Olimpiadi Italiane di Astronomia 2016

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Alla cortese attenzione
ROMA, 12 gennaio 2016
del Dirigente Scolastico
e p.c.
Peof.ssa Maglione Angela
dell'Istituto Comprensivo "Et, Majorana"
Scuola Secondaria di primo grado Statale 'A. GaUeti'
via K. Marx 2,
00040 Lanuvlo-Campoleone
(RM)
[email protected]
[email protected]
Oggetto: Olimpiadi Italiane di Astronomia
2016
Gent.mo Dirigente Scolastico,
sono lieto comunicarle
frequentante
che per decisione
unanime
della Gluria di Peeselezione
l'alunna Contestabile
la classe 3B della Scuola Secondaria di primo grado Statale 'A. Galieti' dell'Istituto
Flavia,
da lei diretto, ha
superato la fase di "preselezìone" ed è stata ammessa alla "Gara Interregionale" delle Olimpiadi Italiane di Astronomia
2016 organizzate
dalla Società Astronomica
Italiana
(SAIt) e dall'Istìtuto
Nazionale
di Astrofisica
(INAF)
in
collaborazione con il MIUR.
Si informa inoltre che l'elaborato di ContestabUe
Flavia rappresenterà
la regione Lazio alla selezione nazionale
categoria junior per la pubblicazione su rivista di astronomia.
La Gara Interregionale
si svolgerà il 22 Febbraio 2016 presso "La Sapienza" Università di Roma, Dipartimento
Fisica, Edificio Fermi, Aula Cabìbbo-Pìazzale
di
A. Moro 5, Roma, con convocazione degli ammessi per le ore 13:30 e
una durata di 2 ore e 30 minuti dal momento della lettura dei problemi.
SAlt e INAF auspicano che la studentessa
possa partecipare
alla Gara Interregionale
ed eventualmente,
risultasse vincitrice, alla Finale Nazionale che si svolgerà a Milano il 19 Aprile. usufruendo,
qualora
se necessario, di un
sostegno economico da parte della scuola.
L'occasione mi è gradita per ringraziare la Prof.ssa Maglione Angela che ha svolto opera di "tutor scientifico" per gli
studenti del suo Istituto che hanno partecipato alla fase di preselezìone.
La informo inoltre che nelle prime due settimane di Febbraio si svolgeranno dei corsi gratuiti di preparazione alla Gara
Interreglonale,
riservati agli alunni ammessi e ai loro tutor, tenuti da ricercatori dell'INAF.
informare direttamente
Amministrazione
studenti e insegnanti sul luogo e orari dei corsi e sulle modalità di preparazione alla gara.
+ 39 0649934382
+ 39 0649934707
Fax +390645488369
Sarà nostra premura
Istituto Di Astroftsica a P}anetc!ogia Spazfa!!
Cod. fiscale 91220210583
Partita (VA 06895721006
www,lilPs.inaf.:t
~aps
Area Ricerca Roma 2
VIa Fosso del CavalierelOO
00133 Roma
INAF
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Resto a sua completa disposizione per fornire ogni ulteriore informazione le fosse necessaria ([email protected]
06-49934087).
Cordiali saluti,
Coordinatore Olimpiadi di Astronomia regione Lazio
Dott.ssa Maria Pia Di Mauro
INA F
18TIlUTO NAZIONALE 01 ASTROFlSICA
NAllONAllN$TITUTE FOR ASTROI'ff'(SK;S
iSTITUTO DI ASTROFISlCA e Pli\NETOlOGIA SPAlIIIU
di Roma
I
Contestabile
Flavia
Nata i12110612002
tel. 06 9303153
Categoria Junior
Lazio (Lanuvio, RM)
Per la prima volta nella storia dell'uomo, il 12 novembre 2014, un oggetto costruito sulla
Terra atterra su una cometa: si tratta della sonda spaziale Rosetta progettata dall'Ente Spaziale
Europeo (ESA) per analizzare da vicino il nucleo di una cometa. Per questa missione è stata scelta
la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenk.o, un corpo celeste risalente all'origine del Sistema Solare.
