Schola Cantorum della Cattedrale di Carpi Meditazione intorno al presepe, 6 Gennaio 2008 [Schola] A v e m a r i s s t e l l a , gregoriano (strofe 1, 2, 4) [Narratore] La festa di oggi, l’Epifania, ci invita a ripercorrere insieme, qui accanto al presepe, il Tempo di Natale che sta per concludersi. Andiamo ora a conoscere come è nato il primo presepe vivente, ad opera di San Francesco d’Assisi.. [Schola] P o l o r u m R e g i n a , L.Vermell ♦ [L1] Dalla «Vita Prima di San Francesco d’Assisi» di T. da Celano --- È degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore. C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: «Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei fare memoria del Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello». Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo. [Schola] C u n c t i s i m u s , L.Vermell ♦ [L1] (segue dalla «Vita Prima di San Francesco d’Assisi») --- E giunge il giorno della letizia, il tempo dell'esultanza! Per l'occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando, ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco, vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! La notte sembra tutta un sussulto di gioia. Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima. Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali e canta con voce sonora il santo Vangelo. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. Spesso, quando voleva nominare Cristo Gesù, infervorato di amore celeste lo chiamava «il Bambino di Betlemme», e quel nome «Betlemme» lo SCHOLA CANTORUM DELLA CATTEDRALE DI CARPI - MEDITAZIONE INTORNO AL PRESEPE, 6 GENNAIO 2008 pronunciava riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto. E ogni volta che diceva «Bambino di Betlemme» o «Gesù», passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole [Schola] A v e v e r a v i r g i n i t a s , J.Desprez ♦ [L1] (segue dalla «Vita Prima di San Francesco d’Assisi») --- Vi si manifestano con abbondanza i doni dell'Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l'avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia. Oggi quel luogo è stato consacrato al Signore, e sopra il presepio è stato costruito un altare e dedicata una chiesa ad onore di san Francesco, affinché là dove un tempo gli animali hanno mangiato il fieno, ora gli uomini possano mangiare, come nutrimento dell'anima e santificazione del corpo, la carne dell'Agnello immacolato e incontaminato, Gesù Cristo nostro Signore, che con amore infinito ha donato se stesso per noi. [Schola] V e r b u m c a r o , L . C o m p è r e [Narratore] Leggiamo ora insieme alcune poesie legate al Natale ed ai suoi diversi personaggi: la Sacra Famiglia, i pastori ed i Re Magi con i loro doni. Abbiamo scelto poesie dal carattere vario, per accentuare la nascita di questo bambino atteso da tutto il mondo e che tutto il mondo salva. [Schola] P u e r n a t u s i n B e t h l e e m , J . S . B a c h ( s t r o f e 1 , 4 , 5 ) [L2] IL MAGO DI NATALE DI GIANNI RODARI S'IO FOSSI IL MAGO DI NATALE FAREI SPUNTARE UN ALBERO DI NATALE IN OGNI CASA, IN OGNI APPARTAMENTO DALLE PIASTRELLE DEL PAVIMENTO, UN VERO ABETE, UN PINO DI MONTAGNA, CON UN PO' DI VENTO VERO IMPIGLIATO TRA I RAMI, CHE MANDI PROFUMO DI RESINA IN TUTTE LE CAMERE, E SUI RAMI I MAGICI FRUTTI: REGALI PER TUTTI. POI CON LA MIA BACCHETTA ME NE ANDREI A FARE MAGIE PER TUTTE LE VIE. OGNI STRADA AVRÀ UN ALBERO SPECIALE. PER OGNI GIOCATTOLO COLTO DAL SUO RAMO NE SPUNTERÀ UN ALTRO DELLO STESSO MODELLO O ANCHE PIÙ BELLO. TUTTO QUESTO FAREI SE FOSSI UN MAGO. PERÒ NON LO SONO CHE POSSO FARE? NON HO CHE AUGURI DA REGALARE: DI AUGURI NE HO TANTI, SCEGLIETE QUELLI CHE