Proposta di Percorso Diagnostico presentato durante il XXXVII Congresso Nazionale AMCLI - Stresa, 5-8 ottobre 2008 1 INFEZIONE CONGENITA DA VIRUS DELLA ROSOLIA 2 3 Coordinatore: 4 Con la collaborazione di: 5 AMCLI, Francesca Greco, UOC Microbiologia e Virologia Clinica e Molecolare, Azienda 6 Ospedaliera di Cosenza, Milena Furione, Maria Grazie Revello, Virologia e Microbiologia, 7 Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia, Paolo Lanzarini, Clinica Malattie Infettive, 8 Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia AMCLI, Cristina Giraldi, U.O.C. di Microbiologia e Virologia, Azienda Ospedaliera di Cosenza 9 10 1. EZIOPATOGENESI, ASPETTI CLINI ED EPIDEMIOLOGIA 11 Il virus della rosolia è membro della famiglia Togaviridae, unico componente del genere Rubivirus. 12 Il virus contiene un RNA monocatenario circondato da un capside e da un envelope lipoproteico. Il 13 capside è costituito dalla proteina C, mentre l’envelope contiene due glicoproteine: E1 e E2. 14 L’uomo rappresenta l’unico ospite e la trasmissione avviene per contatto interumano diretto, 15 prevalentemente per via aerogena. Il virus penetra nel tratto respiratorio dove avviene la prima fase 16 di replicazione cui fa seguito una seconda nei linfonodi cervicali. Il periodo di incubazione varia da 17 due a tre settimane, con una media di quattordici giorni. La fase viremica dura per i sette giorni che 18 precedono la comparsa dell’ esantema mentre l’escrezione virale dal rinofaringe inizia circa 7 giorni 19 prima dell’esantema e persiste fino a 7-12 giorni dopo il rash. Gli anticorpi di tipo IgM compaiono 20 dopo brevissimo tempo dall’infezione, raggiungono un picco a 7-10 giorni dal contagio e persistono 21 in genere fino a 60 giorni dalla comparsa dell’esantema. In alcuni casi, vi è una persistenza delle 22 IgM tale da rendere difficoltosa la diagnosi di infezione. Le IgG compaiono generalmente dopo 2-5 23 giorni dalla comparsa delle IgM e persistono indefinitamente conferendo l’immunità (5). Il test di 24 avidità delle IgG non è sempre utile nella datazione di infezione acuta poiché la rapida maturazione 25 (circa 6 settimane ) costituisce un limite all’utilizzo di tale metodica. 26 Il virus causa una malattia esantematica a decorso benigno, caratterizzata da febbre, esantema, 27 linfoadenopatia retroauricolare e suboccipitale e, in alcuni casi, può dar esito ad artromialgie. Rare 28 gravi complicanze della rosolia sono l’encefalopatia post-infettiva (1 caso su 6000) e la 29 trombocitopenia severa (1 caso su 3000). L’infezione decorre in forma asintomatica nel 25-50% 30 dei casi. Se contratta entro le prime 16-18 settimane di gestazione determina nel embrione/feto: 31 aborto o gravi alterazioni transitorie e/o permanenti definite come “sindrome della rosolia 32 congenita” (SRC) o nascita di un neonato infetto asintomatico o di un neonato non infetto. La SRC 33 è caratterizzata da una o più delle seguenti manifestazioni: cataratta o glaucoma, difetti cardiaci, 34 sordità, retinopatia pigmentaria, porpora, splenomegalia, ittero, meningoencefalite, microcefalia, 05­1_Rosolia_CG1_111109 Pagina 1 Proposta di Percorso Diagnostico presentato durante il XXXVII Congresso Nazionale AMCLI - Stresa, 5-8 ottobre 2008 35 ritardo mentale, radiolucentezza ossea (2). La probabilità di danno fetale è maggiore nelle prime 36 settimane di gravidanza e tende ad annullarsi dopo la 16a-17a settimana di gestazione (SG). Il 37 rischio di danno fetale è pari al 85% dei casi di infezione durante le prime 12 settimane, con 38 maggiori probabilità di lesioni multiple se l’infezione decorre entro la 8a settimana. Dopo la 12a SG 39 il rischio di danno fetale diminuisce rapidamente, con rari casi di sordità in infezioni occorse alla 40 17a -18a SG (tabella n.1) (6). La malattia è presente allo stato endemico in tutto il mondo. Nei paesi 41 occidentali, il 5-20% circa delle donne in età riproduttiva è suscettibile al virus. In caso di 42 esposizione il tasso di infezione è del 100% per familiari conviventi o in comunità chiuse. La 43 rosolia si manifesta più frequentemente in primavera e, in assenza di campagne vaccinali efficaci, si 44 verifica ad intervalli di tre/quattro anni, in ondate epidemiche. 