Tematica 6 TEMATICA 6 RADIOFARMACI NELLA DIAGNOSTICA E TERAPIA TUMORALE Alla realizzazione di questo progetto di Ricerca concorreranno tre unità operative, in cui sono localizzati gruppi di ricerca con competenze specifiche e complementari, in particolare: UNITÀ OPERATIVA DI PADOVA, UNITÀ OPERATIVA DI FERRARA, UNITÀ OPERATIVA DI SIENA. Composizione e Settore di Indagine La Tematica sui radiofarmaci nella diagnostica e terapia tumorale si avvale del contributo delle Unità di ricerca di Padova, Ferrara e Siena. La ricerca è orientata ai vari aspetti inerenti la progettazione, la sintesi, la caratterizzazione chimico fisica e la determinazione delle proprietà biologiche di radiofarmaci sia per il loro impiego nella diagnostica per immagini che nella radioterapia dei tumori. Le Unità del CIRCMSB si avvale di innumerevoli collaborazioni con Dipartimenti di diverse Università italiane ed europee. UNITÀ DI RICERCA DI PADOVA E.Zangoni, L.Melendez-Alafort, U.Mazzi Nuovi analoghi della Somatostatina e derivati della biotina coniugati con agenti chelanti per l’imaging nucleare e l’applicazione radioterapeutica. Gli isotopi radioattivi di metalli di transizione offrono molte opportunità nello sviluppo di radiofarmaci, e tra di essi il tecnezio-99m ed il renio-186/188 giocano un ruolo importante in ambito, rispettivamente, diagnostico e terapeutico. A differenza di isotopi di atomi naturalmente presenti nelle molecole biologiche (O, C, N), che possono essere incorporati nelle molecole direzionatrici attraverso la formazione di un legame covalente, gli isotopi di natura metallica per essere incorporati nelle biomolecole devono essere stabilizzati da un sistema chelante in un complesso di coordinazione. Nell’ultimo decennio è stata sviluppata un’ampia gamma di tecniche per la marcatura di biomolecole con radiometalli, ma la metodica più ampiamente studiata e impiegata consiste nell’approccio del chelante bifunzionale (Bifunctional Chelating Agent, BFCA). Il chelante bifunzionale presenta da un lato un set coordinativo in grado di stabilizzare il metallo, dall’altro un gruppo funzionale per l’ancoraggio covalente della biomolecola, che può essere diretto oppure mediato da uno spaziatore (linker), a dare il derivato BFCA(-linker)-BM. La scelta accurata del BFCA è uno degli aspetti fondamentali nella progettazione di radiofarmaci target-specifici. BM Un BFCA ideale dovrebbe garantire la formazione di un complesso con alta resa e a concentrazioni molto basse del coniugato BFCA-BM. Tale complesso non dovrebbe sottostare a reazioni di 115 Tematica 6 ossidoriduzione, dovrebbe essere termodinamicamente stabile e cineticamente inerte e presentare un basso numero di isomeri, in quanto tutte questi parametri possono influenzare notevolmente le caratteristiche biologiche e farmacocinetiche del coniugato BFCA-BM. Infine, l’attacco del BFCA alla biomolecola dovrebbe essere facilmente realizzabile. La selezione del BFCA dipende dal tipo di radiometallo e dal suo stato di ossidazione. Il core [M=O]3+ viene largamente impiegato per la marcatura di biomolecole con 99mTc- e 186/188Re e negli ultimi 15 anni sono stati sintetizzati e valutati molti chelanti bifunzionali, la maggior parte dei quali possiede un set coordinativo di tipo NxS(4-x). Questi chelanti, sebbene abbiano trovato applicazione, soffrono di alcune limitazioni quali l’elevata lipofilia, una scarsa flessibilità strutturale, più forme isomeriche spesso difficili da separare e limitata stabilità in vivo. Inoltre la loro marcatura richiede spesso condizioni drastiche. Lo sviluppo di BFCA più efficienti resta quindi uno degli interessi principali nell’ambito della medicina nucleare. Con lo sviluppo di un precursore di Tc-99m e di Re-188 prodotto da TcO4- con il Kit denominato Isolink di struttura M(CO)3(H2O)3+ si è aperta la strada