2017-01-31 Frana il monte... Care amiche, cari amici Da quanti anni sentite parlare di liberalizzazioni e concorrenza? Provate a pensarci. A parte qualche “fiammata” tipo le famose “lenzuolate” di Pierluigi Bersani, l’Italia resta il Paese delle mille lobby paralizzanti e degli interessi corporativi. Il che ha comportato che quei pochi e timidi tentativi di aprire alcuni settori alla concorrenza si sono trasformati alla fine in un affare per chi i servizi li offriva sul mercato piuttosto che per i cittadini-consumatori. Se ci riflettete bene, nel settore telecomunicazioni effettivamente ci fu un momento in cui entrò prepotentemente la concorrenza, che determinò un notevole abbassamento dei prezzi. Se non che, se adesso andate a confrontare le offerte dei vari operatori, ad esempio per l’adsl, vi accorgerete che oramai più o meno si equivalgono quanto ai costi. Per quanto attiene il credito, chi è entrato in banca negli anni ’70 ricorda un sistema ingessato, in cui di fatto la concorrenza fra istituti non esisteva. La foresta pietrificata si è alla fine dovuta aprire; l’ingresso in Italia delle Banche straniere, ma soprattutto le sempre più stringenti regole europee, hanno obbligato anche il nostro legislatore ad introdurre normative a favore della trasparenza e di una certa concorrenza. Le nuove norme sul bail-in hanno però fatto si che la concorrenza fra Banche non si giochi più solo sui costi dei servizi o sulla remunerazione dei depositi, in quanto è entrato prepotentemente nella testa dei cittadini il concetto di “solidità dell’Istituto”. E’ inutile che facciamo finta di niente, ma lo sappiamo tutti, per limitarci al nostro Veneto, che qualche banca non ha neppure bisogno di farsela la pubblicità. Ci pensano i clienti in fuga de alcune Banche in difficoltà a fare il mercato. E si tratta di cittadini alla ricerca non di tassi più remunerativi, bensì della sola speranza di aprire il conto in una banca che non compaia un giorno si ed un giorno no sulle prime pagine dei giornali. Intendiamoci, approfittare delle difficoltà delle altre banche non sarà etico, ma non è un reato. Si tratta al massimo di un problema di “buon gusto”. E proprio il superamento del limite del buon gusto sembra essere alla base delle reazioni del sindacato contro una campagna pubblicitaria lanciata da una Bcc calabrese per “catturare” nuova clientela. Prima di riportarvi la presa di posizione del Sindacato provo a descrivervi il cartellone pubblicitario contestato. Allora, sulla sinistra si vede un signore con un ombrello aperto in mano che corre e si affanna a mettere al riparo una piantina che sta spuntando da un mucchietto di terra. Lo slogan a caratteri cubitali che campeggia sulla destra è “Frana il monte, riparati da noi”, sotto il quale si legge “I tuoi depositi al sicuro. 32,45 Cet1 Ratio”. Chiude il tutto il brand della Banca che offre “rifugio” ai depositi a rischio frana; si tratta della BCC di Cittanova, il cui motto è “da 100 anni senza affanni al servizio della comunità”. Sottolineo che nel cartellone la parola” monte” è scritta a carattere minuscolo, il che, a mio avviso, potrebbe consentire agli ideatori di affermare che non al Monte dei Paschi si faceva riferimento, bensì ad un monte che frana. E si sa che la Calabria è montuosa e franosa!!! Così non l’hanno certo interpretata le Rsa calabresi di Mps, che hanno diffuso questo volantino unitario: “Agli ideatori dello slogan pubblicitario della Bcc di Cittanova, ed ai responsabili che hanno dato l'autorizzazione affinché lo stesso campeggiasse su enormi cartelloni sparsi su tutto il nostro territorio, vorremmo esprimere il nostro più fermo disappunto per il misero tentativo di sfruttare momentanee difficoltà vissute da altre storiche, e ben più blasonate realtà, allo scopo di ricercare di un piccolo spazio di crescita commerciale. A loro ricordiamo che fare dello sterile terrorismo non giova a nessuno ed inoltre rischia di essere un’ulteriore motivazione a sostegno di chi, giornalmente, attacca il sistema bancario attribuendogli lineamenti di aggressività e cinismo, ben oltre quelli di cui è realmente appesantito. Da tutti, nessuno escluso, esigiamo il rispetto umano e professionale per i 26.000 dipendenti della Banca Monte dei Paschi di Siena che da sempre operano in modo etico ed intellettualmente onesto a sostegno delle esigenze della clientela e dei territori in cui la Banca è presente. L'iniziativa pubblicitaria, altresì, risulta estremamente insensibile in questo delicato momento in cui l'Italia piange delle vite umane vittime di catastrofi naturali. Per tutto questo, lo scivolone della BCC assume carattere di maggiore gravità in quanto in netto contrasto con la funzione sociale che dovrebbe contraddistinguere l’identità delle realtà cooperative. Il MONTE è, e rimarrà sempre, un punto di riferimento!!! Invitiamo gli organi aziendali a ciò deputati affinché si attivino in ogni sede per tutelare l’immagine della Banca e dei propri dipendenti. Noi faremo la nostra parte inviando il presente documento a Banca d’Italia, Federcasse, Consob, AGCOM e alla stampa locale”. Lascio a voi ogni altra considerazione. Un abbraccio a tutti. Umberto Baldo