rassegna stampa - Coldiretti Torino

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■ C O L D I R E T T I NEWS. Mucca pazza, Coldiretti, dopo
sette anni torna la fiorentina di trenta mesi
in p r o vi n c i a
■ I L G I O R N A L E D E L P I E M O N T E : il latte appena
munto arriva nelle case
■ A N S A : Alimentare, latte crudo, distribuito da 40
aziende torinesi
■ N E W S F O O D . C O M : Arriva l’asilo nido rurale
agricoltura
■ L I B E R O M E R C AT O : Il mais sorpassa il frumento in
Italia
■ I L S O L E 2 4 O R E : Torna la bistecca fiorentina tradizionale
■ L’ U N I TA’: Il mondo salvato dai contadini
■ AV V E N I R E : Prezzi ortofrutta, la gdf nei mercati
■ G A Z Z E T TA D I M A N T O VA : “Gli allevatori di suini
presi per il collo”
■ I L S O L E 2 4 O R E : Strateghi della produzione
q u o te l a tte
■ G I O R N A L E D I B R E S C I A : Quote latte, la Beccalossi
non molla
■ G I O R N A L E D I B R E S C I A : Quote- latte, il prefetto a
Prandini e Bettoni “Legge da rispettare”. Ma le
multe sono congelate
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20 febbraio 2008
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Filippo Tesio
Oggetto: MUCCA PAZZA: COLDIRETTI, DOPO 7 ANNI TORNA LA FIORENTINA DI 30 MESI
Data: Martedì, 19 febbraio 2008 16:00
Da: Coldiretti - Relazioni Esterne <[email protected]>
Conversazione: MUCCA PAZZA: COLDIRETTI, DOPO 7 ANNI TORNA LA FIORENTINA DI 30 MESI
N. 116 - 19 febbraio 2008
MUCCA PAZZA: COLDIRETTI, DOPO 7 ANNI TORNA LA FIORENTINA DI 30 MESI
Dopo sette anni di divieto si potrà gustare la fiorentina ottenuta da animali adulti fino a 30 mesi, proibita
a seguito dell'emergenza mucca pazza (BSE) dal 31 marzo 2001. E' quanto afferma la Coldiretti nel
commentare il via libera del Consiglio Europeo dell’agricoltura alla proposta di regolamento che innalza
da 24 a 30 mesi l’età dei bovini per i quali è consentita la commercializzazione di carne con la colonna
vertebrale e che sarà pubblicata sulla gazzetta ufficiale europea, per entrare in vigore entro il mese di
marzo.
Il ritorno della bistecca con l'osso fino ai trenta mesi - sostiene la Coldiretti - è un riconoscimento per gli
allevatori che hanno investito sul fronte della qualità, della tracciabilità e della genuinità e della sicurezza
dei prodotti con una drastica riduzione del fenomeno Bse: dai cinquanta casi individuati nel 2001 ai due
casi dei primi nove mesi del 2007 su circa 450.000 test effettuati sugli animali.
La notizia sul rassicurante livello di sicurezza raggiunto dalla produzione nostrana arriva proprio nel
momento in cui l’Europa ha deciso - sottolinea la Coldiretti - di bloccare le importazioni di carne dal
Brasile per l'incapacità del paese sudamericano di assicurare fino ad ora una corretta rintracciabilità
della carne e di garantire che nei piatti dei cittadini europei finiscano soltanto carni provenienti da zone
esenti dalla malattie come l'afta epizootica. E allarmi - continua la Coldiretti - giungono anche dagli Stati
Uniti dove è stato effettuato il piu’ grande ritiro dal mercato di carne per una quantità di 65 milioni di chili
che potrebbe risultare infetta.
Con la drastica riduzione dei casi di Bse in Italia ed in Europa vengono dunque meno tutti i limiti al
ritorno in tavola del pregiato taglio e - sottolinea la Coldiretti - finisce dunque un'epoca di "proibizionismo
alimentare" iniziata nel Consiglio dei ministri agricoli della UE il 29 gennaio 2001, quando per
fronteggiare l'emergenza mucca pazza (Bse) era stata assunta la decisione di eliminare la colonna
vertebrale dai bovini di età superiore a dodici mesi, condannando dal 31 marzo 2001 la fiorentina.
I risultati dimostrano l'efficacia delle misure adottate per far fronte all'emergenza Bse come il divieto
dell'uso delle farine animali nell'alimentazione del bestiame e l'eliminazione degli organi a rischio BSE
dalla catena alimentare. Ma anche e soprattutto l'introduzione a partire dal 1° gennaio 2002 di un
sistema obbligatorio di etichettatura che consente di conoscere l'origine della carne acquistata con
riferimento agli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonché un codice di
identificazione che rappresenta una vera e propria carta d'identità del bestiame.
A seguito dell'emergenza mucca pazza - afferma la Coldiretti - gli allevatori nazionali hanno aumentato
nelle stalle gli esemplari di razze autoctone e oggi l'Italia può contare su circa 120.000 animali
riconducibili alle cinque storiche razze italiane con un aumento di oltre il 20 per cento rispetto a prima
della crisi mucca pazza scoppiata nel 2001. Ad essere "salvato dall'estinzione" - continua la Coldiretti - è
stato l'intero patrimonio di razze bovine Made in Italy come la maestosa chianina (30.000 animali), la
romagnola (15.000 animali), la marchigiana (48.000), la podolica (20.000) e la maremmana (5.000).