ad una nuova serie di radiofarmaci target specifici nei quali il tracciante radioattivo viene fissato attraverso una reazione di sostituzione delle tre molecole di acqua del precursore con differenti serie di set coordinativi uno dei quali porta la biomolecola. Attraverso tale nuovo approccio sono in corso una notevole quantità di studi per trovare il complesso più stabile e che venga fissato in una posizione della biomolecola che non modifichi le sue proprietà sia biologiche generali che quelle che tereminano la sua specificità. L’Unità del CIRCMSB di Padova nel prossimo triennio sposterà l’obiettivo della ricerca dagli aspetti prettamente chimici e di ricerca di nuovi complessi di coordinazione del Renio e del Tecnezio agli aspetti applicativi, ovvero avrà quale primario obiettivo quello di utilizzare i risultati della precedente ricerca chimica di sintesi e caratterizzazione di complessi di Renio e Tecnezio per la produzione di radiofarmaci target specifici. In particolare saranno sviluppati due approcci di marcatura, sperimentati nell’Unita del CIRCMSB di Padova, uno utilizzante il legante bifunzionale PN2S che stabilizza il metallo in un complesso neutro di struttura MO(PN2S) e consente contemporaneamente, attraverso il gruppo carbossilico laterale non coordinato, la facile coniugazione del centro radioattivo ad un gruppo NH2 terminale della biomolecola, ed un altro che utilizza l’approccio del tricarbonile, anch’esso sperimentato nell’Unità del CIRCMSB di Padova, con il sistema cosìdetto del (2+1) in cui i gruppi sostituenti le molecole di H2O nel precursore M(CO)3(H2O)3+ sono il dietilditiocarbammato (chelante bidentato SS) e un gruppo fosfinico (P) che è coniugato alla biomolecola. Tali approcci di marcatura dovranno essere adattati alle biomolecole in funzione della loro struttura ed in funzione delle loro proprietà biologiche ed ogni radiofarmaco verrà testato in vitro ed in vivo per determinare la possibile applicazione nell’imaging diagnostico, se il radionuclide è il Tc-99m o nella radioterapia se il radionuclide è il Re-188. R' O O O NH PN 2S NH HN HN NH H O NH O H O H N NH HO N H HO O CH 3 R NH 2 1 Figure 1. X = L -Phe (1), X = L-1Nal (2) E’ nostra intenzione utilizzare le metodologie messe a punto dall’Unità di ricerca di Padova nel campo delle infezioni, marcando una molecola peptidica quale l’UBI29–41 che ha già evidenziato con 116 Tematica 6 la marcatura diretta (99mTc-UBI29–41) una buona fissazione nei siti di infezione ed insieme una rapida e prevalente escrezione renale e la mancanza di effetti collaterali . Ma gli sforzi maggiori saranno orientati verso il progetto legato alla marcatura con Tc-99m e Re-188 di nuovi analoghi della somatostatina per l’imaging nucleare e l’applicazione radioterapeutica dei tumori esprimenti recettori SSTR1-5. Uno dei derivati già in corso di studio è quello descritto in Fig. 1. Il progetto è stato inserito nel WG5 del COST D38 e si avvarrà della collaborazione del gruppo di Basilea con i Proff J.Reubi e H.Maecke. BIBLIOGRAFIA 1. R.Visentin, R.Rossin, M.C.Giron, A.Dolmella, G.Bandoli, U.Mazzi, Synthesis and Characterization of Rhenium(V) Oxo Complexes with N-[N-(3Diphenylphosphinopropionyl)glycyl]cysteine Methyl Ester. X-ray Crystal Structure of {ReO[Ph2P(CH2)2C(O)-Gly-Cys-OMe(P,N,N,S)]}, Inorg. Chem., 42, 950-959, (2003). 2. R.Visentin, M.C.Giron, M.Bello, U.Mazzi, Technetium-99m labeling of N-[N-(3diphenilylphosphinopropio-nyl)glycyl]cysteine (PN2S-OH) and its methyl esther derivetive (PN2S-OMe), Nucl.Med.Biol.,31, 655-662, (2004). 