VOLETE, PRENDETELI TUTTI QUANTI. [L3] LETTERA A GESÙ DI M. LODI CARO GESÙ, DÀ LA SALUTE A MAMMA E PAPÀ UN PÒ DI SOLDI AI POVERELLI, PORTA LA PACE A TUTTA LA TERRA, UNA CASETTA A CHI NON CE L'HA E AI CATTIVI UN PÒ DI BONTÀ. E SE PER ME NIENTE CI RESTA SARÀ LO STESSO UNA BELLA FESTA. [Schola] D a d m e a l b r i c i a s , v i l l a n c i c o [L4] IL PASTORE di Piero Bargellini Sulla mezzanotte il fuoco cominciò a crepitare come se qualcuno vi avesse gettato un fascio di pruni secchi. Non era più freddo. Era d'inverno, e ci sentivamo allegri come se fosse stata primavera. Era di notte, e si vedeva luce come di giorno. Sembrava che l'aria fosse diventata polvere luminosa. E in quella polvere, a un tratto, prese figura una creatura così bella che ne provammo sgomento. “Non temete”, disse l'apparizione, “Io vi annunzio una grande gioia destinata a tutto il popolo. Oggi vi è nato un Salvatore, nella città di David. E questo sia per voi il segnale: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”. “Abbiamo sognato!”, pensammo. Ma eravamo in troppi a fare lo stesso sogno. Lì vicino, sulla costa della collina, erano scavate alcune grotte, che servivano da stalla. Avevano la mangiatoia formata di terra dura. E trovammo, come ci aveva detto l'Angelo, un Bambino fasciato, in mezzo a due animali, un bove e un asino. Sul basto sedeva il padre, pensieroso. Presso la mangiatoia, si trovava inginocchiata pagina 2 di 4 SCHOLA CANTORUM DELLA CATTEDRALE DI CARPI - MEDITAZIONE INTORNO AL PRESEPE, 6 GENNAIO 2008 la madre, in adorazione del suo nato. Guardai quel Bambino e il mio cuore s'intenerì. Non so dire altro. Sono un povero pastore. [L5] I RE MAGI di Gabriele D'Annunzio La notte era senza luna; ma tutta la campagna risplendeva di una luce bianca e uguale come il plenilunio, poiché il Divino era nato. Il Bambino Gesù rideva teneramente, tenendo le braccia aperte verso l'alto, come in atto di adorazione; e l'asino e il bue lo riscaldavano col loro fiato. La Madonna e San Giuseppe di tratto in tratto si scuotevano dalla contemplazione, e si chinavano per baciare il figliolo. Vennero i pastori, dal piano e dal monte, portando i doni e vennero anche i Re Magi. Erano tre: il Re Vecchio, il Re Giovane e il Re Moro. Come giunse la lieta novella della natività di Gesù si adunarono. E uno disse: “È nato un altro Re. Vogliamo andare a visitarlo?”. “Andiamo”, risposero gli altri due. “Ma con quali doni?”; “Con oro, incenso e mirra”. Quando entrarono nella capanna, il primo a farsi innanzi fu il Re con l'oro. Si inginocchiò ai piedi del bambino; e accanto a lui si inginocchiarono i due con l'incenso e la mirra. Gesù mise la sua piccoletta mano sul capo del Re che gli offerse l'oro, quasi volesse abbassarne la superbia. Rifiutò l'oro; soltanto prese l'incenso e la mirra, dicendo: “L'oro non è per me!”. [Schola] T u s c e n d i d a l l e s t e l l e , S . A l f o n s o M . d e ’ L i g u o r i [L2] I TRE SANTI MAGI DALL'ORIENTE DI HEINRICH HEINE E I TRE RE MAGI PRENDONO A CANTARE. [L3] I MAGI DI ANGIOLO SILVIO NOVARO I TRE SANTI RE MAGI DALL'ORIENTE CHIEDONO IN OGNI PICCOLA CITTÀ: «CARI RAGAZZI E GIOVINETTE, DITE, LA STRADA PER BETLEMME È PER DI QUA?» NÉ I GIOVANI NÉ I VECCHI LO SANNO E I TRE RE MAGI SEMPRE AVANTI VANNO; MA UNA COMETA D'ORO LI CONDUCE CHE LASSÙ CHIARA E AMABILE RILUCE. LA STELLA SULLA CASA DI GIUSEPPE ECCO S'ARRESTA: LÀ DEVONO ENTRARE. IL BOVETTO MUGGISCE, IL BIMBO STRILLA, LA CAROVANA NON È LONTANA DEI MAGI D'ORIENTE. SCALPITÌO DI CAVALLI SI SENTE, SUONI DI PIFFERI, CONFUSE ARIA DI CORNAMUSE. I RE PORTANO TESORI SU CAVALLI BARDATI D'ARGENTO, E I PASTORI A PASSO LENTO INGENUI CUORI. [Schola] A n g e l s f r o m t h e r e a l m