XXVIIª STAGIONE CONCERTISTICA 2012 – 2013 Giovedì 20

annuncio pubblicitario
XXVIIª STAGIONE CONCERTISTICA 2012 – 2013
Giovedì 20 dicembre 2012, ore 21.00 - Teatro Remondini
DUO PIANISTICO ANNA BARUTTI – MASSIMO SOMENZI
Musiche di CLAUDE Debussy
Integrale delle composizioni originali per duo pianistico
CLAUDE DEBUSSY
(1862 – 1918)
Petite Suite, per pianoforte a quattro mani (1886-1889):
En bateau (in barca) – Cortège (Corteo) – Menuet - Ballet
Marche écossaise (Marcia scozzese), per pianoforte a quattro mani (1891)
Six épigraphes antiques, per pianoforte a quattro mani (1914)
Pour invoquer Pan, dieu du vent d’été (Per invocare Pan, dio del vento d’estate)
Pour un tombeau sans nom (Per una tomba senza nome)
Pour que la nuit soit propice (Perché la notte sia propizia)
Pour la danseuse aux crotales (Per la danzatrice con le nacchere)
Pour l’Égyptienne (Per l’egiziana)
Pour remercier la pluie au matin (Per ringraziare la pioggia mattutina)
******
Lindaraja, per due pianoforti (1901)
En blanc et noir (in bianco e nero), per due pianoforti (1915)
Avec emportement (con impeto) - Lent. Sombre (cupo) - Scherzando
Assieme a Maurice Ravel, Claude Debussy è
considerato uno dei massimi esponenti dell'impressionismo musicale, nonché uno dei più importanti
compositori francesi di tutti i tempi. Amatissimo dai suoi
concittadini, al punto che la sua effige è stata
riprodotta per decenni sulle banconote da 20 Franchi,
la sua fama di iniziatore della musica moderna è
arrivata fino a noi ancora forte e presente sulla scena
musicale classica.
Nacque a Saint-Germain-en-Laye; a soli 10 anni entrò
al Conservatorio di Parigi dove studiò pianoforte e
composizione. Nel 1884, ancora giovanissimo, vinse il
prestigioso ed ambitissimo “Prix de Rome” grazie alla
lirica L'enfant Prodigue. A questo successo seguì poi un
viaggio in Italia: Debussy giunse così a Roma dove
soggiornò dal 1885 al 1887. Il suo stile iniziò presto
ad affermarsi: antiwagneriano, come molti suoi
connazionali dell'epoca, si recò al teatro di Wagner a
Bayreuth, nella Baviera settentrionale, restando
affascinato dalla musica del genio tedesco. In quegli
anni si formò come compositore, rivelando il suo debito
verso il creatore della 'Tetralogia'. L'Esposizione
Universale di Parigi del 1889 ebbe un'influenza
decisiva sul compositore: in quell'occasione scoprì la
musica russa, giavanese ed araba, introducendo questi
suoni nelle sue opere. Lo stile che assunsero le
composizioni di Debussy negli anni successivi, furono il
frutto di varie influenze: quella citata di Wagner che si
rivela molto evidente nella cantata La damoiselle élue e
nei Cinq poèmes de Baudelaire. Altre canzoni dello
stesso periodo (1888-1889), create sulla base dei
poemi dell'amico Paul Verlaine (Ariettes oubliées, Trois
mélodies, Fêtes galantes), mostrano invece uno stile più
capriccioso ed articolato, portando sfumature nuove e
colorate nel panorama della musica europea: in tali
opere il compositore francese usa modi arcaici, specialmente il modo frigio, scale meno consuete, in
particolare il modo tonale intero, la scala esatonica,
per creare un'armonia oscillante che aveva scoperto
attraverso le opere dei contemporanei: per il Prélude à
l'après-midi d'un faune, opera per orchestra eseguita
per la prima volta nel 1894 e utilizzata poi nel 1912
per la produzione del balletto omonimo del coreografo
ucraino Vaclav Nižinskij, si ispirò al celebre poema di
Stéphane Mallarmé. In queste opere, che portarono
una fluidità nel ritmo ed un colore nuovo per la musica
occidentale, gli stili che Debussy utilizzò furono molto
vari: il risultato furono armonie oscillanti, dotate di una
nuova agilità derivante anche dall'osservazione delle
