Indice Gruppo 2: composizione………………………………………………………… La cultura del gruppo…………………………………………………………….. Unità formativa “Un pane per tutti”: mappa………………………………………………………………………..… motivazione……………………………………………………………….. OSA……………………………………………………………………………. Obiettivi formativi………………………………………………….. Persone coinvolte, tempi, spazi, materiale………….. Percorso operativo: Partiamo dall’arte………………………………………………………. Facciamo il pane…………………………………………………………. Mangiamo il pane……………………………………………………….. Drammatizziamo la storia del pane……………………….. Andiamo insieme in chiesa……………………………………….. Confronto tra casa e chiesa…………………………………….. Prepariamo un lavoretto……………………………………………. pag. pag. 3 4 pag. pag. pag. pag. pag. 5-6 7 7 8 8 pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 9 9 10 11 12 13 13 Allegato 1 …………………………………………………………………………………. pag. 14 2 GRUPPO 2: composizione Chiara Rossetto, scuola dell’infanzia “Don Antonio dalla Croce” Monteforte d’Alpone, parrocchia Castello di San Giovanni Ilarione Elena Brunelli, scuola dell’infanzia “Don Riccardo Ferrari” Roverè, parrocchia di San Rocco di Piegara. Francesca Anselmi, scuola dell’infanzia “Virgo Carmeli” Verona, parrocchia di San Zeno, Cellore Laura Barbessi, scuola dell’infanzia “Don Eliseo Panardo” San Giorgio in Salici, parrocchia di Lugagnano Marilena Forte, scuola dell’infanzia di Castelnuovo, parrocchia di Sommacampagna Monica Dal Forno, scuola dell’infanzia “Principe di Piemonte” Badia Calavena, parrocchia di Cellore Natascia Zanella, scuola dell’infanzia “Arcobaleno” Grezzana, parrocchia di Quinto Paola Lavorini, scuola dell’infanzia “Don Eliseo Panardo”, San Giorgio in Salici, parrocchia di Sona Stefania Merzi, scuola dell’infanzia “Angeli Custodi” Quinto, parrocchia di Santa Maria in Stelle 3 4 UNITA’ FORMATIVA UN PANE PER TUTTI OSA Individuare i luoghi d’incontro della comunità cristiana e le espressioni del comandamento dell’amore testimoniate dalla Chiesa Obiettivi di apprendimento Comprendere che il volersi bene è una caratteristica della chiesa-comunità secondo l’esempio di Gesù; Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi tipici della vita dei cristiani (feste, preghiere, canti, spazi, arte) per esprimere con creatività il proprio vissuto religioso; Realizza attività di osservazione e comparazione degli ambienti; Realizza esperienze positive di condivisione e collaborazione; Intuisce che nel pane a Messa è presente Gesù. Competenze Il bambino ascolta, dialoga, riflette e rielabora verbalmente e non il proprio vissuto; Il bambino percepisce la Chiesa come famiglia; Il bambino comprende e interiorizza l’appartenenza ad una comunità cristiana in cui si sente unico e speciale; Il bambino collabora volentieri e compie atti di condivisione spontaneamente. 5 PERCORSO OPERATIVO Osservazione e conversazione sull’opera di Leonardo da Vinci “L’ultima cena”; Facciamo il pane e lo condividiamo, rielaboriamo l’esperienza attraverso la rappresentazione iconica e la drammatizzazione della storia del pane; Uscita in Chiesa e rappresentazione grafica dei segni incontrati; Confronto tra la nostra casa e la casa dei cristiani, rielaborazione a vari livelli; Lettura degli Atti degli Apostoli “La vita della comunità” 2, 42-47 e ripercorriamo il percorso fatto; Ognuno costruisce per sé “L’ultima cena” in cui la faccia di Giovanni viene sostituita dalla propria immagine (fotografia). Approccio Contenuti Prodotti dei bambini Partiamo da un’esperienza diretta di Atti degli Apostoli 2, 42-47: Il pane; osservazione di un’opera d’arte e Chiesa-luogo d’incontro; Il cartellone con i segni e i simboli ascoltiamo e registriamo le loro Chiesa-comunità; della Chiesa; conoscenze di base. Chiesa-comunione. Il cartellone del confronto casaVengono messi in gioco i valori Chiesa; universali dell’amicizia, della Il lavoretto personale (quadro con condivisione e dell’amore. il cambio d’immagine). Bambini diversamente abili Documentazione Valutazione L’insegnante valorizzerà le risorse del Protocolli delle conversazioni; Il singolo bambino: bambino diversamente abile e favorirà Registrazioni video e audio; partecipa con interesse alle la collaborazione fra tutti. Fotografie; attività; Cartelloni e disegni dei bambini; condivide con gli altri giochi e Verifica Riflessioni e autovalutazione materiali; Osserviamo la partecipazione e dell’insegnante sul lavoro sente il senso di appartenenza ad l’interesse dei bambini. svolto. un gruppo. Conversazione guidata e rappresentazione grafica. 