Capitolo 2 Dati e calcoli numerici In questo capitolo metteremo da parte l’approccio assiomatico-sistematico e ci occuperemo dei diversi tipi di numeri da un punto di vista operativo. Fin dalla scuola elementare impariamo a svolgere calcoli esatti, in situazioni riconducibili a conteggio (numeri interi e, indirettamente, numeri razionali). Calcoli del tipo 1681 + 187 = 1868 23 3 2 + = 4 5 20 ci appaiono abbastanza semplici da svolgere. Tuttavia dobbiamo osservare che già nell’ambiente dei numeri naturali possono presentarsi situazioni più impegnative, del tipo 2021 + 2120 : Si tratta di calcolare e sommare due numeri naturali che hanno rispettivamente 28 e 27 cifre: il calcolo non è impossibile, ma decisamente lungo. Quando poi vogliamo parlare di numeri reali, diventa essenziale premettere una distinzione tra il numero come ente astratto e la sua rappresentazione concreta, rappresentazione di cui abbiamo bisogno per svolgere un minimo di calcoli. Si scopre che non ha più senso parlare di calcolo esatto, poiché non esiste una rappresentazione degli irrazionali con un numero …nito di cifre. A questo punto dobbiamo chiederci come si interpretano scritture del tipo = 3:14 e = 2:718 + e = 5:858: (2.1a) (2.1b) (2.1c) In realtà nelle scritture (2.1) il simbolo di uguaglianza non è del tutto appropriato. Infatti quella che stiamo e¤ettuando è una approssimazione, cioè sostituiamo il numero vero con un altro numero, ad esso opportunamente vicino. Inoltre nella scrittura (2.1c), ottenuta dalle prime due, si sottintende che per approssimare la somma + e possiamo utilizzare la somma delle approssimazioni di e di e. A questo proposito vedremo in seguito che, al contrario di quanto sembrerebbe, è più corretto scrivere + e = 5:85: 1 2 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI Inoltre scopriremo che, e¤ettuando la somma, il margine di errore (tra il dato vero + e e la sua approssimazione 5:85) è aumentato. Lo trattazione di questi argomenti si articola in diversi passaggi. Anzitutto dovremo richiamare la notazione decimale e introdurre gli allineamenti decimali. In secondo luogo spiegheremo quali limitazioni si presentino quando pre…ssiamo il numero di cifre a nostra disposizione e introdurremo la notazione in virgola mobile. In terzo luogo costruiremo un esempio concreto di approssimazione a cifre …ssate, in virgola mobile. Dovremo dare qualche informazione sui diversi tipi di errore che si producono nelle approssimazioni. In particolare potremo enunciare un teorema riguardante il nostro esempio di approssimazione. In…ne dovremo studiare la propagazione degli errori nelle operazioni. A margine di tutto questo studieremo anche: alcune proprietà delle moderne macchine calcolatrici; alcune peculiarità dei dati provenienti da misurazioni; in questo caso il ruolo degli errori di approssimazione viene rimpiazzato dalle incertezze nelle misure. 2.1 Rappresentazione decimale Per entrare in argomento consideriamo inizialmente gli interi naturali. tabella seguente chiarisce la distinzione tra numero e rappresentazione. rappresentazione decimale 5 rappresentazione “primitiva” IIIII rappresentazione romana V rappresentazione binaria 101 La 14 IIIIIIIIIIIIII XIV 1110 Esaminiamo le diverse notazioni da un punto di vista tecnico. La notazione di uso corrente, quella che impariamo …n dalla scuola elementare, è posizionale decimale: ad esempio scriviamo 1481 (2.2) e intendiamo 1 1000 + 4 100 + 8 10 + 1 ossia 1 103 + 4 102 + 8 10 + 1 Quindi con soli dieci simboli f0; 1; 2; : : : ; 9g possiamo rappresentare qualsiasi numero; la posizione di ciascun simbolo determina il suo valore. Infatti il simbolo 1 scritto a destra vale 1; 2.1. RAPPRESENTAZIONE DECIMALE 3 il simbolo 1 scritto nella quarta posizione (partendo da destra) vale 1000 = 1 103 . Nell’antico sistema romano (non posizionale), avremmo scritto (2.3) MCDLXXXI Ogni simbolo ha un valore diverso: M = 1000 D = 500 C = 100 L = 50 XXX = 3 10 I=1 La scrittura (2.3) si interpreta