L'obiettivo che si vuole raggiungere con lo studio di questa cometa è di avere maggiori
informazioni sulle origini del nostro Sistema Solare. Si pensa, infatti, che le comete si siano formate
quando è nato il Sistema Solare e che siano costituite dalla materia che non si è aggregata a formare
i pianeti e gli altri corpi celesti minori. Esse quindi potrebbero avere le stesse caratteristiche che il
sistema solare aveva alle sue origini. La missione Rosetta è stata progettata al fine di spedire nello
spazio una sonda formata da due parti: la sonda vera e propria, Rosetta, e il lander Philae, che è
stato il protagonista dell'atterraggio sulla cometa (Figura 1). I ricercatori hanno voluto attribuire a
Rosetta questo nome perché è considerata la chiave per una svolta decisiva sul piano astronomico e
quindi paragonata alla stele di Rosetta, che permise agli archeologi di decifrare i geroglifici degli
antichi egizi. Il lander Philae, invece, si chiama così per ricordare l'isola di Philae (in italiano File),
situata nel fiume NUo, dove fu trovato un obelìsco le cui iscrizioni furono utilizzate per decifrare
parte delle parole scritte sulla stele di Rosetta. Sia Rosetta che Philae sono rivestiti da panelli solari
in modo da far funzionare le batterie che li alimentano con la luce del Sole. Rosetta ha iniziato la
sua avventura il 26 Febbraio 2004, seguendo un tragitto molto tortuoso e sfruttando la spinta data
dalle orbite di alcuni pianeti per i suoi spostamenti (Figura 2). La sonda ha eseguito tre passaggi
ravvicinati alla Terra e uno a Ma11ee viaggiando in parte spenta per risparmiare energia. Quando si
trovava a 800 milioni di chilometri dal Sole è stata quasi totalmente disattivata andando così in
ibernazione. Per 31 mesi i ricercatori non ne hanno più avuto notizia e sono rimasti ansiosamente in
attesa del suorisveglio, che è avvenuto nel gennaio del 2014, grazie a una sua sveglia interna.
Il punto di atterraggio che era previsto per Philae si chiama Agilkia ed è stato
selezionato accuratamente dopo 6 settimane di attente analisi delle fotografie scattate da Rosetta
(Figura 3), ma anche in base alla scelta di una posizione che permettesse l'arrivo della luce del
Sole. Per attutire l'atterraggio, e quindi non danneggiare gli strumenti contenuti, e non far
rimbalzare il lander catapultandolo nello spazio, Philae dispone di gambe meccaniche che si
piegano e trivellano grazie a delle viti la superficie della cometa per l'ancoraggio (Figura 4).
Quindi ll 12 Novembre 2014 il robottino è stato sganciato da Rosetta a circa 22 Km dalla cometa,
impiegando così 7 ore per arrivare a destinazione.
Terra, infatti trasmette le informazioni
Philae non può comunicare direttamente con la
a Rosetta che poi le spedisce all'agenzia
spaziale. Tutto
questo scambio di dati però impiega molto tempo prima di arrivare sulla Terra, perciò le eventuali
modifiche del programma
prestabilire devono essere effettuate con Jargo anticipo. Quindi, sulla
Terra si è impiegato molto tempo a capire che qualcosa era andata storta: infatti, appena Philae ha
toccato la superficie della cometa è rimbalzato e non è quindi atterrato nella zona stabilita (Figura
5). Dopo poco tempo è entrato in ibernazione, dato che il punto in cui si era posizionato non era
esposto alla luce. Sulla Terra è quindi incominciato un lungo periodo di attesa colmo di ansia per i
ricercatori. Finalmente, dopo 7 mesi, Philae si è risvegliato. perché la cometa si era avvicinata al
Sole, e grazie all'esposizione
trasmettendo
permetteranno
preziosi
alla luce ha cominciato
ad analizzare
la superficie della cometa,
dati sulla Terra. Infatti, il lander è dotato di molti strumenti
che gli
di rilevare la presenza di ghiaccio e polvere sulla cometa. Inoltre, è in grado di
misurare una temperatura che varia da -183°C a -143°C.
