Via del Porto Fluviale: in un’ex struttura militare vive una piccola comunità Il 2 giugno 2003, centocinquanta nuclei familiari di italiani, maghrebini, sudamericani hanno occupato la Direzione magazzini del commissariato in via del Porto Fluviale. Situato nella zona Ostiense, era un magazzino militare costruito nel 1918 e di recente inserito nel piano per la valorizzazione e la vendita dei beni militari demaniali. Un passaggio dal Ministero della Difesa al Comune, il cui scopo sarebbe conseguire soluzioni d’utilizzo e nuove destinazioni d’uso in linea con i fabbisogni dell’ambiente urbano. Per accedere all’interno si deve superare un portone chiuso, ma appena entrati colpisce la vita sociale del cortile: bambini giocano in libertà, persone si soffermano semplicemente a scambiare due chiacchiere, piante colorate curate abbelliscono la vista. Roberto: ed Emilia, occupanti, desiderano raccontare la loro esperienza per dimostrare la dignità di chi lotta per il diritto all’abitare, in un posto trovato in condizioni di abbandono. Subito hanno detto che, eccetto qualcuno che ha età avanzata o ha motivi di salute, tutti lavorano anche a basso reddito Alcuni media avevano descritto questa realtà come composta di accattoni, sbandati senza fissa dimora e dopo l’invito a verificare, sono stati scritti articoli di smentite. Adesso vi sono circa 200 nuclei e, come in tutti i contesti di socialità, le decisioni e la convivenza sono determinanti. Una struttura assembleare affronta qualsiasi tematica: dalle scelte ai turni per le pulizie degli spazi di uso comune. Quando sono arrivati c’era moltissima polvere. I servizi non potevano essere utilizzati neanche dopo la pulizia. Il lavoro collettivo ha trasformato questo sito rendendolo agibile anche se c’è ancora bisogno di miglioramenti. Nei corridoi ci sono i binari per il trasporto dei materiali da una parte all’altra, l’estensione supera i 500 mq, per tre piani di altezza e un terrazzo dal quale si apprezza una bella vista. Quasi un anno fa avevano ricevuto un avviso dalla Commissione Stabili Pericolanti per appurare se vi fosse rischio di crollo, alla richiesta di spiegazioni il Municipio aveva indicato una normale prassi. Ingegneri, architetti, vigili del fuoco non erano potuti entrare poiché era sembrato che la stessa Aereonautica non avesse avuto interesse e il Comune non può esimere da un’autorizzazione ufficiale della proprietà. Gli occupanti avevano richiesto una controperizia a un ingegnere che, aveva rilevato che la struttura non può crollare, è in cemento armato, non sono state modificate colonne o altro che possano compromettere la sicurezza. Sono una comunità che non vuole essere chiusa dove convivono italiani, extracomunitari, sudamericani, persone provenienti dall’Europa est e magrebini, rappresentati in tutte le tipologie: famiglie, anziani da soli, giovani. I rapporti con il quartiere sono una sfida costante da raggiungere. Sono state organizzate mostre fotografiche con le foto scattate dai bambini grazie ai corsi svolti, ci sono state proiezioni di film per bambini. Un mese fa una festa aperta a tutti, ha celebrato sette anni di permanenza. Il processo di trasferimento dal Ministero della Difesa al Comune appare come una svendita, sono dubbiosi circa la possibilità di una vera valorizzazione. Non hanno subito tentativi di sgombero, dopo la Delibera n. 206 del 2007 della Giunta Comunale, per l’acquisizione di titoli di merito e quote di riserva nelle assegnazioni di alloggi comunali, sono in una lista di situazione che dovrebbero ottenere una soluzione nel luogo occupato o altrove. L’obiettivo è di rimanere e realizzare l’Autorecupero (Legge della Regione Lazio n. 55/1998 - Autorecupero del patrimonio immobiliare) o l’assegnazione di una casa popolare, non accettano di andare nei residence. (Foto di Antonietta Crasto)