45 Misure di prevenzione della diffusione 46 Misure di prevenzione di primo livello 47 Sono rappresentate dai programmi di vaccinazione di tutti i bambini, maschi e femmine, con 48 vaccino combinato contro rosolia, morbillo e parotite (MRP) in doppia somministrazione entro il 49 secondo anno di vita ed a 4-12 anni. In alternativa, o in aggiunta, è possibile vaccinare solo le 50 donne in epoche filtro (età scolare, post partum e categorie a rischio). In Italia, il Ministero della 51 Sanità ha autorizzato il Servizio Sanitario Nazionale ad attuare campagne di prevenzione vaccinale 52 relative a “morbillo-rosolia-parotite" al fine di conferire una copertura immunitaria del 90% e con 53 l’obiettivo, per rosolia di ottenere: 54 1. incidenza di rosolia congenita inferiore a 1 per 100.000 nati vivi (8) 55 2. bassi livelli di suscettibilità alla rosolia nelle donne in età fertile (< 5%) 56 3. incidenza della rosolia congenita inferiore a 1 per 100.000 abitanti della popolazione (3). 57 Misure di prevenzione di secondo livello (tabella n.2) 58 Consiste nella pratica clinica corretta e scrupolosa che preveda di: 59 a. richiedere sempre una valutazione sierologica in epoca pre-concezionale per tutte le donne e 60 prescrivere loro il vaccino in caso di suscettibilità o dubbia immunità. Il tempo di attesa 61 raccomandato tra la vaccinazione e il concepimento è di almeno un mese. Si suggerisce un 62 controllo sierologico dopo un mese dalla vaccinazione. In caso di immunità per rosolia non 63 è necessario ricontrollare la sierologia durante le successive gravidanze, se non nel caso la 64 paziente presenti un esantema o un contatto a rischio con un soggetto affetto da rosolia al 65 fine di documentare un’eventuale reinfezione; 66 b. in gravidanza effettuare gli esami per la valutazione sierologica di rosolia, entro le prime 5- 67 8 settimane. Nelle donne suscettibili ripetere mensilmente la ricerca di IgG e IgM anti 68 rosolia fino alla 20a settimana di gestazione e in prossimità del parto (1); 05­1_Rosolia_CG1_111109 Pagina 2 Proposta di Percorso Diagnostico presentato durante il XXXVII Congresso Nazionale AMCLI - Stresa, 5-8 ottobre 2008 69 70 c. vaccinare post-partum le gravide suscettibili o con titolo anticorpale dubbio e raccomandare un controllo sierologico a distanza di un mese (9). 71 72 2. DIAGNOSI NELLA MADRE 73 a.CRITERI CLINICI 74 Febbre, esantema, lifoadenopatia retroauricolare e suboccipitale, artropatia post rubeolica alle 75 grosse articolazioni. In caso di sieroconversione materna accertata nelle prime 8 settimane di 76 gestazione, deve essere offerta l’opzione dell’interruzione di gravidanza e della diagnosi prenatale 77 per l’elevatissima possibilità di danni fetali severi. Non ci sono evidenze di una diagnosi 78 strumentale come screening o conferma dell’infezione. 79 b.CRITERI DI LABORATORIO: 80 DIAGNOSI DIRETTA ED INDIRETTA ED INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI 81 test di I livello: screening IgG, IgM 82 screening basato sulla determinazione delle IgG ed IgM specifiche mediante indagini 83 immunoenzimatiche o di chemioluminescenza. 84 I test devono essere eseguiti entro le prime 8 settimane di gestazione (flow chart n.1- tabella n.8). 