Sezione 1 Il sistema del diritto delle imprese

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CAPITOLO I
IL FENOMENO E
LE NOZIONI DI IMPRESA
Sezione 1
Il sistema del diritto delle imprese
1. Il sistema economico
• Gli elementi del sistema economico: produzione e
consumo cui si aggiunge lo scambio
• Il mercato e le sue diverse accezioni: luogo, modello
di sistema economico, comunità, organizzazione
• La globalizzazione degli scambi e dei mercati
largamente dovuta all’abbattimento degli ostacoli
giuridici alla circolazione delle merci e dei capitali
(USA, UE, WTO) ma anche all’evoluzione
tecnologica
• Il ruolo centrale dell’impresa: la sua disciplina
giuridica
2. Diritto civile e diritto commerciale
• Il sistema del diritto civile incentrato sul diritto di
proprietà: diritto di godere e potere di disporre
• Un sistema particolarmente confacente ad un sistema
economico fondato sulla ricchezza immobiliare e la
produzione agricola: la disciplina della proprietà
terriera e dell’appropriazione anche dei frutti della
produzione agricola
• La produzione commerciale e la sua destinazione allo
scambio sui mercati in cambio di altri prodotti
(baratto) e di moneta
• … e il diritto commerciale: certezza e celerità degli
acquisti, organizzazione, concorrenza, finanziamento,
tutela del credito
3. L’evoluzione del diritto commerciale
•
Il diritto dei commercianti quali componenti di una corporazione: la connotazione
professionale del diritto commerciale sancita da statuti e usi professionali locali
•
L’affermazione della libertà di commercio (1791) segna l’evoluzione del diritto del
commercio:
•
Statualizzazione delle sue fonti
•
… statuto del commerciante (il codice di commercio)
•
… atti di commercio in senso oggettivo da chiunque compiuti
•
Da diritto dei commercianti a diritto degli atti di commercio
•
Il diritto delle imprese confluisce nel 1942 nel codice civile salvo che per il diritto di
navigazione e il diritto fallimentare
•
La commercializzazione del diritto privato generale e l’affermazione di un suo statuto
speciale fondato sulla nozione di imprenditore (2082)
•
La rilevanza centrale del fenomeno della produzione nella nozione dell’impresa:
quest’ultima è il vero oggetto del diritto commerciale
•
Diritto delle imprese
4. Diritto commerciale e diritto delle imprese
• Diritto dell’impresa e ideologia corporativa nel codice del
1942
• L’impresa nella Costituzione
• L’iniziativa privata (art. 41/1) e l’intervento pubblico
nell’economia (art. 41/2 e ss. e art. 43)
• L’integrazione europea e le sue principali conseguenze (v.
Tratt. FUE):
a) la «comunitarizzazione» delle discipline del diritto
dell’impresa
b) il primato del mercato: privatizzazioni e liberalizzazioni
c) la tutela e la promozione della concorrenza
• Diritto delle imprese tra integrazione europea e
globalizzazione
5. Le fonti del diritto
•
La complessità delle fonti e il loro rapporto con le dinamiche economiche
•
La flessibilità delle fonti e le istanze di rigidità dei sistemi nazionali
•
Nuove tecniche di normazione
•
Le fonti «transnazionali»
•
La c.d. soft law
•
Le regole del cyberspace: le regole B2B e B2C
•
Sistema attuale delle fonti (art. 1 disp. prel. c.c.)
√ Trattati di fondazione dell’UE e Costituzione
√ Codice civile (Libro V e IV) e legislazione speciale
√ Regolamenti di Ministro, Consob, BdI
√ Fonti private (usi e raccolte di usi; codici di autodisciplina; principi e regole del
commercio internazionale)
6. Il sistema del diritto delle imprese attuale
•
Disciplina e sistema del diritto delle imprese: disorganicità
formale e prospettiva sostanziale
•
Impresa e mercato: un rapporto stretto
•
I diversi modelli organizzativi hanno l’obiettivo di favorire
l’accesso al mercato
•
La concorrenza: concorrenza sul mercato e correttezza nei
rapporti tra imprenditori (concorrenza leale)
•
La proprietà industriale come prima manifestazione della
libertà di iniziativa economica
•
La contrattazione: le esigenze di tutela dei consumatori
•
Il finanziamento
•
Operazioni di finanziamento e titoli di credito
• La struttura
• L’organizzazione
• L’azienda
• La contabilità
• La pubblicità legale
• La crisi
• I mercati regolamentati
• … il mercato finanziario
• … il mercato bancario e il mercato assicurativo
• … i mercati dei servizi di pubblica utilità
Sezione 2
Nozioni e categorie di imprese
7. Profili giuridici e nozioni di impresa
• L’impresa in senso economico come organizzazione
di fattori produttivi, lavoro e capitali
• I profili di rilevanza giuridica dell’impresa: mancanza
di una definizione nel codice civile
• Impresa e imprenditore
• Qualificazione e individuazione dell’imprenditore:
art. 2082 c.c., «E’ imprenditore chi esercita
professionalmente un’attività economica organizzata
al fine della produzione o dello scambio di beni o
servizi»
• Definizione dell’ambito di applicazione sotto il profilo
sia soggettivo che temporale
• Categorie di imprenditori e di imprese (oggetto,
dimensione, natura del soggetto, forma individuale o
collettiva)
• Pluralità di nozioni di impresa nei diversi settori del
diritto il cui fenomeno assume rilevanza
8. La nozione di impresa nel codice civile
• Gli elementi della nozione generale
• … l’attività: come pluralità di atti tra loro funzionalmente collegati e finalizzati al perseguimento di un
determinato obiettivo
• … la produzione e lo scambio di beni o servizi: come
attività produttiva, e non di mero godimento, di beni o
servizi destinati al mercato
• … l’economicità: è una modalità di esercizio che
tende alla copertura dei costi con i ricavi
• … la professionalità: anche questa è una modalità di
esercizio e consiste nella stabilità dell’attività (o nella
presenza di una stabile organizzazione)
• … l’organizzazione di fattori produttivi (non solo il
lavoro personale) come il capitale e il lavoro altrui
• Impresa illecita: impresa illegale e impresa immorale
• Esclusione delle professioni intellettuali: per questo tipo
di attività le norme sull’impresa si applicano solo
quando l’esercizio della professione costituisce
elemento di un’attività organizzata in forma d’impresa
(2238 c.c.) 9. Impresa agricola e impresa commerciale
•
Le categorie di imprese e statuto delle imprese
•
La nozione di impresa agricola (2135 c.c.)