come una somma (o di¤erenza) partendo dal simbolo di valore più alto; C vale meno di D, scritto alla sinistra di D vuol dire che da D va sottratto (e non aggiunto) C. Per numeri sempre più grandi dovremo inventare sempre nuovi simboli di valore sempre più alto (oppure iniziare a ripetere sempre lo stesso simbolo). Le notazioni posizionali moderne (del tipo (2.2)) hanno grandi vantaggi dal punto di vista della facilità di calcolo; dobbiamo ricordare che esse sono rese possibili dal fatto che esiste un simbolo anche per 0, ereditato dalla matematica araba. La scelta della base 10 ha origini storiche. Le moderne tecnologie informatiche usano la base 2: si usano due soli simboli f0; 1g ed il sistema di calcolo è molto semplice. Tuttavia, come si vedeva già nella tabella, servono stringhe più lunghe; ad esempio il numero 1481 si scrive 10111001001 da intendersi, analogamente a quanto detto sopra: 1 210 + 1 28 + 1 27 + 1 26 + 1 23 + 1: Dunque la scelta della base 10 rappresenta una scelta del tutto ragionevole. Osservazione 2.1 Indipendentemente dal sistema di rappresentazione, per ciascun numero intero è su¢ ciente una stringa …nita. Ovviamente è su¢ ciente una stringa …nita anche per i numeri razionali, in quanto rappresentabili tramite una coppia di interi. Una volta introdotta la notazione posizionale (decimale o in qualsiasi altra base) si introducono solitamente i numeri “con la virgola”. Ad esempio scriviamo 135:246 (2.4) e intendiamo 1 102 + 3 10 + 5 + 2 10 1 + 4 10 2 + 6 10 3 : 4 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI Si noti che seguendo la tradizione anglosassone stiamo utilizzando il punto al posto della virgola. Segue immediatamente dalla de…nizione che i numeri scritti nella forma (2.4) sono razionali. Tuttavia, una volta …ssata una base, nel nostro caso 10, solo alcuni numeri razionali sono rappresentabili nella forma “decimale”, si tratta dei cosiddetti razionali decimali. Fin dalle scuole elementari impariamo a riconoscere razionali decimali e non decimali. Come tipico esempio di razionale non decimale possiamo considerare 1=3 o 2=7. 2.1.1 Allineamenti decimali Ora …nalmente possiamo fornire qualche nozione sulla rappresentazione dei numeri reali. Teorema 2.2 A ciascun a 2 R si associa (tramite una funzione bigettiva) un allineamento di in…nite cifre (decimali) per cui si scrive a= cm cm 1 : : : c1 c0 : d1 d2 : : : dove ci ; di 2 f0; 1; 2; : : : ; 9g. In analogia a quanto visto sopra, la precedente scrittura si può intendere come a= cm 10m + + c1 10 + c0 + d1 10 1 + d2 10 2 + ::: Ovviamente dovremmo precisare cosa intendiamo con quei puntini di sospensione a destra: sembra trattarsi, infatti, di una somma di in…niti termini!!! Mettendo da parte questo problema, si possono presentare tre situazioni: allineamento decimale …nito a1 = 135:000 : : : a2 = 27:450 0 : : : (da un certo punto in poi le cifre sono tutte uguali a 0, oppure a 9) allineamento decimale periodico a3 = 12:515 151 51 : : : a4 = 2:123 423 423 4 : : : allineamento decimale non periodico a5 = 3:141 692 653 589 : : : a6 = 2:718 281 845 904 : : : Le prime due situazioni corrispondono a numeri razionali, rispettivamente decimali e non decimali. Precisamente a1 a2 a3 a4 = 135 = 549=20 = 413=33 = 2357=1110 2.2. NUMERI A CIFRE FISSATE 5 La terza situazione corrisponde a numeri irrazionali, ossia numeri reali non razionali. Nell’esempio abbiamo riportato l’allineamento decimale corrispondente a due costanti fondamentali a5 = a6 = e Il Teorema 2.2 è di tipo costruttivo nel senso che de…nisce esattamente la successione di cifre, quindi sarebbe possibile individuarle una alla volta. Tuttavia vogliamo sottolineare che si tratta di “in…nite cifre” quindi non riusciremo mai scriverle materialmente tutte. Dunque se il numero in questione è irrazionale, dobbiamo rinunciare a rappresentarlo e manipolarlo come è possibile fare, almeno in teoria, con i numeri interi e razionali. Osservazione 2.3 La procedura di costruzione dell’allineamento