85 Donne sieropositive per rosolia (tabella n.3): 86 la presenza di IgG specifiche in assenza di IgM indica uno stato immunitario di protezione 87 dall’infezione (6). 88 Donne sieronegative per rosolia (tabella n.3): 89 l’assenza di IgG e IgM specifiche indica un soggetto suscettibile di infezione che necessita di 90 controlli sierologici mensili fino alla 20a SG ed al momento del parto. Raccomandazione di 91 vaccinazione antirosolia post partum. 92 test di II livello: conferma IgM dubbie/positive con due metodiche e valutazione indice 93 avidità IgG 94 tutti i campioni con un forte sospetto di infezione rubeolica devono essere conservati dal laboratorio 95 al fine di poter essere testati successivamente in corso di approfondimento diagnostico. 96 Donne sieropositive per IgM e sieronegative per IgG anti-rosolia (tabella n.4) 97 Le IgM devono essere confermate con altra metodica avente la stessa sensibilità del test di 98 screening. La ricerca delle IgG deve essere ripetuta a distanza di 7-10 giorni per valutare una 99 eventuale sieroconversione che insieme alla conferma delle IgM è sufficiente alla diagnosi di 100 infezione recente. Al contrario, la persistenza delle IgM con IgG negative equivale ad una falsa 101 positività o una reazione crociata ad altre infezioni (citomegalovirus, toxoplasma, parvovirus, virus 05­1_Rosolia_CG1_111109 Pagina 3 Proposta di Percorso Diagnostico presentato durante il XXXVII Congresso Nazionale AMCLI - Stresa, 5-8 ottobre 2008 102 Epstein-Barr). In questi casi si suggerisce di continuare i controlli sierologici a cadenza mensile 103 poiché la paziente risulta suscettibile all’infezione. 104 Donne sieropositive per IgM e IgG anti-rosolia (tabella n.4) 105 La valutazione delle IgM è identica alla precedente insieme alla determinazione del’indice di 106 avidità IgG (AI). I test sierologici per l’avidità oggi disponibili evidenziano una rapida 107 “maturazione” delle IgG rosolia specifiche, ovvero un rapido passaggio da valori di avidità bassa a 108 valori intermedi o alti (circa 6 settimane). Pertanto, l’interpretazione di questo test richiede molta 109 cautela. In particolare: se una bassa avidità è suggestiva di un’infezione da rosolia recente, 110 un’avidità intermedia o alta non sempre consentono di escluderlo (4). Si suggerisce, infine, di non 111 basarsi unicamente sull’indice di avidità per porre una diagnosi di rosolia recente, ma di valutare 112 contemporaneamente: 113 a) la cinetica delle IgG e IgM specifiche nelle successive 1-2 settimane; 114 b) la sintomatologia clinica (data di esordio) 115 c) il dato anamnestico (contatti a rischio e precedente stato immunitario per rosolia ). 116 Donne con IgM persistenti o dovute a reazione crociata ad altra infezione (tabella n.5) 117 La diagnosi di persistenza di IgM rosolia-specifiche si pone in caso di assenza di variazioni nei 118 livelli di IgM in prelievi sequenziali ottenuti a distanza di 2-4-8 settimane analizzati in parallelo 119 dutante la stessa seduta analitica. 120 La presenza di IgM può essere dovuta a reazione crociata verso altre infezioni virali quali 121 citomegalovirus, toxoplasma, parvovirus, virus Epstein-Barr, o patologie autoimmuni. 