•
… le attività principali: coltivazione del fondo, selvicoltura e
allevamento di animali
•
… le attività connesse: (i) manipolazione e
commercializzazione di prodotti ottenuti prevalentemente
dalle attività principali e (ii) fornitura di servizi utilizzando
prevalentemente le attrezzature o risorse dell’azienda agricola
… connessione soggettiva e connessione oggettiva
•
La nozione di impresa commerciale (2195 c.c.)
•
… le attività «commerciali»
•
… inesistenza dell’impresa «civile»
•
Distinzione fondata sul principio che l’impresa che NON è
agricola ex 2135 è per definizione impresa commerciale
10. Piccola impresa e impresa non piccola
• La distinzione in base alle dimensioni
• La nozione di piccola impresa (2083 c.c.)
• … le singole figure: coltivatore diretto, artigiano e
piccolo commerciante
• … e l’impresa artigiana nelle leggi speciali
• Il criterio generale: vero criterio definitorio di questa
categoria
• Piccola impresa e lavoro autonomo: nella prima deve
esserci un’organizzazione di altri fattori produttivi
oltre al lavoro proprio e dei componenti della propria
famiglia
• Le imprese di minori dimensioni nella legge
fallimentare (art. 1 l.f.)
• Le micro-imprese
11.
Categorie di imprese e disciplina applicabile
• Rilevanza delle categorie di imprese ai fini
dell’applicazione di diverse discipline (v. documento)
• Lo statuto generale delle imprese (disciplina su
azienda, segni distintivi, concorrenza, concorrenza
sleale e consorzi)
• Lo statuto dell’impresa commerciale non piccola
(pubblicità legale, scritture contabili, rappresentanza commerciale; fallimento)
• … e le sue «asimmetrie» (v. per registro imprese,
scritture contabili e bilancio, fallimento)
• Altri profili del diritto delle imprese
• … professionista e produttore
• Gli statuti «settoriali» dei mercati regolati
12. Ambito di applicazione della disciplina delle imprese
• Nozione di impresa e ambito di applicazione della disciplina
a) L’ambito temporale di applicazione
… l’inizio dell’impresa: per le persone fisiche (e soggetti
equiparati) si ha con l’inizio degli atti diretti a creare
l’organizzazione (atti di organizzazione e non
dell’organizzazione); per le società (e soggetti equiparati)
coincide con la costituzione dell’ente
… la cessazione dell’impresa: eventi naturali o
disaggregazione del patrimonio aziendale come cessione
effettiva dell’imprenditore persona fisica; cessazione
formale dell’ente secondo le regole applicabili alle
singole tipologie organizzative
b) L’attribuzione della qualità di imprenditore
… la spendita del nome
• La teoria dell’imprenditore occulto
… e la teoria della responsabilità d’impresa
… inammissibilità del fallimento del socio tiranno o sovrano
… inammissibilità del fallimento del dominus occulto
Sezione 3
Modelli organizzativi delle imprese
13.
Impresa e modelli organizzativi
• I modelli organizzativi: scelta del modello come
manifestazione della libertà di iniziativa economica
• Classificazione dei modelli organizzativi
√ Impresa individuale e impresa collettiva (rectius,
entificata): in queste ultime vi è un atto di
destinazione di beni che
separa le vicende dell’impresa da
quelle di chi ha assunto l’iniziativa, l’ente diventa
l’imprenditore
√ Tra le imprese collettive:
- Private (societarie e non come consorzi, GEIE,
fondazioni e associazioni)
- Pubbliche (imprese-organo, enti)
• Modelli organizzativi di diritto italiano e straniero
(art. 16 disp. prel.; art. 2508 c.c.; art. 54 FUE)
• Rilevanza del modello organizzativo sulla disciplina
delle imprese
• Libertà e limiti nella scelta del modello organizzativo: tale scelta incide sul regime giuridico
applicabile per la (i) responsabilità delle obbligazioni,
(ii) la destinazione dei risultati, (iii) gestione e
rappresentanza, (iv) finanziamento
• Divieto di modelli atipici e altre limitazioni alla
libertà di scelta del modello organizzativo
• La modifica e il cambiamento del modello
organizzativo
• Rilevazione quantitativa delle imprese italiane
14. Impresa individuale
• E’ la più semplice forma organizzativa d’impresa: è
soggetta allo statuto generale dell’imprenditore e, se non
svolge attività agricola, allo statuto speciale
dell’imprenditore commerciale. Non è soggetta a
particolari norme relative ad un modello organizzativo
• Capacità all’esercizio di attività d’impresa
√ per l’esercizio dell’attività d’impresa
l’imprenditore deve avere capacità giuridica e
capacità di agire
√ norme speciali per l’esercizio di imprese
commerciali in nome e per conto dell’incapace
rispetto alla disciplina generale sull’amministrazione del patrimonio dell’incapace
• Impresa familiare (230 bis c.c.): non è un diverso tipo
di impresa ma una disciplina posta a tutela dei
componenti del nucleo familiare dell’imprenditore
√ diritti di partecipazione di tipo patrimoniale e
amministrativo, tutti a rilevanza interna, salvo
prelazione
• Impresa coniugale (art. 177/1, d. c.c.) figura residuale
disciplinata dal diritto di famiglia per le aziende
gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il
matrimonio in presenza di una comunione legale dei
beni: si forma una comunione d’impresa sia per la
titolarità sia per la gestione dell’attività
15.
Impresa societaria
• Impresa e società: tipicamente la società è una disciplina
giuridica dell’impresa volta a regolare profili patrimoniali
e profili organizzativi e di governance dell’impresa
• Società senza impresa: (i) società tra professionisti; (ii)
società semplici di gestione e (iii) società occasionali
• La nozione di società; l’art. 2247 c.c.. «Contratto di
società. Con il contratto di società due o più persone
conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di
un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili.»