Una volta che i dati arrivati sulla terra sono stati analizzati, la scoperta più rilevante è stata la
presenza sulla cometa di molecole organiche, Ben sedici composti sono stati identificati da Philae,
raggruppabilì in sei classi di molecole organiche: alcoli, carbonili, amine, nitrili, amidi e isocianati.
Di questi, quattro non erano mai stati rilevati prima su una cometa (metil isoclanato, acetone,
propanale e acetamide),
Queste sostanze sono precursori di molecole che si trovano negli esseri
viventi, come gli zuccheri, le basi azotati del DNA, gli aminoacidi etc. li dato proveniente dalla
missione Rosetta rafforza l'ipotesi che le comete abbiano portato sulla terra i mattoni che sono stati
necessari alla costruzione di molecole organiche più complesse e quindi alla comparsa della vita,
Infatti, alcuni studiosi ritengono che,
nel periodo in cui si è formato il nostro sistema solare, alcune
comete si siano scontrate sulla superficie terrestre e abbiano così fecondato di vita il nostro pianeta.
Un'altra importante scoperta è stata la rilevazione di molecole di ossigeno nella chioma della
cometa. Nelle comete
elementi.
Sistema
110n
era mai stata identificata la presenza di ossigeno non combinato con altri
Questo inatteso risultato mette in dubbio ciò che si pensava fino ad ora sull'origine
Solare. Infatti,
i modelli attualmente
prevedono condizioni chimico-fisiche
proposti
sulla nascita
del Sistema
del
Solare non
compatibili con la presenza di ossigeno in forma molecolare,
che è molto reattivo e tende a combinarsi
con altri elementi. Questa importante scoperta rende
quindi necessaria una sostanziale revisione di tali modelli.
Negli ultimi anni sono stati scoperti molti sistemi solari e migliaia di pianeti. Questo è stato
possibile
non solo grazie ad analisi indirette, acquisite tramite tecniche di occultazione
stellare
(quando un pianeta passa davanti ad una stella la luminosità di questa diminuisce), ma anche con
osservazioni
dirette, dai telescopi Gemini (nelle Hawaii), Gemini South e ELT (in Cile) e dalla
sonda spaziale Kepler (Figura 6), spedita nello spazio dall'Ente Nazionale per le attività Spazìali e
Aeronautiche
"gemello"
degli Stati Uniti d'America
(NASA). Kepler ha recentemente
della terra, sul quale potrebbero
individuato un pianeta
esistere condizioni molto simìli a quelle presenti sul
nostro pianeta. Il pianeta, che è stato battezzato Kepler 452b e che si trova a t 400 anni luce di
distanza dal noi, orbita intorno a una stella molto simile al Sole e a una distanza paragonabile
quella esistente tra Terra e Sole, tale da consentire
all'acqua
a
di trovarsi allo stato liquido. La
presenza di acqua liquida pone le condizioni ideali per la generazione della vita. Molto interessante
è anche l'osservazione
che fa stella di Kepler 452b sia più vecchia del nostro Sole di un miliardo e
mezzo di anni. Essa potrebbe quindi darei indicazioni su quale sarà il futuro che attende il nostro
pianeta.
Queste scoperte, che sono estremamente
affascinanti e consentono di studiare sia il passato
che il futuro del nostro sistema solare, inducono gli scienziati a pensare che sia probabile (sebbene
non certo) che nell'universo
possano esistere altri esseri viventi. Chissà ... forse con altre spedizioni
spaziali, altre missioni portate a termine dall'uomo,
scopriremo che non siamo soli nello spazio e
che nel nostro universo (o in altri universi) esistono forme di vita sviluppate come l'uomo o forse
anche di più.
Figura 1. Rosetta e il
lander Philae
Figura 2. Il percorso (in
bianco) compiuto dalla
sonda Rosetta per
raggiungere la cometa,
sfruttando la spinta
gravita zionale dei
pianeti.
Figura 3. La cometa
67P/ChuryumovGerasimenko fotografata
dalla sonda Rosetta
Figura 4. Il lander
PhHae
Distante
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Figura 5. Il rimbalzo
effettuato da Philae nel
momento
dell'atterraggio sulla
cometa. che l'ha portato
in un punto diverso da
quello prestabilito
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Figura 6. La sonda Kepler
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