Lupus Eritematoso Sistemico Il lupus eritematoso sistemico (LES) è una malattia ad eziologia sconosciuta caratterizzata da una grave compromissione del sistema immunitario ed un interessamento diffuso del connettivo. Nel LES si possono osservare lesioni a carico di tutti gli organi ed apparati, da sole od in associazione, con andamento evolutivo caratterizzato da remissioni e riacutizzazioni. Rash Malare Lupus Eritematoso Sistemico • Prototipo delle malattie da immunocomplessi. • Caratterizzato dalla produzione di autoanticorpi rivolti verso diverse specificità antigeniche. Dati Storici 1851 Il termine “lupus” viene usato per descrivere lesioni cutanee 1872 Kaposi descrive la natur a sistemica del lupus eritematoso 1948 Hargraves descrive il fenomeno LE Epidemiologia M/F 1/9 Picco Età fertile Prevalenza 15-67/100,000 abitanti • Caucasici • 20.3/100,000 • Asiatici • 48.8/100,000 • Afro-Caraibici • 207/100,000 Incidenza 1.8-7.6/100,000/anno Fattori predisponenti e/o patogenetici del LES • Predisposizione genetica • Stimoli ambientali • Fattori ormonali • Alterazioni immunologiche -studi nel topo NZB -gemelli monozigoti -studi familiari -associazione con deficit complementari -luce UV 360-400 nm -farmaci -virus o altri agenti infettivi -predominanza femminile nei roditori e nell’uomo -modificazioni del decorso del LES nel topo NZB per effetto della somministrazione di ormoni sessuali, ovariectomia o castrazione ATTIVAZIONE POLICLONALE DEI LINFOCITI B -ridotta attività dei linfociti T “suppressor” -aumentata attività dei linfociti T helper -formazione di immunocomplessi -riduzione dei fenomeno apoptotici FAS dipendenti -alterazione produzione di citochine Possibile iter patogenetico nel LES Fattori genetici Alterazioni intratimiche Farmaci Raggi UV Perdita di tolleranza Espansione linfociti T autoreattivi Citochine Ormoni Agenti infettivi Attivazione policonale linfociti B Linfociti T autoreattivi Produzione di autoanticorpi Attivazione del C Infiltrazione granulocitaria Formazione di IC Lesioni vascolari Danno Tissutale Azione citolesiva Lisi cellulare Autoanticorpi nel LES Anti-costituenti nucleari anticardiolipina anticorpi anti-nucleo (ANA) anti-ds-DNA anti-istoni (H1, H2A, H2B, H3, H4) anti-Sm anti-RNP anti-Ro/SSa anti-La/SSb anti-ribosomi Anti-costituenti citoplasmatici Microsomi Mitocondri Citoscheletro Autoanticorpi nel LES Anti-cellule ematiche Emazie Linfociti Monociti Neutrofili Piastrine Anti-proteine plasmatiche Gamma-globuline Fattori della coagulazione IFN-α Anti-organo Anti-neurone Anti-tiroide Istologia nel LES L’alterazione fondamentale nel LES è rappresentata da una vasculite a carico dei piccoli vasi. Inizialmente si evidenzierà un infiltrato di neutrofili seguito da edema periarteriolare e successivamente da cellule mononucleate e necrosi fibrinoide. Criteri dell’American College of Rheumathology del 1999 per la Classificazione del LES • RASH malare: eritema fisso, piano o rilevato sulle eminenze zigomatiche con tendenza a risparmiare le pieghe naso-labiali • Rash discoide: chiazze eritematose rilevate con squame ipercheratosiche aderenti e ostruzione dei follicoli; nelle vecchie lesioni può sopravvenire una cicatrice atrofica • Fotosensibilità: rash cutaneo con abnorme reazione alla luce solare (anamnestico o obiettivo) • Ulcere: ulcere orali o naso-faringee, di regola non dolorose (osservate dal medico) • Artrite: artrite non erosiva di due o più articolazioni periferiche con tumefazione, dolorabilità