APPUNTI SULLA CONTABILITA’ NAZIONALE.
In queste note cercheremo di fornire un breve sintesi dei principali conti del sistema SEC95
(sistema europeo dei conti nazionali, omogeneo col system of National accounts che definisce gli
standard a livello mondiale della contabilità nazionale) il quale rileva, in modo uniforme, le più
importanti informazioni del sistema economico di un paese.
Cercheremo di rappresentare i conti secondo il circuito produzione-reddito-consumoaccumulazione, ovvero quanto reddito un paese produce in un anno, come lo ripartisce tra i
protagonisti della produzione, come questi, a loro volta, destinano la loro parte tra consumo e
risparmio, concorrendo con quest’ultimo al processo di accumulazione e di aumento della ricchezza
del paese.
Il PIL viene rilevato sotto tre aspetti: 1) come prodotto ovvero come risultato del processo
produttivo (produzione), quindi rileva il PIL come somma dei valori aggiunti generati da
ciascuna delle 101 branche in cui è classificato il sistema economico; 2) la sua distribuzione
(reddito) ai fattori produttivi che hanno concorso a generarlo ovvero rileva il PIL come
somma dei redditi percepiti dai titolari di fattori che hanno concorso alla produzione; infine
3), la sua destinazione tra consumo e risparmio, decisivo,quest’ultimo, nel processo di
accumulazione di nuovo capitale e quindi della variazione della ricchezza nazionale.
Partiamo dalla definizione di Prodotto Interno Lordo (in seguito PIL) che è l’indicatore più usato
nel confronto tra sistemi economici.
Il PIL è il valore (rilevato a prezzi correnti o a prezzi costanti2) della produzione annuale dei
beni e servizi finali 3 fatta entro i confini del territorio4 di un paese.
A prezzi correnti o di mercato (in seguito pdm) vuol dire il pil calcolato ai prezzi di acquisto dello
stesso anno in cui è stato prodotto (alla bancarella, si diceva una volta).
A prezzi costanti (in seguito pcost) si indica lo stesso aggregato misurato con i prezzi dell’anno
precedente o –più in generale- con i prezzi di un anno base di riferimento. E’ del tutto evidente che
le informazioni che forniscono i due dati sono molto diverse: il primo dà un valore nominale
dell’aggregato, il secondo un valore reale. In concreto, se al tempo t1 il pil a prezzi di mercato è
aumentato , rispetto al tempo t0 , del 2% ma l’inflazione (aumento dei prezzi), nello stesso periodo t1,
è stata del 5%, il pil in termini reali al tempo t1 è diminuito rispetto al periodo t0 non aumentato
come sembrerebbe. Il dato, invece, non sarebbe ingannevole se calcolassimo –come, del resto, quasi
sempre avviene- il pil a prezzi costanti che è depurato dalle illusioni inflazionistiche.
2)
Un esempio potrà aiutare: Pil Nominale, Pil Reale e Deflatore del Pil
Ipotesi: l’economia è composta da 2 settori A e B: i beni e servizi finali prodotti sono
settori
ANNO 1
ANNO 2
QUANTITA’
PREZZO
QUANTITA’
PREZZO
A
5
2
6
2.5
B
3
5
3.5
6
Nell’anno 1:
Pil nominale = (5x2)+(3x5) = 25
Nell’anno 2:
Pil nominale = (6x2,5)+(3,5 x6) = 36
Pil reale (quantità anno 2 ai prezzi anno 1) = (6x2)+(3,5 x5) = 29,5
Dall’anno 1 all’anno 2, il PIL nominale è aumentato del 44%, da 25 a 36. (36 / 25 = 1.44)
L’aumento del 44% è dovuto in parte alla variazione dei prezzi e in parte alla variazione della
produzione.
Mantenendo costanti i prezzi al livello dell’anno 1, il PIL reale è aumentato del 18% nell’anno 2, da
25 a 29,5 (29.5 / 25 = 1.18). Tale andamento è dovuto interamente alla crescita della produzione.
Il deflatore implicito del PIL dell’anno 2 (pil nominale anno 2/pil reale anno 2 : indica
l’andamento medio dei prezzi nell’anno 2 che nel ns esempio è stato +22%): 36 / 29.5 ≈ 1,22%
Solo Finali in quanto il valore di questi già comprende il valore dei beni intermedi, pertanto la
considerazione anche di questi ultimi darebbe luogo ad una duplicazione (v. es. tab. conto 2°) .