6 UNITA’ FORMATIVA UN PANE PER TUTTI MOTIVAZIONE La famiglia è per il bambino il luogo privilegiato per imparare a “vivere insieme”. È qui che egli fa le prime esperienze di rapporto personale e impara a tessere relazioni. Il bambino non può conoscere Dio da solo. Mentre grida, gioca, piange…, egli si sente a suo agio nel suo piccolo mondo, dove la bontà, l’onnipotenza e l’onnipresenza sono papà e mamma. Il modo con cui si impara a conoscere i propri genitori esercita un’influenza indelebile sulla propria idea di Dio. Per questo abbiamo scelto di trattare un tema apparentemente complicato da affrontare con i bambini, ma in realtà molto vicino al loro vissuto. In famiglia e nella scuola infatti sono varie le occasioni e le esperienze di condivisione, comunione e soprattutto di stare bene insieme. OBIETTIVO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO Comprendere che il volersi bene è una caratteristica della chiesa-comunità secondo l’esempio di Gesù; Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi tipici della vita dei cristiani (feste, preghiere, canti, spazi, arte) per esprimere con creatività il proprio vissuto religioso; Realizza attività di osservazione e comparazione degli ambienti; Realizza esperienze positive di condivisione e collaborazione; Intuisce che nel pane a Messa è presente Gesù. Far cogliere nella vita di famiglia, impostata sull’amore e sull’aiuto reciproco, una prima manifestazione di vita di chiesa. 7 OBIETTIVI FORMATIVI Il bambino ascolta, dialoga, riflette e rielabora verbalmente e non il proprio vissuto; Il bambino percepisce la Chiesa come famiglia; Il bambino comprende e interiorizza l’appartenenza ad una comunità cristiana in cui si sente unico e speciale; Il bambino collabora volentieri e compie atti di condivisione spontaneamente. PERSONE COINVOLTE Bambini di cinque anni, insegnanti, famiglie e parroco. TEMPI Sette o otto incontri, a seconda delle esigenze del gruppo, a scadenza settimanale di un’ora circa, nei mesi di febbraiomarzo. SPAZI Sezione, palestra-salone, Chiesa, cucina. MATERIALE UTILIZZATO Riproduzione dell’opera “L’ultima cena” di Leonardo da Vinci e una stampa della stessa per ogni bambino; Ingredienti per fare il pane (farina, lievito, sale, zucchero, acqua…); Materiale didattico, di cancelleria e di recupero e facile consumo. Foto del bambino. 8 Percorso operativo Partiamo dall’arte Presentiamo ai bambini una riproduzione dell’opera di Leonardo da Vinci “L’ultima cena” e facciamo un brain storming su quelle che sono le loro conoscenze riguardo al quadro. Chiediamo se l’hanno visto ancora, cosa vedono e se sanno cosa rappresenta. Attraverso la conversazione guidata, portiamo i bambini a riflettere su ciò che Gesù sta facendo nel dipinto. Riflettiamo quindi sul significato di mangiare assieme, in famiglia e con gli amici, e di condividere il pane, per arrivare ad identificare nella Chiesa la famiglia dei cristiani dove il pane assume un significato particolare e fondamentale. Alla fine del percorso si può riproporre l’osservazione dell’opera per vedere come si sono modificate le conoscenze dei bambini. cfr allegato 1 Facciamo il pane… Per aiutare i bambini a capire il significato di condividere e di fare “comunione” realizziamo insieme il pane. Presentiamo per prima cosa gli ingredienti,: la farina:frutto della terra l’acqua: fonte della vita il sale: indispensabile per dare sapore il lievito: ingrediente un po’ “magico” che trasforma e rende grande. 9 Sotto la guida dell’insegnante,ogni bambino prenderà la quantità di farina che gli serve per impastare il suo panetto(un bicchiere circa), un pizzico di sale, un goccio di lievito sciolto nell’acqua tiepida e acqua q.b. È importante che l’attività di pasticcia mento avvenga in un clima disteso e sereno, in cui il bambino possa divertirsi e provare piacere nell’impastare e nello sporcarsi le mani. Quando ognuno avrà reso bella elastica la propria pasta, proponiamo di mettere tutti i panetti insieme per formare un pane gigante che tutti prima di lavarsi le mani dovranno aiutare ad impastare. Mentre mettiamo il pane a “dormire” sotto una coperta al calduccio, raccogliamo le impressioni e le emozioni di ciascuno attraverso la conversazione, quindi facciamo rappresentare graficamente ai bambini l’esperienza fatta. Dopo un’oretta circa guardiamo cosa è successo: il pane è cambiato, il lievito l’ha fatto crescere ed è pronto per essere cotto. Lo portiamo allora in cucina dove lo metteremo in forno. …mangiamo il pane Quando il pane è cotto e raffreddato, a merenda o a colazione il giorno dopo,si può chiedere ai bambini di riprendere ciascuno il proprio panino. Di fronte all’impossibilità di riconoscere il proprio pezzo, si può chiedere cosa fare : è mio o è tuo? Cerchiamo che i bambini capiscano che è di tutti e che l’unico modo per mangiarlo è con- dividerlo tagliandolo a fette o spezzandolo, come ha fatto Gesù. Insieme ai bambini riflettiamo su come “fare insieme” e mangiarne un po’ per ciascuno sia fare comunione. 