Il Bim per la progettazione e la gestione del cantiere

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Il Bim per la progettazione e
la gestione del cantiere: un
caso di studio
Per la prima volta in Italia, un ufficio della pubblica
amministrazione centrale ha deciso di sperimentare il metodo
Bim (Building information modeling) applicandolo a un progetto
in corso, per testarne i vantaggi reali rispetto al metodo
tradizionale di progettazione e gestione del cantiere,
all’interno di un appalto pubblico.
Harpaceas, con il proprio personale specializzato nella
metodologia Bim, ha supportato il team di lavoro, composto da
personale del Provveditorato alle Opere pubbliche di Lombardia
e Liguria e dal gruppo del Prof. Angelo Ciribini, uno dei
maggiori esperti italiani di Bim, per tutto il ciclo della
sperimentazione, effettuando attività di formazione sugli
strumenti software utilizzati e affiancando i componenti del
gruppo di lavoro nella realizzazione dei modelli delle varie
fasi del progetto.
“La missione di Harpaceas, dichiara il direttore generale ing.
Luca Ferrari, è quella di favorire la diffusione anche in
Italia della metodologia Bim. Per raggiungere questo obiettivo
Harpaceas, che può vantare un organico composto da circa 30
costituito in larga parte da professionisti e consulenti
provenienti dal settore architettonico e ingegneristico,
utilizza al massimo le proprie conoscenze e competenze su
questa tematica e più in generale sul re-enginnering dei
processi, proponendosi come partner in grado di coadiuvare il
cliente nell’evoluzione dalla progettazione tradizionale a
quella innovativa basata su applicazioni e procedure Bim.”
Il progetto per la nuova palazzina alloggi collocata
all’interno dei lavori previsti per l’adeguamento e messa a
norma della Caserma Carabinieri “Lancieri di Montebello” di
Milano è stato l’oggetto della sperimentazione. Si tratta un
complesso di fabbricati che si estende su una superficie di
53.450 mq, collocato nel cuore della città di Milano,
all’interno di un tessuto urbano compatto e ad alta densità, a
prevalente destinazione residenziale. Il complesso, le cui
origini risalgono alla fine del XIX secolo, è situato in
prossimità del grande sistema urbano monumentale che dal
Castello Sforzesco porta alla direttrice di Corso Sempione.
È stato realizzato con un unico modello 3D della palazzina
alloggi, contenente le diverse parti del progetto realizzate
con gli specifici prodotti e riunite tramite il formato Ifc,
realizzando un vero e proprio processo di progettazione Open
Bim.
Il software Allplan della società tedesca Nemetschek è stato
utilizzato per il modello delle strutture in ca, per il
modello architettonico e per il computo metrico estimativo.
La progettazione parametrica degli impianti tecnici,
ventilazione, idrico- sanitario ed elettrico, è stata
realizzata con la piattaforma DDS-CAD della società norvegese
Data Design System del gruppo Nemetschek.
Con Solibri Model Checker della società finlandese Solibri è
stato realizzato il controllo di congruità alle normative,
mentre per quanto riguarda il 4D, ovvero il controllo dei
tempi di realizzazione e il crono-programma, è stato
utilizzato Synchro dell’omonima software house britannica.
Dall’unico modello Bim si sono ricavate tutte le viste di
progetto, congruenti tra loro. Lo stesso modello ha fornito
anche le informazioni utili per l’elaborazione del computo
metrico e per la stesura del crono-programma.
L’utilizzo di un solo modello digitale e di informazioni in
tutte le fasi del progetto ha reso inoltre possibile il
controllo della programmazione dei lavori, con la possibilità
di intervenire fin dalle prime fasi dell’iter progettuale,
eliminando errori e tenendo sotto costante controllo il costo
di realizzazione dell’opera.
Il provveditore, Ing. Pietro Baratono, dichiara: “Ho deciso di
dare il via alla sperimentazione, con l’avallo dei vertici del
ministero delle Infrastrutture e Trasporti, in quanto ritengo
che il Bim rappresenti per la pa un investimento a lungo
termine in grado di consentire da un lato una diminuzione dei
tempi grazie all’efficientamento del processo costruttivo e
della gestione dell’opera e dall’altro di garantire una
maggiore efficacia dei sistemi di controllo”.
Sempre l’Ing. Baratono aggiunge: “Inoltre il Bim, favorendo
una
dematerializzazione
dei
processi
finalizzata
all’istruttoria dei progetti, consentirebbe di ottenere una
significativa riduzione dei tempi amministrativi. Infine
l’adozione del Bim nella pa porterebbe senza dubbio a una
razionalizzazione della spesa”.
Open Bim significa poter comunicare il proprio progetto e
tutti i dati in esso presenti, senza perdita qualitativa, in
tutte le fasi della progettazione, utilizzando software
specifici per ciascuna fase. La possibilità di produrre dati
interoperabili da parte dei progettisti, è garantita dalla
possibilità di ciascun software di gestire lo standard Ifc, un
formato
file
aperto
e
indipendente,
sviluppato
dall’associazione internazionale BuildingSmart per rendere
possibile lo scambio e la condivisione dei modelli e delle
informazioni tra i software dei diversi produttori. Si può
quindi parlare di un approccio universale per la
collaborazione durante le fasi di progettazione, realizzazione
e messa in esercizio degli edifici, basato su standard e
flussi di lavoro aperti.
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