Costruire e studiare un sistema di distribuzione TT Costruire e studiare un sistema di distribuzione TT OBIETTIVO Realizzare i collegamenti per costruire e studiare un sistema di distribuzione TT tipico di una fornitura di energia elettrica in Bassa Tensione (BT). MATERIALE NECESSARIO Pannello mod. PDG-1/EV. Alimentazione trifase fissa 220-230 Vca. Serie di cavetti con spinotti di sicurezza diametro 4 mm. Multimetro digitale per misure di tensione alternata. Pinza amperometrica per misure di corrente alternata sia nominali che disperse. Strumenti per le verifiche elettriche, prove sui differenziali, misura dell’isolamento, misura della resistenza di terra. PREPARAZIONE ALLA ESERCITAZIONE Collegare i vari componenti elettrici seguendo lo schema elettrico di figura 1 oppure realizzare le connessioni come da lay-out di figura 2. Norma CEI 64-8 Parte 3 Tipi di sistemi di distribuzione Sistema TT Il sistema TT ha un punto della sorgente di alimentazione collegato direttamente a terra e le masse dell'impianto collegate ad un impianto di terra elettricamente indipendente da quello del sistema di alimentazione. Prima lettera, situazione della sorgente di alimentazione verso terra: T = collegamento diretto a terra di un punto, in genere il neutro. Seconda lettera, situazione delle masse dell'impianto rispetto a terra: T = masse collegate a terra tramite un dispersore dedicato. Figura 1 Sistema TT Schema elettrico di riferimento. SCHEDA 2A Pagina 1 di 8 Costruire e studiare un sistema di distribuzione TT Sul pannello, il collegamento a terra della sorgente (mediano o neutro) è già realizzato con una resistenza da 0,3 (RE1 dispersore di cabina). Il collegamento a terra delle masse dell’utente si realizza tramite il dispersore RDA (nello schema elettrico è chiamato RE2). Si deve selezionare per il dispersore di utente, tra i valori di resistenza riprodotti, quello che soddisfa la condizione ai fini della sicurezza. Figura 2 Implementazione del sistema TT sul pannello didattico. SCHEDA 2A Pagina 2 di 8 Costruire e studiare un sistema di distribuzione TT PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEL SISTEMA TT Vediamo ora cosa accade se si manifesta un guasto a massa in un utilizzatore elettrico. Il percorso della corrente, in seguito ad un guasto franco o con un certo valore di resistenza/impedenza verso la massa dell’apparecchio elettrico è illustrato nella figura 3. Il tratteggio identifica il percorso della corrente, esso è identificato da un anello che ha origine dalla sorgente di alimentazione e attraverso il conduttore di linea si chiude tramite il conduttore di protezione, il dispersore dell’utente, il terreno e il dispersore di cabina. Il percorso è caratterizzato da un valore di resistenza prevalentemente localizzata sui due impianti dispersori (resistenza degli impianti dispersori identificata con RE1 e RE2). Figura 3 Percorso della corrente di guasto in un sistema TT. In questa situazione, quello che preoccupa è limitare la tensione di contatto che si viene a creare nella condizione di guasto a massa. Il dispositivo di protezione presente nel circuito con lo scopo di aprire il circuito in caso di sovracorrenti (sovraccarico e cortocircuito) è anche idoneo a svolgere la protezione contro i contatti indiretti se soddisfa la nota condizione: Ra · Ia 50 (25 per condizioni particolari) La protezione contro i contatti indiretti, in accordo con la curva di sicurezza tempo – tensione (derivata dalla curva tempo – corrente) è difficilmente realizzabile con i soli dispositivi di protezione contro le sovracorrenti se non con onerosi impianti di dispersione (dimensionati per avere basse resistenze), si ricorre allora alla integrazione di protezioni differenziali. Se si utilizzano protezioni differenziali, si assume per Ia la corrente Idn nominale di intervento e un tempo massimo di 1 s. SCHEDA 2A Pagina 3 di 8 Costruire e studiare un sistema di distribuzione TT In modo sperimentale, sul pannello si può dimostrare che la tensione di contatto sulla massa, in condizioni di guasto a terra, dipende dalla resistenza del dispersore che la connette a terra. In realtà si deve considerare anche la resistenza del conduttore di protezione PE specialmente se lungo e di piccola sezione. La misura di detta tensione, si può fare agevolmente, collegando un voltmetro per tensione alternata (o un multimetro) tra la massa e il potenziale di terra indisturbato (morsetto TERRA DI RIFERIMENTO) come indicato nella figura 4. Figura 4 Sistema TT Misura della tensione di contatto in condizione di guasto a terra con una protezione differenziale da 30 mA. Se si sono seguite le indicazione della figura 4, l’impianto esercito con il sistema TT presenta i seguenti parametri: RE1 terra di cabina = 0,3 (parametro che non ci interessa ai fini del coordinamento contro i contatti indiretti). RE2 terra utente = 2 Dispositivo di protezione con corrente magnetotermica 1 A e differenziale da 0,03 A SCHEDA 2A Pagina 4 di 8 Costruire e studiare un sistema di distribuzione TT L’applicazione della condizione Ra 50 / Ia Idn ci porta alla seguente conclusione: la massima resistenza di terra dell’utente deve essere: Ra 50 / 0,03 ossia 1666 Verifichiamo ora le tensioni di contatto. 