10 Con il corpo drammatizziamo la storia del pane Perché il fare il pane non rimanga solo un bel momento , possiamo utilizzare il corpo per rivivere l’esperienza e far sì che rimanga impressa ancor più profondamente nella memoria dei bambini. Facciamo buio nella stanza e invitiamo i bambini a fare un gioco di finzione. Questo tipo di attività è molto utile e soprattutto molto piacevole a livello sensoriale ed emozionale. La voce della maestra condurrà l’attività aiutando i bambini a immedesimarsi nel racconto Improvvisamente tutti i bambini vengono trasformati in chicchi di grano. Esempio: Che freddo fa fuori! È scesa perfino la neve! Come si sta bene qui sotto terra a dormire… non vedo l’ora che sia estate così potrò uscire e diventare grande.. Diciamo ai bambini che quando sentiranno la musica i chicchi di grano potranno iniziare a crescere sempre di più, fino a che non saranno diventati delle bellissime spighe ( possiamo usare come musica la canzone “Segni del tuo amore”). Ora è estate, c’è luce e sole nella stanza, le spighe mature ondeggiano al vento, finché…non passa il contadino che con un bel ZACCHETE le taglia tutte. I bambini sono a terra e, mentre la voce della maestra guida le varie fasi di trasformazione, si grattano e si strusciano fra loro per far staccare i chicchi che verranno trasportati al mulino… A questo punto alcuni bambini in cerchio giriamo per far funzionare la macina che pesta i chicchi per fare la farina ( la macina può essere interpretata da alcuni bimbi al centro del cerchio). Fatta la farina è il momento di fare il pane. A coppie un bambino fa il fornaio e l’altro il pane da impastare. Invitiamo i bambini a ricordare ed eseguire sul compagno il procedimento per fare il pane. Mettiamo sulla sua pancia la farina, facciamo un buco per mettere sale e lievito, aggiungiamo acqua fresca e impastiamo bene la pancia, le gambe e poi la schiena e così via. Quindi mettiamo tutti i bambini-pani sotto una coperta a lievitare e aspettiamo. Una volta “cotto e mangiato” il compagno, ci si scambia di ruolo. Alla fine è utile raccogliere i pensieri di ciascuno sull’attività. Cosa ti è piaciuto di più? Come ti sentivi sotto terra? E quando eri spiga e ti hanno tagliato? E mentre lievitavi?.. 11 Andiamo insieme in chiesa Prima della visita alla Chiesa del nostro paese, conversiamo con i bambini riguardo ai luoghi dove si sta bene: quali sono i luoghi dove state bene? A casa perché? A scuola perché? Al parco giochi perché? In Chiesa perché? Rappresentiamo graficamente uno dei luoghi in cui si sta bene. A questo punto prendiamo appuntamento con il parroco per la visita e ci rechiamo in Chiesa dove il parroco ci accoglie. Lasciamo che i bambini esplorino liberamente il luogo prima di fermarci intorno all’altare. Attraverso una conversazione guidata ed un confronto del gruppo, conduciamo i bambini a creare un collegamento tra il luogo in cui sono e “L’ultima cena” di Leonardo da Vinci e con l’aiuto del parroco la drammatizziamo. Tornati a scuola, ripercorriamo verbalmente l’esperienza vissuta e realizziamo un cartellone dal titolo “La chiesa del mio paese”. Cfr. Chiesa luogo d’incontro dei cristiani 12 Confronto tra casa e Chiesa Mettiamo visivamente a confronto somiglianze e differenze tra casa e Chiesa. Insieme ai bambini riflettiamo su come i cristiani siano una famiglia più grande della propria. Leggiamo con i bambini il testo tratto dagli Atti degli Apostoli “La vita della comunità”: “Essi ascoltavano con assiduità l’insegnamento degli Apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme. Dio faceva molti miracoli e prodigi per mezzo degli Apostoli: per questo ognuno era preso da timore. Tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano. Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano i soldi fra tutti, secondo le necessità di ciascuno. Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il Tempio. Spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano con gioia e semplicità di cuore. Lodavano Dio ed erano ben visti da tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore aggiungeva alla comunità quelli che egli salvava. Chiediamo ai bambini cosa vuole dire “fare comunione” e ricordiamo il giorno in cui abbiamo condiviso il pane. Cfr. Chiesa: una grande famiglia Prepariamo un lavoretto che i bambini possano portare a casa A ciascuno consegniamo una fotocopia in bianco e nero de “L’ultima cena”, li invitiamo ad osservarla ed a colorarla. Poniamo l’attenzione sulla figura di Giovanni, il prediletto da Gesù. Raccontiamo ai bambini che Gesù amava in modo speciale i più giovani e che quindi ama in modo speciale ognuno di loro. A questo punto sostituiamo il viso di Giovanni con la foto del proprio viso, perché ognuno si senta il più amato. Cfr. allegato lavoretto 13