Ma oggi l’atto fondativo della società non è più
necessariamente un contratto potendo essa venir costituita
anche con atto unilaterale o provvedimento legislativo o
amministrativo
• Gli elementi essenziali:
• … conferimenti: sono le prestazioni patrimoniali
destinate a costituire il patrimonio sociale e non
suscettibili di rimborso finché la società resta in vita
• … attività economica in comune intesa come attività
«produttiva» e non di mero godimento, i cui risultati
risultano comuni ai soci
• … scopo «egoistico», nel senso che il vantaggio
economico realizzato dalla società è destinato ai
soci e
non a finalità altruistiche: poi, a seconda del
tipo di
vantaggio, si distingue in (i) scopo
lucrativo in senso
stretto e (ii) scopo
mutualistico
•
I tipi sociali
•
… società lucrative e società mutualistiche
•
… società commerciali e società non commerciali
•
… società di persone e società di capitali: tratti distintivi
(disciplina del capitale, delle partecipazioni e dell’autonomia
patrimoniale rispetto ai terzi)
•
… società a responsabilità illimitata e a responsabilità
limitata (in realtà la responsabilità dipende dal tipo di
partecipazione sociale)
•
La tipicità delle società ma affievolita da:
√ ampia, ma non assoluta, libertà di scelta del tipo
√ più o meno ampia autonomia statutaria: le clausole atipiche
√ la trasformazione
16.Impresa collettiva non societaria
a) Consorzi (art. 2602 ss.) (è previsto per lo svolgimento di
un’attività economica come il GEIE, diversamente,
invece, da associazioni e fondazioni che sono imprese solo
se svolgono un’attività economica con i requisiti dell’art.
2082)
• … causa mutualistica: (a) disciplina della concorrenza
tra imprese consorziate e (b) cooperazione nello
svolgimento di alcune fasi delle rispettive attività
d’impresa
• … forma e contenuto
• Consorzi con attività interna: non è un vero modello
organizzativo ma piuttosto una forma di collaborazione tra
le imprese consorziate
• Consorzi con attività esterna (art. 2612): è a tutti gli
effetti un modello organizzativo con un’impresa diversa
rispetto alle imprese consorziate
• … pubblicità
• … autonomia patrimoniale (art. 2615)
• … responsabilità dei consorziati
• Consorzi in forma societaria (società consortili) (art.
2615 ter): si può adottare un modello organizzativo
societario (lucrativo) ma per finalità mutualistiche
b) Gruppi europei d’interesse economico (GEIE): anche
questa è una figura associativa per lo svolgimento in
comune di un’attività economica ma con finalità
mutualistiche, dunque un’attività ausiliaria ma non
sostitutiva di quella delle singole imprese partecipanti.
Attenzione, i membri del GEIE non sono necessariamente imprese
c) Associazioni e fondazioni (sono imprese quando
sussistono i requisiti dell’art. 2082)
• … attività d’impresa accessoria o principale?
Irrilevanza del quesito, in entrambi i casi l’ente
diventa impresa e ricade sotto lo statuto generale e
quello speciale dell’imprenditore commerciale, se
l’attività è commerciale
• … fallimento: può fallire l’ente ma non possono
fallire coloro che hanno agito in nome e per conto
dell’ente
17.
Impresa sociale
• Natura: sono gli stessi modelli organizzativi che
svolgono attività di utilità sociale ex d.lgs.
155/2006
• Due requisiti fondamentali:
• … svolgimento di un’attività di utilità sociale (v.
lista attività sociali)
• … assenza di scopo di «egoistico», cioè è esclusa
ogni forma di autodestinazione dei risultati di
gestione
• Disciplina «aggiuntiva»: nel senso che la
disciplina speciale del d.lgs. 155/2006 si aggiunge
a quella del modello organizzativo prescelto
18.
Impresa pubblica
• Gli strumenti di esercizio dell’impresa da parte dello
Stato:
a) imprese-organo
b) imprese-ente
c) società a partecipazione pubblica
• Disciplina applicabile alle imprese pubbliche
√ si applica lo statuto generale
√ si applica anche lo statuto speciale dell’imprenditore commerciale ma senza la disciplina sul
fallimento e, limitatamente alle imprese organo,
senza la disciplina sulla pubblicità legale
19.  Impresa di gruppo
• E’ la forma più complessa di impresa che se dal punto
di vista economico resta unitaria da quello giuridico
si compone di un’aggregazione «strutturale» di
società sottoposte alla direzione e coordinamento
normalmente della società di vertice o capogruppo
(holding)
• Articolazioni del fenomeno: gruppo verticale e
gruppo paritetico
• Problemi e regole del gruppo di imprese
• … tutela dei creditori sociali e dei soci esterni
√ di tipo preventivo (informazione di gruppo)
√ di tipo repressivo per ristorare creditori e soci
esterni dai danni causati dall’esercizio
abusivo della direzione e coordinamento
• Disciplina dei gruppi:
√ pubblicità
√ motivazione delle decisioni influenzate dalle
capogruppo
√ finanziamenti infragruppo
√ recesso dalle società del gruppo
• … distinta soggettività delle singole società, anche se in
molti settori del diritto il fenomeno viene considerato
in maniera unitaria
- bilancio consolidato
- marchio di gruppo e diritto antitrust
• Rilevanza generale della disciplina a condizione che al
vertice ci sia una società o comunque un ente: mai la
persona fisica o lo Stato
20.  Aggregazioni tra imprese
• Vi sono forme di aggregazione di imprese non
strutturali (come invece sono i gruppi) in cui le
imprese si organizzano senza perdere la loro piena
autonomia e indipendenza gestionale
a) Contratto di rete
• … soggettività e autonomia patrimoniale (contratto
con o senza fondo patrimoniale)
• … causa (rafforzare la capacità innovativa e
concorrenziale delle imprese contraenti)
• … contenuto: obiettivi strategici e programma
oltreché regole del rapporto
• … forma e pubblicità ai fini dell’efficacia del
contratto
b) Associazioni temporanee d’imprese (A.T.I.)
• … non configura un autonomo soggetto e rispetto ad
un contratto di rete è costituita per la realizzazione di
un solo affare
• … configurazioni
√ tutte le imprese assumono congiuntamente e
solidalmente l’impegno all’esecuzione
dell’opera
√ tutte le imprese conferiscono mandato all’impresa
pilota
• … autonomia delle imprese riunite
c) Joint venture
• incorporated
• unincorporated
ESAURITA LA TRATTAZIONE DEL FENOMENO E DELLE
NOZIONI DI IMPRESA, ENTRIAMO NELLA DISCIPLINA
DELL’ATTIVITA’
CAPITOLO II
L‘ATTIVITÀ
Sezione 1
Concorrenza
21.
