Anno accademico 1953-1954 Due fili conduttori paralleli π΄, π΅ e π΄’, π΅’ di lunghezza πΏ, di sezione costante e costituiti di un materiale omogeneo, formano una linea elettrica (bifilare) di resistenza complessiva 2π ai cui capi π΄ e π΄’ sono connessi ordinatamente i poli di un elettromotore di f.e.m. πΈ di resistenza interna trascurabile. In un certo istante, per cause accidentali un punto π₯ del filo π΄π΅ viene a trovarsi collegato elettricamente attraverso una resistenza parassita π col punto più vicino π₯’ dell’altro filo. Misurando allora (in assenza di utenti) la resistenza della linea π΄ e π΄’ si trova per essa un valore π, mentre invece si trova un valore π qualora si mettano a contatto diretto gli estremi π΅ e π΅’. Si determini: π) la distanza π₯ del punto πΆ dall’estremo π΄; π) il valore della resistenza parassita; π) l’abbassamento della differenza di potenziale che, avvenuto l’incidente, si è verificato, sempre in assenza di utenti, tra gli estremi π΅ e π΅’; π) la potenza che in tale evento si è dissipata nel circuito. Si faccia poi il calcolo numerico per il caso particolare: πΏ = 50 ππ , π = 590 Ω , π = 805 Ω , π = 780 Ω , πΈ = 100 π . La traccia proposta, dal punto di vista didattico, rappresenta un ottimo esercizio per allenarsi sui circuiti elettrici e prende spunto dal problema della distribuzione dell’energia elettrica lungo gli elettrodotti. Per un ingegnere elettrico l’elettrodotto è un’infrastruttura di rete destinata al trasporto di energia elettrica, comprendendo in tale accezione sia le linee elettriche aeree, sia le linee interrate in cavo ovvero i cavidotti. L’insieme di tutti gli elettrodotti costituisce la rete elettrica primaria, sulla quale vengono amministrate la trasmissione dell’energia elettrica, vale a dire il trasferimento di energia ad alta tensione su grandi distanze, e la distribuzione dell'energia elettrica, cioè il trasferimento di energia a tensione 2 media e bassa sul territorio fino agli utenti finali. La costituzione e le caratteristiche degli elettrodotti sono fortemente variabili, principalmente in funzione della tensione operativa e dal fatto che la trasmissione avvenga in corrente continua oppure in corrente alternata. Nel caso in esame si suppone di operare in corrente continua. Una curiosità prima di entrare nel vivo dell’esercizio: nel 1953 partecipò alla selezione per l’ingresso alla Normale anche il fisico italiano Carlo Rubbia, che, assieme all'ingegnere olandese Simon van der Meer, riceverà il premio Nobel per la Fisica nel 1984 per la scoperta, avvenuta un anno prima, delle particelle responsabili dell'interazione debole, cioè i bosoni vettoriali π + , π − e π, confermando anche la teoria dell'unificazione della forza elettromagnetica e della interazione debole nella forza elettrodebole. π) La prima situazione proposta rappresenta un guasto che, per motivi accidentali, si può presentare lungo le linee e si può schematizzare come mostrato nella figura che segue. Vale la pena specificare che un guasto è un danno oppure una rottura che compromette il regolare funzionamento di un sistema o di un macchinario. Con la locuzione modo di guasto si intende il fenomeno esterno che 3 rende visibile il disturbo. Con la locuzione meccanismo di guasto si intende invece il processo chimico, fisico o di altra natura che è la causa del danno. Ad esempio un modo di guasto può essere una frattura meccanica, mentre un meccanismo di guasto può essere la corrosione metallica. Quando si esegue la prima misura gli estremi π΅ e π΅′ non sono a contatto e la corrente, come suggerisce lo schema di seguito riportato, fluisce nel tratto π΄πΆ del primo conduttore e πΆ ′ π΄′ del secondo conduttore, entrambi di lunghezza π₯, nonché attraverso il resistore π. Ricordando che le resistenze sono proporzionali alla distanza, il valore di resistenza misurato dal generatore sarà pari a 4 π₯ π₯ π = 2π + π = 2π π + π , essendo π = . πΏ πΏ Durante la seconda misura in cui π΅. e π΅′ sono in contatto elettrico ed il resistore π viene a trovarsi in parallelo con il resistore costituito dai conduttori πΆπ΅π΅′πΆ′ di lunghezza 2(πΏ − π₯). La resistenza complessiva vista dai capi del generatore di tensione include anche una parte del precedente contributo, essendo pari a π = 2π π + π β₯ [2π (1 − π)] = 2π π + 2π (1 − π)π . 