Graminaceae
•
Costituiscono una delle famiglie più importanti delle
Angiosperme, sono diffuse in tutto il mondo e rappresentano
una delle principali fonti alimentari per l’uomo e gli animali.
•
•
Sono piante prevalentemente erbacee annuali o perenni.
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Il frutto è la cariosside, frutto secco indeiscente avete la caratteristica di essere saldamente concresciuto
col seme, per cui frutto e seme formano un unico corpo. Le cariossidi sono comunemente chiamate
chicchi o granella.
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Cariossidi ricche di amido (negli strati più interni) e proteine (strati più esterni).
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•
•
Le farine e le semole sono ricchissimi di amido (derivano dagli strati esterni).
•
Le cariossidi dell’orzo sono utilizzate anche
per la produzione di birra e di alcuni tipi di whisky
e come surrogato del caffè dopo tostatura
Appartengono a questa famiglia i cereali: frumento,
segale, orzo, mais, sorgo, riso, avena, miglio.
Crusca e cruschelli sono gli sfarinati ad elevato contenuto proteico in quanto derivano dalla macinazione
degli strati esterni della cariosside. Perciò le farine integrali sono le migliori dal punto di vista dietetico
anche perché oltre alle proteine contengono sali minerali e vitamine. Inoltre hanno un elevato contenuto
anche di fibra grezza.
Nel germe è contenuta una piccola quantità di olio che può essere estratto
La segale può ospitate il fungo parassita Claviceps purpurea i cui sclerozi, se macinati insieme alle
cariossidi, conferiscono tossicità alle farine. I casi di contaminazione sono diventati rari, mentre vi sono
coltivazioni di segale infettate appositamente col fungo, per estrarre dagli sclerozi gli alcaloidi in essi
contenuti che vengono poi utilizzati in ambito farmaceutico (ergotina).
Famiglia
Graminaceae o Poaceae
• 8700 specie
• Erbe annuali o spesso rizomatose e perenni, o alberi (bambù)
• Distribuzione: cosmopolita ( deserti, ambienti umidi di H2O
dolce e marina, tutte le altitudini; le comunità vegetali
dominate dalle graminaceae corrispondono al 24% della
vegetazione terrestre: praterie Nord-America, pampas del
sud-America, veldt del sud-Africa, steppe euroasiatiche
• Fusto articolato, cavo (culmo)
• Foglie alterne, in due file(distiche) con guaina
circondante il fusto e ligula posta all’estremità
della guaina. Lamina semplice, lineare,
parallelinervia piana o convoluta a tubo
• Infiorescenze formate da spighette, ciascuna delle quali è
protetta da due brattee, dette glume; ogni spighetta porta 1 o
più fiori racchiusi da due glumette.
• Fiori da 1 a + per spighetta con perigonio ridotto o nullo,
cosicché ciascun fiore appare formato da tre stami e da un
pistillo con 2-3 stigmi spesso piumosi; l’ovario è uniloculare
con un solo ovulo. I fiori, di piccole dimensioni, possono
essere ermafroditi o unisessuali (piante monoiche o dioiche),
con impollinazione anemocora.
Spighetta
Fiore
Frutto
• Frutto: cariosside, con un solo seme con uno
strato periferico aleuronico ed un albume
amilaceo
• Embrione con un solo cotiledone
modificato(scutello)
Importanza: cibo per gli uomini (frumento, orzo, sorgo, avena, mais, riso, canna da
zucchero(Saccharum officinarum) e gli animali(foraggio: Poa pratensis, Festuca pratensis),
fonte di zuccheri per bevande alcooliche (birra e whiskey); i bambù(Bambusa sp.) delle zone
tropicali servono da materiali di costruzione, le fibre da carta, i germogli commestibili.
Caratteristiche generali dei CEREALI
I cereali sono la principale fonte alimentare per l’uomo e occupano una posizione di
primo piano anche nell’alimentazione animale.