decimale fornisce inoltre una preziosa informazione: se arrestiamo il processo a k cifre dopo il punto (come si suol dire, tronchiamo a k cifre dopo il punto), la di¤ erenza tra il numero a ed il numero che scriviamo è compresa tra 1=10k e 1=10k . Ad esempio avremo 0< 0<e 2.2 3:14 < 1=100; 2:718 < 1=1000: Numeri a cifre …ssate Nelle situazioni reali si è costretti a lavorare con un numero limitato ed eventualmente pre…ssato di cifre per ciascun numero. Le motivazioni di ciò dovrebbero essere evidenti ma è opportuno richiamarle: in assenza di sistemi automatici di calcolo, siamo obbligati a ricondurre i tempi di calcolo a dimensione umana; se utilizziamo sistemi automatici di calcolo, per ciascun numero viene assegnata una ben delimitata porzione di memoria. Questa limitazione sulle cifre avrà diverse conseguenze: evidentemente sono esclusi dalla scrittura e dal calcolo tutti i numeri irrazionali; abbiamo una limitazione sull’estensione dell’intervallo di numeri che riusciamo a scrivere; non possiamo scrivere tutti i numeri compresi in questo intervallo. Vediamo dunque quali numeri si riescono a scrivere (in base 10) pre…ssando il numero di cifre. Per semplicità consideriamo soltanto numeri positivi e …ssiamo il numero di cifre pari ad 8. Con la notazione tradizionale il più piccolo ed il più grande numero scrivibile sarebbero rispettivamente xmin = :000 000 01 xmax = 99 999 999: 6 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI E’ evidente che non riusciamo a scrivere nè un miliardo, nè un miliardesimo; inoltre non possiamo scrivere x = 12345:6789 che pure veri…ca la condizione xmin x xmax : Osservazione 2.4 Dobbiamo anche osservare che in questa scrittura le cifre sono apparentemente 8, tuttavia vi è un’altra variabile, la posizione del punto, quindi è come se stessimo utilizzando 8 cifre più una cifra aggiuntiva, che va da 0 a 8 per descrivere la posizione della virgola. Per ampliare l’estensione dell’intervallo dei numeri scrivibili con 8 cifre possiamo considerare utilizzare diversamente le cifre a nostra disposizione. Consideriamo espressioni del tipo Ek per indicare 10k : dove è un numero a 6 cifre contenuto in [1=10; 1), quindi compreso tra :100 000 e :999 999; k è un intero a 2 cifre, quindi compreso tra 99 e 99. Le cifre totali sono davvero 8; tuttavia con questa scelta il più piccolo numero ed il più grande numero scrivibili diventano rispettivamente xmin = :100 000 10 99 xmax = :999 999 1099 Evidentemente l’estensione dell’intervallo dei numeri scrivibili è molto maggiore. In particolare possiamo scrivere 1 000 000 000 = :100 000 E 10 :000 000 001 = :100 000 E 8 Tuttavia rimane l’impossibilità di scrivere tutti i numeri razionali compresi tra xmin ed xmax . 2.3 Fattorizzazioni con potenze di 10 Alla base delle espressioni E k che abbiamo introdotto sopra, sussiste il seguente Teorema. Teorema 2.5 Per ogni a 2 R, a > 0 esistono (e sono unici) p 2 Z e c 2 [1=10; 1) tali che a = cE p 2.4. UNA PROCEDURA DI APPROSSIMAZIONE 7 Dimostrazione. Per ogni a > 0 consideriamo p = blog10 ac + 1 c = a=10p Rimane da provare che c 2 [1=10; 1). Abbiamo p 1 log10 a < p ossia 10p Pertanto 1 10 1 a < 10p a <1 10p Questa fattorizzazione prende il nome di rappresentazione ‡oating point (in virgola mobile). Corollario 2.6 Per ogni a 2 R, a > 0 esistono p1 2 Z e c1 2 [1; 10) tali che a = c1 E p1 (2.5) Infatti possiamo considerare c1 = 10c; p1 = p 1: La fattorizzazione (2.5) prende il nome di notazione scienti…ca. La potenza 10p1 prende il nome di ordine di grandezza di x. Esiste anche la cosiddetta notazione ingegneristica a = ci E pi in cui pi è un intero multiplo di 3. 2.4 Una procedura di approssimazione Con queste premesse possiamo illustrare una procedura di approssimazione. Per una scelta di concretezza, come se si trattasse di un esempio, continuiamo ad assegnare 6 cifre a e 2 cifre a k (non contando il segno davanti a e davanti a k). Sia assegnato a 2 R, per semplicità a > 0. Si fattorizza a come indicato nel Teorema 2.5 a = cE p con c 2 [1=10; 1); p 2 Z. Se p < 99 siamo nel cosiddetto caso di Under‡ow, come approssimazione si assume = 0. Se p > 99 siamo nel cosiddetto caso di Over‡ow, più grave dell’Under‡ow: il numero non è approssimabile (una macchina ci restituirebbe un messaggio di errore). 