Spettacolo teatrale ispirato all’espressionismo che parla di arte e vita NOTE DI REGIA Mobilitiamoci! Il teatro, l’arte, tutta la cultura rischia la paralisi, l’implosione. La crisi economica, i tagli delle sovvenzioni pubbliche, la decadenza dei contenuti e la massificazione culturale, l'incessante opera di mercificazione dell'arte e l'esasperazione della spettacolarizzazione continuano ad avvilire la complessa originalità della ricerca artistica. Siamo in uno stato d’emergenza, è necessario r-esistere, opporsi al degrado culturale; è urgente agire, stimolare le coscienze, attivare una mobilit-azione generale. Con questo spettacolo vogliamo affermare il nostro esistere artistico in una s/composta esposizione di corpi disse/minati in teatro che, come mine innescate, siano pronti a esplodere in azioni teatrali. Se l’espressionismo è il punto di partenza, le contingenze e le problematiche sociali più attuali saranno la miccia che farà esplodere questo nostro “grido performativo”. Dobbiamo far nostro lo spirito che animava gli espressionisti che, impegnati eticamente nella critica della borghesia, del materialismo e dei processi di mercificazione, tendevano a privilegiare il lato emotivo della realtà esaltandolo rispetto a quello percepibile oggettivamente, accentuando i valori emozionali ed esasperando l’espressività. In particolare vogliamo condividere la propensione ad indagare la profondità dell’animo umano, ad avere un riguardo per i contenuti sociali e ad esprimere, con ricchezza d’implicazioni, sentimenti e stati d’animo attraverso la sintesi della forma, il rifiuto del piacere estetico, l’incisività del segno, l’esaltazione e la deformazione dell’immagine. Inizieremo a lavorare sulla base di questi presupposti sviluppando situazioni che derivano dalla nostra personale percezione di una società ormai degradata e assuefatta ad ogni abominio: violenza, guerra, sfruttamento, schiavitù minorile e sessuale, corruzione, razzismo… Indagheremo e rifletteremo sulla nostra realtà fatta di modelli ed ideali degenerati che creano smarrimento e angoscia per trasporre esperienze e stati d’animo in azioni sceniche. Non si tratterà di raffigurare il visibile ma di comunicare, in forma personale e visionaria, la percezione soggettiva degli accadimenti dei nostri tempi, interpretati anche con il gusto dell’ironia e della dissacrazione, della distorsione e del grottesco con toni che talvolta diventeranno aggressivi, talaltra delicati, malinconici o anche aspramente tragicomici. Si dovrà infrangere perciò la regola di verosimiglianza naturalistica e di sviluppo drammaturgico tradizionale facendo crollare gli equilibri delle abituali forme di comunicazione a favore dell’immaginario e della deformazione dove lo stile tenderà all’astrazione, alla costruzione concettuale e al montaggio allegorico. Il risultato finale sarà uno spettacolo composito desunto dal montaggio di situazioni poliedriche che, come tanti tasselli, formeranno un “mosaico drammaturgico”; ne deriverà un significativo affresco dell’umanità, un microcosmo rappresentativo in cui i personaggi perderanno la dimensione concreta e diventeranno simboli che rafforzeranno la visione della natura onirica dell’esistere. “Mobilit-azione” è: - un “grido performativo” - un’esposizione s/composta di corpi in r/esistenza disse/minati in teatro come mine innescate pronte a esplodere in azioni teatrali - un’esposizione di “quadri scenici” raffiguranti “natura viva”: corpi d’attore che nel raccontare l’arte raccontano il mondo e nel raccontare il mondo mettono in scena l’arte - esposizione di denunce, fermenti, angosce, patimenti, di carne viva, spirito e corpo - dialogo tra l’arte visiva e l’arte teatrale che, nelle loro varie forme espressive, si richiamano a vicenda, riecheggiano, fanno da fondale le une alle altre - un’amalgama di frammenti di vita e arte, dove corpi d‘attore fanno vivere la pittura, dove l’immagine si trasforma in azione, il movimento dà forma alla musica e le sonorità danno colore alle immagini - una situazione dove liberare energie, dove corpi carichi di vitalità istintiva, impulsi interiori, fisici ed emozionali, vengono “svelati”, resi vulnerabili, per offrirsi allo sguardo ed allo spirito. - un ribollire di corpi, d’immagini e metafore, di allegorie e azioni performative che pulsano tra il reale e l’immaginario - un grido d’allarme per lo stato attuale dell’arte sempre più mercificata, e per il degrado sociale e culturale della nostra società; - un’azione performativa che canta le grandi passioni umane e artistiche penetrando nelle viscere del sentimento e dell’irrazionalità del dramma esistenziale A cavallo tra visibile ed invisibile, tra sogno e realtà, la nostra azione teatrale (da sempre impegnata a far coincidere arte e vita), così come il colore nell’Espressionismo, non vuole significare bensì esprimere, senza distinzione tra corpo e anima. Gianfranco Angei