o versamento Criteri dell’American College of Rheumathology del 1999 per la Classificazione del LES • Sierositi: pleurite (dolore plerurico, sfregamenti versamento pleurico) o pericardite (sfregamenti, modificazioni ECG-grafiche o segni di versamento), peritonite • Alterazioni renali: proteinuria (>0.5 g/24 ore o superiore a 3+) o cilindruria (cilindri ematici, emoglobinici, granulosi o misti) • Alterazioni neurologiche: epilessia o psicosi • Alterazioni ematologiche: anemia, leucopenia, linfopenia, piastrinopenia • Alterazioni immunologiche: presenza di anticorpi anti-ds-DNA nativo o antiSm o presenza di anticorpi antifosfolipidi (IgG o IgM anticardiolipina o anticoagulante lupico, VDRL falsamente positiva) • Anticorpi anti-nucleo: presenza di ANA non dovuta a uso di farmaci capaci di indurre una sindrome simil-LES Alterazioni Laboratoristiche Ematologiche citopenia inclusa anemia, leucopenia, linfopenia e trombocitopenia VDRL VES PTT PCR Complemento IgG Auto-anticorpi falsamente positiva Esame delle urine proteinuria aumentata prolungato aumentata ridotto (totale e frazioni C3 e C4) aumentate anticardiolipina anticorpi anti-nucleo (ANA) anti-ds-DNA, anti-Sm, anti-istoni, anti-Ro, anti-La Anti – Nuclear Antibodies (ANA) • • Anti-DNA Anti-deossiribonucleoproteine utile follow-up clinico • • • Anti-Sm Anti-ribonucleoproteine nucleari Anti-cardiolipina Specifici del LES Fenomeno LE LES da farmaci Varie collagenopatie Responsabili falsa positività del VDRL Quadro Clinico • Estremamente polimorfo • Le manifestazioni più frequenti sono l’artrite, il rash malare, le sierositi e la glomerulonefriti • Il coinvolgimento renale e del SNC sono indice di mortalità e morbidità aumentate • Tra le alterazioni ematologiche sono di particolare rilievo la leucopenia, l’anemia, la piastrinopenia, l’ipergammaglobulinemia, l’ipocomplementemia, la positività degli ANA Manifestazioni Generali • Astenia: presente in oltre l’80% dei casi • Calo ponderale • Febbre, non infettiva Manifestazioni Muscolo – Articolari in corso di LES % dei casi Artralgie Artrite Mialagie Astenia muscolare Artrite deformante Polimiosite Noduli sottocutanei Necrosi asettica ossea 53-95 60 50 40 10 8 5 5 Manifestazioni Muscolo-Scheletriche • Artrite: tumefazione modesta a carico dei tessuti molli, non erosiva. Possono svilupparsi deformità (artrite di Jacoud) • Miosite: può essere secondaria alla flogosi articolare, alla terapia steroidea o dovuta ad una infiammazione delle fibre muscolari • Fibromialgia: sindrome dolorosa da stress secondaria a molte malattie reumatiche Manifestazioni Ematologiche • Anemia: anemia da malattia cronica (normocitica e normocromica), anemia emolitica a patogenesi autoimmune • Leucopenia: per lo più dovuta ad anticorpi ant ileucociti • Linfopenia: attribuibili ad anticorpi linfocitotossici • Piastrinopenia: attribuita ad anticorpi antipiastrine, ma anche elemento caratteristico della sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi Manifestazioni Cardiache • Miocardite • Endocardite • Coronaropatie Pericardite, Versamento Pericardico • E’ la manifestazione cardiaca più frequente nel LES e raggiunge una prevalenza del 48% • Il versamento pericardico è di solito modesto e una pericardite può precedere i segni clinici del LES nella storia del paziente • Normalmente la pericardite è asintomatica ed ha un decorso benigno • La complicanza più grave è una pericardite purulenta che potrebbe svilupparsi nel paziente immunosoppresso • Versamenti