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IL VANGELO DI GESU’
Anno C
EPIFANIA DEL SIGNORE 06.01.2016
MATTEO 2,1-12 L’ADORAZIONE DEI MAGI
Posto nel centro del racconto matteano dell’infanzia di Gesù, sta l’episodio dell’adorazione dei
Magi; da sempre ritenuto più una leggenda che un evento storico, il brano possiede, in sé, degli
elementi che denotano, invece, una forte verosimiglianza storica, elementi che cercheremo di
evidenziare ed analizzare.
Potenti sentimenti e forti stati d’animo dominano i personaggi; tutto per un neonato misterioso. Il
brano Mt.2,1-12, la venuta dei Magi, rivela in pieno l’arte narrativa di Matteo; gli avvenimenti si
susseguono con drammaticità ma non in modo convulso; l’agire dei Magi, animati e sospinti da
una chiamata religiosa, e il dramma di Erode, sconvolto dal sospetto, fanno parte di una vicenda
già annunciata da Dio mediante la bocca del profeta Michea: da Bethlehem uscirà un capo, un
pastore di Israele.
Ricordiamo brevemente le tappe dell’affresco matteano. A) localizzazione geografica: Gesù è
generato in Bethlehem di Giudea, i Magi compaiono in cammino dall’oriente verso Gerusalemme,
guidati da una stella che hanno visto sorgere. B) prospettiva storica: sono i giorni di Erode il
Grande. C) i Magi chiedono di vedere il neonato re dei giudei; la nascita di un uomo, specialmente
di un re, secondo le credenze antiche, coincideva con l’accensione in cielo di una stella; le attese
messianiche di Israele erano state benedette dal profeta moabita Balaam secondo Num.22-24. D) i
Magi hanno intenzione di adorare il Messia d’Israele. E) a ciò si deve la reazione di Erode e di tutta
Gerusalemme. F) Erode consulta gli scribi su “dove il Messia è generato”. G) gli scribi rispondono:
in Bethlehem di Giuda e citano Michea 5,1. H) Erode invia i Magi a Bethlehem per investigare e
informarlo, affinché anch’egli venga ad adorarlo. I) riappare la stella per i Magi e arriva fin sul
bambino. L) i Magi si prostrano e offrono doni. M) i Magi ritornano nella loro regione, avvertiti in
sogno di non ritornare da Erode.
Si tratta di un racconto leggendario carico di elementi prefigurativi e simbolici; prefigurazione di
un Messia creduto dai pagani più che dagli stessi giudei; simbolismo, attraverso la stella e la
Scrittura, dell’evento messianico. Ci soffermeremo su due elementi narrativi, per i loro aspetti di
storicità: i Magi e la stella. I Magi, in base alle notizie che abbiamo da Erodoto, erano una casta
chiusa della Media; il loro nome persiano è antico e significa “partecipi del dono”, cioè della
dottrina di Zarathustra, di cui essi furono appunto fedeli discepoli. Il sistema teologico dei Magi,
quale risulta dall’Avesta, è imperniato sul dualismo e l’eterna lotta fra il Bene e il Male, fra AhuraMazda, il “Saggio Signore”, e lo spirito del male. In più parti dell’Avesta, si accenna al
“soccorritore”, cioè ad un personaggio reale, storico, proveniente dal seme di Zarathustra, il cui
intervento farà terminare la lotta fra il Bene e il Male con il trionfo del primo. Il soccorritore è
“verità incarnata”. Per questo, i cristiani siri, confinanti con i Persiani, credevano in una profezia di
Zarathustra preannunciante il Messia ebraico. E’ dunque del tutto verosimile che, verso l’inizio
dell’era cristiana, fosse diffusa, nella casta dei Magi, in Persia, la conoscenza delle aspettative
giudaiche di un Re-Messia.
La stella. Matteo intende, chiaramente, presentarla come un fatto miracoloso, tanto che la stella
funge per i Magi da fiaccola indicante la strada e si ferma sul bambino. Molti studiosi astronomi,
però, hanno voluto considerare la stella un fenomeno naturale; già Keplero aveva identificato la
stella con la congiunzione fra Giove e Saturno, dell’anno 747 di Roma (7a.C.); altri studiosi, dopo
Keplero, identificarono la stella o con la cometa di Halley o con altre meteore.
Ruggero Orlandi