is 53, 3). La Bellezza è l'Amore crocifisso,
rivelazione del cuore divino che ama: del Padre sorgente di ogni dono, del Figlio
consegnato alla morte per amore nostro, dello Spirito che unisce Padre e Figlio e viene
effuso sugli uomini per condurre i lontani da Dio negli abissi della carità divina.
• invocazioni (preghiera dei fedeli)
La conversione
Invitare il Giovane a porre un impegno di cambiamento.
Proporre un Segno concreto: prevedere nel corso di una celebrazione un momento
prolungato di adorazione davanti all’Eucaristia.
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