DIABETE Diabete, anche il trapianto del solo pancreas

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Diabete, anche il trapianto del solo
pancreas è un vero salvavita
L’Azienda universitaria pisana pubblica uno studio su 60 pazienti con la forma di tipo 1.
A dieci anni dall’intervento, l’organo è ancora pienamente funzionale nel 64% dei casi
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BRUXELLES
Accordo sul bilancio Ue 2017
L’Italia si astiene | I dubbi
di Redazione Online, Ivo Caizzi
necessità di insulina.
La prima volta che accade nel quadro delle decisioni sul
bilancio comunitario
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Diabetes, dimostra che a dieci anni di distanza dall’intervento il 92 per cento
dei pazienti è ancora in vita e soprattutto che l’organo è ancora pienamente
funzionale nel 64 per cento dei casi e il 55 per cento continua a non avere più
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Il trapianto del solo pancreas è oggi un’opzione possibile per chi ha un
diabete di tipo 1: una ricerca italiana, i cui primi risultati sono stati presentati
durante l’ultimo congresso dell’European Association for the Study of
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L’esperienza di un centro di eccellenza
L’efficacia di un impianto del solo pancreas non era finora ben chiara perché
nella maggior parte dei pazienti l’opzione trapianto si prende in
considerazione in situazioni molto critiche, impiantando pancreas e reni
quando la funzionalità renale è molto compromessa; il trapianto in questi
casi è un vero salvavita mentre non era certo che potesse essere altrettanto
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WASHINGTON
Hillary e il voto: «Ho pensato di non
uscire più di casa»
di Annalisa Grandi
opportuno trapiantare soltanto il pancreas, sebbene diversi studi sembrino
suggerire che ripristinare una buona produzione di insulina significhi
migliorare la funzione di organi come il cuore o i reni, rivelandosi in sostanza
un salvavita anch’esso nel lungo periodo. I dati raccolti nel Centro Trapianti
Pancreas dell’Azienda universitaria pisana su 60 casi operati fra il 2000 e il
2005 dimostrano che l’intervento ha consentito una normalizzazione
duratura della glicemia nella maggioranza dei pazienti, risolvendo le
complicanze acute legate alla terapia con insulina (per esempio il pericolo di
ipoglicemie) e bloccando o talvolta migliorando l’evoluzione delle
complicanze microvascolari, ottimizzando perfino il colesterolo totale e LDL.
L’ex first lady al primo evento pubblico: «Non è facile per
me essere qui» - Video
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Chirurgia Generale e dei Trapianti dell’Azienda ospedaliera universitaria di
Pisa, aggiunge: «La recente possibilità di effettuare la procedura tramite la
chirurgia robotica, quindi in via mininvasiva, è un grosso passo avanti nel
trapianto del solo pancreas: ridurre in modo significativo il trauma chirurgico
elimina infatti uno dei maggiori ostacoli all’intervento. Il vero problema è
tuttavia la scarsità di donatori: devono essere giovani, con meno di 40 anni, e
idealmente dovrebbero essere deceduti di un trauma cranico. Altri parametri
poi restringono ulteriormente il campo e cosi i possibili donatori sono
pochissimi: l’uso ottimale di quelli disponibili, magari attraverso protocolli di
scambio nazionali e internazionali, è perciò necessario anche perché si tratta
di un tipo di chirurgia che ha ottimi risultati nelle mani di medici esperti, con
un buon volume di trapianti».
Il pancreas artificiale
Per il momento ciò che più si avvicina al trapianto è l’auspicato arrivo del
pancreas artificiale, ovvero la possibilità di «dimenticare» l’iniezione di
insulina attraverso uno strumento che monitori la glicemia e quindi, grazie a
un software apposito, inietti di volta in volta la quantità di ormone necessaria
attraverso un microinfusore. La tecnologia corre e la speranza è che si arrivi a
uno strumento simile quanto prima: per il momento è già stato approvato
negli Stati Uniti un apparecchio che lascia al paziente soltanto la gestione
dell’insulina ai pasti, monitorando la glicemia in continuo e provvedendo
di Redazione Online e Monica Guerzoni
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«Questi risultati indicano che la procedura è sicura: il tasso di mortalità è
stato di appena lo 0,83 per cento annuo. I dati sono molto incoraggianti e
mostrano che il trapianto può essere efficace per i diabetici di tipo 1 con
indicazione all’intervento», spiega Margherita Occhipinti, uno dei medici
coinvolti nell’indagine che è stata condotta da giovani ricercatori sostenuti
dalla Società Italiana di Diabetologia. Ugo Boggi, direttore dell’unità di
Renzi: «Se vince il No niente governo
tecnico»
Bersani: «Se perde, resti»
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all’erogazione dell’ormone basale. Lo strumento, approvato a fine settembre
dalla Food and Drug Administration per pazienti con più di 14 anni, nei test
clinici ha dimostrato di ridurre la variabilità glicemica, il rischio di ipo- e
iperglicemie e i valori di emoglobina glicata, consentendo un miglioramento
del controllo della glicemia soprattutto nelle ore notturne: stando agli esperti,
dovrebbe arrivare sul mercato nella primavera del 2017. Già oggi invece è
disponibile anche nel nostro Paese un apparecchio che monitora il glucosio
ed è capace di prevedere l’arrivo di un’ipoglicemia, sospendendo quindi
temporaneamente l’erogazione dell’insulina per prevenirla. Il prossimo passo
sarà l’automatizzazione completa di tutto il processo per un vero pancreas
artificiale: diversi sistemi sono in sperimentazione e la speranza è di arrivare
a un sostituto dell’organo già nel giro di pochi anni.
La nostra testata vince il bando DNI per i progetti
innovativi del giornalismo
16 novembre 2016 (modifica il 17 novembre 2016 | 13:22)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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