La loro diffusione dipende dall’elevata capacità di adattamento alle diverse condizioni
ambientali, dalla facilità di conservazione del prodotto secco, dalla loro elevata
digeribilità (fino al 70%), dalla possibilità di essere consumati tal quali o trasformati,
dalla bassa richiesta di manodopera e dalla possibilità di meccanizzazione della coltura
stessa.
Nel mondo i cerali occupano circa il 50% della superficie a seminativo e sono coltivati in
tutti i continenti. In Italia coprono il 45% della superficie a seminativo.
Le specie più importanti di cerali appartengono alla famiglia delle graminacee e sono:
Cereali microtermi (o vernini)
Cereali macrotermi (o estivi)
Frumento
Triticum spp.
Riso
Oryza sativa
Orzo
Hordeum vulgare
Mais
Zea mays
Avena
Avena spp.
Sorgo
Sorghum vulgare
Segale
Secale cereale
FRUMENTO (Triticum)
Ciclo vitale
(Aestivum)
TENERO
(Durum)
DURO
MAIS
(Zea Mays)
RISO
(Oryza Sativa,
Japonica o Indica)
Microterma
Autunno-vernino (Ottobre- Giugno)
Macroterma
Primaverile-estivo
Macroterma
Primaverile-estivo
Seme o
cariosside
Secco – indeiscente
Seme nudo,
Peso 1.000 cariossidi = 35-50 g
di cui: embrione 2-4%
endosperma 87-89%
involucri 10%
Cariosside vestita
Peso 1.000 cariossidi
= 25-45 g
(peso varia molto in
funzione della
varietà)
Cariosside nuda
Peso 1.000 cariossidi =
100 -1.200 g
Composizione
cariosside:
embrione 14%
endosperma 80%
involucri 8-10%
Apparato
radicale
Superficiale e fascicolato
- primario: radici embrionali
- secondario: radici avventizie
Superficiale e
fascicolato
- primario: radici
embrionali
- secondario: radici
avventizie con vasi
aeriferi
- primario: radici
embrionali
- secondario: radici
avventizie
- terziario: radici aeree,
che fuoriescono dal 1°
nodo fuori terra
Fusto o
culmo
7–9 nodi e internodi
h = 1m
7 – 9 nodi e internodi
h = 1-1,20 m
Da 12 a 24 nodi e
internodi, h fino 3m
Foglie
7–9 nodi e internodi
h = 1,20-1,30 m
Alterne, parallelinervie, in corrispondenza dei nodi
Composte da: guaina, lamina, auricola e ligula
FRUMENTO (Triticum)
Ciclo vitale
Infioresenza
(Aestivum)
TENERO
Spiga composta
terminale
mutica
Ciclo
biologico
(Durum)
DURO
Spiga composta
terminale aristata
RISO
(Oryza Sativa,
Japonica o Indica)
MAIS
(Zea Mays)
Pannocchia terminale
ramificata e lassa
mutica o aristata
Monoica
maschile:pennacchio
femminile: spiga ascellare
6 nodi sotto pennacchio
Germinazione
Accestimento
Levata
Spigatura
Fioritura / Fecondazione
Maturazione
Raccolta
Germinazione
levata
Spigatura
Fioritura / fecondazione
Maturazione
Raccolta
Esigenze
ambientali
Microterma
Microterma
Macroterma
che richiede
sommersione (acqua
come volano termico)
Macroterma subtropicale
irrigua
Avversità
Allettamento
Grandine
Malattie fungine
Allettamento
Grandine
Malattie fungine
Stretta da caldo
Allettamento
Grandine
Piralide Pyrausta nubilalis
(Lepidottero)
•Carbone, Ustilago maydis
(malattia fungina spiga)
•Elateridi (coleotteri, larve
vivono sotto terra, contro il
colletto della pianta)
•Grandine
I cereali più importanti per lo sviluppo
dell’agricoltura neolitica del Vicino Oriente e
dell’Europa furono:
-l’orzo (Hordeum disticum, Hordeum vulgare)
-il farro piccolo (Triticum monococcum),
- il farro grande (Triticum dicoccum),
- i cosiddetti frumenti nudi, come:
il frumento tenero (Triticum aestivum)
il frumento duro (Triticum durum)
e simili (Triticum turgidum… )
Morfologia e ciclo di sviluppo
I cerali presentano un fusto eretto, chiamato culmo, cavo internamente e di altezza
variabile a seconda della specie e della varietà.