La decisione comunitaria potrebbe favorire una inversione nel trend negativo nei consumi fatto registrare
dalla carne bovina nei primi dieci mesi del 2007 con un calo del 4,2 per cento rispetto al 2006, quando conclude la Coldiretti - gli acquisti domestici di carne bovina delle famiglie italiane secondo i dati ismea
Ac Nielsen erano risultati oltre le 405.000 tonnellate (23 chili per famiglia acquirente) per un importo di
3,5 miliardi di Euro.
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ALIMENTARE: LATTE CRUDO, DISTRIBUITO DA 40
AZIENDE TORINESI
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ALIMENTARE: LATTE CRUDO, DISTRIBUITO DA 40 AZIENDE TORINESI
(ANSA) - TORINO, 18 FEB - Sono 40 le aziende agricole in
provincia di Torino che vendono direttamente, in distributori
automatici, il latte crudo. Di queste 33 sono riportate nella
guida realizzata dalla Coldiretti con il contributo
dell'assessorato all'Agricoltura della Provincia.
Per ogni azienda viene indicato l'indirizzo, ma anche le
caratteristiche nutritive del latte crudo ed altre informazioni,
tra cui quelle di argomento igienico-sanitario.
''Il latte crudo - sottolinea Riccardo Chiabrando, presidente
della Coldiretti di Torino - e' un prodotto esclusivo delle
aziende agricole e puo' essere consumato entro 48 ore
dall'acquisto. Il risparmio per i consumatori, rispetto al latte
acquistato in negozio, arriva fino al 40%''. (ANSA).
BOT
18-FEB-08 20:24 NNNN
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Dalle Regioni / Piemonte - Infanzia
Arriva l’asilo nido rurale
L’iniziativa di valorizzazione del contesto rurale si deve al Comune di Borgiallo, a Confcooperative e alla Coldiretti
© COLDIRETTI.it - Pubblicata il 19/02/2008 14.55.49
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TORINO – Nel prossimo mese di marzo, a Borgiallo, aprirà un asilo nido rurale
progettato in modo sostenibile, sia dal punto di vista dei materiali utilizzati, sia del
percorso educativo proposto, l'idea di mettere in atto tale azione di sviluppo locale
nasce da una consolidata esperienza che, da anni, vede impegnati l'amministrazione
comunale di Borgiallo, Confcooperative di Torino e Coldiretti Torino nella realizzazione
di progetti a tre.
Francesca Cargnello, sindaco di Borgiallo, spiega: «Questo modello di nido intende
valorizzare il contesto rurale avendo come base una cultura di attenzione alla qualità
della vita e alla sostenibilità ambientale. Il concetto di qualità ha tra i suoi significati
più profondi la solidarietà, intesa come scambio e come dialogo tra le persone del
territorio. Per questo motivo la comunità circostante diverrà attore partecipe in alcune
delle attività proposte, nonché di benessere e qualità, attraverso l’utilizzo di prodotti
del territorio per l’alimentazione dei bimbi». Aldo Romagnolli, presidente
Confcooperative Torino, afferma: «Il Comune di Borgiallo, ma anche la valle Sacra,
rappresentano il modello giusto di comunità, sia per dimensioni, sia per l’importante
attività di animazione che negli anni è stata portata avanti dall’amministrazione
comunale sul territorio».
Riccardo Chiabrando, presidente Coldiretti Torino, aggiunge: «Il punto di forza di
questo progetto e del luogo in cui l’asilo si colloca è da ricercare nella possibilità che i
bambini hanno di disporre di un ambiente reale, nel quale la vita vera si svolge, con i
cambiamenti di ogni giorno, con l’avvicendarsi delle stagioni, delle attività e dell’intero
ciclo vitale». Continua Francesca Cargnello: «La comunità intera diviene attore ideale
per lo sviluppo del percorso educativo, non solo perché depositaria, con i suoi saperi e
tradizioni di conoscenze insostituibili, ma perché ha la possibilità di promuovere,
intorno all’attività educativa, uno stile di vita coerente e sostenibile. Inoltre, l’asilo nido
rurale offre la possibilità ai bambini di compiere nel futuro scelte e azioni che
conducano ad un modo di vivere di maggiore qualità». Aldo Romagnolli sottolinea
«come l’impresa cooperativa sia strumento di competitività sociale nelle aree rurali in
quanto in grado di erogare servizi alla persona anche in questi territori, sollecitando
altresì azioni di autoimprenditorialità locale».
L’asilo nido rurale di Borgiallo accoglierà bambini con almeno tre mesi di età e fino ai
tre anni; sarà aperto tutto l’anno, dal lunedì al venerdì. La gestione è affidata alla
cooperativa sociale Miele & Cri Cri, che opera nel Canavese dal 2000 nell’ambito dei
servizi per l’infanzia.
Sinora i progetti più significativi avviati dal Comune di Borgiallo, da Confcooperative di
Torino e da Coldiretti Torino, oltre all’asilo nido rurale, sono stati: E-Lara eLearning
Alphabetization of rural area, volto alla diffusione della cultura digitale nelle aree
rurali e marginali; Webfem, Web For Empowerment, relativo ad azioni di inclusione
sociale e lavorative di donne migranti in ambito rurale ed un percorso di empowerment
destinato alle imprenditrici agricole che operano nell'ambito dell'agricoltura
multifunzionale.
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decidono di abbandonare le produzioni nel nostro
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