La Rete Tumori Rari Cos’è La Rete Tumori Rari è una collaborazione permanente tra centri oncologici su tutto il territorio nazionale, finalizzata al miglioramento dell'assistenza ai pazienti con tumori rari1, attraverso la condivisione a distanza di casi clinici, l'assimilazione della diagnosi e del trattamento secondo criteri comuni ed il razionale accesso dei pazienti alle risorse di diagnosi e cura. La Rete Nazionale Tumori Rari rappresenta una collaborazione formalizzata tra strutture sanitarie, che liberamente decidono di condividere l’attività clinica sui tumori rari o su alcuni di essi. Di tale Rete fanno parte i clinici, in rappresentanza delle proprie strutture. Ad oggi aderiscono attivamente alla Rete oltre 100 strutture oncologiche italiane e 350 oncologi distribuiti su tutto il territorio nazionale. Tutte le Regioni hanno almeno un centro partecipante attivamente. Il trattamento dei tumori rari richiede spesso approcci multidisciplinari e, dunque, la collaborazione tra specialisti con competenze cliniche diverse. Soprattutto nell’ambito dei tumori rari, questi specialisti possono essere dispersi geograficamente. In questo senso la telemedicina può facilitare la comunicazione a distanza, migliorando l’organizzazione dell’assistenza sanitaria in quest’area. La Rete Tumori Rari costituisce un’applicazione sul campo, in condizioni “reali”, nella quotidianità del Sistema sanitario attuale, della telemedicina. La Storia Il Progetto della Rete Tumori Rari è stato avviato nel 1997 dall’Istituto Nazionale Tumori di Milano nell’ambito della collaborazione “G7” tra i Paesi industrializzati in ambito sanitario, finalizzata alla costituzione di reti oncologiche nazionali interconnesse a livello internazionale. La definizione e validazione della Rete Tumori Rari è stata quindi oggetto di un progetto di ricerca finalizzata, supportato dal Ministero della Salute, nell’ambito di Alleanza contro il Cancro, e coordinato dalla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano. Nel 2005, grazie ad un ulteriore finanziamento del Ministero dell’Innovazione Tecnologica e del Ministero della Salute, è stato possibile giungere al progetto attuale, con un notevole salto di qualità tecnologica progetto della Rete. Entro dicembre 2008 è previsto il completamento della fase di attivazione del Centro Servizi della Rete e, dopo il collaudo, sarà avviata una sperimentazione di 24 mesi della nuova e più avanzata piattaforma tecnologica della Rete. L’obiettivo per il futuro è di integrare la Rete con le prestazioni del Sistema Sanitario Nazionale al fine di migliorare la qualità della prestazione, diminuendo la migrazione sanitaria e, di conseguenza, i relativi costi 1 Attualmente, La Rete considera “rare” le neoplasie con incidenza annuale inferiore o uguale a 5/100.000. 1 sociali. Questo verrà fatto in collaborazione con le Reti Oncologiche Regionali, che stanno nascendo in tutte le Regioni. Obiettivi primari Al fine di migliorare la qualità di cura nell’ambito dei tumori rari, sono obiettivi primari della Rete: sulla definire criteri condivisi di diagnosi e cura dei tumori rari; realizzare la condivisione a distanza di casi clinici fra i Centri partecipanti; promuovere un razionale accesso alle risorse di diagnosi e cura, limitando (o comunque razionalizzando) la “migrazione” del paziente. Attraverso il perseguimento dei suoi obiettivi primari, la Rete intende anche: contribuire alla ricerca clinica sui tumori rari; contribuire alla diffusione delle conoscenze sui tumori rari; fungere da modello metodologico e tecnologico per la collaborazione in ambito oncologico e delle malattie rare. Attualmente la Rete si occupa di numerosi tumori rari nell’ambito dei tumori solidi dell’adulto, con esclusione quindi dei tumori rari di preminente interesse ematologico e dei tumori pediatrici. Sono particolarmente seguiti dalla Rete i sarcomi (delle parti molli e ossei), il mesotelioma (pleurico