28 VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2011 speciale San ColombanoP il Cittadino LA CURIOSITÀ Dal consumo domestico alla vendita: l’uva da tavola cerca il proprio mercato n Non solo vino, l’uva di San Colombano finisce anche in tavola: per il momento questa coltivazione è legata a un’attività di tipo amato­ riale e per un consumo domestico, ma in futuro potrebbe essere una risorsa in più per la collina. La continua ricerca da parte dei consu­ matori di prodotti di qualità, genuini e a chilometri zero potrebbe rilanciare quella che era una tradizione diffusa in passato. Quasi tutti i produttori di vino, siano amatoriali o professionali, hanno sempre una piccola riserva, qualche pianta destinata al proprio consumo domestico. Per lo più sono varietà di uva da vino che sono buone anche da mangiare, come la bonarda o il moscato, oppure uva dolce come l’uva fragola o l’americana. Pochi sono i produttori che coltivano solo uva da tavola per la vendita, nonostante in termi­ ni di prezzo sia molto più conveniente della coltivazione dell’uva da vino. Fatte le proporzioni, l’uva da tavola è venduta a chili, quella da vino a quintali, comunque la prima è pagata due o tre volte la seconda. «L’uva da tavola si coltiva come quella da vino, solo è un po’ più delicata ­ dice Mario Steffenini, coltivatore con una trentina di piante di uva da tavola ­. Io ho tre o quattro varietà, soprattutto Moscato d'Amburgo rossa e uva Regina bianca. In termini di quali­ tà nulla hanno da invidiare alla miglior uva da tavola di altre zone, ma qui la coltivazione a livello professionale non ha mai preso pie­ de». Il mercato non è semplice, con la concorrenza delle uve del Sud Italia, per esempio, vendute a prezzi molto più contenuti. «Io vendo soprattutto a clienti abituali che me la chiedono, e la colgo diretta­ mente dalla pianta in funzione della vendita ­ continua Steffenini ­. In futuro ingrandirò la produzione, ma poco alla volta. Sarebbe bello, però, almeno alla Sagra dell’uva, vendere uva da tavola bani­ na». Anche perché l'uva da tavola è una tradizione antica a San Colombano. La Verdea, vitigno tipico della collina, in passato veni­ va colta e poi lasciata ad appassire sulla stuoia fino a Natale, quan­ do era pronta da mangiare. Uva passa pura banina. OTTIMA QUALITÀ E QUANTITÀ SODDISFACENTE PER LA RACCOLTA 2011 Vendemmia felice malgrado i disagi del caldo di agosto n Ottima qualità, quantità soddi­ sfacente, ma accompagnata da un’intensa lavorazione: la ven­ demmia in collina va concluden­ dosi in questi giorni tra la soddi­ sfazione generale dei viticoltori per le importanti premesse emer­ se durante la raccolta. I prima as­ saggi sono previsti tra un mese e mezzo con il novello, ma già tra quattro o cinque settimane, a fer­ mentazione conclusa, potrà arri­ vare il giudizio finale sull’annata. La maggior parte delle aziende sta chiudendo la vendemmia delle ul­ time uve rosse proprio in questo fi­ ne settimana o all’inizio della setti­ mana prossima. La prima caratte­ ristica, quella più evidente e ri­ scontrabile per la vendemmia 2011, è la grande precocità della matura­ zione. L’anno scorso molte aziende avevano prolungato la raccolta fi­ no alla prima decade di ottobre, mentre quest’anno quasi tutte la termineranno al più tardi entro la settimana prossima. L’anticipo è almeno di una decina di giorni. Già le prime uve bianche erano avanti di qualche giorno e la rac­ colta era iniziata a Ferragosto, poi il gran caldo della seconda metà d’agosto e della prima settimana di settembre ha fatto il resto, ac­ corciando persino i tempi di ma­ turazione dei grappoli in pianta da quattro a tre settimane. Caldo che è stata anche la spina nel fian­ co delle colline: molta uva ha sof­ ferto in eccesso le temperature al­ te, soprattutto notturne, del perio­ do conclusivo, e nelle zone più esposte, quelle rivolte a sud, diver­ si grappoli hanno presentato un inizio di appassimento in pianta.