8 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI Nei casi rimanenti ( 99 p 99) la costruzione prosegue. Il numero c viene troncato a 6 cifre decimali. Indichiamo con ct il numero dopo il troncamento. Per tener conto delle cifre rimanenti (quelle che abbiamo cancellato), se la settima cifra di c è 5; 6; 7; 8; 9, alla sesta cifra di ct aggiungiamo 1, altrimenti lasciamo tutto immutato; questa operazione viene chiamata arrotondamento. Indichiamo con il numero (a 6 cifre decimali) così ottenuto. Come approssimazione scegliamo = E p: Alcuni esempi aiuteranno a fare chiarezza. Esempio 2.7 Vogliamo approssimare a = 1=23 = 0:043 478 260 869 56 : : : Abbiamo a = :434 782 608 695 6 : : : E 1 ossia p= 1 c = :434 782 608 695 6 : : : Tronchiamo c e otteniamo ct ct = :434 782 Poichè la settima cifra di c è 6 abbiamo = :434 783 In conclusione la nostra approssimazione è data da = :434 783 E 1: Esempio 2.8 Vogliamo approssimare a = 2026 = 6 710 886 400 : : 000} | : {z 26 zeri Abbiamo p = 34 c = :671 088 64 Tronchiamo c e otteniamo ct ct = :671 088 Poichè la settima cifra di c è 6 abbiamo = :671 089 In conclusione la nostra approssimazione è data da = :671 089 E 34 2.4. UNA PROCEDURA DI APPROSSIMAZIONE 9 Esempio 2.9 Vogliamo approssimare p a = 129 = 11: 357 816 691 600 5 : : : Abbiamo a = :113 578 166 916 005 : : : E2 ossia p=2 c = :113 578 166 916 005 : : : Tronchiamo c e otteniamo ct ct = :113 578 Poichè la settima cifra di c è 1 abbiamo = ct = :113 578 In conclusione la nostra approssimazione è data da = :113 578 E 2 In questo caso possiamo anche tornare alla notazione tradizionale = 11:1357 8 Osservazione 2.10 In generale se a 2 [1=10; 106 ) possiamo anche evitare il ricorso alla notazione ‡oating point e vale una semplice regola. Si scrivono almeno 7 cifre dell’allineamento decimale associato ad a, si tronca a 6 cifre e si arrotonda in base alla settima. Ricordiamo che arrontondare vuol dire che se la settima cifra di a è 5; 6; 7; 8; 9, alla sesta cifra aggiungiamo 1, altrimenti lasciamo tutto immutato. Vediamo in…ne alcuni casi particolari. Esempio 2.11 Se abbiamo a = 9:999997 scriveremo p=1 c = :9999997 e quindi con la procedura esposta sopra ct = :999999 = 1:000000 Dunque = 1E 1 = :1 E 2 infatti abbiamo convenuto che, nella notazione “‡oating point”, il primo fattore debba essere un numero c 2 [1=10; 1). 10 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI Esempio 2.12 Come caso limite abbiamo a = :9999995 E 99 quindi p = 99 c = :9999995 Dopo l’arrotondamento si ha Over‡ow. Esempio 2.13 Evidentemente due numeri diversi possono essere approssimati e rappresentati allo stesso modo. In corrispondenza di a1 a2 = 123:456 78 = 123:456 87 avremo sempre = 123:457: 2.5 Approssimazioni ed errori Sia assegnato un dato numerico a 2 R e sia una sua approssimazione. Ricordiamo che l’approssimazione si dice per difetto (risp. per eccesso) se < a (risp. a < ). La di¤erenza tra il dato originale e la sua approssimazione =a prende il nome di errore assoluto commesso nell’approssimazione. Esempio 2.14 Con questa terminologia 3:14 è un’approssimazione per difetto di con errore assoluto inferiore ad 1=100. Analogamente 2:718 è un’approssimazione per difetto di e con errore assoluto inferiore ad 1=1000. 2.5.1 Errore relativo In realtà l’errore assoluto, a dispetto del nome, potrebbe rivelarsi non signi…cativo: se il dato è a = 2021 (ricordiamo le 28 cifre), un errore assoluto pari a 10 (o anche a 109 ) è assolutamente trascurabile; se abbiamo a = 2 2 [0; 10], un errore pari a 1 diventa rilevante. La questione diventa più chiara con un esempio tratto dal mondo reale: se stiamo pesando una cassetta di frutta, sicuramente non ci preoccupiamo di essere precisi sui grammi; se siamo in gioielleria, pretendiamo che il peso di una catenina d’oro sia preciso …no al grammo. 