3. R. Visentin, G. Pasut, F.M. Veronese, U. Mazzi, Highly Efficient Technetium-99m Labeling Procedure Based on the Conjugation of N-[N(3Diphenylphosphinopropionyl) glycyl]cysteine Ligand with Poly(ethylene glycol..) Bioconj. Chem., 15, 1046-1054, (2004) 4. M. Riondato, D.Camporese, D.Martin, J.Suades, A.Alvarez-Larena, U.Mazzi. Synthesis and Characterisation of [Re(CO)3(SS)(P)] Complexes: A [2+1] Concept for 99mTc- and 188ReRadiopharmaceutical Applications. Eur.J.Inorg.Chem., 20, 4048-4055, (2005) . L.Melendez-Alafort, E.Zangoni, U.Mazzi Studi di marcatura, biodistribuzione ed efficacia radioterapeutica di 188 Re-HA (Acido Ialuronico) L'acido ialuronico (HA) è uno dei componenti fondamentali dei tessuti connetivi dell'uomo e degli altri mammiferi. Chimicamente è definibile come un glicosaminoglicano dalla catena polisaccaridica non ramificata prodotta dall'aggregazione di migliaia di unità disaccaridiche formate a loro volta da residui di acido glucuronico (un derivato del glucosio) e Nacetiglucosamina. Entra nella costituzione della sostanza fondamentale del tessuto connettivo della pelle, il quale contiene il 63% di acqua, il 32% di collagene e l'1% di acido ialuronico. E' contenuto in concentrazioni elevate nell' umor vitreo, nel cordone ombelicale, nei liquidi delle articolazioni. Si presenta come una sostanza amorfa, solubile in acqua. Regola il contenuto idrico della sostanza intracellulare e la permeabilità del tessuto connettivo. Funge da sostanza cementante dei tessuti ai quali conferisce la tipica plasticità. E' contenuto nel collagene, nel quale ha la funzione di catturare e trattenere l' acqua. Per costruire il collagene le cellule impiegano molta vitamina C. Ha proprietà antinfiammatorie. Oltre che idratare la pelle possiede anche la proprietà di cicatrizzare le ferite. Nel derma ha un' azione plastica e permette una migliore diffusione delle sostanze. Inoltre l'acido ialuronico lega con dei recettori cellulari denominati CD44, ben conosciuti dagli studiosi del sistema immunitario per la loro presenza nella pelle, tra l'altro sulla superficie delle cellule cheratiniche, inclusi i follicoli piliferi. I CD44 sono anche sovraespressi in diversi tipi di tumore e ciò ha sviluppato l’impiego dell’HA quale veicolante chemioterapici per tali tipi di tumore. Sulla base delle proprietà dell’HA sopra descritte sono stati eseguiti nell’Unità di Ricerca di Padova del CIRCMSB diversi studi di marcatura con Tc-99m [1] su acido ialuronico sostituito con acido butirrico [2], o con tassolo [3-5] per determinare la loro distribuzione in vivo, e definire le capacità dell’HA di veicolare questi chemioterapici sul tumore 117 Tematica 6 Weight (g) E’ stato inoltre definito un metodo di marcatura con Tc-99m dell’acido ialuronico (HA) semplice e con alta resa che è risultato adatto per studi radioterapeutici nei topi [1]. Ultimamente il metodo di marcatura con Tc-99m dell’HA è stato trasferito al Re-188, con lo scopo di utilizzare le proprietà veicolanti dell’HA per trasportare il radionuclide Re-188 sul tumore affinché esplichi la sua azione radioterapica[6,7]. Dai dati preliminari in nostro possesso sull’efficacia delle radiazioni del Renio-188 sulle cellule del carcinoma epatocellulare (HCC) nel topo si può dedurre che trattamenti di tale tipo di tumore consentono prolungati aumenti di sopravvivenza. Sono stati già riportati in letteratura altri promettenti risultati utilizzando il 131I-lipiodol [8], ma si può pensare che il 188Re, per le sue migliori proprietà fisiche e chimiche quali la più alta energia delle emissioni beta, la più breve emivita e la concomitante emissione di una componente gamma di energia paragonabile a quella del Tc-99m, che consente di eseguire l’imaging durante il trattamento terapeutico, sia più promettente per il trattamento di questi tipi di tumore. E’ stato pertanto deciso di affrontare uno studio sistematico sulle proprietà radioterapeutiche su questo come su altri tipi di tumore esprimenti alte quantità di CD44, di derivati dell’HA a diversa massa molecolare. Al momento gli studi si sono focalizzati su HA di ∼70 kDalton. Studi di biodistribuzione in topi sani di 99mTc-HA hanno mostrato che 25 minuti dopo la somministrazione intravenosa, più dell’80% del radiofarmaco si trova nel fegato e nella milza in seguito al binding selettivo dell’HA su recettori specifici [1]. Basandoci su tali indicazioni, cellule di carcinoma epatocellulare sono state indotte nel fegato del topo e trattate con HA marcato direttamente con 188Re. La biodistribuzione di 188Re-HA è stata studiata in femmine sane di topi neri C57BL/6 trattati con 50 µL (3 MBq) di marcato purificato con iniezione nella vena caudale. Trenta minuti dopo l’iniezione le dosi accumulate nel fegato e nella milza hanno raggiunto il valore massimo e rimangono poi costanti per più di 72 h senza clearance renale. Per verificare l’efficacia terapeutica del 188Re-HA sulle metastasi de fegato, i topi C57BL/6 sono stati iniettati i.v. con cellule tumorali M5076, un fibrosarcoma che metastatizza specificatamente nel fegato, e trattati 7 giorni più tardi con 9.2, 7.4, 4.5, e 2.2 MBq di 188Re-HA. Due settimane più tardi i topi sono stati sacrificati per valutare l’impatto terapeutico. Mentre I fegati dei topi non trattati mostravano un grande aumento di peso (Fig. 1) ed esibivano una massiva infiltrazione neoplastica (Fig. 2) gli organi degli animali 5 trattati erano macroscopicamente normali. spleen weight Pochi foci metastatici erano visibili solo nei liver weight topi che avevano ricevuto minor 4 attività.Risultati simili sono stati anche ottenuti in un modello di topo xenogenico con metastasi 3 a livello del fegato di coloncarcinoma umano impiegando cellule tumorali HT-29impiantate * 2 * in topi SCID. Degno di nota è anche che il 188 Re-HA ha portato ad un trattamento con 1 aumento della sopravvivenza di questo modello di topi. Inoltre l’approccio radioteraputico con * 188 0 Re-HA è stato ben tollerato ed associato con Positive Control 60 µCi 120 µCi una leggera tossicità nel fegato e a livello di midollo osseo. Ora si stanno verificando le Fig. 1. La figura mostra il peso (medio ± SD) potenzialità terapeutiche usando della milza e del fegato di topi con metastasi di somministrazioni multiple di basse dosi di attività di radiofarmaco per determinare tumore M5076 e trattate con 120 µCi o 60 µCi l’effetto curativo a tempi lunghi, per poi di 188Re-HA. definire tutte le condizioni sperimentali per il potenziale a livello clinico. 118 Tematica 6 Si può concludere dicendo che questi studi di biodistribuzione hanno dimostrato che il complesso188Re-HA è più stabile rispetto al Re-188-HDD/lipiodol che è tuttora sotto sperimentazione clinica. Inoltre, al contrario del Re-188-HDD/lipiodol, che deve essere somministrato via intra-arteria, il 188Re-Ha può essere somministrato per semplice iniezione intravenosa ed è rapidamente concentrato nel fegato e nella milza, senza eliminazione, riducendo così il rischio di danno agli atri organi. Il trattamento delle metastasi al fegato nei topi ha rivelato che il coniugato mostra un forte effetto terapeutico anche in presenza di bassa attività. E’ inoltre importante notare che le attività qui usate sono simili a quelle già in uso nei trial clinici. Infine l’efficacia terapeutica del trattamento è anche confermata in un modello di topo xenogenico con metastasi al fegato di coloncarcinoma umano usando cellule tumorali HT-29 impiantate in topi SCID, e non associate con rilevante tossicità al fegato ed al midollo spinale. Nel prossimo triennio si porteranno avanti analoghi studi su derivati di HA da 5, 10, 200, 500 Mda per applicazioni anche in sedi diverse dal fegato, e contemporanemente si proseguiranno gli studi per la preparazione della sperimentazione clinica. A B Fig. 2. La figura mostra le foto della milza e del fegato espiantate da topi iniettati con cellule tumorali M5076 al giorno 0 e trattate