Le foglie hanno forma lanceolata e nervature parallele e si originano dai nodi,
avvolgendo con una guaina parte del fusto.
L’apparato radicale è fascicolato, abbastanza superficiale, ed è costituito da:
radici primarie: si originano dal seme,
radici secondarie: si sviluppano dai primi nodi interrati del fusto. Sono le più importanti
per l’assorbimento dell’acqua e delle sostanze nutritive e per il sostegno della pianta.
Cereali sono in grado di produrre, dai nodi basali del culmo, nuovi fusti (accestimento).
Sui culmi si sviluppa l’infiorescenza, che è una spiga nel frumento, orzo, segale e mais
(parte femminile) o una pannocchia nel riso, sorgo, avena, miglio e mais (parte
maschile).
La spiga ha un rachide su cui sono inseriti sessilmente (senza peduncolo) numerose
spighette. Ogni spighetta ha più fiori (1-5) non tutti fertili, ognuno dei quali è protetto da
brattee chiamate glumelle. Ogni spighetta presenta delle brattee basali chiamate glume.
I fiori sono ermafroditi in tutti i cereali ad eccezione del mais che è una specie monoica
La parte più importante del cereale è il seme, chiamato cariosside. Nella cariosside,
oltre agli involucri di rivestimento (pericarpo), si distingue l’embrione dal quale si
svilupperà la nuova pianta. Gran parte della cariosside è costituita da una massa di
tessuto parenchimatico, ricco di amido (endosperma), che fornisce nutrimento
all’embrione in fase di germinazione. L’endosperma è rivestito dallo strato aleuronico,
costituito da proteine, grassi e vitamine.
I cerali arrivano alla maturazione attraverso le fasi di sviluppo di seguito descritte
Germinazione
Per i cereali vernini (frumento, avena, orzo, segale)
avviene a qualche grado sopra lo zero, mentre per
quelli estivi (mais, riso, sorgo, miglio) si verifica a
temperature prossime ai 10°C.
Accestimento
Inizia quando la piantina ha 3-4 foglie; in questa fase
essa ha un aspetto cespitoso, accumula una grande
quantità di sostanze nutritive ed inizia a differenziare le
spighe. Il mais non accestisce.
Levata
Con l’aumentare della temperatura la pianta inizia ad
accrescersi, i culmi si allungano e l’infiorescenza
continua a formarsi e ingrossarsi. Alla fine della levata
si osserva la formazione dell’ultima foglia (foglia a
bandiera) sovrastante la guaina fogliare che racchiude
l’infiorescenza (fase di botticella).
Fioritura
Dopo che la spiga è uscita dall’ultima guaina fogliare
si ha la fioritura, che è resa evidente dalla fuoriuscita
delle antere delle glumelle. L’impollinazione è autogama
nel frumento, nel riso, nell’orzo, nell’avena, allogama nella
segale e nel mais
Maturazione
Inizia quando la cariosside ha raggiunto le massime
dimensioni e può essere distinta nei seguenti stadi:
maturazione lattea: le cariossidi sono ancora verdi, hanno un contenuto in acqua del
55-60% e consistenza lattiginosa-pastosa;
maturazione cerosa: in questa fase le cariossidi possono essere incise con l’unghia e
presentano un’umidità del 40-45%
maturazione piena: i chicchi sono completamente induriti ed hanno un’umidità del
20-25%;
maturazione di morte: la granella ha una percentuale di acqua del 14-16% e presenta
le condizioni migliori per la conservazione
Diffusione della coltivazione del frumento nel mondo
Area d'origine
Aree di coltivazione
FRUMENTO
Il frumento o grano è noto fin dai tempi antichi
e rappresenta ancor oggi, soprattutto nelle zone
temperate, la principale fonte di cibo per l’uomo.
Il frumento è originario dell’Asia sud-occidentale;
attualmente viene coltivato in tutti i continenti e la
produzione mondiale è costantemente aumentata
negli ultimi anni, raggiungendo nel 1993 i 564 milioni
di tonnellate.