Il sistema della disciplina della concorrenza
• La disciplina sulla concorrenza sleale
• La disciplina antimonopolistica o antitrust
22.
Il diritto antitrust
• Fonti (art. 101 ss. Tratt. FUE per intese e abuso
posizione dominante e Regolamento UE 139/2004
sulle concentrazioni; legge antitrust italiana, l.
287/1990)
• Ambito di applicazione: diritto comunitario e diritto
italiano (residuale)
• Criteri di interpretazione: principi dell’ordinamento
comunitario contenuti in leggi e regolamenti ma
anche in pronunce della giurisprudenza comunitaria
e nazionale
• Interessi tutelati: consumatori, imprese, concorrenza
• Le diverse concezioni:
• … devono essere sanzionate le pratiche con effetti
allocativi: a causa di una ridotta produzione di ricchezza
• … per l’impostazione tradizionale (ma non per le più
recenti concezioni della University of Chicago) devono
parimenti essere sanzionate le pratiche con effetti
redistributivi dove la ricchezza prodotta resta invariata
ma cambia il destinatario finale, nel senso che tale
ricchezza va alle imprese invece che ai consumatori
23.
Le intese
• La nozione di intesa nel senso più ampio del termine,
cioè come forma di cooperazione tra imprese fondate
su accordi, pratiche o decisioni di organismi o
associazioni di categoria (art. 101 Trattato FUE e
artt. 2 e 4 l. 287/90)
• … gli accordi: ogni genere di comune intendimento
sia esso contrattualizzato o meno
• … le pratiche concordate: qualsiasi comportamento
coordinato di due o più imprese nella consapevolezza che esso altera la concorrenza. Di solito il comportamento consiste in un contatto e in particolare uno
scambio di informazioni in grado di orientare le scelte
imprenditoriali
√ differenza tra pratiche concordate (illegittime) e
comportamenti paralleli (legittimi) dettati da
scelte razionali
•
… le decisioni di associazioni di imprese che determinano un
allineamento della concorrenza
•
Le intese vietate sono quelle che hanno per oggetto o effetto di
falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza e, per il
diritto comunitario, di pregiudicare il commercio tra Stati
membri
•
Intese orizzontali e intese verticali
•
L’oggetto dell’intesa (prezzo, divisione mercato e restrizioni
quantitative)
•
L’effetto dell’intesa
•
La «consistenza» della restrizione: le linee guida la qualificano
in base a criteri quantitativi
•
Le ipotesi tipizzate, ma non esaustive (cartelli, ripartizioni di
marcati, discriminazione e contratti leganti)
•
Nullità delle intese e risarcimento del danno
•
Esenzioni dal divieto: condizioni in positivo e in negativo
24.
Gli abusi di posizione dominante
• Nozione di posizione dominante; la p.d. è tollerata ma è
vietato l’abuso; in teoria la posizione dominante per
crescita interna è plausibile
• Il mercato rilevante sia dal punto di vista territoriale
che merceologico
• La quota di mercato
• … e gli altri indicatori: (i) stabilità delle quote e (ii)
barriere all’ingresso
• L’abuso. L’elenco dei comportamenti. Da essi emerge
che si ha abuso quando l’impresa dominante,
avvantaggiandosi della sua posizione dominante, può
comportarsi in maniera indipendente dai concorrenti e
imporre condizioni gravose ai suoi clienti o adottare
comportamenti tali da impedire ai concorrenti l’accesso
al mercato (abusi escludenti)
25.
Le concentrazioni (Reg. CE 139/2004)
• Ratio della disciplina
• La nozione di concentrazione: integrazione fra
due o più imprese
• La nozione di controllo intesa come influenza
determinante sull’attività di impresa
• Il divieto delle concentrazioni
• La notifica delle operazioni di concentrazione
• L’applicazione del divieto: l’autorità valuta
l’operazione e può vietarla se crea un serio
ostacolo alla concorrenza; è possibile anche
un’autorizzazione con condizioni
26.
L’applicazione della disciplina antitrust
• Le autorità di controllo (Commissione UE,
divisione IV e AGCM)
• Il procedimento amministrativo
• Le parti del procedimento
• La conclusione del procedimento
• Gli impegni
• Le sanzioni
• Il private enforcement: (i) nullità (dell’intesa) e (ii)
risarcimento del danno
• … la legittimazione ad agire: imprese concorrenti e
consumatori
• … l’accertamento della violazione: provvedimento
dell’autorità amministrativa come prova privilegiata
dell’illecito
• … la class action promossa da una pluralità di
consumatori titolari di un interesse omogeneo per far
valere una pretesa di risarcimento del danno causato da
comportamenti anticoncorrenziali (art. 140-bis Cod.
Cons.)
27.
La disciplina della concorrenza nel codice civile
•
Fonti (artt. 2598 ss. e art. 10 Conv. di Unione per la
tutela della proprietà industriale, Parigi, 1883)
√ Fattispecie tipiche: (i) atti volti a creare confusione con i
prodotti o le attività di un concorrente, (ii) atti volti a
screditare l’altrui impresa o ad appropriarsi dei pregi dei
prodotti o dell’attività del concorrente
√ Clausola generale: uso di qualsiasi altro mezzo contrario
alla correttezza professionale e idoneo a danneggiare
l’altrui
azienda
√ Limiti legali (art. 2595) e limiti contrattuali alla
concorrenza (art. 2596)
•
Interessi tutelati: avviamento dell’impresa
•
Concorrenza sleale e diritto antitrust: forte complementarietà
•
L’obbligo di contrattare del monopolista (art. 2597)
28.
La concorrenza sleale
• Il rapporto di concorrenza: sussiste quando
danneggiante e danneggiato operino sul
mercato dello
stesso prodotto, o di prodotti
fungibili, e nello stesso
perimetro
territoriale
• la concorrenza attuale e quella potenziale: estensione
della legittimazione ai concorrenti potenziali
• I soggetti: solo imprenditori o anche altri operatori
economici, inclusi i professionisti intellettuali?