2.5. APPROSSIMAZIONI ED ERRORI 11 Un modo per tener conto di queste situazioni è introdurre un nuovo tipo di errore, l’errore relativo de…nito da = a a a In una qualsiasi approssimazione è ragionevole chiedere che l’errore relativo sia inferiore ad un pre…ssato valore, generalmente indicato con EP S (iniziale di “epsilon”). Se a = 123457 e consideriamo = = 123500, abbiamo 43 Se a = 341:5 e consideriamo a = = 0:121::: a = 2:16, abbiamo 0:0024 Se a = 8:1576 e consideriamo 0:00034::: = 300, abbiamo = 41:5 Se a = 2:1576 e consideriamo = = a 0:00111::: = 8:15, abbiamo = 0:0076 = 0:0009::: a Teorema 2.15 L’errore relativo prodotto dalla procedura di approssimazione descritta sopra veri…ca la condizione a < 5 10 6 L’esponente 6 dipende dall’aver usato 6 cifre per ; dunque se aumentiamo il numero di cifre otteniamo un’approssimazione via via migliore. 2.5.2 Dimostrazione del Teorema Ora dobbiamo occuparci del troncamento di c = a=10p . Consideriamo N cifre decimali (dopo il punto). Il semplice troncamento è dato da ct = 1 10N c 10N Il troncamento con arrotondamento è dato da = 1 1 10N c + N 10 2 Ricordiamo che la nostra approssimazione di a è data da = 10p 12 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI Rimane da valutare l’errore relativo (in valore assoluto) j j ja j = a a Dobbiamo distinguere due casi. Se a = 10m allora p=m+1 c = 1=10 In questo caso = ct = c quindi =a e dunque ja j j j = =0 a a Se invece a non è una potenza di 10, allora avremo 10p 1 < a < 10p Osserviamo che ja j 10p j = jc Abbiamo 10N c + 1 2 10N c + 1 1 < 10N c + +1 2 2 ossia 1 1 < 10N c + 2 2 10N c 10N c + 1 2 quindi 1 10N 1 2 10N c 1 10N < 1 1 < 2 10N c j cj c+ 10N c + 1 1 2 10N 1 1 2 10N D’altra parte 1 1 < p a 10 Pertanto ja a j = jc a j 10p 1 < 1 10 5 = N N 2 10 10 1 2 2.5. APPROSSIMAZIONI ED ERRORI 2.5.3 13 Alcune stime Supponiamo ora di trovarci nella situazione più comune: conosciamo valore approssimato di a e vogliamo determinare un intervallo entro il quale siamo certi di trovare a. Ovviamente per fare questo abbiamo bisogno di conoscere anche un’informazione sull’errore. Ovviamente non si conosce l’errore (che equivale a conoscere il valore a), ma conosciamo una maggiorazione dell’errore. Se sappiamo che j j max allora a max Se sappiamo che j =aj + max : (2.6) EP S < 1 e 0 < a allora a 1 + EP S 1 EP S (2.7) Osserviamo in…ne che una stima sull’errore assoluto si può ricavare una stima sull’errore relativo e viceversa. Se sappiamo che j j max < allora max j =aj Se sappiamo che j =aj (2.8) EP S < 1 e 0 < a allora EP S : 1 EP S j j 2.5.4 : max Manipolazione di numeri Non appena si inizia a operare con approssimazioni, l’errore non solo si trasmette al risultato ma addirittura si ampli…ca. Proposizione 2.16 L’errore assoluto della somma è uguale alla somma degli errori assoluti degli addendi. Esempio 2.17 All’inizio del capitolo abbiamo scritto = e = +e = 3:14 2:718 5:858: Sappiamo che su = 3:14 abbiamo un errore minore o uguale a 1=100, su e = 2:718 abbiamo un errore minore o uguale a 1=1000. Pertanto sulla somma abbiamo un errore minore o uguale a 11=1000. Applicando la (2.6) si conclude 5:847 = 5:858 11=1000 +e 5:858 + 11=1000 = 5:869 Ecco spiegato perché all’inizio del capitolo abbiamo detto che sarebbe più corretto scrivere + e = 5:85. Non ha senso scrivere 3 cifre dopo il punto se già sulla seconda abbiamo incertezza. 14 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI Proposizione 2.18 L’errore relativo del prodotto è uguale alla somma degli errori relativi dei fattori. Esempio 2.19 Se e sono rispettivamente approssimazioni di a e b con errore relativo minore di 5=1000, allora è un’approssimazione di ab con errore relativo minore di 10=1000. Torneremo su questi problemi quando parleremo di cifre signi…cative. Per il momento ci basti di concludere che se un dato è a¤etto da un certo errore (assoluto o relativo) non si può sperare di avere un risultato a¤etto da un errore minore (vedi Esempio 2.28). Osservazione 2.20 Utilizzando le derivate vedremo come si stima l’errore trasmesso attraverso una funzione. 