4) Col termine “interno”si deve intendere, secondo il FMI (Fondo Monetario Internazionale), tutti
coloro che hanno prodotto e/o consumato anche temporaneamente nel territorio (turisti,studenti
stranieri, frontaliere, diplomatici) , a prescindere se sia residente o non residente nel paese. Per
“residente”, sempre secondo il FMI, si deve intendere colui, persona fisica o giuridica, che ha il
proprio centro di interessi economici nel sistema economico, svolgendovi stabilmente (fanno
eccezione studenti stranieri e diplomatici che sono comunque non residenti) un’attività economica.
Nel territorio economico vanno compresi, oltre al territorio nazionale, anche le zone franche
territoriali (ambasciate, consolati, basi militari all’estero) ne sono escluse quelle extraterritoriali
(ambasciate straniere, basi militari etc. straniere nel territorio)
Questa nota è decisiva per comprendere la differenza tra pil e reddito nazionale.
3)
PRIMO PROFILO: IL PIL COME SOMMA DI VALORI AGGIUNTI(produzione, nel circuito)
1° conto: l’ ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) rileva il valore della produzione intesa come
valore aggiunto sulla base di un complesso modello statistico basato su un campione ponderato
articolato in 101 branche, rappresentativo dell’intero sistema produttivo, di cui si censiscono i
rispettivi valori aggiunti intesi come differenza tra gli output e gli input intermedi. La somma dei
valori aggiunti calcolata sul campione costituisce il PIL a pdm(PIL nominale).
N.B. Il valore della produzione dei servizi pubblici, ovvero i beni e servizi non venduti sul mercato,
e che pertanto non hanno un prezzo (valore output), viene, per convenzione , calcolato in base ai
redditi distribuiti a coloro che li hanno prodotti. Per intenderci, il bene giustizia concorre al PIL
nella misura degli stipendi erogati a magistrati, cancellieri, segretarie/i, etc. Lo stesso dicasi per il
bene ordine pubblico: il salario dei poliziotti,etc. , per il bene scuola: stipendio degli insegnanti, e
così via.
1°)
PIL = OUTPUT ─ INPUT intermedi
Informazione che fornisce il conto: tra le tantissime, il contributo di ciascuna branca del sistema
economico al PIL; i deflatori della varie branche..
SECONDO PROFILO : IL PIL COME SOMMA DEI REDDITI DISTRIBUITI AI TITOLARI
DI FATTORI CHE HANO CONCORSO ALLA PRODUZIONE (reddito, nel circuito)
2° conto - Il PIL, in quanto sommatoria dei valori aggiunti, corrisponde alla somma dei redditi
interni lordi distribuiti ai fattori della produzione , tale per cui pil e reddito interno loro sono lo
stesso aggregato osservato da due diversi punti di vista . Informazione : come è stata ripartita la
ricchezza prodotta tra coloro che vi hanno concorso, .
2°)
(Y = Wsalari + Pprofitti + Iinteressi + Rrendite + Ttributi netti)
Un esempio può riassuntivamente (conto 1° e 2°) chiarire. Immaginiamo un sistema economico
costituito soltanto da 3 settori costituenti la filiera dell’auto (miniere, siderurgia,automobili), e
consideriamo, per semplicità, che il primo settore(minerario) non abbia input intermedi(si scava con
le nude mani) (leggendo per colonne si rileva l’ input per settore, per linee il reddito dei fattori)
Valori in €
Miniere
Siderurgia
Automobili
Input intermedi
Salari
Rendite
Interessi
Profitti
Imposte
indirette nette*
output
Valore aggiunto
0
2.000
1.000
200
1.000
840
5040
3700
600
300
200
960
10.800
10.000
500
1.000
1.000
2.500
5.040
5.040 (5040─0)
10.800
25.800
5.760(10800─5040) 15.000(25800─10800) 25.800
Reddito dei
fattori
15.700
2.100
1.500
2.200
4.300
* PIL ─ imposte indirette nette = PIL al costo dei fattori (v. conto 5°) (25800─4300 = 21500)
Come si può notare il PIL come valore dei beni e servizi finali (automobili, nel nostro caso) a
prezzi di mercato è pari ad € 25.800 ; così come 25.800 (leggere ultima linea) il PIL come
sommatoria dei valori aggiunti dei singoli settori (profilo/conto 1°); idem 25.800 (leggere ultima
colonna) il PIL come sommatoria dei redditi distribuiti ai fattori produttivi(profilo/conto 2°),
quindi PIL= RIL (reddito interno lordo).