• La concorrenza sleale indiretta
• La legittimazione attiva: (i) impresa concorrente, (ii)
associazioni professionali, (iii) enti che rappresentino
categorie di interessi
• Le sanzioni
• … l’inibitoria (art. 2599) per impedire la continuazione
dell’illecito o evitare il rischio di recidiva
• … il risarcimento del danno (art. 2600): accertato
l’illecito, la prova della colpa si presume, ma resta da
provare il danno e la sua misura
29.
I singoli atti di concorrenza sleale
• Le fattispecie nominate e a clausola generale (art.
2598)
• I principi di correttezza professionale
• Il danno concorrenziale, come danno potenziale a tutte
le componenti dell’impresa da cui dipende il risultato
economico (reputazione, relazioni commerciali, knowhow)
• Gli atti confusori (art. 2598, n. 1)
(i) L’uso degli altrui segni distintivi
e i rapporti con l’azione di contraffazione
(ii) L’imitazione servile
… i rapporti con la tutela brevettuale
(iii) Ipotesi innominate di atti confusori
• La denigrazione e l’appropriazione di pregi (at. 2598,
n. 2)
(i) Le notizie screditanti
(ii) La comparazione e la pubblicità comparativa
(iii) L’appropriazione di pregi altrui
(iv) L’agganciamento
• Le altre fattispecie di concorrenza sleale (art. 2598, n. 3)
(i) La pubblicità ingannevole
(ii) I ribassi di prezzo e le vendite sottocosto
(iii) La violazione di norme pubblicistiche
(iv) Lo storno di dipendenti
(v) La sottrazione di segreti aziendali
(vi) Il boicottaggio
(vii) La concorrenza parassitaria
30.
I limiti legali e contrattuali alla concorrenza
• Divieti legali di concorrenza e interessi tutelati
… in caso di cessione, affitto o usufrutto d’azienda
(art. 2557)
… nel rapporto di lavoro (art. 2105)
… nel rapporto di agenzia (art. 1743)
… nel diritto societario (artt. 2301, 2318, 2390)
• I patti di non concorrenza
… e le intese restrittive
… in caso di cessione, affitto o usufrutto di azienda
… alla cessazione del rapporto di lavoro
… alla cessazione del rapporto di agenzia
Sezione 2
Proprietà industriale
31.
I diritti di proprietà industriale
• Concorrenza e diritti di esclusiva
• La proprietà industriale
• Modi di acquisto dei diritti
• Codice della proprietà industriale
• Proprietà industriale e proprietà intellettuale
32.
I segni distintivi
• Segni distinti tipici e atipici
• Funzione dei segni distintivi
• Rilevanza centrale del marchio
• Unitarietà dei segni distintivi
• Segni distintivi e concorrenza sleale
• Funzione distintiva e relatività della tutela
• Segni distinti tipici e atipici
• Funzione dei segni distintivi
• Rilevanza centrale del marchio
• Unitarietà dei segni distintivi
• Segni distintivi e concorrenza sleale
33.
Il marchio: nozione, categorie e requisiti
• Marchio nazionale, comunitario e internazionale
• Tipi di segni: segni grafici
• … suoni e odori
• … forme
• … nomi e ritratti
• Categorie di marchi
• … marchio di fabbrica e di commercio • … marchi individuali e collettivi
• Indicazioni geografiche e denominazioni di origine
• Funzione distintiva
• … e funzione attrattiva
• Requisiti del marchio:
a) novità
b) capacità distintiva
• … marchi forti e deboli
c) liceità
34.
Il marchio: tutela e vicende
• Tutela
• Trasferimento e licenza
• Decadenza
• Nullità
• Convalidazione
• Secondary meaning
35. La ditta, l’insegna e i nomi di dominio
• Ditta
• Il c.d. principio di verità
• Requisiti
• Trasferimento
• Estinzione
• Insegna
• Nomi di dominio
36.
Le invenzioni
• Incentivazione di ricerca e sviluppo tecnologico
• Brevetti e segreto
• Invenzioni brevettabili
• Distinzione delle invenzioni
37.
Il brevetto
• Novità
• Liceità
• Originalità
• Industrialità
• Nullità
• Decadenza
• Rinuncia
• Diritto morale
• Diritti patrimoniali
• Invenzioni dei dipendenti
• Domanda di brevetto
• Esame
• Durata
• Trasferimento
38.
I modelli, i disegni e le altre privative
• Modello di utilità
• Disegni e modelli
• Topografie dei prodotti a semiconduttori
• Nuove varietà vegetali
• Invenzioni biotecnologiche
Informazioni aziendali riservate
Sezione 3
Contrattazione
39.
Le categorie della contrattazione di impresa
• Impresa, mercato e contratto inteso come strumento
giuridico per vendere o acquisire prodotti e/o servizi.
L’esigenza di una disciplina specifica sulla contrattazione
• Contrattazione di impresa: B2C e B2B
• Problemi sottesi al contratto business to consumer
√ La standardizzazione del contratto e la sua natura
seriale: il consumatore accetta in toto o non
contrae
√ Rafforzamento della tutela del consumatore
privato del potere di negoziare
• … e al contratto business to business dove le imprese
mantengono il loro potere negoziale reciproco
√ Resta il rischio di asimmetrie di potere tra le parti ma, se
questo accade, significa che c’è una disfunzione
dell’assetto concorrenziale
40.
Il contratto tra impresa e consumatore
• La formazione del contratto: momento di maggiore
vulnerabilità del consumatore non sufficientemente
tutelata dal dovere di correttezza nelle trattative (art.
1337 c.c.)