122 123 Test siero immunologici eseguiti dopo 8a settimana di gestazione (flow chart n.2- tabella n.9) 124 I test siero immunologici eseguiti in quest’epoca gestazionale hanno scarso valore diagnostico, 125 considerata la rapida scomparsa delle IgM specifiche e la precoce maturazione dell’indice di avidità 126 delle IgG. 127 128 3. DIAGNOSI NEL FETO 129 Lo studio del compartimento fetale si avvale della diagnostica prenatale invasiva (test di III livello) 130 che consente la diagnosi di infezione fetale e dell’esame ecografico. Quest’ultimo, evidenzia nel 131 follow up, eventuali anomalie strutturali e/o dell’accrescimento del feto. 132 test di III livello: diagnosi prenatale (tabella n.6) 133 La diagnosi prenatale per rosolia viene raccomandata nell’infezione rubeolica acuta in gravidanza 134 contratta entro la 16a-18 a SG o nei casi di dubbia interpretazione diagnostica evidenziati dopo la 18a 135 SG, e si avvale delle seguenti procedure: 05­1_Rosolia_CG1_111109 Pagina 4 Proposta di Percorso Diagnostico presentato durante il XXXVII Congresso Nazionale AMCLI - Stresa, 5-8 ottobre 2008 136 1) ricerca del virus mediante tecniche di biologia molecolare (RT PCR) o coltura su liquido 137 amniotico dopo 7-8 settimane dall’infezione materna (21a SG ); 138 2) 139 3) ricerca del virus mediante tecniche di biologia molecolare (RT PCR) o coltura su villi coriali. 140 L’esperienza relativa a queste indagini è limitata e i risultati ottenuti possono essere di difficile 141 interpretazione. Infatti tale determinazione non rispecchia lo stato dell’infezione fetale in quanto il 142 virus può essere presente anche in assenza di infezione fetale (infezione limitata alla placenta). 143 Poiché la quantità di virus può essere molto bassa, tutti i campioni biologici dovrebbero essere 144 testati almeno in triplicato, per quanto riguarda i test molecolari, e con almeno due metodiche per la 145 determinazione di IgM su sangue fetale (10). 146 La positività di uno o più dei suddetti risultati test eseguiti su liquido amniotico e sangue fetale 147 indica una infezione congenita. Viceversa, non è mai possibile escludere un risultato falso negativo. 148 Nell’infezione rubeolica acuta avvenuta dopo la 16a-18a SG viene raccomandato esclusivamente il 149 controllo clinico e siero-virologico nel neonato alla nascita, a causa della bassissima incidenza di 150 danno fetale e della possibile falsa negatività della diagnosi prenatale. 151 Nella persistenza di IgM non è raccomandata la diagnosi prenatale invasiva, ma solo un controllo 152 delle IgM sul neonato alla nascita. ricerca del virus e delle IgM su sangue cordonale alla 21a SG; 153 154 REFERTAZIONE E COUNSELLING 155 I tempi di refertazione e counselling devono essere urgenti e contenuti entro 1-2 giorni dal prelievo 156 per la diagnosi sieroimmunologica e 3-7 giorni per la diagnosi prenatale. 157 158 STRATEGIE DI TRATTAMENTO 159 nessuna 160 161 4. DIAGNOSI NEL NEONATO 162 Manifestazioni cliniche ed esiti 163 Alla nascita, le anomalie più frequentemente descritte nell’ambito della SRC sono rappresentate da 164 lesioni oculari (cataratta, microftalmia, glaucoma, corioretinite), cardiache (dotto arterioso pervio, 165 stenosi polmonare, difetto inter-atriale ed inter-ventricolare) e cerebrali (sordità neurosensoriale, 166 microcefalia, ritardo mentale). Sono inoltre spesso presenti ritardo di accrescimento, epato- 167 splenomegalia e trombocitopenia. I casi lievi di SRC (quelli da infezione dopo le 18 settimane di 168 gestazione e/o da reinfezione materna) possono avere un decorso sub-clinico e sfuggire alla 05­1_Rosolia_CG1_111109 Pagina 5 Proposta di Percorso Diagnostico presentato durante il XXXVII Congresso Nazionale AMCLI - Stresa, 5-8 ottobre 2008 169 diagnosi. E’ quindi opportuno controllare alla nascita tutti i nati da madre con documentata o 170 sospetta infezione da rosolia in gravidanza. 