1) La prima misura va fatta con apparecchiatura senza guasto (condizione normale) le successive misure saranno ripetute con l’inserimento del ponticello GUASTO A MASSA partendo dalla resistenza maggiore sino a giungere al guasto franco. È bene visualizzare la corrente di guasto tramite un amperometro per CA oppure una pinza amperometrica come indicato nel lay-out di figura 4. Come si può notare le tensioni sono piccolissime (al disotto del volt) e, appena superata la soglia di intervento della protezione differenziale, il dispositivo di protezione apre automaticamente il circuito eliminando il pericolo. Se facciamo due conti ci accorgiamo che la tensione sulla massa, con guasto franco, supera il valore limite ammesso, ma questo dura per il tempo che impiega il dispositivo di protezione differenziale ad aprire il circuito (tempo massimo ammesso = 1 s) 2) Provate ora a cambiare il valore assegnato alla resistenza di terra RE2 da 2 a 200 e ripetete le misure di tensione di contatto. Decisamente le tensioni misurate sono maggiori ma ancora appena superata la soglia di intervento della protezione differenziale, il dispositivo di protezione apre automaticamente il circuito eliminando il pericolo. 3) Ora cambiate il valore della resistenza RDA a 2 k e ripetete le misure di tensione di contatto. Nel ripetere l’esperimento con RDA a 2 k fare particolare attenzione che con il collegamento equipotenziale principale (EQP), la massa estranea che presenta una resistenza verso terra di 200 è collegata in parallelo alla resistenza del dispersore. Si noti a questo punto il contributo della/delle masse estranee collegate in equipotenzialità che contribuiscono a ridurre la resistenza dell’impianto dispersore utente. 4) Il “contributo” offerto delle masse estranee collegate in equipotenzialità al dispersore utente può essere sfruttato collegando il ferro presente nel cemento armato delle fondazioni dell’edificio, anzi molto spesso il suo valore resistivo è sufficientemente basso che da solo basta alla condizione richiesta dal sistema TT. Cosa succede se manca il collegamento a terra della massa della apparecchiatura in guasto? Fate la prova pratica, misurate e registrate la tensione di contatto sulla massa dell’utilizzatore nella tabella che segue. SCHEDA 2A Pagina 5 di 8 Costruire e studiare un sistema di distribuzione TT Esempio di tabella per la registrazione della tensione di contatto in funzione della resistenza di guasto e di messa terra. Registrazione della tensione di contatto al variare dalla resistenza di guasto e della resistenza di terra Punto Condizione RE2 UST UT IF Tensione RF () (V) (V) (A) Uo (V) 1 No guasto 2 50 k 3 15 k 4 5 k 5 1,5 k 6 500 7 Guasto franco 8 50 k 9 15 k 10 5 k 11 1,5 k 12 500 13 Guasto franco 14 50 k 15 15 k 16 5 k 17 1,5 k 18 500 19 Guasto franco 20 50 k 21 15 k 22 5 k 23 1,5 k 24 500 25 Guasto franco 2 20 200 2 k 26 26 28 29 30 Tabella 1 Registrazione delle misure dalla tensione di contatto in un sistema TT SCHEDA 2A Pagina 6 di 8 Costruire e studiare un sistema di distribuzione TT SIMBOLI INTERNAZIONALI UTILIZZATI PER INDICARE LE GRANDEZZE RELATIVE AGLI IMPIANTI ELETTRICI I pedici dei simboli sono le iniziali derivate dalla terminologia inglese. Simbolo RB RE REB UE UT UST UTP US USS IF IE ET PE RME RF Descrizione Resistenza del corpo umano Resistenza di terra Resistenza della persona verso terra Tensione totale di terra Tensione di contatto Tensione di contatto a vuoto Tensione di contatto ammissibile Tensione di passo Tensione di passo a vuoto Corrente di guasto a terra Corrente di terra Collettore di terra Conduttore di protezione Resistenza di una massa estranea Resistenza di guasto Termine inglese B = Body E = Earthing EB = Earthing Body E = Earthing T = Tuch ST = Source voltage for Touching TP = Tuch Permissible S = Step SS = Source Step F = Fault E = Earth ET = Earthing Terminal PE = Protective Conductor M = Mass E = Earth F = Fault La figura sottostante indica l’applicazione di alcuni simboli. Figura 1.1 Esempio di applicazione di alcuni simboli. SCHEDA 2A Pagina 7 di 8 Costruire e studiare un sistema di distribuzione TT RIEPILOGO CONDIZIONI DA SODDISFARE PER I SISTEMI DI DISTRIBUZIONE SISTEMA TN-S Condizioni ordinarie 0,4 s (max. 5 s) 230 Zs Ia (Idn) Condizioni particolari 0,2 s (max. 5 s) SISTEMA TT Condizioni ordinarie 50 RE2 Ia (Idn) Condizioni particolari 25 RE2 Ia (Idn) SISTEMA IT Condizioni ordinarie al 1° guasto Condizioni al 2° guasto con masse collegate individualmente 50 RE2 IF 50 (25) RE2 Ia (Idn) Condizioni particolari al 1° guasto 25 RE2 IF Condizioni al 2° guasto 230 con masse collegate Zs collettivamente (0,4 o 0,2 s) Ia (Idn) SCHEDA 2A Pagina 8 di 8