TERZO PROFILO : gli impieghi del PIL (consumo, nel circuito)
Conto 3°- Il conto delle risorse e degli impieghi.
Questo importante conto ci informa di come vengono impiegate le risorse di un paese, esso è
formalizzato dalla seguente relazione
3°)
PIL = C + I + G + X ─ M
C sono i consumi delle famiglie ; G i consumi collettivi effettuati dalla A.P. (amministrazione
pubblica ) e dalle Istituzioni Sociali Private (ISP, cosiddetto terzo settore); I = investimenti fissi (
macchine, attrezzature, costruzioni etc) + ammortamenti + variazione scorte(materie prime,
prodotti finiti ed in corso di lavorazione). Queste ultime (le scorte) sono, nella contabilità, definite
in via residuale ovvero la loro entità è posta a pareggio (vengono anche definite investimenti
forzosi). Es: se un anno si è prodotto 1000 e si è consumato ed investito 1100, vorrà dire che 100
sarà stato attinto dalle scorte pregresse che saranno così diminuite di 100, formalizzando: 1000 (Y)
= 700(C) + 200(G) + 150(X) ─ 100(M) + 50(I) [“50 (I)” in realtà è frutto di 150 (Il) effettuati
realmente – 100var. scorte]. Si vede, in tal caso, che si è consumato ed investito (1100) più di
quanto si è prodotto (1000)attingendo a vecchie scorte le quali , nell’occasione sono diminuite
appunto di ─100; nel caso in cui, invece, Y fosse stato 1250 –coeteris paribus- la variazione scorte
sarebbe stata valutata +150, ovviamente, si sarà consumato ed investito realmente meno di quanto
prodotto: 1250(Y) = 700(C) + 250(G) + 150(X) ─ 100(M) + 250(I) [150 (Il)effettivi +100(var.
scorte)]. In concreto, se le scorte aumentano la domanda aggregata sarà stata inferiore all’offerta, se
le scorte diminuiscono, vorrà dire che la domanda aggregata sarà stata superiore all’ offerta.
Potremmo chiuderla qui, sull’impiego del reddito, se fossimo in un’economia chiusa, in cui il
reddito è pari alla domanda interna (C + G + I), purtroppo( in realtà.. per fortuna) viviamo in
un’economia aperta per cui i residenti non comprano solo il made in Italy ma anche dall’estero
(importazioni-in seguito M) e parte del nostro prodotto viene venduto all’estero, domanda estera
(esportazioni - in seguito X).
Ora questo complica non poco la cose, se X ─ M > 0 la domanda interna è minore del prodotto ( il
paese vive al di sotto delle sue possibilità –consuma meno di quanto produce-, esempio odierno la
Cina , creditrice vs l’estero), se X ─ M < 0 la domanda interna risulta maggiore del prodotto( il
paese vive al di sopra delle sue possibilità -consuma più di quanto produce-, esempio odierno gli
USA, debitori vs l’estero). Nel primo caso si avrà la bilancia commerciale attiva, nel secondo
passiva. Quindi, per scoprire come è stato impiegato il PIL alla domanda interna (C+G+I) occorre
aggiungere (algebricamente) la domanda estera, il saldo (X-M) della bilancia commerciale (un
conto che registra export e import di beni e servizi di un paese.
Passiamo ora a definire il percorso che ci porta dal PIL ( o dal RIL) al reddito nazionale
lordo (RNL).
Abbiamo già detto che in un sistema chiuso (autarchico) verso l’estero, reddito nazionale e pil
coincidono, ma in un sistema aperto (che consente la libera circolazione di capitali, beni, servizi e
persone) i due valori si differenziano, e non poco.
4° Conto- Dal pil a pdm al reddito nazionale lordo a pdm: sommare (algebricamente) al PIL il
saldo dei redditi netti ( per cessione di fattori:lavoro dipendente,impresa, interessi etc) dal Resto
Del Mondo (in seguito RDM) : in pratica aggiungere i redditi guadagnati e rimessi dall’estero dai
residenti e sottrarre i redditi guadagnati all’interno e rimessi nei paesi di origine da non residenti.