I principali produttori sono Cina e Canada.
I paesi dell’unione Europea, tra cui spicca la Francia,
hanno una produzione complessiva pari al 15% del
totale mondiale.
In Italia si coltivano circa 2.280.000 ha, con
prevalenza di frumento duro, e si producono
complessivamente 80 milioni di quintali di cui:
- 39 milioni derivano dal grano tenero
- 41 da quello duro (1994).
Frumento tenero
La produzione italiana di frumento tenero (Triticum aestivum)
è concentrata prevalentemente al Centro-Nord e copre solo
in parte il fabbisogno nazionale (55%).
Il frumento tenero si adatta soprattutto ai terreni ben dotati,
di medio impasto ed argillosi, mentre dà produzioni scadenti
in suoli sabbiosi, poveri e a reazione acida.
Le varietà a semina autunnale coltivate in Italia sopportano bene i freddi invernali e
richiedono, a partire dalla levata, temperature crescenti. In fase di maturazione il
frumento si avvantaggia di un clima caldo e poco piovoso.
Il frumento è una pianta a medie esigenze idriche, concentrate soprattutto nel periodo
tra la levata e le prime fasi di maturazione; teme fortemente, specie nei periodi freddi, il
ristagno d’acqua nel terreno a seguito del quale si verificano sviluppo stentato per
asfissia radicale e attacchi parassitari; teme inoltre i forti venti ed i temporali primaverili
in quanto causa di allettamento.
L’aumento produttivo registratosi negli ultimi anni è in gran parte dovuto al lavoro di
miglioramento genetico, iniziato già ai primi del Novecento. Utilizzando la tecnica
dell’incrocio, sono state create delle varietà più produttive, di taglia bassa, resistenti
all’allettamento, precoci e in grado di sfuggire agli attacchi tardivi della ruggine (malattia
fungina).
Frumento duro
La coltivazione del frumento duro (Triticum durum)
è in continua espansione a seguito del costante
aumento del consumo di paste alimentari.
Questa specie, il cui centro d’origine è l’Etiopia, si coltiva
maggiormente nei Paesi mediterranei, nel Nord America,
in Argentina e nell’Europa Orientale.
In Italia la produzione è localizzata al Centro-Sud ed in particolare in Puglia e in Sicilia.
Negli ultimi anni l’area di coltivazione si è estesa anche alle zone più settentrionali, nelle
quali però non sempre si ottengono produzioni qualitativamente valide.
Infatti l’ambiente ottimale per la coltivazione è caratterizzato da piovosità concentrata nel
periodo invernale e da primavere ed estati calde senza pericoli di gelate tardive.
La cariosside del frumento duro, a differenza di quello tenero, ha frattura vitrea; in
ambienti non idonei alla coltivazione, con basse temperature ed elevata umidità, la
cariosside si presenta farinosa all’interno; questo difetto è noto come bianconatura.
La raccolta viene fatta a inizio giugno nell’Italia meridionale e a fine giugno al Nord.
Sono ancora diffuse, soprattutto negli ambienti difficili, le varietà di vecchia formazione,
a taglia medio alta. Più recentemente sono state introdotte al Centro-Sud nuove varietà
a taglia bassa e più produttive e nel Nord varietà resistenti al freddo.
Diffusione della coltivazione del mais nel mondo
Area d'origine
Aree di coltivazione
MAIS
Il mais (Zea mays) è un cereale che sta assumendo
a livello mondiale una diffusione e un’importanza crescenti.
L’aumento delle superfici investite è senza dubbio legato alla
sua utilizzazione nel settore zootecnico, pur continuando ad essere,
in molti Paesi in via di sviluppo, una delle principali risorse per l’alimentazione umana.
Il mais (o granoturco, granone, frumentone, ecc.) fu conosciuto dagli europei un mese
dopo la scoperta dell’America, all’interno di Cuba, dove era chiamato maíz.