2.6 Calcolatrici In questo paragrafo vogliamo illustrare alcune caratteristiche dei sistemi automatici di calcolo. Per sempli…care l’esposizione ci riferiremo a due situazioni estreme: nella realtà le prestazioni o¤erte dalle calcolatrici e dai computer sono in continua evoluzione e cambiano da modello a modello. 2.6.1 Calcolatrice primitiva Indipendentemente dal modo in cui si rappresentano, tutti i dati vengono trattati con la procedura vista sopra: scrittura in virgola mobile; troncamento ed arrotondamento. Anche un’operazione elementare viene svolta in questo modo. Esempio 2.21 Consideriamo 1 = :166 666 666 : : : 6 = :166 667 1 = 0:038 461 538 ::: 26 = :384 615 E 1 1 1 + = :166 667 + :038 461 5 6 26 = :205 1285 = :205 129 2.6. CALCOLATRICI 15 Esempio 2.22 Come secondo esempio vogliamo calcolare p 2+ p 2 3 Abbiamo p p p 2 = 1:414 213 56 : : : = :141421 3 = 1:732 05 : : : = :173 205 p 2 + 3 = :314 626 p p 2 2 + 3 = 9:898 951 987 6 = 9:898 95 Possono anche riscontrarsi fenomeni interpretabili come di¤ormità rispetto alle proprietà teoriche delle operazioni. Consideriamo ancora un troncamento/arrotondamento a 6 cifre (più due cifre per l’esponente). Esempio 2.23 Se abbiamo a1 a2 = 123 456 = : 456 789 risulta a1 + a2 = = 123 456: 456 789 = 123 456 = a1 In altri termini un addendo è irrilevante nella somma. Esempio 2.24 Se abbiamo a1 = 123:456 a2 = 3:45678 risulta evidentemente a1 + a2 = 126:91278 = 126:913 dove evidentemente l’ultimo valore è quello ottenuto per troncamento/arrotondamento. Ora sommiamo a3 = 0:00855543 e otteniamo (a1 + a2 ) + a3 = 126:921 555 43 = 126:922 16 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI Possiamo anche sommare a2 + a3 = 3:46533543 = 3:46534 e quindi a1 + (a2 + a3 ) = 126:921 34 = 126:921 Dunque il risultato cambia a seconda dell’ordine di sommazione. Dal punto di vista assiomatico dovremmo concludere che non vale la proprietà associativa della somma. Osservazione 2.25 I precedenti esempi sono, per così dire, arti…ciali. Essi indendono semplicemente mostrare i possibili e¤ etti di una procedura di trocamento/arrotondamento. Nella pratica, come si diceva all’inizio, ogni calcolatrice ha i suoi standard di calcolo, quindi non possiamo escludere che, provando per conto proprio, si osservino risultati alquanto diversi. 2.6.2 Computer Algebra System I diversi tipi di dati e di operazioni vengono riconosciuti e trattati in modo opportuno, del tutto simile a quello “naturale”. Ad esempio 1 1 8 + = 6 26 39 A richiesta possiamo passare alla rappresentazione decimale 8 = 0:205 128 205 128 205 : : : 39 Se tronchiamo e arrotondiamo a 6 cifre riscontriamo una piccola di¤erenza rispetto al risultato calcolato in precedenza con la “calcolatrice primitiva”. Il secondo esempio è ancora più signi…cativo. p 2+ p 2 3 p p =2+2 2 3+3 p =5+2 6 Se ci interessa possiamo anche vedere p 5 + 2 6 = 9:898 979 485 566 36 : : : Anche qui possiamo troncare e arrotondare a 6 cifre: riscontriamo una di¤erenza rispetto al risultato calcolato in precedenza. La vera prestazione aggiuntiva dei CAS è la capacità di e¤ettuare calcolo letterale. In questo modo le eventuali operazioni numeriche, con le relative trasmissioni di errori, vengono svolte alla …ne e si riducono sensibilmente le problematiche evidenziate sopra nelle calcolatrici tradizionali. 