• I principi di disciplina riflessi nel Codice del Consumo
del 2005: la tutela del potere di scelta tra diverse
alternative con la trasparenza
• Funzione della disciplina e nozione di consumatore:
colui che opera al di fuori dell’esercizio della propria
attività professionale e che dunque è in una
situazione
di debolezza cognitiva
• (i) La tutela contro la asimmetrie informative con un
livello minimo di informazioni rispetto ai prodotti,
servizi, produttore e, infine, prezzo
• (ii) La tutela contro le forme di «induzione all’atto di
consumo»
• La disciplina della comunicazione commerciale che può
portare a forme di sollecitazione al consumo che possono
portare a scelte non meditate
• Le pratiche commerciali scorrette (art. 20/1 Cod. Cons.):
• … le fattispecie tipizzate (pratiche ingannevoli tramite
falsa rappresentazione della realtà in merito al prodotto,
prezzo, provenienza e pratiche aggressive, in cui si
produce una sorta di coazione a contrarre) tramite
presunzioni assolute e presunzioni relative • … la clausola generale:
√ Fornisce un criterio generale per valutare la
correttezza della condotta commerciale e quindi
colpire le pratiche che sono idonee a falsare in
modo significativo il comportamento del
consumatore sul mercato
√ Duplice valutazione nel caso concreto:
- coerenza della pratica con la diligenza
professionale che è ragionevole attendersi
- l’attitudine della pratica a falsare il
comportamento del consumatore medio
•
Il divieto di pubblicità ingannevole (d.lgs. 145/2007) per
gestire la maggior insidiosità della pubblicità
√ Principi guida:
- informazione veritiera
- basata su elementi oggettivamente riscontrabili
- la pubblicità deve essere riconoscibile come tale
(divieto di pubblicità occulta)
•
Gli interessi tutelati:
a) la correttezza dello scambio a livello individuale
•
… e i relativi rimedi: (i) azione risarcitoria per danno
precontrattuale e (ii) annullamento del contratto
b) il corretto funzionamento del mercato come interesse
diffuso
√ punti di contatto con concorrenza sleale
√ rimedi: sanzione pecuniaria di natura pubblicistica e inibitoria
41.
Le modalità di conclusione del contratto
• Contratti conclusi presso i locali dell’impresa
√ Proposta dall’impresa, normalmente nella forma di
un’offerta al pubblico (art. 1336) comprensiva
delle
condizioni generali: prendere o lasciare
√ Accettazione anche per comportamento concludente
• Contratti «senza accordo» ?
• I contratti negoziati fuori dei locali commerciali e
contratti a distanza (vendita porta a porta o per
corrispondenza)
√ la soggezione del consumatore che non cerca
l’offerta; è l’impresa che viene da lui
• I principi generali di disciplina nella vendita fuori sede
e nella vendita a distanza:
a) informazione
b) recesso
• … esercizio ed effetti del recesso: diritto di
ripensamento entro 10 giorni
√ non è richiesta motivazione
√ deve essere restituito il prodotto integro
√ rimborso del prezzo
√ risoluzione eventuale finanziamento al consumo
42.
Il controllo sul regolamento negoziale
• Le condizioni generali di contratto
• Il potere «normativo» dell’impresa e la necessità di
forme di controllo
• … la soluzione nel codice civile
• … e nel codice del consumo
• Clausole abusive e nullità «di protezione»
• L’interesse delle imprese e del mercato
• I rimedi generali:
• … il controllo dell’AGCM
• … le azioni inibitorie collettive
• Il coordinamento: l’AGCM e il giudice
43.
La tutela del consumatore nell’esecuzione del
contratto
• Il diritto al conseguimento delle utilità attese
a) Il diritto a ricevere prodotti idonei all’uso
• Il rimedio specifico: il diritto alla sostituzione
• … e la sua ratio
b) Il diritto a ottenere prodotti sicuri
• L’obbligo di mettere in circolazione prodotti sicuri
• La responsabilità del produttore
• Il rischio di impresa come criterio di imputazione
della responsabilità
44.
Il contratto tra imprese
• Le relazioni contrattuali tra imprese nel mercato
• La concorrenza e l’equilibrio contrattuale
• I rimedi contro gli abusi
a) La tutela del mercato
b) La tutela della singola impresa contraente
• I rapporti verticali tra imprese
• La tutela dell’impresa «debole»
• La nullità delle condizioni contrattuali ingiustificatamente
gravose
• Il c.d. «terzo contratto»
• … e la sua disciplina
45.
Mercato globale e lex mercatoria
• Il problema
• Le regole del commercio internazionale
• Le camere arbitrali internazionali e la nuova lex mercatoria
CAPITOLO III
IL FINANZIAMENTO
Sezione 1
Operazioni di finanziamento
46.
Le forme di finanziamento
• L’operazione di finanziamento consiste in una
prestazione unilaterale avente ad oggetto un valore
(denaro o beni diversi) alla quale corrisponde un
obbligo di restituzione in un momento successivo.
• Finanziamento oneroso e finanziamento gratuito
• Finanziamento e scambio: manca l’operazione di
scambio, c’è solo una prestazione (cronologicamente) unilaterale e questa incide sull’autonomia
negoziale delle parti (limiti alla misura degli interessi)
• Capitale di rischio e capitale di credito ma, in realtà,
anche i finanziatori corrono indirettamente un
rischio di impresa
• Capitale altrui e capitale proprio
• Il finanziamento societario: differenza tra soci e
creditori sociali
• Il finanziamento azionario tramite obbligazioni,
strumenti finanziari e titoli di stato
• La raccolta di capitali sul mercato tramite offerta al
pubblico (art. 93bis e ss.)
47.
Il finanziamento bancario
•
Finanziamento bancario erogato dalle banche e
finanziamento parabancario erogato da società
finanziarie o intermediari finanziari non bancari
•
I contratti bancari sono contratti dedicati al
finanziamento dell’impresa
• La disciplina dei contratti bancari qualificata in
ragione tanto della qualità dei contraenti quanto
dell’oggetto e della causa di tali contratti
• … trasparenza delle condizioni contrattuali e dei
rapporti con i clienti (art. 116 ss. TUB)
√ pubblicità delle condizioni contrattuali
√ divieto di rinvio agli usi
√ contratti scritti e obbligo di delegare le
condizioni
• … ius variandi (art. 118 TUB)
√ la banca può modificare unilateralmente il
contratto con approvazione del cliente (ma
non individualmente negoziato) ma solo se
sussiste un giustificato motivo
48.
Le operazioni bancarie in conto corrente
• Il regolamento in conto corrente come modalità di
regolamentazione attuativa di certi rapporti bancari
in cui le vicende del rapporto sono annotate su un
conto tenuto dalla banca
• Conto corrente bancario (art. 1852 c.c.) e conto
corrente ordinario (art. 1823 c.c.)