cospicui con tamponamento cardiaco e la pericardite restrittiva sono rari nel LES Manifestazioni Polmonari • Dolore toracico pleuritico • Polmonite lupica acuta • Polmonite interstiziale cronica • Sindrome “Shrinking Lung” • Ipertensione polmonare • Emorragia polmonare Polmonite Lupica Acuta • Rara, incidenza 1-12% • Caratterizzata da febbre, tosse, emottisi, dispnea, pleurite, nel 50% dei casi si associa a versamento pleurico • Infiltrati polmonari generalmente basilari • Non è possibile isolare dei patogeni • La prognosi generalmente è scadente, in particolare se sviluppa nel post-partum. Mortalità a breve termine del 50% • Residuano anomalie della funzionali tà respiratoria con difetti di tipo restrittivo • Terapia corticosteroidea ad alto dosaggio e antibiotica in base agli esami colturali si Impegno Renale nel LES • Fino al 25% dei pazienti con impegno renale sviluppa insufficienza renale cronica • E’ caratterizzato dalla presenza di una infiammazione dei glomeruli (glomerulonefrite) Manifestazioni Gastrointestinali • Vasculite mesenterica • Malattie infiammatorie dell’intestino • Morbo celiaco Fattori Prognostici Negativi Epidemiologici Sesso maschile Giovane età Afro-americani Clinici Incremento creatininemia Ipertensione Persistenza di proteinuria (Ritardo nella terapia) Riacutizzazioni renali Istologici Lesioni proliferative diffuse Elevata attività (indice di attività >11) Elevata cronicità (indice di cronicità >3) Grado di severità nel LES Lieve Moderato Convulsioni Danni organici al SNC Altri disturbi cerebrali Neuropatie periferiche Vasculiti Nefropatie Dolore addominale Anemia Piastinopenia Ipocomplementemia + + + + + Pericardite Pleurite Febbre Perdita di peso Elevato titolo anti-DNA Artrite Rash cutanei + + Severo + + + + + + + + + + Terapia del LES Riposare almeno 2 ore nel pomeriggio Evitare perfrigerazioni Evitare l’uso di farmaci anticoncezionali o terapie a base di estrogeni Evitare l’esposizione ai raggi UV Creme protettive contenenti acido paraminobenzoico (PABA) Supporto psicologico Terapia del LES La terapia di scelta è rappresentata dall’uso dei CCS DELTACORTENE (Prednisone) MEDROL (Metilprednisolone) FLANTADIN (Deflazacort) Quando i Fans non sono sufficienti a controllare i sintomi di artrite, e per le manifestazioni cutanee si possono aggiungere gli antimalarici di sintesi PLAQUENIL (Idrossiclorochina) Immunosoppressori sono riservati a forme di nefrite o di vasculite Cyclophosphamide (0,5-1 g/m2 e.v. ogni mese) Azathioprine Methotrexate Micofenolato mofetile (500 mg/2 volte al dì per os fino a 1 gr/2 volte al dì) SCLEROSI MULTIPLA SM Malattia demielinizzante SM-la mielina La mielina è la membrana proteolipidica fatta dagli oligodendrociti che circonda gli assoni permettendo la conduzione Se la mielina viene distrutta le parti di assone sottostante non ricevono ioni sufficienti per la depolarizzazione La conduzione viene interrotta SM-altre malattie diemielinizzanti • • • • Mielinosi pontina Leucoencefalite multifocale progressiva Encefalomielite acuta disseminata (ADEM) Malattie demielinizzanti dei bambini (leucodistrofia metacromatica,adrenoleucodistrofia,leucodistrofia di Krabbe) SM-cosa è La SM è un processo infiammatorio con presenza di linfociti,macrofagi e altre cellule immunocompetenti che si accumulano intorno alle venule nel SNC distruggendo la mielina SM-epidemiologia Incidenza femminile 1,5/1 Decorso>uomini Emisfero settentrionale Clima caldo>frequenza crisi Età di insorgenza tra 