2.7. DATI PROVENIENTI DA MISURAZIONI 2.7 17 Dati provenienti da misurazioni Molte delle considerazioni svolte sui dati numerici si possono applicare anche alle misurazioni. In termini semplicistici misurare vuol dire attribuire un numero (reale) ad una grandezza (altezza, peso, ...). Da una parte abbiamo il dato a 2 R che corrisponderebbe alla misurazione ideale, dall’altra abbiamo il dato 2 Q, con un numero …nito di cifre, ottenuto in una nostra misurazione concreta, a¤etta da errori e imprecisioni. Dunque tra a ed si è riprodotta una situazione analoga a quella che avevamo tra un numero reale e la sua approssimazione a cifre …ssate. Anzitutto osserviamo che se un dato numerico proviene da una misurazione, il modo in cui viene riportato è indicativo dello strumento (o del metodo) utilizzato per la misurazione e quindi della precisione del dato stesso: si segnano tutte e sole le cifre riportate dallo strumento (o ottenute dalla procedura). Consegue che, a di¤erenza di quanto accade con i numeri “senza unità di misura”, tra le scritture l = 3:284 m l = 3:28400 m vi è una profonda di¤erenza: nel secondo caso abbiamo utilizzato uno strumento ad alta precisione che segna anche i centesimi di millimetro; nel primo caso utilizzato un metro comune che segna centimetri e millimetri. Le cifre lette nello strumento e riportate nella misura sono le cosiddette cifre signi…cative, intendendo che l’ultima cifra riportata è incerta. Per evidenziare le ragioni di incertezza dell’ultima cifra può essere utile un esempio. Esempio 2.26 Per le misurazioni di intevalli di tempo, supponiamo di disporre di cronometro che segna anche i centesimi di secondo. Se il nostro cronometro viene azionato manualmente, si deve tener conto dei tempi di reazione, quindi i centesimi di secondo segnati dal cronometro non sono assolutamente a¢ dabili. Le regole sulla trasmissione dell’errore si traducono in regole sulle cifre signi…cative: in una somma i dati devono essere omogenei nella precisione, adeguandosi alla precisione minima; in un prodotto (o in un rapporto) il numero delle cifre signi…cative del risultato è pari al numero delle cifre signi…cative del fattore che ne contiene meno. Osservando queste regole rimane chiara la precisione dei risultati. Vediamo alcuni esempi. 18 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI Esempio 2.27 Supponiamo di voler misurare l’area di un trapezio A= 1 (b1 + b2 )h 2 Misuriamo la base corta ed otteniamo b2 = 5:34 m; la base lunga la misuriamo con uno strumento meno preciso ed otteniamo b1 = 11:2 m; cambiando ancora strumento misuriamo l’altezza h = 3:869 m. La procedura corretta consiste nell’arrotondare b2 = 5:3 m per poi ottenere b1 + b2 = 16:5 m: Quindi abbiamo 1 16:5 3:869 2 1 63: 838 5 = 2 = 31: 919 25 = 31:9 m2 A = Abbiamo applicato la regola pratica sul prodotto: il primo fattore ha 3 cifre, il secondo fattore ha 4 cifre, quindi del prodotto si considerano solo 3 cifre (con la solita procedura di troncamento e arrotondamento). Sarebbe scorretto dire che b1 + b2 = 11:2 + 5:34 = 16:54 m Infatti da questa scrittura si desume che entrambe le basi sono state misurate con uno strumento che segna i cm. L’errore si trasmetterebbe al risultato …nale, infatti avremmo: A = = = = 1 16:54 3:869 2 1 63: 993 26 2 31: 996 63 32:00 m2 Oltre che il risultato, notiamo che è diversa anche la precisione. Esempio 2.28 Vogliamo p calcolare la diagonale di un quadrato utilizzando la ben nota relazione d = 2 l. L’operatore che ha provveduto alla misurazione del lato ci comunica l = 10:50 m con un incertezza di 2 cm, ossia j j 2 cm. In base alla (2.8) abbiamo l Come sappiamo, p 2 1050 2 = 1 524 2 è un numero irrazionale. Se approssimiamo p 2 = 1:414 2.7. DATI PROVENIENTI DA MISURAZIONI 19 l’errore relativo è inferiore a 5=10000 = 1=2000. Dunque per la diagonale otteniamo la misura approssimata 1 = 10:5 1:414 = 14: 847 m con la seguente stima sull’errore relativo d 1 d 1 1 631 + = 524 2000 262 000 = 2:4 E 3: Applicando la formula (2.7) per stimare l’intervallo di variabilità della misura esatta d otteniamo 14:811 4 m d 14:882 8 m Dunque l’intervallo di variabilità misura all’incirca 7 cm. Se invece consideriamo p 2 = 1:414 21 abbiamo un errore relativo minore di 5=106 = 1=200 000. Con questa assunzione otteniamo il valore 2 = 10:5 1:414 21 = 14:849 205 m con un errore relativo tale che d 2 d 1 1 50 131 + = 524 200 000 26 200 000 = 1:9 E 3 Applicando la formula (2.7) otteniamo la stima 