1 Le motivazioni portoghesi alle esplorazioni Essendo io, Alvise Ca’ da Mosto, il primo veneziano che abbia navigato il mare Oceano fuori dello stretto di Gibilterra verso mezzogiorno, ed avendo veduto in questo mio viaggio molte cose nuove e degne di notizia, ho deciso di scriverne secondo verità. Dovete sapere che il primo ad avere, ai nostri tempi, l’idea di far navigare questa parte del mare Oceano è stato l’Infante Don Enrico di Portogallo. Per quanto egli possa essere lodato per i suoi studi di astronomia e di astrologia, io non ne parlerò. Dirò soltanto che, essendo di gran cuore e di sublime ingegno, si dedicò tutto alla milizia di Nostro Signore, combattendo per la fede contro i Mori. [...] Infine, nella ricerca di ogni possibile via per danneggiarli, pensò di spedire caravelle armate lungo la costa del regno di Fez che si affacciava sul mare. E così fece, di anno in anno, arrecando molti danni ai Mori. Ogni anno le navi si spingevano più avanti, finché arrivarono ad un capo chiamato Non, perché nessuno appunto lo aveva mai superato. Don Enrico, desiderando saper di più su quelle terre, decise di far oltrepassare questo capo. Essendo le caravelle portoghesi le migliori navi a vela che vanno per il mare, egli riteneva che potessero navigare dappertutto, e così, desideroso di scoprire cose nuove e di conoscere le popolazioni di quei paesi e di attaccare i Mori, armò tre caravelle che oltrepassarono di cento miglia il capo Non, navigando il giorno e approdando di notte. Non si trovarono né gente né abitazioni, solo sabbia. L’Infante le mandò di nuovo l’anno dopo e di nuovo non si trovò nulla. Per farla breve, Don Enrico, sapendo dai suoi studi che si sarebbero dovute trovare genti e abitazioni, mandò tante altre volte in esplorazione le sue caravelle, finché si riuscì a sapere che alcune parti erano abitate […] In questo modo furono anche scoperte le terre dei primi negri. (da Alvise Ca’ da Mosto, Relazione). Esercizi: 1. Sottolinea in colori diversi: a) di che cosa si occupa l’infante di Portogallo; b) i motivi che lo spingono ad organizzare viaggi di esplorazione; c) cosa permette ai portoghesi di intraprendere viaggi così insidiosi. 2. Individua su una carta il regno di Fez e il capo Non 3. Che cosa pensa Alvise Ca’ da Mosto delle navi portoghesi? Le motivazioni di Cristoforo Colombo Cristianissimi, Altissimi, Eccellentissimi e Potentissimi Principi, re e regina delle Spagne e delle isole del mare, signori nostri. In questo presente anno 1492 [...] le Altezze vostre [...] pensarono di spedire me, Cristoforo Colombo, alle predette contrade dell’India allo scopo di visitare quei principi, popoli e luoghi e di osservarne lo stato, ed oltre a ciò la maniera che si potrebbe seguire per la loro conversione alla nostra santa fede; e mi ordinarono che io non mi avviassi verso l’Oriente per via di terra, come si costuma fare, ma prendessi invece la via dell’Occidente, per la quale sappiamo in modo positivo che nessuno fino ad oggi è giammai passato.[…] 2 In trentatré giorni io sono passato dalle isole di Canaria alle Indie con l’armata che gli illustrissimi re e regina nostri signori mi affidarono, e dove ho scoperto moltissime isole popolate di gente infinita, delle quali tutte ho preso possesso per le loro Altezze con bando e bandiera reale spiegata senza che nessuno mi si opponesse. Alla prima che io incontrai posi il nome di San Salvador. (dal Giornale di bordo di Cristoforo Colombo) Esercizi: Rispondi alle seguenti domande: 1. Per conto di chi Cristoforo Colombo compie il viaggio? 2. Quale teoria sta seguendo per raggiungere le Indie? 3. Quanto tempo impiega Colombo ad attraversare l’oceano? 4. Dove pensa di essere arrivato? 5. Dove è arrivato in realtà (cerca l’isola di San Salvador su un atlante)? 6. In che anno Colombo scopre questa nuova terra? LA PRIMA DIVISIONE DEL MONDO FRA SPAGNA E PORTOGALLO Subito dopo la scoperta dell’America da parte di Colombo sorsero contrasti fra Spagna e Portogallo sulle rispettive sfere di influenza nelle terre ancora da scoprire. Per dirimere la controversia, con l’intervento del papa Alessandro Vi, i due sovrani firmarono un trattato il 7 giugno 1494 nella città di Tordesillas L’anno prima, con la bolla Inter coetera, il papa aveva definito i compiti che affidava ai sovrani: sottomettere gli altri popoli e coventirli al cristianesimo. La bolla Inter coetera, Alessandro VI, 1493 [...] avete inviato Cristoforo Colombo [...] con uomini e navi […] per il mare Oceano, trovarono isole remotissime e anche terre da altri finora non scoperte [...]