10 e 50 Crisi o poussée Altamente disabilitante SM-clinica • • • • • • Disturbi piramidali Deficit visivi (NORB) Disturbi sensitivi Disturbi del tronco Disturbi cerebellari Disturbi sfinterici Grado di disabilità - SM benigna Essa è caratterizzata da pazienti che vivono senza importanti limitazioni, per più di 15 anni dalla diagnosi. Questa forma di SM non peggiora con il passare del tempo ed esordisce con una o due riacutizzazioni, che presentano un recupero completo e senza disabilità. La SM benigna tende a essere associata a sintomi meno severi all’esordio come, per esempio sintomi sensitivi (parestesie) o visivi (neurite ottica). Studi autoptici hanno evidenziato che circa il 20% delle forme di SM con diagnosi clinica sono benigne. SM-malattia autoimmune • Patologicamente la SM è una malattia infiammatoria coinvolgente linfociti e altre cellule immunocompetenti • SM è comune in soggetti con certi tipi di HLA(antigene leucocitario umano) • La presenza di bande oligoclonali indica alterazione del sistema immunitario • Diminuito numero di -Tlinfociti suppressor SM-Terapia • Steroidi ad alte dosi e.v.(metilprednisolone Solu-Medrol )per 3-7 giorni • immunosoppressori SM-immunosoppressori • Beta interferone 1b ( Betaseron) • Beta interferone 1a (Avonex) • Glatiramer (Copaxone) Neuroriabilitazione • Fatica causata da vari fattori in particolare disturbi del sonno dovuti a nicturia e spasticità e successivamente ai disturbi motori • Disturbi sfinterici :cateteri anche sovrapubico, tossina botulinica sul detrusore della vescica • Disturbi sessuali • Stipsi cronica • Disturbi affettivi (DEPRESSIONE) e cognitivi (mnesico) CAUSE DI DEMIELINIZZAZIONE PRIMARIA DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE INFETTIVE TOSSICHE • Leucoencefaliti: Borrelia etc. • Leucoencefalopatia Progressiva Multifocale • Panencefalite sclerosante subacuta • Mielopatia vacuolare da HIV • Chimiche: tiocianati, esaclorofene. • Fisiche: raggi X, calore. • Mielinolisi centrale pontina DISMETABOLICHE IDIOPATICHE • Malattia di Marchiafava Bignami Sclerosi multipla SM : DATI EPIDEMIOLOGICI * PREVALENZA: 5-60 CASI/100MILA AB./ANNO * INCIDENZA: 1-20 NUOVI CASI/100MILA AB./ANNO * DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA * EMIGRAZIONE * CLUSTER (PREVALENZA): l ABERDEEN: 127-144 l ORKNEY ISLANDS: 309 * EPIDEMIE: l FAROE ISLANDS l ICELAND SM : DATI NEUROPATOLOGICI • Lesione selettiva della sostanza bianca • Possibile contemporanea lesione assonale PATOGENESI Rappresentazione schematica dei processi che inducono la demielinizzazione. Una infiammazione molto grave può coinvolgere anche l’assone e quindi una maggiore gravità dei deficit neurologici. SINTOMI INIZIALI NELLA SM PATY, 1984 DOLORE 2% D. SENS. (ARTI) 33% EQUIL.- ANDATURA 18% MIELITE ACUTA 6% DEBOLEZZA PROGR. 10% LHERMITTE 3% D. SENS.(VISO) 3% VISIVI (1 OCCHIO) 17% DIPLOPIA 13% CRITERI DIAGNOSTICI Diagnosi clinica: • Lesioni della sostanza bianca : non giustificate da altre patologie • Disseminazione spaziale delle lesioni: segni clinici riconducibili a 2 o più lesioni • Disseminazione temporale delle lesioni: due o più recidive CRITERI DIAGNOSTICI DIAGNOSI ASSISTITA DAL LABORATORIO: • RNM ed indagini neurofisiologiche: • Disseminazione spaziale (lesioni asintomatiche) • Disseminazione temporale (nuove lesioni) • Indagini liquorali (infiammazione autoimmune): • Bande IgG oligoclonali • Sintesi intratecale di IgG (IgG index) SM - TERAPIA • Terapia della recidiva • Cortisonici (dubbia