Claude Debussy Debussy nacque nel 1862. Durante la formazione scolastica, avvenuta al Conservatorio di Parigi, traspare il talento musicale del musicista, bravura, facilità di apprendimento e contemporaneamente refrattarietà alle regole accademiche. Dal 1880 al 1883 lavorò come strumentista personale della dama russa Nadezda von Meck seguendola nei suoi viaggi attraverso l’Europa e a Mosca. Nel 1884 vince il Prix de Rome con la cantata Il figliol prodigo. Il soggiorno romano a Villa Medici gli da molto a livello personale, ma niente di significativo a livello musicale poiché costretto a rinviare composizioni accademiche a Parigi. Rientrato a Parigi nel 1887, Debussy iniziò a frequentare gli ambienti intellettuali parigini, in particolare i simbolisti che si riunivano a casa di Mallarmè. Raccolse numerosi stimoli estetici e compositivi estranei alle istituzioni ufficiali francesi. Si recò infatti, a Bayreuth per conoscere le opere di Wagner, grazie alle quali conobbe la dissoluzione di tonalità e l’uso dei cromatismi (Tristano e Isotta), e a Solesmes al fine di conoscere la ricerca condotta dai benedettini sul canto gregoriano. All’esposizione Universale di Parigi nel 1889 ebbe modo di conoscere musiche russe, spagnole, la musica jazz, dalla quale trasse l’utilizzo della scala esatonale e i repertori tradizionali dell’Estremo Oriente, dai quali trasse l’utilizzo della scala pentafonica. Nel 1894 ottenne il primo grande successo con Preludio al pomeriggio di un fauno, ma l’affermazione definitiva avvenne nel 1902 con l’opera Pelleas et Melisande. Con questa conquistò sicurezza economica e consenso di critica e pubblico. Debussy, seppur minato dalla malattia, continua a comporre; muore a Parigi nel 1918. LA MELODIA E L’ARMONIA Debussy utilizza frequentemente le scale difettive, pentafoniche, esatonali, modali di origine gregoriana, basate prevalentemente su modelli di cinque o sei suoni e molto diffuse nella musica tradizionale dell’Estremo Oriente. Le composizioni di Debussy basate sulla scala per toni interi e su quella pentafonica hanno molte cose in comune. Infatti non c’è nessuna differenza tra suoni dissonanti e consonanti. La supremazia di alcuni suoni sugli altri non esiste più, poiché ogni nota è uguale all’altra (scardinamento delle regole armoniche). Inoltre non c’è più un tema principale sulla cui rielaborazione si costruisce la composizione. Rispetto al sistema tonale che attribuisce ruoli definiti ad ogni grado i nuovi moduli utilizzati da Debussy hanno una sintassi libera: gli accostamenti melodici e armonici dei suoni si basano sui valori fonici. L’importante è il suono che si crea non la struttura. IL TIMBRO Nelle opere orchestrali ricordiamo il poema sinfonico Preludio al pomeriggio di un fauno, i tre Notturni, i tre schizzi sinfonici Il Mare, e Images. La timbrica di Debussy è completamente diversa da quella wagneriana. Debussy infatti, ispirandosi alla tradizione francese, nell’orchestra tende ad isolare le sonorità dei gruppi e degli strumenti solisti. Utilizza spesso strumenti come l’arpa, la celesta e i gong, mettendo la sordina ai corni e alle trombe e facendo risaltare i legni. Per quanto riguarda la scrittura pianistica, Debussy dedica al pianoforte molti lavori importanti tra i quali ricodiamo: Chiaro di Luna, Stampe, Images, L’angolo dei bambini, Preludi. VOCE Debussy utilizza soprattutto un declamato rigoroso e sillabico. Il rispetto dell’inflessione naturale della lingua parlata acquista toni sommessi e spogli (nelle liriche da camera con pianoforte e nelle musiche di scena). RITMO Anche il ritmo, con Debussy, cambia profondamente. E' presente un calcolo "artificiale", che permette un nuovo controllo della materia musicale: un occultamento della regolarità della scansione metrica della battuta e un'indeterminatezza ritmica provocata dall'utilizzo di figure di durata irregolari. Questa asimmetria ritmica è presente nel balletto Jeux e nelle ultime composizioni strumentali cameristiche Syrinx, Sonata per violoncello e pianoforte, Sonata per flauto, viola e arpa, Sonata per violino e pianoforte.