o f g l o r y , c a r o l ; Ring Christmas Bells, carol ucraino [L4] DIALOGO TRA I MAGI E MARIA di Sant'Efrem Siro I magi: «A noi una stella ha annunciato che Colui che è nato è il re dei cieli. Tuo figlio ha potere sugli astri, essi sorgono soltanto al suo ordine». Maria: «E io vi dirò un altro segreto, perché siate convinti: restando vergine, io ho partorito mio figlio. Egli è il figlio di Dio. Andate, annunciatelo! » I magi: «Anche la stella ce l'aveva fatto conoscere, che figlio di Dio e Signore è il tuo figlio». Maria: «Altezze e abissi ne rendon testimonianza; tutti gli angeli e tutte le stelle: Egli è il figlio di Dio e il Signore. Portate l'annuncio nelle vostre contrade, che la pace si moltiplichi nel vostro paese». [L5] LA NASCITA DI GESÙ di Rainer Maria Se in te semplicità non fosse, come t'accadrebbe il miracolo di questa notte lucente? Quel Dio, vedi, che sopra i popoli tuonava si fa mansueto e viene al mondo in te. Più grande forse lo avevi pensato? Se mediti grandezza: ogni misura umana dritto attraversa ed annienta l'inflessibile fato di lui. Simili vie neppure le stelle hanno. Son grandi, vedi, questi re; e tesori, i più grandi agli occhi loro, al tuo grembo dinanzi essi trascinano. Tu meravigli forse a tanto dono: ma fra le pieghe del tuo panno guarda, come ogni cosa Egli sorpassi già. Rilke pagina 3 di 4 [Schola] E n n a t u s e s t E m m a n u e l , M . P r a e t o r i u s ◊ [L6] Da M a g n i f i c a t di Alda Merini ◊ HO APERTO LE MIE MANI E IL MIO GREMBO AL TUO PASSAGGIO, PERCHÉ TU, O DIO, SEI UN FIUME PROFONDO, IL FIUME DELLA SAPIENZA. NATA IMMACOLATA IO HO CONOSCIUTO IL PRINCIPIO DELLA FELICITÀ, POI DIO SONO ENTRATA NELLA BABELE DEGLI UOMINI E LA MIA LINGUA STAVA PERDENDO SUONO, FINCHÉ L’ANGELO VI HA POSTO IL SEME DELLA PREGHIERA [L7] Da M a g n i f i c a t di Alda Merini IO LO SO CHE IL FIGLIO MIO E TUO NON LO VEDRÀ NESSUNO E CHE TUTTI LO VEDRANNO. MA A GIUSEPPE COSA DIRÒ? LUI CHE PIANGE NASCOSTO IN UNA LACRIMA, IN UN CANTO? COSA DIRÒ? CHE TU PRIMA DI LUI HAI VISTO LA MIA SOLITUDINE E NE HAI FATTO UN CORPO? COSA DIRÒ A GIUSEPPE MIO SPOSO? DIRÒ CHE L’HO INGANNATO? DIRÒ CHE L’HO TRADITO CON TE? MA COME SI PUÒ TRADIRE UN UOMO CON UN’ESSENZA DIVINA? COSA DIRÒ A GIUSEPPE, SIGNORE? QUESTO COMPITO INGRATO, QUESTO DUBBIO ATROCE, TUTTI GLI UOMINI L’AVRANNO IN CUORE QUANDO VEDRANNO UNA VERGINE INCINTA DELLA TUA STESSA PAROLA [Schola] I n d u l c i j u b i l o , J . S . B a c h [ L 6 ] Creazione nuda di David Maria Turoldo IO NON HO PAROLE TRASLUCIDE. LA MIA VOCE È RUVIDA COME MANI DI ARTIERE. M’È RIMASTA NEL SANGUE UNA MEMORIA DI ERBE AMARE. MA ORA MI SENTO ESSENZIALE. LA VITE È POTATA, IL CANTO DEGLI UCCELLI È SEMPLICE; SANTA ANCHE LA PIETRA SOTTO LE GINOCCHIA DELL’ORANTE [ L 7 ] E ci saranno cieli nuovi... di David Maria Turoldo MENTRE LA TERRA SARÀ DI NUOVO INFORME E VUOTA E LE TENEBRE RICOPRIRANNO L’ABISSO, E LO SPIRITO ALEGGERÀ SULLE ACQUE, DIRÀ: «VERDEGGI LA TERRA, UN MANTO DI ERBE E FORESTE LA COPRA». E ANCORA TRA SERA E MATTINA DIRÀ FINALMENTE, — NELL’ATTESA DI TUTTA LA TERRA —, UNA PAROLA INAUDITA: IL MISTERIOSO INCREDIBILE VERBO NON MAI FINITO E SEMPRE AL PRESENTE, COSÌ MAESTOSO SUO VERBO SUL MONDO: «FACCIAMOLO ANCORA!». BELLO E MERAVIGLIOSO SARÀ ORIENS EX ALTO: LUCE DA LUCE SPLENDERÀ PIÙ DEL SOLE [Schola] G o , t e l l i t o n t h e m o u n t a i n , s p i r i t u a l [Narratore] Domenica prossima, festa del Battesimo del Signore, inizia il Tempo Ordinario per annum, un tempo in cui l’annuncio della nascita di Gesù, il Re dei re, entra nella nostra vita quotidiana; ringraziamo tutti voi con i quali abbiamo potuto condividere questo momento. [Schola] O h h a p p y d a y , s p i r i t u a l