14: 820 9 m d 14:877 6 m Dunque l’intervallo di variabilità si è ristretto di appena 1:5 cm. p Questo esempio ci mostra che aver aumentato la precisione sul fattore 2 non ha modi…cato di molto il valore di d e la teoria sull’errore ci dice che il nuovo valore non è molto più preciso del precedente (nel senso che l’intervallo di variabilità, ossia l’errore assoluto, si è ridotto di poco). Dovendo riportare un dato possiamo scrivere che la diagonale misura 14:84 m; stante l’incertezza di 3 cm è inutile scrivere altre cifre decimali; in altri termini, l’incertezza era sui centimetri e sui centimetri rimane. I calcoli nell’esempio precedente confermano le regole sulle cifre signi…cative. p Le cifre signi…cative della misura di l sono 4. Dunque conviene scrivere 2 con non meno (e non più) di quattro cifre e del prodotto dobbiamo considerare solo le prime quattro cifre; in particolare la quarta cifra del prodotto (quella dei centimetri) dovrà essere considerata “incerta”. 20 CAPITOLO 2. DATI E CALCOLI NUMERICI 2.7.1 Stime con attendibilità pre…ssata Il modo più corretto per ottenere e riportare un dato ottenuto da misurazione è il seguente lmin l lmax (2.9) ove si intende che noi stimiamo che l sia compreso nell’intervallo [lmin ; lmax ] con una probabilità P …ssata in precedenza. Generalmente non si usa la scrittura (2.9) ma si scrive l= con ; > 0, intendendo l + : (2.10) Tale , dunque, è una stima sull’errore assoluto se approssimiamo l con : Vediamo come si perviene ad una stima di tipo (2.10), con attendibilità pre…ssata. Premesso che che non basta sicuramente una sola misurazione, quindi si sottintende che la misurazione sia ripetibile, si può dimostrare quanto segue (vedi libro di Taylor). Supponiamo di aver e¤ettuato N misurazioni con esito 1 ; 2 ; : : : ; N . Calcoliamo la media e la deviazione standard N 1 X N k=1 v uN uX = t = k=1 i 2 i N 1 Se vogliamo una stima attendibile con probabilità del 68% poniamo p = = N: Se vogliamo una stima attendibile con probabilità del 95% poniamo p = 2 = N: Se vogliamo una stima attendibile con probabilità del 99% poniamo p =3 = N Osservazione 2.29 Evidentemente i tre valori di 95%, 99% sono legati alla distribuzione normale. legati alle probabilità 68%, A parità di N (numero di misurazioni) il legame tra ampiezza dell’intervallo e attendibilità della stima è del tutto plausibile: se vogliamo una stima più attendibile (nel senso che aumenta la probabilità che sia vera), dobbiamo necessariamente accontentarci di una stima meno precisa (nel senso che l’intervallo è più ampio). E viceversa un intervallo più stretto (apparentemente più preciso) viene pagato in termini di stima meno attendibile. Dunque, immaginando che rimanga più o meno stabile, l’unico modo per dimezzare la stima sull’errore assoluto, conservando l’attendibilità pre…ssata, è quello di quadruplicare il numero di misurazioni. 2.7. DATI PROVENIENTI DA MISURAZIONI 21 Esempio 2.30 Vogliamo misurare una lunghezza l. Abbiamo tre misurazioni con un comune metro (precisione …no al mm) 1 2 3 = = = 1:010 m 1:031 m 0:978 m Calcoliamo media e deviazione standard = = = 1:006 333 333 m = 1:006 m 0:026 689 573 m e quindi, per avere un’attendibilità al 95% poniamo 2 2 p = p 0:026 689 573 m = 3 3 = 0:033 081 846 m = 0:033 m = E dunque scriveremo l = 1:006 0:033 m: Osserviamo che i valori lmax lmin = = 1:006 + 0:033 m = 1:039 m 1:006 + 0:033 m = 0:973 m sforano il più grande ed il più piccolo valore da noi osservati. In realtà tre sole misurazioni forniscono un risultato assolutamente inaf…dabile (lo si potrebbe dimostrare in maniera rigorosa). Dunque è necessario e¤ ettuare altre misurazioni. 1 2 3 = 1:010 m = 1:031 m = 0:978 m 4 5 6 = 0:994 m = 1:028 m = 1:013 m 7 8 9 = 1:011 m = 1:028 m = 0:959 m 10 11 12 = 1:036 m = 1:002 m = 0:964 m Ripetendo calcoli analoghi a quelli visti sopra otteniamo, con attendibilità al 95% l = 1:005 0:015 m. Il valore medio non è cambiato di molto, ma l’intervallo di variabilità è più che dimezzato.