al giorno +7 con soluzione fisiologica (A), 60 µCi (B) o 120 µCi (C) di 188Re-HA. Gli animali furono sacrificati al 21° giorno dall’iniezione del tumore. C BIBLIOGRAFIA [1] A.Banzato, M.Bello, D.Bernardini, P.Boccaccio, D.Bollini et al. Annual Report 2006 LNLINFN, Legnaro,PD, pp 63,64 [2] Coradini D., Zorzet S., Rossin R., Scarlata I., Pellizzaro C., Turrin C., Bello M., Cantoni S., Speranza A., Sava G., Mazzi U., Perbellini A. - Clinical Cancer Research, 2004, 10, 48224830. [3] A. Banzato, M. Rondina, L. Meléndez-Alafort, A.Nadali, E. Zangoni, D. Renier, G. Moschini, U. Mazzi, P. Zanovello, A. Rosato. Scintigraphy Imaging of in Vivo Drug Biodistribution Dictates Regional Therapeutic Efficacy of a Paclitaxel-Hyaluronic Acid Bioconjugate, J. Label.Compd & Radiopharm. 2008 119 Tematica 6 [4] A. Banzato, M. Rondina, L. Meléndez-Alafort, A.Nadali, E. Zangoni, D. Renier, G. Moschini, U. Mazzi, P. Zanovello, A. Rosato. Scintigraphy Imaging of in Vivo Drug Biodistribution Dictates Regional Therapeutic Efficacy of a Paclitaxel-Hyaluronic Acid Bioconjugate, J. Label.Compd & Radiopharm. 2008 [5] A.Banzato, S. Bobisse, D. Renier, F. Bettella, G.Esposito, L. Quintieri, U. Mazzi, P. Zanovello, A.Rosato. Paclitaxel-Hyaluronan Bioconjugate Targeting Ovarian Cancer Affords a Potent In Vivo Therapeutic Activity. Clinical Cancer Research (2008) in press [6] A.Antoccia, A. Banzato, M. Bello, D. Bollini ,F. De Notaristefani, C. Giron, U. Mazzi, L. Melendez Alafort, G. Moschini, A. Nadali, F. Navarria, A. Perrotta, A. Rosato, C. Tanzarella, N. Uzunov. 188Rhenium-induced cell death and apoptosis in a panel of tumour cell lines Nuclear Instruments and Methods in Physics Research A.; 571: 471-474. 2007 [7] A.Antoccia, A. Banzato, M. Bello, D. Bollini ,F. De Notaristefani, C. Giron, U. Mazzi, L. Melendez Alafort, G. Moschini, A. Nadali ,F. Navarria ,A. Perrotta, A. Rosato, C. Tanzarella, N. Uzunov. 188Rhenium-induced cell death and apoptosis in a panel of tumour cell lines Nuclear Instruments and Methods in Physics Research A.; 571: 471-474. 2007 [8] E. Garin, H. Rakotonirina, F. Lejeune, B. Denizot, et al - Nucl. Med. Commun. 2006, 27, 363 369. UNITÀ DI RICERCA DI FERRARA Gruppo: Gruppo Prof. Marchi, Dott. Bergamini, Dott. Marvelli Preparazione di nuovi complessi di Renio e Tecnezio solubili in acqua per la radiofarmacia Collaborazioni: Dip. Scienze farmaceutiche Univ. Padova, Dip. Scienze farmaceutiche Univ. Ferrara, Dip. Medicina Clinica e Sperimentale Univ. Ferrara. Tra gli isotopi radioattivi di metalli di transizione utilizzati nello sviluppo di radiofarmaci, il tecnezio-99m ed il renio-186/188 giocano un ruolo importante sia in ambito, il primo, diagnostico che terapeutico. Inoltre, la disponibilità di un generatore portatile sia per il Tc-99m che per il Re188, fa sì che questi due radionuclidi occupino una posizione predominante in radiofarmacia. Poiché i due elementi appartengono al medesimo gruppo della tavola periodica, la chimica sviluppata per uno può essere da guida per il design di radiofarmaci dell’altro. Come noto, le specie eluite dai generatori sono costituite dagli osso-anioni permetallato [MO4]-; lo studio della loro chimica ha riguardato principalmente complessi in cui il metallo è nello stato di ossidazione +5 e caratterizzati dalla presenza dei raggruppamenti Tc/Re(V)-oxo [M=O]3+ e -nitruro [M≡N]2+ e solo più recentemente Tc/Re(I)-carbonile fac-[M(CO)3]+. I composti maggiormente utilizzati nello studio della chimica del Re(V) sono rappresentati dai ben noti complessi [ReOCl3(PPh3)2] e [ReNCl2(PPh3)2]. Questi precursori contengono PPh3 nella loro sfera di coordinazione che, come noto, presenta elevata tossicità, non è solubile in acqua, a meno che non vengano inseriti gruppi idrofili nelle loro struttura, ha un elevato peso molecolare ed ingombro sterico. Per