Microeconomia, Esercitazione 9 A cura di Giuseppe Gori ([email protected]) 1 1.1 Esercizi. Beni Pubblici/1 Le funzioni di utilitá dei consumatori A e B sono le seguenti: UA = x1/2 y 1/2 UB = x1/3 y 2/3 definite sul bene privato y e sul bene pubblico x. Il prezzo del bene y é pari a 3 euro e i consumatori hanno reddito pari rispettivamente a 36 euro e 21 euro. Il costo marginale di produzione del bene pubblico x é costante e pari a 5 euro. Qual’é la quantitá di bene pubblico che deve essere prodotta in equilibrio? 1.2 Beni Pubblici/2 La produzione di un determinato bene pubblico implica costi marginali del tipo M C = 10 + 3q. Se l’economia è composta da 3 individui con funzione di domanda per il bene pubblico pari a: q1 = 13 1 p; q2 = 4 2 1 p; q3 = 6 10 1 p 3 Quale sarà la quantità ottimale di bene pubblico prodotta? Quanto dovrebbe pagare ciascun consumatore? 1.3 Esternalità negative ambientali e monopolio La curva di domanda di un bene è definta da p = 16 q e la tecnologia necessaria a produrlo è caratterizzata dalla seguente funzione di costo marginale: 1 MC = 1 + q 2 La produzione di questo bene sono associate emissioni dannose per la salute umana. Il danno marginale per la collettività associato alla produzione del bene, è descritto dalla seguente funzione (di esternalità negativa): D= 9 + 3q 2 Si determinino: 1 (i) Le quantità di produzione di concorrenza perfetta, di monopolio e socialmente ottimale; (ii) l’imposta (Pigouviana) che rende la produzione ottimale di concorrenza perfetta uguale a quella socialmente ottimale; (iii) l’imposta (Pigouviana) che rende la produzione ottimale di monopolio uguale a quella socialmente ottimale; Che conclusioni possiamo trarre dal confronto tra la (ii) e la (iii)? Si ripeta l’esercizio nel caso in cui la funzione di danno marginale sia la seguente: 1 D =2+ q 2 2 2.1 Domande a risposta multipla, Teoria . Conoscendo le curve di domanda di un bene pubblico da parte dei vari consumatori, come si misura il beneficio marginale sociale? (a) Sommando orizzontalmente le curve di domanda individuali (b) Sommando verticalmente le curve di domanda individuali (c) Moltiplicando il prezzo per la quantità domandata (d) Prendendo l’area sotto la più alta delle curve di domanda individuali (e) Sommando le aree sotto le diverse curve di domanda individuali 2.2 . Quale delle seguenti affermazioni è necessariamente vera nel caso di un bene pubblico? (a) La curva di beneficio marginale sociale sta sotto la curva di costo marginale (b) La curva di beneficio marginale individuale è crescente (c) La curva di beneficio marginale individuale sta sotto quella di beneficio marginale sociale (d) La curva di beneficio marginale individuale sta sopra quella di costo marginale (e) La curva di costo marginale non esiste 2 Soluzioni suggerite 1.1: Dobbiamo inannzitutto definire la domanda di bene pubblico per entrambi i consumatori. Questo implica risolvere il problema di massimizzazione della loro utilitá sotto il vincolo di bilancio. Il saggio marginale di sostituzione per i due consumatori é (tralasciamo i calcoli, giá visti in piú di un’occasione): y M RSA = x 1y M RSB = 2x mentre il rapporto tra i prezzi dei due beni é: px 3 Per il consumatore A varrá allora che: ( ( y M RSA = ppxy = p3x ! x px x + 3y = 36 px x + 3y = 36 e quindi: pA x = ! ( y = p3x x px x + 3( p3x x) = 36 18 x allo stesso modo possiamo ricavare: pB x = 7 x Dato che la domanda agggregata di bene pubblico é la somma verticale delle domande dei singoli consumatori possiamo scrivere: B px = pA x + px ovvero 18 7 25 + = x x x Dato che i costi marginali sono costanti allora la funzione di offerta aggregata sará anch’essa costante e pari a 5. Domanda e offerta del bene pubblico si incontrano allora per: 25 =5 x e quindi per x=5 px = 1.2: L’individuazione della quantità ottimale di bene pubblico, come nel caso dell’esercizio precedente, richiede la somma verticale delle domande 3 individuali. E’ quindi necessario esprimere tutte le funzioni di domanda in forma inversa ottenendo il valore attribuito da ciascun consumatore al consumo di una stessa quantità di bene. p1 = 26 2q; p2 = 40 10q; p3 = 18–3q Si tratta di tre rette con inclinazione negativa rappresentate nel grafico seguente: p 40 6 C C C a C C b c C 26 Q C 18 QC Q C Q \ C Q Q \ C Q \C Q Q \C Q C \ Q Q C\ Q C \ Q Q Q C \ 4 6 13 - q la domanda di bene pubblico sarà quindi una spezzata e coinciderà con la somma di tutte le curve di domanda nell’area a (per q<4), con la somma delle curve di domanda 1 e 3 nell’area b (per 4<q<6) e con la curva di domanda 1 nell’area c (per q>6). In termini formali, avremo 8 > <84 15q 8 q < 4 p = 44 5q (1) 84<q<6 > : 26 2q 8q>6 A questo punto dobbiamo considerare la curva di costo marginale. Per trovare la quantità ottimale possiamo imporre la condizione p=MC, ma definizione di p dobbiamo scegliere? Proviamo con la prima definizione in (1): M C = p ! 