e peritoneale), i cordomi, il timoma, i tumori rari dell’apparato genitale femminile, i tumori rari del distretto cervico-cefalico, il carcinoma del corticosurrene, i tumori neuroendocrini e i tumori eccezionali (cioè gli istotipi molto rari, o le presentazioni in sede eccezionale di istotipi frequenti). Il progetto prevede la progressiva inclusione di altri tumori rari solidi dell’adulto sino a coprire la totalità degli stessi. Il funzionamento della Rete La Rete Tumori Rari rappresenta una collaborazione formalizzata di clinici operanti presso diverse strutture sanitarie italiane, geograficamente disperse in tutto il territorio nazionale. Presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano vi è il Coordinamento clinico-organizzativo della Rete. Attualmente la Rete è ancora sperimentale e non ha un’apertura diretta ai pazienti. I pazienti vengono riferiti alla Rete dalle loro strutture oncologiche. Tra le strutture oncologiche è pienamente operativo un interscambio continuo. Nel prossimo futuro si realizzerà soprattutto un ampliamento degli interessi della Rete a tutti i tumori rari solidi dell’adulto. Obiettivo della Rete è garantire al paziente un iter diagnostico-terapeutico di qualità analoga o superiore a quella fornita dalle migliori istituzioni in ambito nazionale e internazionale. I Centri partecipanti aderiscono a linee guida comuni, definite per consenso, nel trattamento dei pazienti con tumore raro; inoltre, possono condividere casi clinici in rete, secondo modalità concordate. In questo senso, le competenze dei clinici e le risorse dei Centri aderenti sono concettualmente da intendersi come geograficamente distribuite nell’ambito della Rete. 2 La Rete prevede una interconnessione telematica dei Centri aderenti secondo soluzioni tecnologiche a complessità variabile. Tutte le attività cliniche di condivisione dei casi si basano sulla registrazione di questi ultimi in un unico data-base, in cui peraltro possono essere registrati anche i casi non condivisi ma trattati secondo criteri comuni. Da questo unico data-base sarà possibile nel tempo estrarre retrospettivamente informazioni utili alla ricerca sui tumori rari. Il progetto, dunque, rappresenta un enorme valore aggiunto anche per la ricerca. Alla scheda clinica di ciascun paziente è associato un sistema di messaggistica che consente di inviare un messaggio di avviso sotto forma di e-mail agli oncologi di tutti i Centri che condividono il caso. La “comunicazione” tra i Centri della Rete avviene essenzialmente via Internet. La messa in comune di tutti i dati clinici, a seguito di un consenso informato da parte dei pazienti, avviene in forma sicura riservatezza con protezione dei dati sensibili. L’informazione testuale sui casi clinici può essere corredata di immagini istopatologiche e/o radiologiche a scopo essenzialmente “descrittivo”. Il Centro Servizi, che sarà realizzato a seguito della migrazione della Rete sulla piattaforma ad elevata tecnologia, prevede l’implementazione di sistemi dedicati di telepatologia e teleradiologia, in modo che la condivisione delle immagini medicali possa essere gestita in misura sempre maggiore via Web. Da anni, inoltre, è in atto un sistema di consultazione patologica nell’ambito della rete, con trasferimento fisico dei preparati istopatologici, che sta contribuendo sensibilmente a migliorare la qualità della diagnosi dei pazienti condivisi, riducendo l’incidenza degli errori diagnostici, ancora elevata in relazione ai tumori rari a causa della scarsa consuetudine del Patologo con le neoplasie rare. L’obiettivo per il futuro è di integrare la Rete in una operatività regolare del Sistema Sanitario Nazionale, allo scopo di migliorare la qualità della prestazione, diminuendo la “migrazione sanitaria” e di conseguenza i costi sociali, e di incentivare la ricerca clinica sui tumori rari, che è di fondamentale importanza per il miglioramento della qualità della cura. 3