opere di alcuni artisti e pittori contemporanei. Nota la
sua nomea di “tombeur de femmes”: nell'aprile del
1905 Debussy, a causa di una relazione clandestina, fu
costretto ad una fuga in Inghilterra, sull'isola di Jersey
insieme a Emma Bardac, madre di un allievo di Debussy. La coppia si sistemò nel Grand Hotel di Eastbourne,
dove Debussy completò la suite sinfonica La Mer, una
delle opere per orchestra di Debussy più ammirate ed
eseguite. Tornarono a Parigi in autunno, giusto in tempo
per la nascita di Claude-Emma, l'unica figlia del compositore. Chiamata affettuosamente Chou-chou, che in
giapponese significa "farfalla", la bambina era dedicataria del famoso Children's Corner, una raccolta di sei
pezzi per pianoforte composta nel 1908, anno in cui i
suoi genitori finalmente si sposarono. In ogni composizione di Debussy si possono comunque notare cambi di
stile e differenti sfumature che caratterizzano ogni sua
opera, di qualsiasi tipo essa sia, per la loro varietà,
per la fantasia e per l'amore e la dedizione che questo
artista ha sempre dedicato al proprio lavoro. Le
influenze di grande calibro continuarono ad incidere
sulle opere di Debussy anche nel 1911, quando l'artista
presentò l'opera Le Martyre de Saint Sebastien, su testo
del grande poeta Gabriele D'Annunzio. Di questo
periodo è la celeberrima Syrinx per flauto solo, scritto
per il Dramma Psyché, per accompagnare la scena
della morte del Dio Pan.
Morì il 25 marzo del 1918, a Parigi, 8 mesi prima del
termine della Grande Guerra, mentre la Francia si
trovava ancora sotto il bombardamento prussiano: è
sepolto nel Cimitero di Passy, nel cuore di Parigi.
Scritta tra il 1886-1889, la Petite Suite per pianoforte
a quattro mani, orchestrata nel 1907 dal compositore
Henri Büsser, possiede molteplici influenze: Verlaine,
Wagner, Tchaikovsky, Fauré, ed ancora suggestioni
orientali. Il nome dei primi due movimenti, i cui titoli
sono tratti dalla raccolta di poesie Fêtes galantes di
Paul Verlaine, sono assai anomali ed inconsueti: in
epoca barocca, il primo movimento della Suite,
costituita da vari tempi più o meno mossi, era (quasi)
sempre un preludio, a cui seguiva verosimilmente una
allemanda, una corrente, una fuga, e così via,
concludendo di solito con una giga; una serie di danze
movimentate (corrente, giga) alternate a composizioni
più lente e pacate (sarabanda, allemanda). Il primo
movimento "in barca", una sorta di "barcarola" un po'
animata in 6/8, suggerisce tipiche suggestioni
debussyiane, con accordi colorati e cangianti, ed in
particolare un elemento tematico caratterizzato da una
quarta eccedente a salire e scendere, quello stesso
tritono, "diabolus in musica", proibito perchè troppo
dissonante fino a metà del Seicento. Il secondo
movimento, Cortège, più mosso, simula un "corteo”, una
“processione". La Petite Suite fu scritta probabilmente su
incarico dell'editore Durand, e destinata ad un pubblico
di 'amateurs'; venne eseguita per la prima volta nel
febbraio 1889 da Debussy stesso e da Jacques
Durand, figlio dell'editore. Debussy doveva essere
soddisfatto della riuscita del lavoro, se assieme a Dukas
lo presentò al suo vecchio maestro Guiraud. La scrittura
estremamente gradevole ed accattivante, con echi di
danze antiche e riferimenti allo stile di Bizet e di Gounod, raggiunge vette di vera poesia nel III movimento,
Menuet, il brano più interessante e maturo del ciclo.
La Marche écossaise sur un Thème Populaire,
commissionata dal generale scozzese Meredith Reid,
che il compositore conobbe nel 1891, doveva essere
appunto una marcia su una melodia tradizionale attinta
dal clan scozzese Ross, di cui Reid era un discendente.