queste ragione, i due precursori sopra riportati non sono propriamente indicati per gli scopi della medicina nucleare. La sostituzione di PPh3 con fosfine solubili in acqua e maggiormente biocompatibili può rappresentare un importante punto di partenza nello sviluppo di futuri radiofarmaci. La solubilità in acqua di composti di coordinazione può essere ottenuta impiegando la fosfina 1,3,5triaza-7-fosfoadamantano (PTA ). Fu sintetizzata da Daigle in 1974, ma il suo interesse è stato rivolto recentemente alla realizzazione di composti di coordinazione per la catalisi in fase acquosa. Per applicazioni in medicina and biologia, l’attenzione è stata principalmente rivolta a complessi di rutenio e platino. L’elevata idrofilicità, le piccole dimensioni insieme alla sua stabilità chimica e termica la rendono unica in confronto alle altre alchil o aril-fosfine. 120 Tematica 6 P N N N PTA - (1,3,5-triaza-7-phosphaadamantane) Sulla base di queste brevi considerazioni è stato iniziato negli anni precedenti uno studio per la sintesi di precursori di Re(V) contenenti PTA solubili in acqua. I complessi [ReNCl2(PTA)3] e trans-[ReO2Cl(PTA)3] sono stati ottenuti mediante reazioni di semplice sostituzione dai corrispondenti precursori [ReNCl2(PPh3)2] e [ReOCl3(PPh3)2]; essi presentano una elevata solubilità in acqua essendo rispettivamente di ca. 0.5gmL-1 e ca. 0.36gmL-1. E’ stato poi intrapreso uno studio preliminare della loro reattività scegliendo come legante modello il sale sodico dell’acido ditiocarbammico. Tale scelta è stata dettata dal fatto che complessi non solo di Re e Tc con ditiocarbammato sono stati estesamente studiati poiché questo legante permette di includere nella sua struttura una varietà di sostituenti organici che possono determinare il destino biologico dei complessi. Ad esempio, complessi del tipo [TcN(S2CNR2)2] sono stati studiati nell’imaging del miocardio. Per il prossimo triennio ci si propone di: ampliare lo studio della reattività dei complessi di renio sopra citati verso altre classi di leganti, estendere le conoscenze acquisite al tecnezio-99, progettare idonee vie di sintesi dei precursori a partire dall’anione [MO4]- (M=Re, Tc) che costituiscono la specie eluite dai generatori di Re-188 e Tc-99m. Per quanto riguarda il punto 3) è da tenere presente che il PTA, contrariamente alle altre fosfine, non è in grado di strappare l’ossigeno allo ione permetallato provocando la riduzione del metallo da +7 a +5, e che il renio è più difficile da ridurre rispetto al tecnezio. Sarà quindi necessario progettare adeguate reazioni di riduzione/sostituzione che siano efficaci, con rese elevate e in condizioni sperimentali idonee al loro trasferimento ai corrispondenti radionuclidi Re-188 e Tc99m. UNITÀ DI RICERCA DI SIENA “Radiofarmaci nella diagnostica e terapia tumorale” Gruppo di ricerca dei Proff. Vomero, Anzini, Cappelli Composizione e Settore di Indagine L’Unità di Siena propone un nuovo progetto inerente la Tematica 6 che implementa le potenzialità della tematica stessa nei suoi vari aspetti inerenti la progettazione, la sintesi, la caratterizzazione chimico fisica e la determinazione delle proprietà biologiche di radiofarmaci sia per il loro impiego nella diagnostica per immagini che nella radioterapia dei tumori. Il gruppo di ricerca opera presso il Dipartimento Farmaco-Chimico-Tecnologico, collabora con il gruppo del Professor F.Fazio dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Più in generale, all’interno del CIRCMSB, l’Unità di Siena porta avanti collaborazioni con l’Unità di Ricerca di Padova e di Firenze. Il presente gruppo di ricerca dell’Unità di Siena porterà avanti ricerche sulla sintesi di nuovi leganti del recettore benzodiazepinici periferico (PBR) marcati con tecnezio, renio e rame con l’obiettivo di sviluppare nuovi traccianti