10 + 3q = 84 4 15q ! q = 37 9 può essere questa la quantità ottimale? Possiamo concludere di no, dato che 37 9 > 4 e quindi cade fuori dall’intervallo di q nel quale è valida la prima definzione della curva di domanda. Proviamo con la seconda: M C = p ! 10 + 3q = 44 5q ! q = 17 4 la soluzione è dunque questa, dato che 4 < 17 4 < 6. In effetti per la terza definizione avremmo q = 16/5 < 6 e quindi anche in questo caso selezioneremmo una quantità che non è compresa nell’intervallo in cui è valida la definizione della domanda che abbiamo utilizzato. Dobbiamo adesso calcolare il contributo ottimale di ciascun individuo. Basterà sostituire la quantità ottimale nelle tre curve di domanda. Per il primo avremmo ad esempio: 17 52 17 = = 17, 5 4 2 il contributo del primo individuo sarà dunque pari a 17, 5 euro, ovvero pari alla sua disponibilità a pagare per quella quantità di bene pubblico. Per il secondo e il terzo avremo, rispettivamente, p2 = 2, 5 e p3 = 3, 25. Come si può notare, il secondo consumatore ha una disponibilità a pagare negativa in corrispondenza della quantità ottimale di bene pubblico. In questo caso infatti egli non dovrà contribuire alla sua produzione (dato che la domanda è definita solo per prezzi negativi avremo che p2 = 0). Si tratta di un caso di free-riding? No, in questo caso egli non paga semplicemente perchè se stesse a lui, ovvero se lui fosse l’unico consumatore, non acconsentirebbe mai alla produzione di quella quantità del bene dovendo pagarne il costo. Questo non significa che il consumatore in realtà non tragga un’utilità positiva dal consumo delle prime 4 unità del bene pubblico, per le quali la sua disponibilità a pagare è positiva. p = 26 2 1.3: Punto (i). La quantità ottimale di concorrenza perfetta si ottiene uguagliando prezzo (ovvero curva di domanda) al costo marginale, avremo quindi che: 1 M C = p ! 1 + q = 16 q ! q P C = 10 2 mentre quella di monopolio si ottiene uguagliando ricavo marginale a costo marginale. Il ricavo marginale, come sappiamo, ha pendenza doppia rispetto alla curva di domanda, avremo quindi che: 1 M C = M R ! 1 + q = 16 2 2q ! q M = 6 Per calcolare la quantità socialmente ottimale dobbiamo invece prendere in considerazione il costo marginale sociale, che è dato dalla somma del costo marginale privato (ovvero quello di produzioe) e del danno marginale 5 (ovvero l’esternalità negativa). Il costo marginale sociale dovrà essere uguale al prezzo in corrispondenza della quantità socialmente ottimale: 1 9 M C + D = p ! 1 + q + ( + 3q) = 16 2 2 q ! 11 7 + q 2 2 21 s 2, 3 9 Punto (ii). Nel caso in cui il governo voglia che la quantità prodotta in equilibrio sia quella socialmente ottimale, potrà adottare una tassa t per unità di bene prodotto, che ricada sul produttore/i. Nel caso in cui ci si trovi in concorrenza perfetta sarà sufficiente imporre una tassa pari al livello dell’esternalità negativa in corrispondenza della quantità socialmente ottimale. In questo caso infatti la nuova curva di costo marginale sarà euivalente alla vecchia spostata verso l’alto parallelamente a se stessa di un ammontare pari alla tassa: q⇤ = M C + D(q ⇤ ) = M C 0 Nel nostro caso abbiamo che: D(q ⇤ ) = 9 21 + 3 = 4, 5 + 7 = 11, 5 2 9 la tassa dovrà quindi essere pari a tP C = 11, 5. Verifichiamo che l’imposizione della tassa riesca a portare la produzione al livello efficiente. Adesso l’impresa sceglierà la quantità in corrispondenza della quale: 0 MC = p quindi: 1 1 + q + 11, 5 = 16 2 3 q ! q = 16 2 12, 5 ! q = 2, 3 Punto (ii). Nel caso del monopolio dobbiamo invece imporre la seguente condizione: M C(q ⇤ ) + tM = M R(q ⇤ ) ovvero dobbiamo individuare la tassa che sommata al costo marginale privato calcolato in corrispondenza della quantità socialmente ottimale lo uguaglia al ricavo marginale calcolato in corrispondenza della stessa quantità. Abbiamo dunque che 1+ 1 21 + tM = 16 2 9 2 21 ! tM = 15 9 5 21 ! tM = 9, 1 2 9 Si noti che la tassa di monopolio è minore di quella di concorrenza perfetta. Perchè? In generale varrà sempre che tP C > tM dato che la quantità che 6 massimizza i profitti dell’impresa monopolista è necessariamente inferiore a quella di monopolio, è quindi necessario un’intervento minore da parte del governo per indurre l’impresa a compiere la scelta socialmente efficiente. Inoltre, per curve di costo marginale sociale molto piatte potremmo avere addirittura che tM < 0, ovvero che il governo, per ottenere in equilibrio la quantità socialmente efficiente dovrà fornire all’impresa monopolista un sussidio anziche tassarla. Infatti, ripetendo l’esercizio nel caso in cui la funzione di danno sia D = 2 + 12 q avremo che q ⇤ = 6, 5, ovvero maggiore di quella di monopolio. Di conseguenza, tM = 1, 25. Domande a risposta multipla: (b), (c). 7