DI COSA PARLERO’ OGGI
Cos’è l’APA?
2. La storia
3. I principali organismi
4. La carta europea dello sport
5. Le classificazioni dell’OMS
6. Perchè si diventa disabili?
7. Ampliamento del concetto di adattamento
8. Tabella degli adattamenti
9. Unità di apprendimento
1.
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
1. Cos’è l’APA?
dall’inglese Adapted Physical Activity o
dal francese Activité Physique Adaptée
Le attività fisiche adattate sono più note a
livello internazionale sotto la sigla APA
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Le attività fisiche
adattate
Per attività fisiche adattate si intende
l’educazione fisica e sportiva
opportunamente modificata in
modo tale da valorizzare le capacità di
tutti e in particolare di chi si trova in
una situazione di disabilità
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Il concetto di adattamento è
ciò che differenzia
la tradizionale educazione fisica e
sportivache adatta il piano di lavoro alla
realtà degli studenti, secondo una logica di
individualizzazione
dall’educazione fisica e sportiva adattata 
che parte dalle reali capacità e potenzialità
degli allievi per costruire il piano di lavoro,
secondo una logica di personalizzazione
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
2. La storia

anni 40 inizialmente è stata la riabilitazione

Canada 1974 Il termine APA compare ufficialmente, ad opera di Clermond
disabili (Ludwig Guttman, 1899 – 1980)
1948: Stoke Mandeville( Gran Bretagna)
1952: Stoke Mandeville :giochi internazionali
1960: 1 paraolimpiade a Romma
ad utilizzare lo sport per
Simard in risposta alle richieste della popolazione anziana del Québec. Il
concetto di APA viene in seguito esteso alle esigenze delle persone con
disabilità (riadattamento)

1975, Jean Claude De Potter importa in Europa le tematiche e le esigenze
delle persone con disabilità, si fa promotore di iniziative che pone all’attenzione
degli organismi europei ( UNESCO, ministri responsabili dello sport)

1984, il concetto di APA viene recepito dal Consiglio d’Europa all’interno della
Carta Europea dello sport per tutti
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Carta Europea dello sport per tutti

In questa Carta si afferma che «l’accessibilità nella
pratica sportiva da parte di utenti (pubblico e
atleti) portatori di handicap diviene sempre più
condizione indispensabile per fare dello sport
un servizio ed un fenomeno rispondente alle
attese della società».[1]
[1] A. Bianco, E. Tasso, J. Bilard, G. Ninot, A. Varray, Insegnare a far vivere le
attività fisiche adattate, La lontra, Genova 2004, p. 365.
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Carta Europea dello sport per tutti

Alla base di tale pratica sta il
concetto che ciò che può essere
fatto corrisponde alle reali
capacità del soggetto: si parte da
lui e da ciò che può fare, dalle sue
potenzialità residue.
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
1986, a Berlino viene data la
prima definizione di APA:
“APA
comprende ogni
movimento,attività fisica o sport
che può essere praticato da
individui limitati nelle loro
capacità da deficit fisici,
psicologici, mentali o da
alterazioni di alcune grandi
funzioni”
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
2000. L’ICSSPE (l’International Council of
Sport Science and Physical Education ) ha aggiornato la
definizione di APA, riprendendo le direttive europee
definendolo….. un termine “ombrello”, usato in tutto il
mondo, per individuare un’area interdisciplinare di saperi
e di attività che includono l’educazione fisica, il tempo libero, la
danza, lo sport, il fitness e la riabilitazione,
indirizzati a individui con impedimenti, di qualsiasi età
e lungo il ciclo della vita:
in esso sono integrate informazioni e risultati di ricerche di
sottodiscipline delle scienze del movimento e dello sport
(per esempio biomeccanica, psicologia dello sport, pedagogia dello
sport ecc.), così come di altre aree scientifiche (medicina,
riabilitazione scienze, psicologia ecc.) che si occupano dell’attività
fisica e dello sport di persone con bisogni particolari e individui con
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
disabilità.[1]
Il concetto si è, quindi, ampliato nel
tempo, fino a indicare una vasta area
interdisciplinare comprendente
attività, discipline sportive e scienze
al servizio delle persone diversamente
abili
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Attualmente le APA
comprendono:



forme di sport normali (basket) ,
forme adattate (il basket in carrozzina),
forme di nuova invenzione (il Torball)
nato come sport specifico per i non vedenti
o il Baskin ( Basket integrato) , nato
come sport per soggetti normali e disabili
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Il campo da gioco e il canestro laterale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
In conclusione…
il termine AFA si è nel tempo modificato,
ampliandosi fino a comprendere tutti gli
adattamenti necessari per rispondere alle
esigenze di differenti individui e in contesti
ambientali diversificati.
In sostanza le APA di oggi considerano tutti gli adattamenti
utilizzati non più solo per soggetti diversamente abili, ma
per tutte le categorie di soggetti con problemi
speciali: anziani, bambini piccoli, malati organici
(diabetici, obesi, anoressici ecc.), fino a comprendere
soggetti che si trovano in situazione di disagio, quali
detenuti, malati di aids ecc. Tale elenco è destinato
probabilmente a cambiare, per contemplare le nuove
categorie che via viaMarisa
si verranno
a formare
.
Vicini 20 ottobre 2009_
Pedagogia Speciale
3. Gli organismi internazionali

IFAPA (1973) - Federazione Internazionale di Attività
Fisiche Adattate - fondata in Québec (Canada) con il
compito di coordinare le iniziative delle varie organizzazioni
internazionali, nazionali o regionali
è connessa con numerosi altri enti governativi, fra cui:
1.
Il C.P.I. - Comitato Paraolimpico Internazionale
( giochi olimpici e gare)
ICSSPE - International Council of Sport Science and
Physical Education ( Consiglio internazionale di scienze
dello sport ed educazione fisica)
S.O.- Special Olympic - nato nel 1968 e riconosciuto
ufficialmente dal CIO nel 1988  programma
educativo/competeizioni per adulti e ragazzi con
ritardo mentale Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
2.
3.
Tratto da P. Raimondo.Handicap e attività motorie:profili normativi, Ed MAggioli Repubblica di San Marino
La gestione degli sport per
disabili in Italia


1.
2.
3.
Anni 50. Prima olimpiade per atleti paraplegici
(Dott. Antonio Maglio)
1990. F.I.S.D. ( Federazione Italiana sport
disabili)- nasce dall’unione di tre federazioni:
(1974) FISHA: federazione italiana sport handicappati
(1980) FICS : federazione italiana ciechi sportivi
(1981) FSSI: federazione silenziosi sportivi
Attualmente su 3 milioni di disabili presenti in
Italia, 30.000 sono le persone che praticano
sport: fra essi circa 15.000 sono tesserati
FISD,cui sono affiliate 600 associazioni sportive
Tratto da P. Raimondo.Handicap e attività motorie:profili normativi, Ed MAggioli Repubblica di San Marino 2007,p.209
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
4. La carta europea dello sport ( 1984)
individua 3 livelli di adattamento delle
attività secondo ottiche differenti:
1.
2.
3.
sportiva, riguarda l’adattamento nello sport,
sociale, riguarda l’attività fisica nel tempo libero,
psicomotoria, si riferisce all’attività motoria in
generale.[1]

[1] In realtà la carta europea dello sport parla
anche di un quarto livello che riguarda l’ambito
della riabilitazione e della terapia, che qui non
trattiamo
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
1. Ottica sportiva
lo sport deve rimanere tale:



Performance
Allenamento
Pratica organizzata ( federazioni, gare…)
Non bisogna snaturare lo sport…basket in
carrozzina…nuoto… atletica….
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
2. Ottica sociale tempo libero
La logica è diversa:

inserimento in reti sociali

integrazione

piacere per l’attività fisica

rispetto della logica interna dell’attività
che si propone, per es. nel nuoto…:
1.
2.
3.
Attività in ambiente liquido…
Padronanza della respirazione….
Propulsione con movimenti braccia/gambe…
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
3. Ottica psicomotoria
Nei primi 2 livelli i soggetti hanno scelto di praticare
l’attività sportiva; in questo terzo livello la
scelta non è ancora presente, non c’è
motivazione o desiderio alcuno per es. nei
disabili mentali
Quindi il soggetto deve essere aiutato a:

trovare un senso

essere attivo ( provare piacere)

agire e/ o reagire ( attivare tutti i sensi)
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
4. Le classificazioni dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità
1.
2.
3.
1970: ICD o International
classification of disisis
1980: ICIDH o l’International
Classification of Impairments,
Disabilities and Handicaps
2001: ICF o International
Classification of Functioning,
Disability and Health
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
1. 1970  I.C.D.
.
eziologia  patologia  manifestazione clinica
Scopo :
 permettere un confronto fra i diversi sistemi sanitari
 cogliere la causa delle patologie formulando la
documentazione del disturbo/patologia
 approccio bio –medico che dà molto risalto agli agenti
eziologici della malattia (cause) e alle conseguenti
terapie mediche/riabilitative
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
2. 1980  I.C.I.D.H.
Menomazione
danno
anatomico,
fisiologico o
psicologico
Amputazione
della gamba
disabilità
incapacità di
svolgere una
funzione normale
per un essere
umano. Funzione
di tipo fisiologico
– motricità, udito,
parola
Perdita funzione
deambulazione
handicap
svantaggio sociale,
anche come
conseguenza di
una menomazione
o disabilità, ma
non solo
Isolamento/svanta
ggio sociale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
3. 2001  I.C.F.