. Tenendo presente in maniera particolare lo scopo del trionfo e della diffusione della fede cattolica (come è giusto che facciano re e principi cattolici) vi siete proposti di assoggettare col favore della divina clemenza le terre e isole suddette e i loro abitanti, e di ricondurli alla fede cattolica […] E affinché [...] vi assumiate un compito così importante più liberamente e con maggior impulso, di nostra iniziativa, per nostra pura liberalità, e con la pienezza dell’autorità apostolica, doniamo e assegniamo in perpetuo, a voi e ai vostri eredi e successori (re di Castiglia e di Leon), per l’autorità di Dio onnipotente a noi concessa, tutte le isole e terre trovate e da trovare, scoperte e da scoprire, nella parte verso occidente e mezzogiorno delimitata da una linea tracciata partendo dal polo artico, o settentrionale, giungendo al polo antartico, o meridionale. Il trattato di Tordesillas tra Spagna e Portogallo, 1494 Per amor di pace e di concordia e per la conservazione delle buone relazioni […] (tra) il re di Portogallo [...] e il re e regina di Castiglia e d’Aragona […] i loro rappresentanti [...] hanno convenuto e concordano che sia fissata una delimitazione attraverso il 3 detto mare Oceano a mezzo di una linea retta o raya da polo a polo, vale a dire dal polo Artico al polo Antartico, ossia da nord a sud, la qual raya o linea sarà tirata diritta, come detto, ad una distanza di 370 leghe ad occidente delle isole del Capo Verde, [...] e che tutte le terre, sia isole che terraferma, trovate e scoperte in avvenire, dal predetto re del Portogallo e dalle sue navi, da questa banda ad oriente della suddetta raya o linea, [...] apparterranno al detto re del Portogallo e ai suoi successori per sempre, e che in tutte le altre terre, isole o terraferma, trovate o da trovare in avvenire, scoperte o da scoprire dai predetti Re o Regina di Castiglia e d’Aragona, ecc. e dalle loro navi ad occidente di detta linea [.. . ] apparterranno e rimarranno in possesso per sempre ai detti Re e Regina di Castiglia e di Leon, ecc. e ai loro successori [...]. Esercizi: 1. Sottolinea in colori diversi: che cosa concede il papa ai sovrani di Spagna e Portogallo; in base a che cosa il papa fa questa concessione; quali sono gli scopi della conquista secondo il papa. 2. Rispondi con un breve testo alla seguente domanda: Secondo il papa per quale motivo è giusto che Spagna e Portogallo sottomettano altri stati? MA NON C’ERANO SOLO LE SPEZIE Che cosa cercavano gli esploratori portoghesi? Cercheremo di rispondere a questa domanda in termini di motivazioni e possibilità. Le motivazioni erano comuni a tutta l’Europa, anche se alcune potevano farsi sentire più acutamente in Portogallo. Cosa cercavano gli esploratori portoghesi? Metalli preziosi e spezie, ci dicono i testi scolastici. Ciò era senza dubbio vero, fino a un certo punto…. La ricerca di oro attraverso le vie marittime fu indiscutibilmente uno degli interessi dei navigatori portoghesi…. Si cercavano oro e argento per avere una base monetaria per la circolazione in Europa, ma ancora di più per esportarla in Oriente…..In quest’epoca i rapporti tra l’Europa e l’Asia potrebbero essere riassunti come scambi di beni di lusso. Oro e argento fluivano all’est per decorare templi, palazzi e vesti delle classi aristocratiche asiatiche, e gioielli e spezie fluivano all’ovest. Ma lo scambio di beni di lusso è insufficiente a spiegare un’impresa così colossale come l’espansione del mondo atlantico e tanto meno a spiegare la creazione di un’economia mondo europea. La spiegazione si trova nell’ambito dei beni di largo consumo. L’Europa occidentale aveva bisogno nel XIV e XV secolo di cibo… e di combustibili. L’espansione nelle isole mediterranee e atlantiche, e poi nell’Africa settentrionale e occidentale e al di là dell’Atlantico come pure nell’Europa dell’est, nelle steppe della Russia e infine nell’Asia centrale fornì cibo e combustibile. Essa estese la base territoriale del consumo europeo….Ci fu anche l’innovazione tecnologica che aumentò il rendimento agricolo….Il grano fu al centro della nuova produzione e del nuovo commercio nel XV e XVI secolo. All’inizio l’Europa trovò nelle foreste del Nord e nelle pianure del Mediterraneo le sue "Americhe interne", secondo l’acuta frase di Braudel. 