efficacia) • Prevenzione delle recidive • Beta-interferone • Copolimero • Trattamento degli esiti • Riabilitazione motoria • Terapia occupazionale • Trattamento sintomatico: • Spasticità • Disturbi sfinterici • Dolori IL DIABETE MELLITO Regolazione della glicemia Glicemia = concentrazione plasmatica di glucosio Variazioni fisiologiche della glicemia Aumento post-prandiale Diminuzione con lo sforzo fisico e il digiuno 1 solo ormone ipoglicemizzante: l’INSULINA • Secreta dalle cellule b-pancreatiche • Una secrezione basale continua consente l’utilizzo periferico del glucosio • Picchi di secrezione post-prandiali Numerosi ormoni iperglicemizzanti • Consentono di evitare o compensare l’ipoglicemia • Esempi: glucagone, catecolamine, GH, cortisolo.. • Il glucagone favorisce in particolare il rilascio epatico di glucosio durante il digiuno Peptide C Pro-insulina L’ insulina insulina Ormone peptidico prodotto dalle cellule beta delle isole pancreatiche di Langherans (90 %) • Proinsulina = pro-ormone insulina (catene A+B) + peptide C (Connecting peptide) Regolazione della secrezione di insulina • Secrezione stimolata dall’aumento della glicemia e dagli amino-acidi • Secrezione inibita dall’ipoglicemia e da alcuni ormoni Meccanismo d’azione • Attivazione del recettore insulinico situato sulla membrana delle cellule bersaglio cascata di risposte intracellulari, in particolare ingresso di glucosio nella cellula attraverso il trasportatore GLUT-4 e attivazione di numerose vie metaboliche (essenzialmente a livello di fegato, muscolo e tessuto adiposo) • Una volta entrato nella cellula il glucosio può essere: Direttamente utilizzato dalla cellula se richiede energia (glicolisi) Immagazzinato sotto forma di glicogene (glicogenogenesi epatica) grassi (lipogenesi nel tessuto adiposo) Effetti metabolici dell’insulina L’insulina è un’ ormone IPOGLICEMIZZANTE e ANABOLIZZANTE Metabolismo glicidico: Metabolismo lipidico: favorisce ingresso cellulare del glucosio (non nel sistema nervoso) favorisce glicogenogenesi epatica e trasformazione di glucosio in acidi grassi inibisce glicogenolisi favorisce sintesi epatica di trigliceridi a livello del tessuto adiposo sintesi e accumulo di acidi grassi, effetto anti-chetogeno e anti-lipolitico Metabolismo proteico: favorisce ingresso cellulare di aminoacidi e sintesi proteica inibisce il catabolismo proteico Definizione del diabete mellito Il diabete mellito viene definito dalla presenza di una iperglicemia cronica, secondaria a un difetto di produzione e/o di azione dell’insulina. L’iperglicemia cronica induce una serie di complicanze sistemiche che interessano in particolare occhi, reni, sistema cardiovascolare e sistema nervoso. I criteri diagnostici sono stati rivalutati nel 1997 (ADA: American Diabetes Association) Classificazione del diabete mellito Diabete di tipo 1 una malattia tipicamente AUTO-IMMUNE, anche se esistono forme “idiopatiche” il meccanismo principale è la profonda carenza insulinica interessa essenzialmente bambini e adolescenti Diabete di tipo 2 iperglicemia legata a insulino-resistenza (= difetto di azione dell’insulina) + carenza insulinica relativa e progressiva. interessa essenzialmente l’adulto e rappresenta la forma di diabete PIU’ FREQUENTE comune associazione con obesità e altre malattie metaboliche Il diabete mellito di tipo 1 Malattia auto-immune caratterizzata da infiltrazione linfocitaria (linfociti T) delle isole di Langherans pancreatiche, seguita da progressiva