171 172 Strumenti per la diagnosi 173 a. CRITERI DI LABORATORIO (tabella n.7) 174 screening basato sulla determinazione delle IgM specifiche mediante indagini 175 immunoenzimatiche o di chemioluminescenza sul siero del neonato con sospetta infezione 176 (non da sangue cordonale) alla nascita. Durante il follow up: dosaggio delle sole IgG a 6 e 177 12 mesi al fine di valutare le variazione del titolo nel bambino con sospetta infezione 178 congenita non diagnosticata alla nascita. Il dosaggio delle IgM nel liquido cefalorachidiano 179 (CSF) alla nascita e successivamente è da riservare ai casi con sintomi neurologici 180 ricerca del virus mediante tecniche di biologia molecolare (RT PCR) o coltura nelle urine, 181 secrezioni naso faringee e sangue. La ricerca del virus su CSF è da riservarsi ai casi con 182 sintomi neurologici (7). 183 b. CRITERI CLINICI 184 Caso confermato 185 Presenza di difetti congeniti riferibili a SRC e uno o più dei seguenti dati di laboratorio : 186 • presenza di virus accertata madiante RT PCR o isolamento 187 • presenza di IgM specifiche 188 • persistenza sieropositività anticorpale IgG a 6-12 mesi (dopo la scomparsa degli anticorpi 189 materni). 190 191 Caso probabile 192 Dati di laboratorio insufficienti per confermare la diagnosi ma con due manifestazioni 193 cliniche appartenenti al gruppo (a) o una del gruppo (a) e una del gruppo (b): 194 (a) cataratta o glaucoma congenito, difetti cardiaci congeniti, sordità, retinopatia 195 196 197 pigmentaria (b) porpora, splenomegalia, ittero, meningoencefalite, microcefalia, ritardo mentale, radiolucentezza ossea 198 Caso possibile 199 Presenza di segni clinici compatibili con una SRC ma con criteri insufficienti per l’inclusione nella 200 categoria probabile o confermata 201 202 5. RACCOMANDAZIONI 05­1_Rosolia_CG1_111109 Pagina 6 Proposta di Percorso Diagnostico presentato durante il XXXVII Congresso Nazionale AMCLI - Stresa, 5-8 ottobre 2008 203 o vaccinazione universale 204 o screening donne in età fertile 205 o screening prenatale 206 o screening neonatale 207 o screening audiologico 208 209 6. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 210 1- Andrade JQ, Bunduki V, Curti SP, Figueiredo CA, de Oliveira MI, Zugaib M: “Rubella in 211 pregnancy: intrauterine transmission and perinatal outcome during a Brazilian epidemic”.J Clin 212 Virol. 2006 Mar;35(3):285-91. 213 2- Best J.M. “Rubella” Seminars in fetal et Neonatal medicine. 2007 12,182-192 214 3- Bonanni P, Bechini A, Boccalini S, Peruzzi M, Piscione E, Boncompagni G, Mannelli F, 215 Salmaso S, Filia A, Ciofi degli Atti “Progress in Italy in control and elimination of measles and 216 congenital ribella” Vaccine 2007 25 3105-3110 217 4- Bottiger B, Jensen IP “Maturation of rubella IgG avidity over time after acute rubella infection” 218 Clin Diagn Virol. 1997 Aug;8(2):105-11. 219 5- Cohen J, PowderlyWG. “Infection disease” Eds second edition Mosby 2004 220 6- Cooper L Z, Altford CA, Rubella347-388 in Remington &Klein editors “Infectious diseases of 221 the fetus and newborn infant “ 6th edition 2006 Elsevier Saunders Philadelfia 222 7- Miller E, JE Cradock-Watson JE, Pollock TM “Risk of serologically confirmed congenital 223 rubella infection and associated defects in children exposed to symptomatic maternal rubella 224 infection, by weeks of gestation “Lancet 82 225 8- Ministero della Salute: Decreto 14 ottobre 2004 “Notifica obbligatoria della sindrome/infezione 226 da rosolia congenita” 227 9- Pandolfi E, Chiaradia G, Moncada M, Ravo L, Tozzi AE “Prevention of congenital rubella and 228 congenital varicella in Europe” Eurosurveillance 2009 14 (9) www. Eurosurveillancre.org 229 10- Revello MG, Baldanti F, Sarasini A, Zavattoni M., Torsellini M., Gerna G “ Prenatal diagnosis 230 of rubella virus infection by direct detection and semiquantitation of viral RNA in clinical samples 231 by reverse transcription-PCR”. J Clin Microbiol. 1997 Mar;35(3):708-13 232 05­1_Rosolia_CG1_111109 Pagina 7