• Il conto corrente bancario (o di corrispondenza) è
un contratto atipico sul quale si innestano tutti i
contratti di credito in cui si regolano operazioni di
prelievo e di versamento
• Gli interessi attivi e passivi. La periodicità nel
conteggio e le modalità e i criteri per l’anatocismo
• I servizi di cassa che la banca deve svolgere con
la diligenza professionale del mandatario
• L’informazione periodica: l’estratto conto il cui
contenuto s’intende approvato se il cliente non lo
contesta entro 60 gg.
• Il recesso: l’art. 1855 c.c. e il rischio di abuso del
potere negoziale
49.
I contratti di credito
• Sono quei contratti che creano la liquidità per
l’impresa e si distinguono in finanziamenti a breve e
finanziamenti a medio-lungo termine
a)
L’apertura di credito: contratto consensuale a
forma vincolata con cui la banca s’impegna a tenere
a disposizione dell’impresa una certa somma per un
determinato periodo
… utilizzazione della disponibilità entro il limite di
fido
… garanzie: apertura dello scoperto e apertura
garantita
… recesso della banca:
√ contratto a tempo determinato: solo per
causa
giusta
√ contratto a tempo indeterminato: con preavviso
di 15 gg. se non previsto diversamente nel contratto
o dagli usi
b) L’anticipazione bancaria: contratto consensuale
con cui la banca eroga un finanziamento a fronte di
una garanzia di merci o titoli in pegno
… garanzie: pegno di merci, titoli o denaro in forma
«regolare» o «irregolare». Deve sempre trattarsi di
beni prontamente liquidabili
… estinzione del rapporto «alla scadenza» o «in
conto corrente»
c) Lo sconto bancario: consiste in una mobilizzazione
del capitale circolante con cui la banca anticipa
l’ammontare di un credito non ancora scaduto previa
deduzione di un interesse, lo «sconto»
… la cessione avviene tipicamente «pro solvendo»
… sconto di titoli cambiari
d) Finanziamenti speciali: a differenza del «mutuo
chirografario» sono finanziamenti regolati da discipline
di settore con vincolo di destinazione delle somme
mutuate
… mutuo fondiario
… crediti speciali con vincolo di scopo e privilegio
speciale su beni strumentali
… finanziamenti agevolati
50.
I contratti di garanzia a favore della banca
a) La fideiussione omnibus: garanzia personale prestata
da un terzo con portata generale e oggetto determinabile
per relationem fino ad un importo massimo
… clausola «a prima richiesta» (deroga alle regole della
accessorietà ex art. 1945 c.c.): non è però un contratto
autonomo di garanzia in quanto ammette il solve et repete
b) I contratti di «garanzia finanziaria»: sono contratti tipici
volti a garantire obbligazioni finanziarie
… il pegno omnibus
… il pegno irregolare
… il pegno rotativo
c) Lettere di patronage: non è una garanzia ma una sorta
di patrocinio dell’operazione di finanziamento a favore di
un terzo
51.
I contratti di garanzia a favore della banca
a) Il contratto autonomo di garanzia: la garanzia è del
tutto svincolata dal rapporto sottostante
… abuso della garanzia a rimedi giudiziali
b) L’accettazione bancaria
… struttura e funzione
… girata ed effetti dell’accettazione
c) Il credito documentario
… tipologia: revocabile e irrevocabile
… eccezioni opponibili nel credito documentario
irrevocabile
52.
I contratti di finanziamento «parabancari»
a) Il leasing: caratteri e funzione
• … leasing operativo e leasing finanziario
• … leasing traslativo e di godimento
• … lease-back
b) La cessione dei crediti d’impresa
c) Il factoring: nozione, caratteri e funzione
• … cessione pro solvendo e pro soluto
• … disciplina legale
d) Il contratto di forfaiting
53.
Gli altri contratti e operazioni di finanziamento
a) La cartolarizzazione dei crediti
• … caratteri e funzione
• … tutela dei portatori dei titoli
• … collocamento dei titoli
• … responsabilità e trasferimento del rischio
b) Il project financing
• … struttura e funzione
• … il «pacchetto» di garanzie
• … natura e caratteristiche dell’operazione
c) Il contratto di swap
• … funzione e parti del contratto
• … caratteri e tipologia
Sezione 2
Titoli di credito
54.
La funzione e l’origine dei titoli di credito
• Funzione dei titoli di credito
• La circolazione delle situazioni giuridiche
• Tutela degli assetti di ricchezza e tutela della
circolazione della ricchezza
• Evoluzione dei regimi circolatori dei beni mobili
• Circolazione dei crediti
• La incorporazione del diritto nel documento
• Creazione di ricchezza dalla mobilizzazione della
ricchezza assente
• Origine del titolo di credito
• La disciplina unitaria nel codice civile del 1942
• Il problema della fattispecie cartolare
55.
La disciplina del titolo di credito
• La legittimazione cartolare
• Legittimazione attiva
• Legittimazione passiva
• Ammortamento
• Acquisto del titolo
• Letteralità
• Autonomia
• Eccezioni cartolari
• Eccezioni assolute
• Eccezioni personali
• Eccezione di dolo
56.
La fattispecie titolo di credito
• Disciplina generale e fattispecie del titolo di credito
• Nozioni tipologiche e nozioni normative
• Documenti di legittimazione e titoli impropri
• Carattere essenziale della disciplina cartolare
• Titoli dematerializzati
57.
I tipi di titoli di credito
• Classificazioni per fonte della disciplina
• Classificazione per legge di circolazione
• Titoli al portatore
• Titoli all’ordine
• Girata
• Titoli nominativi
• Transfert
• Trasferimento mediante girata
• Classificazione in base al contenuto
• Titoli individuali e titoli di massa
• Titoli astratti e titoli causali
• Titoli a letteralità completa e incompleta
• Titoli di credito in senso stretto, rappresentativi di
merci e di partecipazione
• Titoli di trasporto e titoli di deposito
• Fede di deposito e nota di pegno
• Titoli di partecipazione
• Titoli di investimento e valori mobiliari
58. I titoli cambiari
• Leggi uniformi
• Cambiali e assegni
• Struttura dei titoli cambiari
• Caratteri comuni dei titoli cambiari
• Formalismo cambiario
• Titolo in bianco
• Titolo incompleto
• Pluralità e indipendenza delle obbligazioni cambiarie
• Obbligati cambiari diretti e di regresso
• Solidarietà degli obbligati cambiari
• Accettazione
• Intervento
• Girata
• Girate a effetti limitati
• Avallo
• Titoli esecutivi
• Cambiali finanziarie
CAPITOLO IV
LA STRUTTURA
Sezione 1
Organizzazione
59.