distruzione delle cellule b-pancreatiche e profonda carenza di produzione insulinica Fattori di rischio Aplotipo HLA (tipo II, in particolare DR3/4) Familiarità: 5-15 % Possibile associazione con altre malattie auto-immuni (ipotiroidismo, morbo celiaco…) Possibili fattori scatenanti (infezioni virali, agenti tossici..) I markers biologici del diabete di tipo 1 L’auto-immunità nel diabete di tipo 1 induce la produzione di anticorpi specifici, che precedono l’insorgenza della malattia (valore predittivo) e ne confermano la patogenesi Trattasi essenzialmente di Anticorpi anti-isole pancreatiche (ICA) Anticorpi anti-insulina (IAA) Altri (anti-GAD, anti-proinsulina, …) Presentazione clinica del diabete di tipo 1 Rappresenta < 10 % dei casi di diabete Una patologia dell’ età evolutiva essenzialmente bambini e adolescenti, più raramente adulti giovani (90 % < 20 anni) Tipicamente magri Con l’aumento dell’obesità infantile fino a 20-25 % dei nuovi casi sono obesi Esordio tipicamente subacuto/acuto Subacuto: poliurodipsia, dimagrimento Acuto: cheto-acidosi TIROIDE ANATOMIA: Ghiandola endocrina: peso = 15-25 gr oApporto ematico elevato = 4-6 ml/g/m oDrenaggio linfatico notevole oInnervazione: adrenergica e colinergica TIROIDE TIROIDE ISTOLOGIA: Ghiandola tiroide: è composta da 3.000.000 di follicoli Follicolo: unità anatomo funzionale Gruppi di 20-40 •Tra i follicoli vi sono cellule parafollicolari o cellule C. •La parete del follicolo è un monostrato di cellule cuboidali che circondano il secreto chiamato “colloide”. formano un lobulo lobi La tiroide accumula il prodotto endocrino fuori dalle cellule a differenza delle altre ghiandole endocrine. TIROIDE TIROIDITI: malattia di Hashimoto (tiroidite linfocitaria o struma linfomatoso) tiroidite sub-acuta (malattia di De Quervain) tiroidite acuta (tiroidite specifica, tiroidite batterica) struma di Riedel (tiroidite cronica) TIROIDE Presenza in circolo di anticorpi contro la tireoglobulina e contro antigeni delle cellule epitealiali tiroidee. MALATTIA DI HASHIMOTO (tiroidite linfocitaria o struma linfomatoso) E’ considerata MALATTIA AUTOIMMUNE Durante la malattia alcuni noduli presenti sono duri e si richiede una diagnosi differenziale con le neoplasie maligne(agobiopsia ecoguidata). TIROIDE MECCANISMI PATOGENETICI DELLA TIROIDITE DI HASHIMOTO: effetto lesivo-citotossico degli anticorpi antitireoglobulina dovuto a formazione di immunocomplessi (tireoglobulina - anticorpi - antitireoglobulina) a livello tiroideo (mebrana basale ed epitelio follicolare) Attivazione di particolari cellule mononucleate (kill cells) ad opera di questi complessi infiltrazione linfocitaria della ghiandola autoanticorpi circolanti e rispettivi antigeni tra cui TGI (thyroid Growth Promoti?? Immunoglobulinus) = immunoglobulina che stimola la crescita tiroidea autoimmunità tiroidea: numerosi dati indicano che è geneticamente determinata Malattia di Crohn EPIDEMIOLOGIA E’ più comune nei paesi industrializzati In Italia: prevalenza 50 - 55 casi per 100.000 abitanti (CU 60 - 70 x 100.00) Incidenza 3.7 – 4.2 casi per 100.000 abitanti (CU 5 – 5.5 x 100.00) L’incidenza della malattia di Crohn è aumentata progressivamente negli ultimi 50 anni stabilizzandosi negli anni ’80. Età di più frequente presentazione < 20 anni (tra i 15 e 25 anni è la più frequente causa organica di dolore addominale ricorrente) Lievemente più frequente nei maschi Malattia di Crohn GENETICA L’influenza dei fattori genetici è maggiore rispetto alla