(Informazione: la ricchezza di cui il paese può disporre, dopo che i non residenti, percipienti quota
del reddito interno, avranno mandato al paese di origine tutto o parte del reddito percepito, ma
anche gli italiani all’estero avranno rimesso parte dei redditi da fattori ( salari, profitti, dividendi,
interessi, etc) là guadagnati.
4°)
RNLpdm = PILpdm + YN (redditi netti dall’estero)
5°Conto - Dal reddito nazionale lordo a pdm (RNL)al reddito nazionale lordo al costo dei
fattori a pdm(RNLCF): sottrarre al primo (RNL) le imposte indirette nette (IVA ed altri tributi, al
netto dei contributi che lo Stato conferisce alla produzione: es. contributi dallo Stato alle imprese
per assunzione di giovani, di diversamente abili, per investimenti in zone disagiate etc. Questi
contributi alle imprese, che lo Stato prende dalle imposte, vengono intascati dai titolari di fattori
(lavoratori , imprenditori, etc) per il quali evidentemente è reddito.
(Informazione: il reddito corrisposto a coloro che in ogni forma, diretta (lavoratori, imprenditori)
ed indiretta ( rentier etc.) hanno concorso alla produzione della ricchezza. Non sono compresi,
quindi, tutti coloro, pur percettori di reddito, ma che non hanno partecipato alla produzione
(pensionati, assegni di studio, assegni familiari etc : questi redditi sono coperti dai tributi pagati da
coloro che hanno erogato fattori produttivi, quindi sono compresi nei redditi lordi loro corrisposti,
aggiungerli determinerebbe una duplicazione) :
RNLCF = RNLpdm ─ IMPOSTE INDIRETTE NETTE
5°)
6°Conto- Ripartizione del reddito nazionale lordo al costo dei fattori : l’ISTAT ripartisce tale
reddito soltanto in due categorie : reddito nazionale lordo da lavoro dipendente e altri redditi (o
RLG : risultato lordo di gestione). (informazione: ripartizione del reddito da lavoro dipendente e
altri redditi) :
Occorre dire che tale suddivisione è affatto insoddisfacente in quanto il RLG è un aggregato troppo vasto: vi sono
compresi i redditi del grande imprenditore, del grande rentier insieme al reddito del piccolo artigiano e quello del
pensionato che ha investito in titoli il suo TFR.
6°)
RNLCF = RLD (reddito lordo da lavoro dipendente) + RLG(risultato lordo di gestione)
N.B. Si tenga conto che i conti SEC95 considerano i redditi da lavoro dipendente al lordo delle
imposte dirette e dei contributi/oneri sociali sia quelli a carico del lavoratore che a carico del datore
di lavoro (contributi obbligatori, trattamento di quiescenza, oneri previdenziali(pensioni)
assistenziali ( assegni familiari , sussidi, malattia), insomma sono oneri che concorrono alla
definizione del costo del lavoro. Quindi la contabilità nazionale ripartisce i redditi da lavoro
dipendente tra oneri sociali e retribuzioni lorde, per ottenere le retribuzioni nette occorre sottrarre
alle lorde gli oneri sociali a carico del lavoratore e le imposte dirette. La differenza tra retribuzioni
nette ed il costo del lavoro costituisce il cosiddetto cuneo fiscale , la sua notevole dimensione fa sì
che gli imprenditori lamentino l’alto costo del lavoro, mentre i lavoratori lamentino l’ esiguità dei
salari.
Conto 7°- Dal reddito nazionale lordo al reddito nazionale lordo disponibile (RNLD) Il reddito
nazionale lordo non esprime ancora appieno la reale e definitiva ricchezza di cui godono i residenti,
per pervenire a tale grandezza occorre ancora aggiungere il saldo dei trasferimenti correnti (non
quelli in conto capitale)5 da e all’estero (trasferimenti netti dal RdM) ). (informazione: il reddito
nazionale lordo disponibile indica il reddito che compete ai residenti, esso è il presupposto della
capacità di spesa e di risparmio del paese).