La prima rapida diffusione del mais in Europa si ebbe nel 1600 nelle regioni Balcaniche,
allora facenti parte dell’Impero Ottomano, grazie alle condizioni climatiche favorevoli che
assicuravano produzioni di granella più che doppie rispetto ai cereali tradizionali e,
forse, anche al fatto che questo nuovo prodotto agricolo, non ancora rubricato, sfuggiva
alla tassazione.
Qualche tempo dopo il mais iniziò a diffondersi in Italia, probabilmente con varietà
provenienti dai vicini Balcani (da cui forse deriva il nome popolare di "granoturco").
Le regioni della Pianura Padana, e in particolare quelle nord-orientali, grazie al clima
favorevole furono quelle che introdussero il mais nei loro ordinamento colturali con
estensione tuttora insuperata. Ma anche le regioni peninsulari centrali trovarono nel
mais un valido contributo al precario sostentamento alimentare delle popolazioni
agricole.
Nell'agricoltura tradizionale veniva coltivato con la tecnica
dei "tre campi", uno a mais e due a frumento, con gli spazi
marginali occupati dai filari di vite associata ad alberi:
questa formula corrispondeva esattamente alle esigenze
della piccola proprietà, permettendo di ottenere il prodotto
con cui pagare i tributi (in grano) e quanto serve per una
seppur minima alimentazione (in mais, cioè polenta).
Negli ultimi 30-40 anni si è assistito ad un aumento costante delle produzioni medie, che
nel nostro Paese sono passate dalle 2-3 t di granella per ettaro alle 12 e anche 15 t per
ha. Tale progresso è dovuto sia alla sostituzione delle vecchie varietà a seme vitreo con
gli ibridi a seme farinoso molto più produttivi, sia al progressivo miglioramento delle
tecniche colturali, diffuse oramai su vasta scala.
Il mais è così scomparso dalle aree marginali non irrigate, dove dà rese modeste e
incostanti, e si è localizzato quasi esclusivamente nelle zone più fertili, irrigate.
Le regioni italiane più intensamente coltivate a mais sono Veneto, Lombardia, Piemonte
e Friuli Venezia Giulia: da sole queste quattro regioni producono circa 2/3 di tutto il mais
prodotto in Italia. Il mais è pochissimo coltivato nell’Italia Meridionale, e praticamente
assente nelle isole.
La produzione nazionale copre l’85% del fabbisogno interno (rappresentato quasi
esclusivamente dall’impiego zootecnico), che pertanto deve essere coperto ricorrendo
all’importazione, soprattutto dagli USA e dal Sud America.
Zea mais L.
Fr.
Mais, blè du Turchie
Ing. Maize, Indian corn
Ted. Mais, Kukuruz
Sp. Maiz
Descrizione
Questa erba annuale ha fusto alto 2-3 m, grosso e pieno di
midollo, foglie larghe 5-10 cm e lunghe parecchi decimetri,
cartacee e ricadenti, a disposizione alterna e distica con
guaina bel sviluppata. Superficie fogliare raggiunge 3-4 m2.
L’apparato radicale non abbondante è rinforzato da radici
avventizie che nascono dal culmo.
I fiori maschili e quelli femminili sono in pannocchie
separate (pianta monoica con fiori diclini); quelle maschili
sono terminali e portano le spighette appaiate di due fiori
con tre stami (pennacchio), quelle femminili si trovano
all’ascella delle foglie e sono circondate da grandi brattee
(dette cartoccio) entro cui sta la spiga compatta di fiori
femminili inseriti su un asse ingrossato.
Ciascun fiore è dotato di un lunghissimo stimma pendente , e nell’insieme gli stimmi formano un
ciuffo sporgente, la barba del mais, con cui si preparano tisane diuretiche.
L’infiorescenza femminile matura presenta le cariossidi ordinate in file, lucide, bianche, gialle,
purpuree o grigie; i chicchi sono diversi a seconda della varietà sia per colore,forma e dimensioni.
Il frutto è una cariosside dove si distingue:
una corona, che è la parte esterna ,
opposta alla punta inserita sull’asse.
due facce: una superiore volta all’apice della spiga,
una inferiore verso la base
lo scutello, + o - schiacciato con l’embrione, posto alla base del granello.