2π (1 − π) + π Si osserva che, mettendo in parallelo due resistori π β₯ = π 1 β₯ π 2 = π 1 π 2 , π 1 + π 2 si ottiene un valore di resistenza mai maggiore delle due resistenze componenti il parallelo, sicché π β₯ ≤ π 1 , π β₯ ≤ π 2 . 5 Applicata al caso in esame, questa proprietà consente di scrivere che π = 2π π + π β₯ [2π (1 − π)] ≤ π = 2π π + π = π → π ≥ π . Escludendo il caso limite π = π, che si verifica quando π → ∞, si può concludere che vale la disuguaglianza π>π, peraltro rispettata dai dati assegnati. Mettendo a sistema le due relazioni scritte, dopo aver operato il minimo comun denominatore nella seconda, si ottiene { 2π π + π = π , (2π π − π)[2π (1 − π) + π] + 2π (1 − π)π = 0 . Si tratta di un sistema di due equazioni, una di primo grado ed un’altra di secondo grado, nelle due incognite, la distanza adimensionale π e la resistenza π. Esplicitando entrambe le equazioni rispetto alla resistenza π, risulta π = π − 2π π , { 4π 2 π 2 − 2π (π + 2π )π + 2ππ π= . 2π − π Si nota chiaramente che si tratta di una intersezione tra una retta ed una parabola, per cui, eliminando la resistenza π dalle due precedenti equazioni, non è difficile ottenere un’equazione di seconda grado nell’incognita π 4π 2 π 2 − 4ππ π − 2π (π − π) + ππ = 0 , 6 le cui due soluzioni sono π= π₯ π ± √(2π − π)(π − π) = . πΏ 2π Sapendo già che π > π, per l’esistenza del radicando si può affermare che 2π > π . Anche per questi parametri si è escluso il caso limite π = 2π , dato che esso implica che il guasto si verifichi proprio in corrispondenza della sezione terminale π΅π΅′ del circuito. Inoltre, la retta in blu e la parabola in rosso sono mostrate nella figure che segue, riportando in ascisse la variabile π. Non è immediato comprendere quale delle due precedenti soluzioni abbia un senso fisico e quindi eliminarne una: nemmeno la sostituzione dei dati assegnati dipana la matassa, dato che 7 π+ = 44 34 ≅ 0.746 , π− = ≅ 0.576 . 59 59 Solo lo studio dell’altra soluzione del sistema π può fornire altri indizi, per scoprire la vera soluzione. Una risposta completa verrà data al punto successivo, ma, osservando il grafico, si può già con chiarezza considerare che una delle due resistenze π è negativa. π) Il valore della resistenza parassita π si ottiene dalla relazione π = π − 2π π₯ = π − π β √(2π − π)(π − π) . πΏ Quale soluzione abbia un significato fisico è presto detto: sono accettabili quelle soluzioni per cui il valore di π sia positivo. Allora, sostituendo i valori numerici, si ottengono le due soluzioni π = (25 β 100) Ω . Si intuisce che una sola è la soluzione fisicamente corretta, essendo l’altra negativa, per cui la coppia soluzione fisica del sistema vale π= 34 34 48 , π = 125 Ω → π₯ = β 50 ππ = (28 + ) ππ ≅ 28.81 ππ . 59 59 59 π) La differenza di potenziale ππ΅π΅′ coincide con quella ai capi della resistenza ππΆπΆ′ in condizioni di guasto e quindi, in assenza di utenti, vale la relazione ππΆπΆ′ = ππΌ = π πΈ πΈ 2500 = [π − π + √(2π − π)(π − π)] = π ≅ 15.5 π . π π 161 8 dove πΌ = πΈ/π rappresenta la corrente che fluisce nel tratto π΄πΆπΆ′π΄′. π) La potenza π assorbita dal circuito durante l’evento di guasto è uguale a quella erogata dal generatore e vale π = πΈπΌ = πΈ 2 2000 = π ≅ 12.4 π . π 161 Prima di concludere questo esercizio, vale la pena fare qualche altra osservazione sui dati assegnati. Ricordando l’espressione trovata della resistenza π = π − π β √(2π − π)(π − π) , si piò verificare il caso in cui π − π > √(2π − π)(π − π) → π > 2π . In questa situazione si riscontra che le due soluzioni per la resistenza sono entrambe positive, come si evince dal grafico riportato nella figura che segue ed ottenuto mantenendo inalterato il valore di tutti i parametri, tranne quello del parametro π = 1500 Ω > 2π . Sembra di essere finiti in un caso di indecidibilità, ma non è così: se si osserva con attenzione il grafico, si conclude che la seconda soluzione positiva deve comunque essere scartata, dato che essa si trova al di fuori della linea, essendo l’ascissa di soluzione π₯ 39 + 12√5 = >1. πΏ 59 In ogni caso, dunque, si può scegliere la soluzione fisicamente consistente e dare una risposta univoca al problema. 9 Il regime stazionario, comunque, proprio per la sua idealità che impone in ogni istante di tempo tensioni e correnti costanti, può dar luogo a situazioni di indecidibilità. 10