4 Ma le Americhe interne non bastavano. Vi fu dunque un’espansione ai confini, prima di tutto verso le isole…I cereali sono i generi di consumo fondamentali, ma non si edifica una buona dieta solo sulla base dei cereali.. Uno degli elementi più importanti nella dieta europea è lo zucchero che serve come fonte di calorie e come sostituto dei grassi… Anche lo zucchero fu uno dei motivi principali di espansione nelle isole. E, a causa del suo modo di produzione, con lo zucchero venne la schiavitù. Essa cominciò nel Mediterraneo orientale nel XII secolo e di lì si spostò verso ovest. L’espansione nell’Atlantico fu semplicemente la sua continuazione logica…Lo zucchero era un prodotto molto lucroso e richiesto… ma esauriva il terreno, tanto che esigeva sempre nuove terre… Anche carne e pesce erano richiesti. L’espansione delle zone di pesca fu uno dei momenti chiave delle prime esplorazioni portoghesi…La richiesta di carne fu uno dei motivi del commercio con l’Africa occidentale di spezie usate in sostituzione del pepe. Oltre al cibo, l’altro grande bisogno di base era il legname, per combustibile, per la costruzione di navi e case. Lo sviluppo economico medievale e la rozza tecnica di silvicoltura avevano portato ad un lento ma costante disboscamento dell’Europa occidentale, dell’Italia, della Spagna e delle isole del Mediterraneo. Esisteva anche la necessità di vestiario. C’era il commercio di beni di lusso come la seta, ma stava anche nascendo l’industria tessile che aveva bisogno di materie prime per la lavorazione: coloranti per il cotone e la lana da tessere e resina che veniva usata per apprettare le sete. Oro e argento erano richiesti in quanto preziosi per il consumo in Europa e per il commercio con l’Oriente (come si è detto), ma erano anche una necessità per l’espansione dell’economia europea. Un’altra spinta alla esplorazione va ricercata nelle esigenze di lavoro di vari gruppi in Europa. I nobili feudatari ricavavano ora una rendita minore dalle loro terre e cercavano dunque di avere più terra da cui estrarre rendita….Se dunque ci chiediamo perché fu il Portogallo e non altre nazioni d’Europa ad espandersi oltremare una risposta ovvia è che i nobili in altri paesi furono più fortunati. Essi potevano intraprendere una espansione più facile, all’interno del loro paese, servendosi di cavalli anziché di navi. Il Portogallo, a causa della sua posizione geografica, non ebbe scelta. Senza dubbio le espansioni oltremare erano legate anche agli interessi dei mercanti, i quali poterono trarre profitto dall’espansione del commercio, e agli interessi dei monarchi che cercavano di garantirsi sia la gloria che entrate per il loro regno. Ma è più possibile che la motivazione iniziale delle esplorazioni iberiche sia venuta in primo luogo proprio dagli interessi della nobiltà, in particolare dei cadetti che erano privi di terra. Solo quando la rete commerciale cominciò a funzionare i mercanti ne divennero entusiasti. La causa dell’espansione fu la sovrappopolazione? Braudel afferma che il Mediterraneo occidentale era sicuramente sovrappopolato e porta come riprova le ripetute espulsioni degli ebrei e più tardi dei moriscos dai vari paesi. In effetti ciò di cui avevano bisogno la nobiltà e la borghesia era una forza lavoro più arrendevole di quella presente in Europa. Più che la quantità, il problema era dunque la qualità della popolazione. Fino a questo punto abbiamo parlato di motivazioni, di bisogni materiali dell’Europa, ma non abbiamo ancora risposto completamente alla domanda: perché proprio il Portogallo fra tutti gli stati d’Europa? Dobbiamo dunque passare dal problema delle motivazioni a quello delle possibilità. Il Portogallo poteva fare questo passo perché: 5 Una prima, ovvia risposta si trova su tutte le carte geografiche. Il Portogallo si affaccia sull’Atlantico, vicinissimo all’Africa. Per quanto riguarda la colonizzazione delle isole atlantiche e l’esplorazione delle coste occidentali dell’Africa esso era evidentemente il paese più favorito. Inoltre le correnti oceaniche sono tali che era molto più facile, data anche la tecnologia del tempo, partire dai suoi porti. Inoltre il Portogallo vantava anche una grande esperienza nel commercio a lunga distanza. Un terzo fattore era la disponibilità di capitale. I Genovesi, grandi rivali dei Veneziani, avevano da tempo deciso di investire capitali nell’impresa commerciale iberica, e di favorire l’espansione d’oltremare. Il Portogallo era uno stato forte, molto diverso dagli altri stati dell’Europa occidentale che nel XV secolo erano impegnati in guerre interne. Viveva infatti un periodo di pace in cui fiorivano gli imprenditori. Gli stessi nobili erano spinti a trovare sbocchi per le proprie energie al di fuori delle guerre. Godendo di stabilità, lo stato poteva quindi dedicarsi ad avventure commerciali lucrose. Nel caso del Portogallo sembrava dunque esserci un vantaggio nella "scoperta del commercio" per molti gruppi: per lo stato, per la nobiltà, per la borghesia commerciale e persino per il sottoproletariato delle città. (adattato da Immanuel Wallerstein, Il sistema mondiale dell’economia moderna,Il Mulino, Bologna, 1978, pp. 52-62) Esercizio: All’inizio di questo brano Wallerstein afferma che la spiegazione tradizionale dell’espansione europea ("ci dicono i testi scolastici") non è sufficiente. Prova a costruire una tabella a due colonne inserendo nella prima colonna la spiegazione tradizionale e nella seconda quella di questo autore. 6