“Il brano - scrive il compositore - trae la sua origine
dalla Marcia degli antichi Conti di Ross, signori del clan
del Ross-shire; il capo era attorniato da un gruppo di
cornamuse che suonavano prima e durante le battaglie e
nelle occasioni di festa. La marcia originaria è stata
utilizzata quale tema principale del presente lavoro". Il
brano comincia in modo enigmatico, con vaghe
atmosfere scozzesi, senza sfarzo, e alcune cadenze
arcaiche: raggiunto l'acme, in realtà è più una fantasia
di svolazzi, fanfare ed episodi coloristici. È scritto con
notevole perizia: la parte centrale, dal timbro più
evocativo, è basata anch'essa sul tema, ma con
figurazioni allargate. La Marche possiede una natura in
continua trasformazione che culmina, nel finale, in un
congedo travolgente, energico e quasi marziale. Anche
di questa partitura Debussy fece, nel 1908,
un'orchestrazione fine e fascinosa.
Le Six épigraphes antiques sono caratterizzate da
un'attenzione maggiore verso la linearità della
melodia, anche se la musica non perde il fascino delle
sfumature evanescenti e delle sensazioni intimamente
delicate e sommesse. Questi sei pezzi, composti nel
1914, sono un adattamento delle musiche per due
flauti, due arpe e celesta scritte nel 1900-1901 come
intermezzi per una recitazione dei poemi "Chansons de
Bilitis" di Pierre Louys. Essi appaiono come momenti di
un ciclo unitario e organico in cui affiora il gioco sottile
di tonalità, quasi a sottolineare uno dei postulati estetici
di Debussy secondo cui "la musique c'est un mystérieux
accord entre la nature et notre imagination". Il tessuto
sonoro si snoda con raffinatezza di effetti e non manca
tra un "pannello" e l'altro il richiamo allo stesso nucleo
armonico, come ad esempio il ritorno del tema del
primo movimento alla fine del sesto pezzo. Ciò sta a
significare, oltre tutto, come Debussy manifestasse
interesse per la forma circolare e articolata nelle sue
ultime composizioni, elaborate per varie combinazioni
strumentali. Le Epigrafi sono caratterizzate da accordi
sospesi e atmosfere rarefatte, secondo scelte arcaiche
e diatoniche rispondenti a sonorità astratte. Più
elaborati e vivamente intarsiati risultano il terzo e il
quarto pezzo, mentre il quinto riflette un ritmo
orientaleggiante e il sesto ha un andamento impressionistico e apertamente legato ad effetti naturalistici.
La composizione è stata trascritta per orchestra nel
1932 da Ernest Ansermet, indimenticabile direttore
dell'orchestra della Suisse Romande e appassionato
sostenitore, tra l'altro, della musica di Debussy, Ravel e
Strawinsky.
Pubblicata solo dopo la morte dell’autore, Lindaraja
risale al 1901. Il titolo deriva dal nome di una delle
stanze-giardino dell’Alhambra, e tutto il pezzo è
pervaso da sonorità e suggestioni spagnole, una
miscela di fantasticherie e sensazioni, moduli come il
ritmo di habanera, di cui Debussy sottolinea gli elementi
ritmici tipici, attraverso l’uso della terzina onnipresente.
Clima emotivo che rimanda ad una Spagna esotica e
lontana, evocata dal compositore francese in altre
opere: in questo senso il brano sembra precorrere La
Puerta del Vino dal secondo libro dei Préludes, raccolta
di dieci anni successiva.
Tutti questi brani appartengono dunque al gruppo di
composizioni per pianoforte a quattro mani, un genere
abbastanza praticato nell’Ottocento e rispondente ad
un gusto borghese, quando era diffusa la moda di
suonare in casa le trascrizioni delle opere di successo e
più popolari, e magari anche le riduzioni per
pianoforte delle sinfonie di Beethoven e dei poemi
sinfonici di Liszt. In questo gruppo di pezzi pianistici
debussyani troviamo anche En blanc et noir, composta
nel 1915: in essa si può cogliere quel sottile e raffinato
intellettualismo, tipico di un compositore maturo, misto
ad una calcolata costruzione formale, appartenente
alla sigla inventiva di questo musicista così originale e
rivoluzionario nella concezione armonica e timbrica del
linguaggio sonoro.
(Note di Gianantonio Rossi)
Scarica