SPECT potenzialmente utili per la diagnosi di tumori e di malattie neurodegenerative. Il recettore PBR è stato originariamente scoperto per mezzo del diazepam marcato con trizio e questo importante risultato ha stimolato la ricerca focalizzata alla caratterizzazione di questo recettore. Il PBR è principalmente localizzato nei tessuti periferici e nelle cellule della glia ed è altamente espresso nei tessuti steroidogenici come le ghiandole surrenali. Inoltre esso è 121 Tematica 6 sovraespresso in molti tessuti tumorali (per esempio in alcuni tumori del cervello, nei tumori delle ovaie, in quelli del fegato, della mammella, nel cancro colorettale, ecc.) e l’espressione sembra essere correlata con il grado di malignità del tumore. Inoltre, elevate concentrazioni di PBR sono state osservate in aree lesionate del cervello in una grande varietà di neuropatologie come la sclerosi multipla, la malattia di Alzheimer e quella di Huntington. A livello subcellulare il PBR è localizzato nella membrana mitocondriale più esterna. Dal punto di vista fisiologico, il PBR è coinvolto in meccanismi regolatori che variano secondo il tipo di tessuto considerato: per esempio tra gli effetti mediati dal PBR c'è l'omeostasi del calcio, il metabolismo lipidico, l'ossidazione mitocondriale, l'inibizione della proliferazione cellulare, ma il coinvolgimento del PBR nella regolazione della biosintesi di steroidi nel sistema nervoso centrale è probabilmente il più interessante aspetto del suo ruolo biologico con riferimento alle possibili applicazioni terapeutiche. Il PBR rappresenta un sistema fondamentale nel trasferimento di colesterolo dall'esterno all'interno del mitocondrio rendendolo disponibile alla trasformazione da parte del citocromo P450 a pregnenolone, che poi successivamente è metabolizzato ad altri ormoni. Il derivato isochinolincarbossamidico PK11195 è stato il primo legante non benzodiazepinico che è stato scoperto legare il PBR e facilitare il trasporto del colesterolo dalla membrana più esterna del mitocondrio a quella più interna, incrementando così la velocità di sintesi del pregnenolone. Il PK11195 è oggi il composto più utilizzato nello studio dell’espressione e delle funzioni del PBR (per esempio la steroidogenesi e l’apoptosi). Il PK11195 marcato con il carbonio-11 è stato utilizzato nell’imaging dei tumori del cervello, nella sclerosi multipla, nell’ischemia cerebrale, ecc., attraverso la tomografia ad emissione di positroni (PET). Recentemente un nuovo legante del recettore PBR, il DAA1106, è stato proposto come tracciante PET per l’imaging dei PBR nel cervello umano. Nell’ambito di un progetto attivo nei nostri laboratori già da diversi anni, è stato sintetizzato un gran numero di leganti dotati di elevata affinità per i PBR. Alcuni dei composti sintetizzati sono stati sottoposti a marcatura con carbonio-11 al fine di studiarne la biodistribuzione in vivo. Gli studi effettuati hanno dimostrato per i composti selezionati un elevato legame specifico ai PBR ed elevati rapporti tessuto/sangue cosicchè tali composti si candidano quali interessanti leganti PET per la visualizzazione dei PBR in vivo. La valutazione di tali traccianti in un modello eccitotossico della malattia di Huntington ha rivelato che tali composti possono essere considerati degli interessanti candidati per la diagnosi dei processi neurodegenerativi attraverso la PET. L’ulteriore esplorazione delle relazioni struttura-affinità in questa classe di composti ha condotto alla scoperta di leganti PBR dotati di affinità subnanomolare. La marcatura con carbonio-11 di una di queste molecole ha consentito di ottenere un nuovo tracciante PET molto promettente che potrà essere utilizzato nella diagnosi di importanti patologie come quelle citate sopra. Il progetto di ricerca ha come scopo lo sviluppo di