Facendo una sezione esternamente c’è il pericarpo, sotto c’è la testa e il
tegmen (tegumenti del seme), poi l’endosperma, alla periferia ricco di
sostanze proteiche (strato aleuronico) e all’interno costituito da un parenchima
amilifero in parte corneo e traslucido, in parte tenero e farinoso.
Infine c’è l’embrione, ricco di sostanze grasse
La composizione del granello varia entro
limiti abbastanza ampi:
sia per le varie parti che lo compongono
sia per le sostanze chimiche che contiene
Composizione della cariosside:
- germe rappresenta il 12-14%,
- endosperma farinoso il 25-30%,
- endosperma corneo il 45-50%,
- pericarpo 8-12%.
Gli oli, contenuti prevalentemente nel
germe sono circa il 3-5%
Sostanze azotate strato corneo 8-15%
Sostanze amidacee salgono al 65-75%
Biologia: ciclo vegetativo può essere diviso in 4 parti:
•Germinazione, con umidità e aria sufficienti e almeno 10°C
•Levata, caratterizzata dall’allungamento degli internodi, dall’
emissione delle foglie e dalla formazione delle radici avventizie
•Fioritura e fecondazione: la fioritura inizia con l’emissione
dell’infiorescenza maschile all’estremità della pianta e si conclude
con la formazione di una o più spighe all’ascella di foglie
mediane.Per la fioritura sono richiesti 19-20°C.
L’impollinazione è anemofila e incrociata.
•Maturazione : comprende vari stadi, come nel frumento
La classificazione delle diverse varietà di mais si basa o sulla morfologia delle cariossidi oppure sulle
caratteristiche agrarie relative alla lunghezza del ciclo vegetativo della pianta:vengono coltivati molti ibridi e
cultivar per granella, foraggio verde, per insilamento.
Coltura: il mais preferisce clima caldo o temperato- caldo: più è freddo e più è ritardata la maturazione;
ha bisogno di molta acqua, il terreno migliore è quello di medio impasto, calcareo, che può immagazzinare
molta acqua, ricco di sostanza organica.
Avversità Meteoriche: piogge prolungate nel corso della primavera , vento impetuoso, che può spezzare
anche le piante più robuste, grandine.
Animali: grillotalpa,attacca il seme e le piantine giovani, troncandole al piede, lepidotteri (Piralide e
Nottua,le larve dei quali rodono l’interno del culmo); durante la conservazione il mais può essere attaccato da
tignole e punteruolo
Funghi: carbone, provoca tumori che contengono una polvere nerastra (spore); i danni sono particolarmente
gravi se vengono attaccate le infiorescenze. Ruggini arrecano danni più limitati.
Areale
Il mais è largamente coltivato dovunque il clima sia
sufficientemente caldo e dove sia disponibile una certa
quantità d’acqua. Gli Stati Uniti sono i maggiori produttori.
L’origine del mais è americana, precisamente messicana:
atzechi ne facevano focaccine (le odierne tortillas messicane),
veniva pure usato nell’alimentazione dagli Incas e dagli
antichi abitanti di gran parte dell’America.
Tuttavia non è mai stato trovato il mais selvatico e il mais
coltivato è così legato all’uomo che nemmeno riesce ad
inselvatichirsi e a diffondere i suoi semi.
Impieghi
Gli usi principali sono alimentari.
Il mais è meno nutriente del frumento: infatti ha un basso
contenuto di proteine e scarseggiano alcuni AA essenziali
(come triptofano e lisina) oltre che le vitamine del gruppo B.
La granella macinata dà una farina che serve principalmente
per far polenta, mentre è poco adatta per fare il pane.
Il germoglio fornisce un olio ricco di acidi grassi insaturi.
E’ utilizzata anche tutta la pianta come foraggio verde o per insilamento per gli animali.
Il mais entra nella preparazione di oltre 200 prodotti, che vanno dall’alcool etilico agli sciroppi per
la tosse e perfino all’abbigliamento. Altri possibili usi si stanno costantemente ricercando.