L’organizzazione dell’impresa e la divisione del lavoro
• Struttura dell’impresa e attività di organizzazione
• Impresa e divisione del lavoro: l’imprenditore
nell’impresa individuale (art. 2086) e gli amministratori
nelle società
• Ausiliari interni ed esterni
• Collaborazione tecnica e giuridica
60.
La rappresentanza commerciale
• Il potere di rappresentanza: la disciplina civilistica e
l’onere per il terzo di verificare sempre i poteri del
rappresentante (art. 1393)
… e la rappresentanza commerciale: esiste un potere di
rappresentanza tutte le volte che l’atto posto in essere
da un collaboratore dell’imprenditore è
oggettivamente
riconoscibile e riconducibile
all’attività dell’impresa
(artt. 2203 –
2213)
• Ambito di applicazione: imprese commerciali
… imprese agricole in ragione della estensione della
pubblicità legale con efficacia dichiarativa
… e piccole imprese dove l’applicazione potrebbe
essere possibile solo per quelle norme che non
presuppongono la pubblicità legale
a) Institore (art. 2203)
√ Potere di gestione (art. 2204)
√ Potere di rappresentanza fonte
√ … e spendita del nome (art. 2208)
√ Obblighi (art. 2205)
b) Procuratori (art. 2209)
c) Commessi (art. 2210)
61.
L’organizzazione dell’impresa societaria: l’amministrazione
•
L’amministrazione delle società di persone: il potere di
amministrazione è riconosciuto in via di principio a tutti
i soci
… disgiuntiva (art. 2257/1) e facoltà di opposizione degli
altri amministratori (art. 2257/2)
… e congiuntiva (art. 2258)
•
L’amministrazione delle società di capitali: SPA e SRL
a) Nelle S.p.A.:
√ il sistema tradizionale
√ … e i sistemi alternativi di amministrazione di controllo
√ … il funzionamento collegiale degli organi e la regola di
maggioranza
b) Nelle S.r.l.
62.
La funzione di controllo
• Funzione di controllo e attività d’impresa: la
procedimentalizzazione dei momenti decisionali con
decentramento di compiti; funzioni e responsabilità
• Funzione di controllo e flussi informativi
• Funzione di controllo e modelli organizzativi
√… nelle imprese individuali e nelle società di persone
(art. 2261)
√ … e nelle società azionarie: separazione tra
amministrazione e controllo; controllo della gestione e
controllo sulla gestione
√ … nella s.r.l. controllo in funzione delle dimensioni
dell’impresa (art. 2247)
• Funzione di controllo e revisione legale
• Il controllo giudiziario
63.
L’esternalizzazione delle funzioni e la rete distributiva.
• Ausiliari esterni e imprese ausiliarie
• Parasubordinazione
• Le tecniche contrattuali
• … il mandato e le sue articolazioni
a) La commissione
b) la spedizione
c) L’agenzia
• … esclusiva
• … obblighi
• … provvigione
• … star del credere
• … poteri di rappresentanza
• … cessazione del rapporto
d) La mediazione
• … obblighi del mediatore
• … diritto alla provvigione
Sezione 2
Azienda
64.
La nozione di azienda
• L’azienda: nozione economica
… e giuridica
• I beni aziendali (art. 2555) sono comunque cose, non
diritti o rapporti giuridici
• I rapporti giuridici inerenti all’azienda: loro rilevanza
nella disciplina sulla cessione dell’azienda (artt. 2558,
2559 e 2560)
• Aziende senza beni o imprese senza azienda?
Inapplicabilità della disciplina specifica sul
trasferimento d’azienda come per l’art. 2556
• Aziende senza impresa: l’impresa senza autorizzazione
amministrativa
• Organizzazione e avviamento
• Il ramo aziendale
65.
I modi di appartenenza dell’azienda
• I diritti sui beni aziendali: occorre che
l’imprenditore abbia titolo per imporre la
destinazione aziendale
• I diritti «pieni» sull’azienda: da intendersi come
piena signoria dei legami organizzativi tra diversi
beni aziendali
• I diritti di godimento sull’azienda: usufrutto e diritto
dell’affittuario
• I diritti di garanzia sull’azienda: pegno e riserva di
proprietà
• Natura giuridica: teorie unitarie e atomistiche
• L’azienda e le universalità di cui all’art. 816
66.
•
Circolazione e conflitti di appartenenza
Vicende circolatorie relative all’azienda (art. 2556): vendita,
donazione, affitto, usufrutto, conferimento, patti di famiglia,
successioni
… e a singoli beni aziendali
•
Qualificazione della fattispecie: l’oggettiva identificabilità di
quanto trasferito come complesso di beni organizzati ….
•
Disciplina del trasferimento d’azienda: gli interessi protetti
(creditori, controparti contrattuali, acquirente alienante)
•
… forma: ai fini della validità, ai fini della prova e ai fini
della iscrizione
•
… pubblicità legale (dichiarativa)
•
… conflitti tra più aventi diritto (differenza tra art. 2644 e
art. 2193)
67.
Circolazione e rapporti con i terzi
• Rapporti con i debitori aziendali (art. 2559):
opponibilità della cessione con pubblicità legale e
debitore ceduto in buona fede
• Rapporti con i creditori aziendali (art. 2560)
• Rapporti con i terzi contraenti (art. 2558)
• Rapporti con i dipendenti (art. 2112)
• Disciplina applicabile in caso di usufrutto e affitto
di azienda
68. Circolazione e rapporti tra le parti
• Autonomia contrattuale nei rapporti interni
• La disciplina suppletiva
• … per i contratti aziendali (art. 2558/1)
• … per i crediti e debiti aziendali: restano con
l’alienante salvo patto diverso, anche tacito
• … per la ditta e il marchio (artt. 2565/2 e 2573/2)
• L’obbligo di non concorrenza (art. 2557)
• Disciplina applicabile in caso di usufrutto e affitto di
azienda
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