assistiamo a un grosso salto concettuale: le prime
due classificazioni si basavano su carenze, l’ICF su
risorse

non si parla più di disturbo e di malattia ma di

Approccio secondo un modello bio – psico – sociale:
vengono, infatti, presi in considerazione i fattori
contestuali che possono influire notevolmente sulla
situazione di salute:si parla di fattori personali (età, stili
di vita…) e ambientali( casa, ambiente di lavoro…)
condizione di salute
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
att
ivi
pa
tà
rte
ci
pa
zi
on
e
condizione di salute
(disturbo / malattia)
funzione e
struttura corporea
menomazione
fattori ambientali
attività
partecipazione
disabilità
handicap
fattori personali
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
La stessa menomazione, per esempio,
può avere un decorso differente su
persone diverse e in contesti diversi
se anziano e normalmente sedentario,
potrà avere meno stimoli e soffrire
maggiormente di una situazione di
svantaggio sociale
se giovane e motivato, potrà esser
stimolato dalla pratica sportiva, diventare un
atleta, gareggiare e integrarsi benissimo a
livello sociale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
In conclusione…


ICID – ICDH taglio medico che si aggiorna
nel tempo (ora siamo alla decima edizione);
ICFtaglio sociale, analizza la correlazione
fra salute e ambiente
l’ideale sarebbe che le due classificazioni
venissero utilizzate insieme
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
5.Perchè si diventa disabili?
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
1. Il processo coordinativo
Percezione
Programmazione della
risposta
Risposta
motoria
Sistema
afferente
Sistema di elaborazione
della risposta
Sistema
efferente
Modello classico
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
1. Il processo coordinativo

Per eseguire un’azione motoria nel modo più
efficace occorre l’integrità delle funzioni,
degli apparati e dei sistemi che la rendono
possibile

