CIA Piemonte Pagina 1 di 1 CIA Piemonte28 MARZO 2012 - 06:12 Attualità . Data: 27/03/2012 Titolo: NOCCIOLETI --- Ora: 13:55 Autore: . DOPO IL GHIRO UN NUOVO PERICOLO PER I NOCCIOLETI: LO SCOIATTOLO GRIGIO --- Lo scoiattolo grigio sta mettendo a rischio la produzione di nocciole nei territori di Langa, Roero, Monregalese e Cebano. A lanciare l’allarme è una lettera, inviata alla Regione Piemonte e alla provincia di Cuneo dal CReSO – Consorzio di Ricerca e Sperimentazione per l’Ortofrutticoltura piemontese -, nella quale si chiede di favorire l’estensione dell’attività di monitoraggio e di cattura dello scoiattolo grigio, attualmente concentrata nella cintura torinese, anche nell’areale delle Langhe. La produzione corilicola piemontese è infatti in progressiva espansione e attualmente la superficie investita a nocciolo è di 12.100 ettari. La varietà coltivata è la Tonda Gentile Trilobata e l’investimento più consistente è proprio in provincia di Cuneo, con circa 9.000 ettari di nocciolo distribuiti prevalentemente tra l’alta e bassa Langa, oltre che nel Roero, nel Monregalese e nel Cebano. Territori collinari per i quali il nocciolo rappresenta un pilastro dell’economia agricola, offrendo remuneratività, salvaguardia del territorio da pericoli di dissesto idrogeologico, oltre che essere un elemento di valorizzazione del paesaggio. Negli ultimi anni, purtroppo – si legge nella lettera – il comparto ha subito ingenti perdite economiche a causa dei ripetuti attacchi da parte di roditori come il ghiro, specie infeudata all’ambiente boschivo, che tuttavia riesce a sfruttare anche i noccioleti durante la fase di approvvigionamento del cibo, che negli ultimi sei anni (2004-2009) in Piemonte ha portato all’indennizzo di danni per circa 100.000 euro all’anno. Un quadro tutt’altro che roseo al quale ora si aggiunge il rischio concreto dell’arrivo dell’altro temutissimo roditore, lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis), già presente, oltre che in Piemonte, in Lombardia, Liguria ed Umbria. Una prospettiva che preoccupa i produttori di nocciole piemontesi. Si tratta, infatti, di un roditore vorace, competitivo che, a differenza del ghiro, non va in ibernazione. È stato calcolato, in base al peso dell’animale (500-650 g lo scoiattolo grigio rispetto ai 100-140 g di un ghiro), al suo fabbisogno energetico e al fatto che gli scoiattoli in autunno usano le nocciole per costituire le scorte invernali, un possibile consumo di 6-12 kg di nocciole/anno per animale. La specie può raggiungere densità notevoli: da 1-2 fino a 10-20 animali/ha. L’impatto complessivo sui noccioleti può quindi essere rilevante e anche superiore a quello oggi dovuto al ghiro. . http://www.piemonte.cia.it/ciapiemonte/svl/documentiRead?doc_id=31389&tpl_id=7 28/03/2012