colite ulcerosa; tuttavia è probabilmente una malattia poligenica con penetranza < 100% Il rischio stimato della malattia in chi ha un parente affetto da Crohn è x 17 –35 volte la popolazione generale Il rischio stimato per i figli di pazienti affetti da Crohn è del 10 % nei gemelli omozigoti concordanza del 50 % Possibili cromosomi coinvolti: braccio corto CR 16, CR 11 e CR 5 Malattia di Crohn EZIOLOGIA Infettiva E’ stata proposta l’associazione con alcuni agenti infettivi in particolare: - Un Micobatterio para-tubercolare (responsabile di una malattia granulomatosa intestinale nei ruminanti) potrebbe avere un ruolo potenziale in cross reazioni immunologiche - Il virus del morbillo (i nati durante epidemie di morbillo presentano una maggiore incidenza di Crohn - rapporto con infezione intrauterina ?- maggiore incidenza nei vaccinati ? maggiore incidenza di Crohn da quando è stato diffuso il vaccino per il morbillo ?) Mancano dimostrazioni dirette (es. isolamento costante del batterio o presenza del genoma virale) Malattia di Crohn EZIOLOGIA Allergia alimentare Sono stati determinati molti anticorpi contro antigeni alimentari. Fattore primario o solo espressione secondaria della aumentata permeabilità dovuta alla malattia ? Gli antigeni subiscono tuttavia una selezione. Es. Elevato titolo di ASCA (ab anti saccaromyces cerevisiae, un lievito); si trovano comunemente nella MC ma non nella CU. Altri possibili fattori di patogenesi: riscontro di microelementi esogeni nelle zone infiltrate e nei granulomi (titanio, abrasivi della pasta dentifricia, etc) Malattia di Crohn - Eziologia Fattori ambientali Fumo (associato a rischio relativo di Crohn x 2 o x 5) Contraccettivi orali (mai confermato) Dieta nell’infanzia ed in età giovanile (studi retrospettivi e scarsamente significativi) Fattori immunologici L’intestino è in grado fisiologicamente di autoregolare la risposta immunitaria al costante contatto con antigeni alimentari, batterici, ecc. Questo non avviene nella MC. Nella MC è stato documentato un pattern di citochine analogo a quello che induce una risposta Th1 (IL 1, 2, 8 e TNF elevati, riduzione di IL 10 inibitoria) E’ probabile che un fattore estrinseco inneschi una risposta infiammatoria che normalmente autolimitante, nella MC si automantiene determinando le modificazioni tissutali tipiche della malattia. Fattori psicologici Ruolo dei fattori di stress nelle fasi di riacutizzazione (dati contrastanti) Morbo di Crohn - Esami strumentali Ecografia Esame di primo livello in paziente con sospetto di M. di Crohn. Radiologia Tradizionale Essenziale per valutare la localizzazione e la estensione della malattia, soprattutto in caso di localizzazione a livello della ultima ansa ileale. TAC Endoscopia E’ complementare alla radiologia, consente la diagnosi istologica della malattia e la valutazione delle zone di stenosi nell’ultima ansa ileale. La ripetizione dell’esame non è indicata per seguire il quadro clinico in quanto c’è scarsa correlazione tra quadro clinico ed endoscopico. Diagnosi differenziale tra MC e CU 1. 2. 3. 4. 5. La presenza di sangue nelle feci si riscontra solo nel 25 - 30% dei pazienti con colite di Crohn La presenza di lesioni perianali o fistolose è in favore della malattia di Crohn La presenza di lesioni segmentarie è in favore della malattia di Crohn La presenza di granulomi è in favore della malattia di Crohn La positività per p-ANCA è più significativa per la CU e per i p-ASCA per la malattia di Crohn