Se vi sono problemi ad uno o più livelli dei
suddetti sistemi (sensoriale, dell’elaborazione
della risposta e motorio) si hanno difficoltà o
disabilità
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
2. Il processo coordinativo
emotività
Percezione:
Decisione
Programmazione
della risposta
Risposta
motoria
Dati interni
propriocezione
Esterni
esterocezione
- Interpretazione
- Attenzione
- Memoria
n base alle
informazioni percepite
Alla loro
interpretazione,alle
abilità possedute in
memoria…
Coordinazione:
•Volontaria
•Automatica
•Riflessa
feedback
Disabilità sensoriale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
disabilità mentale
Disabilità motoria
LA DISBILITA’ FISICA
Detto anche “disabilità motoria”, è caratterizzata dalla parziale o totale limitazione del movimento
Sono coloro che per difetto dello sviluppo, congenito o acquisito, malattia o disgrazia sono e
possono diventare incapaci nell’uso del corpo e delle sue membra.
Classificazione
Paraplegia
Tetraplegia
Definizione
Cause
•Congenita
È la paralisi completa o
•Traumatica:
parziale di due arti. Può
trattarsi di emiplegia (paralisi - malattie
di un arto inferiore e superiore- incidenti
dello stesso emicorpo) o di
displegia (paralisi dei due arti
superiori o inferiori)
È la paralisi completa o
parziale dei quattro arti.
•Congenita
•Traumatica:
- malattie
- incidenti
Amputazioni
E la mancanza di parte o di un •Traumatica
•In alcuni casi
arto intero o più arti
terapeutica, per evitare
danni peggiori al
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
paziente
Discipline Sportive
Ufficiali *
•Atletica
•Bocce
•Basket
•Nuoto
•Tennis
tavolo
•Sci alpino
•Sci nordico
•Scherma
•Canoa –Kajak
•Tiro a segno
•Tiro con l’arco
• Equitazione
La disabilità fisica
classificazione
tipologie
1. lesioni cerebrali. In base alle
•paralisi spastiche ( sistema piramidale)
caratteristiche del disturbo neurologico •paralisi atetosiche/distoniche ( sistema extrapiramidale)
distinguiamo:
•paralisi atassiche ( cervelletto)
•Paralisi miste: si ha una combinazione delle forme di disturbo
sopra descritte.
2. lesioni midollari. In base alla•monoparesi, se è colpito un solo arto,
localizzazione del disturbo motorio•diparesi, se i due arti superiori,
distinguiamo:
•paraparesi, se i due arti inferiori,
•tetra paresi, se i quattro arti,
•emiparesi, se è colpito metà corpo.
3. Lesioni periferiche: il danno riguarda •paralisi distrofiche:
le strutture periferiche: nervi spinali e •distrofia di Duchenne
cranici
•distrofia di Becker
4. amputazioni. Le distinguiamo in base •al di sopra del ginocchio
alla localizzazione della lesione:
•al di sotto del ginocchio
•al disopra del gomito
•al di sotto del gomito
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
DISABILITA’SENSORIALE
È una lesione più o meno grave della funzionalità degli organi di senso, in particolare la vista e l’udito
Sono coloro che soffrono di anomalie e disfunzioni della visione o di insufficienza visiva, fino ai casi più
gravi di cecità; di coloro che per difetto congenito o acquisito soffrono di sordità,che può essere lieve,
media,grave, totale; di coloro che non possiedono nessuna espressione verbale o la possiedono in modo
rudimentale
Handicap della
vista (ipovedenti,
non vedenti)
•Congenito (malformazione
È un’alterazione più o meno
grave della vista, senza
dell’occhio)
compromissione delle funzioni •Traumatico:
motorie
- rosolia
- incidenti
•
Handicap
dell’udito
(audiolesi, non
udenti)
È un’alterazione più o meno
grave dell’udito, senza
compromissione delle funzioni
motorie (salvo i casi in cui il
deficit uditivo compromette
anche la funzione di equilibrio)
Tutti gli sport,
insieme a soggetti
abili, a meno che non
vi siano disturbi di
equilibrio
•Congenito
(malformazioni
dell’organo dell’udito)
•Traumatico:
- meningite,
- otite cronica
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Atletica
•ciclismo
•torball
•goalball
•judo
•sci alpino
•sci nordico
•equitazione
•nuoto
•vela
La disabilità sensoriale
classificazione
tipologie
Disabilità uditiva: perdita totale •Profonda (cofosi), con soglia uguale o superiore a 90
o parziale del senso dell'udito.
decibel
Può essere:
•Grave (sordastria), con soglia tra i 70 e i 90 decibel
•Media (sordasria),con soglia tra i 40 e i 70 decibel
•Lieve (ipoacusia) con soglia tra i 20 e i 40 decibel
Disabilità visiva: anomalia e
disfunzione della visione o
insufficienza visiva.
Distinguiamo:
•non vedenti, ovvero soggetti che non hanno nessuna
percezione della luce in entrambi gli occhi
•ipovedenti, ovvero soggetti che hanno ridotta acuità
visiva
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
DISABILITA’MENTALE
È una condizione di deficit psichico, dovuto a cause diverse
Sono coloro che presentano una minorazione mentale dovuta a difetto di funzioni e di attitudini
con o senza alterazioni organiche cerebrali
Sindrome di Down I soggetti presentano un deficit Congenita, dovuta alla
mentale più o meno grave,
presenza di un cromosoma
caratteri somatici particolari in più nel patrimonio
(occhi a mandorla, collo tozzo genetico della persona
ecc.) e anomalie funzionali,
spesso difetti cardiaci
Autismo
•Fattori psico-fisici
È un grave handicap
relazionale, caratterizzato da •Fattori ambientali
notevoli difficoltà di
identificazione personale e
generalmente associato a
disturbi motori che colpiscono
i movimenti grossolani.
Paresi cerebrali
Sono disturbi non ereditari, Traumi cerebrali prima,
che si presentano secondo
durante o dopo il parto
diverse forme di gravità e di
invalidità
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
•Atletica
•Nuoto
Calcio
•basket
•equitazione
•ginnastica
•sci nordico
•sci alpino
•Nuoto
•Ginnastica
terapeutica
•
La disabilità mentale
classificazione
tipologie
Sindrome di Down
•deficit mentale più o meno grave
•caratteri somatici particolari( occhi a mandorla, ecc)
•anomalie funzionali (difetti cardiaci)
Sindrome autistica
•deficit relazionale, comunicativo e sociale più o meno grave
•difficoltà di identificazione personale
•spesso associato a disturbi motori che colpiscono i
movimenti grossolani( cammino, equilibrio,ecc)
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
7. Ampliamento del
concetto di Adattamento



soggetti disabili: fisici, sensoriali o mentali
malati organici: obesi, anoressici, affetti da asma e diabete…
alunni problematici, caratterizzati da disturbi del
comportamento, da disagio ed esclusione sociale (per
detenzione, droga, problemi familiari, educazione, ecc)
Ma anche…

soggetti anziani ed altre categorie che presentano una
qualche forma di “differenza” rispetto alla normalità.
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Verso le integrazioni
Ciò che oggi rappresenta un “problema” sta
diventando la norma: disabili, malati organici, ragazzi con
problemi di comportamento, rom, stranieri ecc. …..
Per questo motivo bisogna guardare alla realtà scolastica da
un nuovo punto di vista, con un nuovo sguardo: quello della
personalizzazione
la classe non è un’entità astratta ma un insieme di
persone diverse, per ciascuna delle quali è doveroso adottare
un percorso specifico per questo si preferisce oggi parlare di
integrazioni
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
APA e benessere della persona

