P. Amedeo Pascucci, già Maestro dei Novizi Rogazionisti, venerdì15 novembre, ci ha intrattenuti sul tema "Cuore a cuore con Gesù nell’Adorazione Eucaristica - Il Padre cerca adoratori in spirito e verità” (Gv 4,23). Ha iniziato ricordando che l'adorazione è un grande tesoro non solo perchè trasforma i cuori e completa l'Eucarestia, ma anche perchè costituisce una valida opportunità di nuova evangelizzazione. P. Amedeo, come è solito fare, ribadisce in uno slogan il pensiero su cui si fonda l'adorazione "Dio Padre ci dona tutto quello che fa per noi, per la nostra salvezza" ed esorta a riflettere su alcuni pensieri come se Dio ci parlasse. La prima frase che Gesù rivolge a noi è "Ti amo così tanto da darti interamente mio Figlio". Perciò la nostra risposta richiede che accogliamo Gesù interamente e sempre di più. Il secondo pensiero è "il mondo è affamato e ateo perchè non adora". Abbiamo noi coscienza che chi non adora rimane spiritualmente "sottosviluppato"? La terza domanda è "che cosa vuol dire adorare?". Padre Amedeo fornisce una definizione da lui coniata, tanto breve quanto efficace: "adorare è annientarmi per amore di Colui che si è annientato per me". L'adorazione, infatti, viene dalla Croce, perchè se Gesù è presente nel tabernacolo o nell'ostensorio, ciò è dovuto al fatto che prima è passato dalla Croce, sulla quale ha sofferto ed è morto per noi. Non per nulla la liturgia eucaristica parla di pane "spezzato" e di sangie "sparso". Quando noi stiamo davanti all'Eucarestia come "polvere, ma polvere che ama" per usare le parole di Charles De Focault, lo Spirito Santo ci spinge a ricambiare un amore così grande! Passando alle indicazioni pratiche, P. Amedeo si sofferma su alcuni aspetti. Il primo è la necessità di dare tempo all'adorazione in modo sistematico "dai tempo a Gesù nell'adorazione perchè Lui possa darti l'eternità". Segue poi la domanda: come spendere questo tempo? Il primo passo è stabilire un contatto con Gesù (se si ha difficoltà a concentrarsi, si può ripetere una frase del tipo "Signore sono davanti a te, tutto per te") anche chiamando frequentemente lo Spirito Santo in nostro soccorso. Il secondo passo è il sostegno della Parola: leggere un brano biblico fino ad incontrare una parola che ci interpella, sulla quale soffermarci. Il passo successivo è la nascita nel nostro cuore di una preghiera di lode, di ringraziamento o anche di richiesta. Se il tempo ce lo permette, dopo questo momento di preghiera, torniamo alla Parola. Possiamo così realizzare quel percorso virtuoso "dalle parole di Gesù alla Parola che è Gesù". L'ultimo consiglio di P. Amedeo è la sintetizzazione dell'esperienza fatta e dei frutti che sono rimasti. Può essere utile scrivere qualcosa, ma è determinante il motivo della sintesi: quello che Gesù ha fatto capire a noi, siamo chiamati a portarlo fuori, facendone oggetto di evangelizzazione. Infatti, l'Eucarestia viene dalla Croce e tende alla comunione.