nuovi leganti PBR marcati con tecnezio, renio o rame potenzialmente utili nella diagnosi e nella terapia delle citate patologie. Nella prima fase del progetto verranno sintetizzati derivati chinolincarbossamidici recanti differenti gruppi chelanti al fine di valutare gli effetti delle caratteristiche chimico-fisiche del gruppo chelante nell’interazione con i PBR. Durante la seconda fase del progetto, i leganti più promettenti dal punto di vista dell’affinità recettoriale verranno marcati con l’introduzione dell’opportuno radionuclide e valutati in studi di biodistribuzione in vivo. BIBLIOGRAFIA 1) Cappelli, A.; Anzini, M.; Vomero, S.; De Benedetti, P. G.; Menziani, M. C.; Giorgi, G.; Manzoni, C., “Mapping the Peripheral Benzodiazepine Receptor Binding Site by Conformationally Restrained Derivatives of 1-(2-Chlorophenyl)-N-methyl-N-(1-methylpropyl)3-isoquinolinecarboxamide (PK11195)”, J. Med. Chem. 1997, 40, 2910-2921. 122 Tematica 6 2) Matarrese, M.; Soloviev, D.; Cappelli, A.; Todde, S.; Moresco, R. M.; Anzini, M.; Vomero, S.; Sudati, F.; Carpinelli, A.; Perugini, F.; Galli Kienle, M.; Fazio, F., “Synthesis of the Novel [11C]-Labelled Quinoline Carboxamides: Analogues of PK-11195 as Putative Radioligands for PET Studies of Peripheral Type Benzodiazepine Receptors”, J. Labelled Cpd. Radiopharm. 1999, 42, S397-S399. 3) Anzini, M.; Cappelli, A.; Vomero, S.; Seeber, M.; Menziani, M. C.; Langer, T.; Hagen, B.; Manzoni, C. Bourguignon, J.-J., “Mapping and Fitting the Peripheral Benzodiazepine Receptor Binding Site by Carboxamide Derivatives. Comparison of Different Approaches to Quantitative Ligand-Receptor Interaction Modeling”, J. Med. Chem. 2001, 44, 1134-1150. 4) Matarrese, M.; Moresco, R. M.; Cappelli, A.; Anzini, M.; Vomero, S.; Simonelli, P.; Verza, E.; Magni, F.; Sudati, F.; Soloviev, D.; Todde, S.; Carpinelli, A.; Galli Kienle, M.; Fazio, F., “Labeling and Evaluation of N-[11C]Methylated Quinoline-2-carboxamides as Potential Radioligands for Visualization of Peripheral Benzodiazepine Receptors”, J. Med. Chem. 2001, 44, 579-585. 5) Cappelli, A.; Pericot Mohr, G.; Gallelli, A.; Giuliani, G.; Anzini, M.; Vomero, S.; Fresta, M.; Porcu, P.; Maciocco, E.; Concas, A.; Biggio, G.; Donati, A., “Structure-Activity Relationships in Carboxamide Derivatives Based on the Targeted Delivery of Radionuclides and Boron Atoms by Means of Peripheral Benzodiazepine Receptor Ligands”, J. Med. Chem. 2003, 46, 3568. 6) Belloli, S.; Moresco, R. M.; Matarrese, M.; Biella, G.; Sanvito, F.; Simonelli, P.; Turolla, E.; Olivieri, S.; Popoli, P.; Cappelli, A.; Vomero, S.; Galli-Kienle, M.; Fazio, F., “Evaluation of Three Quinoline-2-carboxamide Derivatives as Potential Radioligands for the in Vivo PET Imaging of Neurodegeneration”, Neurochem. Int. 2004, 44, 433–440. 7) Cappelli, A.; Matarrese, M.; Moresco, R. M.; Valenti, S.; Anzini, M.; Vomero, S.; Turolla, E. A.; Belloli, S.; Simonelli, P.; Filannino, M. A.; Lecchi, M.; Fazio, F., “Synthesis, Labeling, and Biological Evaluation of Halogenated Quinoline-2-carboxamides as Potential Radioligands for Visualization of Peripheral Benzodiazepine Receptors”, Bioorg. Med. Chem. 2006, 14, 40554066. 8) Cappelli, A.; Giuliani, G.; Valenti, S.; Anzini, M.; Vomero, S.; Giorgi, G.; Sogliano, C.; Maciocco, E.; Biggio, G.; Concas, A., “Synthesis and Structure-Activity Relationship Studies in Peripheral Benzodiazepine Receptor Ligands Related to Alpidem”, Bioorg. Med. Chem., in press (doi: 10.1016/j.bmc.2007.06.044). 9) Cappelli A., Mancini A., Sudati F., Valenti S., Anzini M., Belloli S., Moresco R. M., Matarrese M., Vaghi M., Fabro A., Fazio F., Vomero S., “Synthesis and Biological Characterization of Novel 2-Quinolinecarboxamide Ligands of the Peripheral Benzodiazepine Receptors Bearing Technetium-99m or Rhenium,” Bioconj. Chem., submitted (2008). 123