Benefici fisici adattamenti metabolici
paragonabili a quelli che si verificano nei soggetti
normodotati

Benefici sul piano psico sociale
partecipazione ad un gruppo, comunicazione
interpersonale, socialità, autoefficacia, autostima,
autonomia….

Proprio per tutti questi motivi l’attività motoria e
sportiva rappresenta uno strumento privilegiato
per superare il disagio e aprirsi al mondo.
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Si parla di benessere intendendo con
esso uno stato soggettivo della
persona
l’esperienza soggettiva riveste un
posto considerevole in quanto
possibilità di riuscita e di
partecipazione all’attività fisica e
sportiva
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
8. Gli adattamenti
l’adattamento è stato definito da
Scherill come “ l’arte e la scienza di
produrre delle variabili per
ottenere i risultati desiderati”
Tratto da G.Bertagna,Scuola in movimento:la pedagogia e la didattica delle
scienze motorie e sportive tra riforma della scuola e dell’università, Franco
Angeli,Milano 2004
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Gli adattamenti
1.
2.
3.
4.
Spazi
Materiali
Regole
linguaggio
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
In conclusione…
Il più delle volte le difficoltà sono presenti a più livelli, per cui
risulta difficile classificare le persone in modo preciso.



Spesso si accompagnano difficoltà di:
relazione
carenze di espressione verbale e non verbale
mancanza di autostima, consapevolezza, autonomia, ecc.
Per la complessità dei quadri è necessario, pertanto, che i P.E.I.
(previsti dalla Legge 104/ 92,) vengano proposti tenendo conto
dei molteplici aspetti implicati e siano formulati in stretta
collaborazione con l’equipe medica di riferimento, la famiglia e tutti i
soggetti che si occupano dei ragazzi disabili, secondo una logica di
sussidiaritetà
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
due approcci
uomo





persona
Considero solo il
Deficit/disabilità
Mi concentro sul Pei/Piano
di lavoro/progetto per
cercare soluzioni
migliorative
Decido insieme alla
famiglia/medico…. a
prescindere dall’alunno
Utilizzo una tecnica con una
logica solo compensativa
…





Parto dalle risorse residue
Considero i bisogni in
termini di aspettative del
soggetto
La ricerca di soluzioni
migliorative sono condivise
col soggetto disabile, con i
genitori…..
Mi interessa cosa pensa
l’alunno disabile
….
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
9. Un esempio di Unità di
apprendimento
-disabilità organica persona con asma
-disabilità mentale persona Down
Come attivare la personalizzazione?
1.
Lavoro in coppia
2.
Lavoro differenziato( 100 punti)
3.
Lavoro adattato
Progetto di corsa
1.
corsa regolare( 40 punti)
2.
Corsa irregolare( 30 punti)
3.
Test finale( 30 punti)
Adattamenti
Mentali corsa a coppie con obiettivi di corsa adattati
Fisici corsa in carrozzina
Sensoriali corsa con guida visiva o sonora
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale
BIBLIOGRAFIA
Anna Bianco….,Insegnare a far vivere le attività fisiche adattate , Ed La
Lontra 2004
G.Bertagna ( a cura di), Scuola in movimento- la pedagogia e la didattica
delle scienze motorie e sportive tra riforma della scuola e
dell’università, Ed F.Angeli,Milano 2004
M.Vicini, Il nuovo Scienze Motorie e Sportive per la sec. 1° grado, Ed Bruno
Mondadori, 2009 Manuale di attività fisiche adattate
Pierluigi Raimondo, Handicap e attività motorie: profili normativi Maggiolii
Editore, Repubblica di San Marino 2007
Luigi Bertini, Attività sportive adattate, Ed. Calzetti Mariucci Perugia 2005
Castelli-Pellai-Rocca-Vicini Mi muovo sto bene Ed Franco Angeli 2004 ( manuale
prevenzione e salute con percorsi operativi sulla disabilità)
Marisa Vicini 20 ottobre 2009_ Pedagogia Speciale