Diffusione della coltivazione del riso nel mondo
Area d'origine
Aree di coltivazione
RISO
Il riso (Oryza sativa) è un prodotto fondamentale dell’alimentazione
umana, soprattutto per le popolazioni indocinesi che ne consumano
100-170 kg all’anno pro capite.
In Europa ed in America del Nord i consumi sono limitati (4-6 kg pro-capite).
E’ una graminacea annuale, molto sensibile alle basse temperature e ancor di più agli
sbalzi temici, la coltura si attua su terreno sommerso che mantiene la temperatura più
costante. Quindi il riso può essere coltivato solo in aree con elevata disponibilità idrica.
Diffusione della coltivazione dell'orzo nel mondo
Area d'origine
Aree di coltivazione
ORZO
L'orzo (Hordeum vulgare), quarto cereale nel mondo in
ordine di importanza, viene variamente utilizzato nella
alimentazione umana, in quella zootecnica, nella produzione
di malto e, raccolto ancora verde, come foraggio.
Il suo ciclo vitale è più breve di quello del grano, perché la
velocità di crescita è più rapida e maggiore è la capacità di
accestimento; tollera anche alte temperature e resiste
meglio degli altri alla siccità. Regge invece il freddo meno
bene di frumento e segale.
Lo si può distinguere dal grano dalle foglie, che presentano dei piccoli solchi
longitudinali sulla lamina superiore; l'attacco delle foglie è poi provvisto di un lungo
caratteristico "colletto" che abbraccia il fusto.
Viene coltivato soprattutto in Cina, USA ed Europa;
in Italia è diffuso particolarmente nelle aree del centro-sud.
Le più importanti sottospecie coltivate si possono ripartire, a seconda della disposizione
delle granelle, alle 3 categorie di orzo esastico, tetrastico e distico, ossia formate
rispettivamente da 6, 4 e due file di chicchi sulle spighe.
Gli orzi policistici sono coltivati prevalentemente per uso zootecnico, mentre quelli distici
sono adatti alla produzione di malto per la fabbricazione di birra e di whisky.
Diffusione della coltivazione dell'avena nel mondo
Area d'origine
Aree di coltivazione
Avena (Avena sativa)
AVENA
La coltura dell'avena, un tempo ampiamente diffusa
nello stesso areale del frumento, negli ultimi decenni
ha subito una drastica riduzione, soppiantata dalla
coltivazione dell'orzo, del mais e dello stesso frumento,
più produttivi e disponibili in una gamma varietale più
ampia e più adattabile alle diverse condizioni climatiche.
In Europa occidentale la superficie investita ad avena si è dimezzata negli ultimi 30 anni.
In Italia la coltura è quasi scomparsa al Nord, mentre è ancora presente in Puglia,
Basilicata, Lazio.
L'avena è una graminacea annuale, alta 60-150 cm; si semina a fine settembre e si
raccoglie in maggio. Le produzioni medie di granella si aggirano sulle 2-3 t /ha.
L'avena è utilizzata prevalentemente nell'alimentazione del bestiame, soprattutto dei
cavalli, sia come granella (biada) che come paglia.
Diffusione della coltivazione della segale nel mondo
Area d'origine
Aree di coltivazione
SEGALE
Tra i cereali, la segale occupa uno degli
ultimi posti nel mondo sia per superficie
investita che per produzione.
La sua coltivazione è ancora abbastanza
diffusa in Russia, in Polonia, in Germania,
In Cecoslovacchia e negli USA.
Per la sua resistenza alle basse temperature
la segale è presente anche in Paesi molto
freddi come la Norvegia.
In Italia le regioni più interessate alla coltura sono:
la Lombardia, il Piemonte e il Trentino.
Le rese per ettaro sono di 2,5 t.
Resiste bene ai freddi invernali, alla siccità ed è
poco esigente in fatto di sostanze nutritive.
La semina avviene in settembre-ottobre e la raccolta
della granella fra la fine di giugno e i primi di luglio.
La farina di segale è impiegata nella panificazione
da sola oppure mescolata con quella di frumento.