7°)
RNLD = PIL + YN + TNC
(YN = redditi da fattori (lavoro e capitale) netti dall’estero; TNC = trasferimenti unilaterali
correnti netti dall’estero)
5)
per trasferimento va inteso una prestazione in denaro cui non corrisponde una cessione di fattori o comunque
una controprestazione . I trasferimenti possono essere pubblici o privati, es. di privati sono le rimesse di
emigranti che si sono trasferiti definitivamente all’estero (hanno lì la residenza, mentre sono redditi dall’estero
le rimesse di emigranti che hanno mantenuto la residenza nel paese di origine) , la donazione etc., sono
pubblici al RdM gli aiuti al terzo mondo, i contributi versati da ciascun paese al bilancio della UE (quote
delle entrate IVA, percentuale del PIL), sono pubblici dal RdM i contributi ai paesi previsti dai diversi fondi
(es. fondi strutturali, fondi sociali FSE della UE, etc). Infine, si ricorda, che vanno computati solo i
trasferimenti correnti in quanto solo questi incidono sulla capacità di spesa, mentre quelli in conto capitale
incidono sul patrimonio.
N.B. Tenere distinto il reddito disponibile dell’intero Paese, di cui qui trattiamo, da quello del singolo cittadino (che sceglierà di
destinare a consumo o risparmio)che è dato dal reddito percepito + i trasferimenti netti – i tributi .
Sostituendo il 3°) PIL = C + I + G + X ─ M nel 7°) avremo:
8°)
RNLD = C + I + G + X ─ M + YN + TNC
dove X ─ M + YN + TNC rappresenta il saldo del conto corrente della bilancia dei pagamenti,
un conto che registra l’import e l’export di beni e servizi (X ─ M), nonché i redditi (YN) e i
trasferimenti correnti (TNC) da e verso il RDM.
Conto 9°- Dal lato della destinazione, si è detto, il RNLD può avere soltanto due destinazioni : o è
consumato o è risparmiato, tertium non datur . Il RNLD si ripartisce, quindi, tra consumi e
risparmi. (Informazione: da questo conto si desume la quota di reddito risparmiata che crea il
presupposto della formazione del capitale e dello sviluppo nella misura in cui questa finanzia gli
investimenti. Questo passaggio, come si è detto, è l’anello di congiunzione tra economia finanziaria
ed economia reale))
9°)
RNLD = C + G + S
Dove S = risparmio nazionale lordo cui sottraendo gli ammortamenti otteniamo il risparmio
nazionale netto che rappresenta l’incremento di ricchezza nazionale del periodo
Confrontando 8°) e 9°) avremo
10°)
C + G + S = C + G + I + (X – M) + YN +TNC
11°)
S – I = (X – M) + YN +TNC
da cui
N.B. Il conto 11°) per brevità espositiva è alquanto semplificato in quanto non si è tenuto conto della parte in conto
capitale , delle attività non prodotte, non finanziarie(immobili, attività intangibili etc) e della partita degli “errori ed
omissioni” della bilancia dei pagamenti, nonché degli aggiustamenti di valutazione del conto finanziario della Bilancia
dei pagamenti (andamento dei cambi, prezzi etc). Riteniamo che tale semplificazione non infici il senso del percorso.
Il conto 11°) evidenzia S, come già detto, la formazione di nuova ricchezza del periodo, ed I il
flusso di nuovi investimenti interni che incrementa lo stock di capitale produttivo (macchinari,
impianti, etc) a disposizione del paese. Ci informa, inoltre, delle nostre relazioni finanziarie con
l’estero: se la formazione di nuova ricchezza del periodo eccede la formazione di capitale
produttivo (S ─ I) > 0 vorrà dire che non tutto S è stato investito nel paese, ma una parte, non
trovando occasioni di collocazione all’interno, è “emigrato”, aumentando l’accreditamento o
diminuendo l’indebitamento del ns Conto Finanziario sull’estero (migliorata la ns posizione
patrimoniale sull’estero); nel caso contrario -il capitale produttivo eccede la formazione di
ricchezza- (S ─ I) < 0 vorrà dire che S non è stato sufficiente a coprire gli investimenti interni del
periodo e che il gap è stato colmato da capitali esteri affluiti nel paese causando un aumento del
debito o diminuzione dell’accredito sull’estero nel periodo(peggiorata la ns posizione patrimoniale
sull’estero).
gc 9/09