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«HÄNDEL E LE CANTATE IN LINGUA ITALIANA»
STEFFEN VOSS*
UNO SGUARDO SULLE CANTATE
ITALIANE DI DUBBIA AUTENTICITÀ
ATTRIBUITE A HÄNDEL**
Nella sua relazione introduttiva al colloquio sul problema
delle opere incerte durante la conferenza delle accademie scientifiche nella Republica Federale Tedesca 1988, Ludwig Finscher ha confermato che la prassi del trattamento degli «Incerta» nelle edizioni critiche riguarda certi aspetti della problematica della autenticità delle opere, di cui tutte le scienze
delle arti devono occuparsi e ha aggiunto: «se, ed anche talvolta, come io presento un «incertum» in una edizione critica,
dipende dal grado di autenticità, che io posso concedere a questo incertum»1. Secondo Finscher mancava una discussione
metodologica fondamentale, il grande numero di studi dedicati al problema della autenticità delle opere (la conferenza di
* Università di Amburgo.
** Relazione tenuta nella «Giornata internazionale di studi: Händel in
Italia» del 26 ottobre 2005, nel corso della III edizione della rassegna «Nuove settimane di Musica Barocca in Brescia e provincia».
1
Cfr. Opera incerta. Echtheitsfragen als Problem musikwissenschaftlicher Gesamtausgaben. Kolloquium Mainz 1988, H. -P. Bennwitz, G. Buschmeier, G. Feder, K. Hofmann e W. Plath (ed.), Akademie der Wissenschaften und der Literatur, Mainz/Stuttgart, 1991, p. 7.
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Mainz si era dedicata ai casi di Bach, Haydn, Mozart, Josquin
e Pergolesi) si limitavano a discussioni su esempi singoli.
Anche per Georg Friedrich Händel il problema non è stato trattato finora in una ricerca ampia: conosciamo soltanto
studi su alcuni casi isolati, che riguardono specialmente le opere giovanili del compositore. Un lavoro sistematico manca fino ad oggi, anche perché il gigantesco progetto, apparso fra
1978 e 1986, del Händel-Handbuch con il catalogo tematicosistematico delle opere trovò una fine involontaria con la imprevista e prematura morte del suo autore Bernd Baselt. Baselt avrebbe voluto ancora pubblicare, dopo l’appendice A del
volume 3 con i pasticci e frammenti di musica teatrale, una seconda appendice B con le composizioni di dubbia autenticità,
ed anche un’appendice C con le opere «false».
Dopo alcuni lavori preparativi, nel 1998 Hans-Joachim
Marx ha preso l’iniziativa di cominciare un progetto di ricerca presso l’università di Amburgo, dedicato proprio a questo
problema, ‘‘G.F. Händel – Kompositionen zweifelhafter
Echtheit’’. Dal 1999 al 2003 ho potuto collaborare al progetto come assistente scientifico, grazie al finanziamento del progetto da parte della Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG,
l’associazione tedesca delle ricerche).
Scopo del progetto sono stati la collezione di fonti periferiche del Settecento con composizioni attribuite a Händel e la
discussione della loro autenticità. La maggior parte delle fonti sono manoscritti nordeuropei, fonti tedesche, inglesi, ma anche svedesi. Nel caso delle cantate da camera abbiamo fatto
anche delle scoperte in alcuni archivi italiani.
Le composizioni prese in considerazione, circa 350 opere,
devono essere trattate secondo le regole filologiche della verificazione vs. falsificazione. La verificazione (caso ideale) d’una
composizione è possibile quando essa può essere connessa con
composizioni autentiche, per via di prestazioni tematiche, così frequenti nella musica händeliana, quando si hanno cenni biografici che permettono la verifica della data d’una composizione o che documentano le circostanze della sua commissione.
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La falsificazione è possibile quando si trova una fonte della composizione, nella quale questa viene attribuita indubbiamente ad un altro compositore, o quando il nostro compositore può essere escluso per altri motivi (un caso classico è il
«terminus ante quem» d’una fonte della composizione che risale ai tempi dell’infanzia o persino prima della nascità del
compositore sospettato).
Non sorprende che solo per una piccola parte delle composizioni una verificazione o una falsificazione definitiva sono possibili. La maggior parte dei pezzi invece rimane «opera incerta», e soltanto ulteriori studi sulle fonti ed il sempre
pericoloso metodo dell’analisi stilistica possono aiutare a dare un giudizio più o meno sicuro. Rimane il curiosum di quattro veri e propri falsi, musiche scritte nel primo ’900 in stile
«barocco», due dei quali provengono dalla officina del famigerato falsificatore Tobias Nicotra.
La sistematica del nostro catalogo si differenzia lievemente
da quella stabilita da Baselt ed il catalogo è diviso in 6 sezioni:
I. Arie e «Lieder»
II. Duetti e cantate da camera
III. Musica sacra, oratori
IV. Musica per orchestra
V. Musica da camera
VI. Musica per strumenti a tast.
HWV Anhang B 001 ff2
HWV Anhang B 102 ff
HWV Anhang B 203 ff
HWV Anhang B 301 ff
HWV Anhang B 401 ff
HWV Anhang B 501 ff
Il gruppo delle cantate da camera contiene 25 composizioni. Vorrei presentare alcune di queste cantate e discutere il loro «grado» di autenticità. È da notare che alcune delle composizioni nel nostro elenco, pur essendo di dubbia autenticità
2
Cfr. HANS JOACHIM MARX e STEFFEN VOSS, Die Georg Friedrich Händel zugeschriebenen Kompositionen zweifelhafter Echtheit – Teil 1: Arien
und Lieder, in «Göttinger Händel-Beiträge» 11 (2005), in preparazione.
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si trovono già inserite da Baselt nel suo «Händel-Werkeverzeichnis» (HWV 94, HWV 101, HWV 108).
Come si vede dall’elenco, alcune delle cantate sono tramandate in fonti uniche, altre si trovano in vari manoscritti
coevi. Fra queste ultime, dobbiamo differenziare fra le cantate che sono tramandate esclusivamente sotto il nome di Händel, e quelle di cui si trovano anche fonti con attribuzioni differenti. Nel secondo caso si deve ancora differenziare fra le
cantate che si possono con ogni sicurezza attribuire all’altro
compositore, che significa una falsificazione del 100%, e quelle di cui non possiamo dire con certezza se Händel o l’altro
contendente fosse l’autore.
Alcune composizioni fra queste cantate possono facilmente essere escluse per motivi stilistici dall’elenco delle composizioni di Händel anche senza l’ultima certezza filologica, altre invece contengono caratteristiche sufficienti per avvicinarle allo stile musicale del giovane Händel.
Vorrei fornire esempi validi per quattro gradi differenti di
autenticità di composizioni attribuite a Händel.
1. La cantata è tramandata in varie fonti e viene attribuita a
Händel e ad un altro compositore, ma questo è l’autore corretto3 della composizione.
Un esempio molto chiaro è la cantata Del suo fedel e taciturno ardore, musica di Giovanni Battista Bononcini4. L’attribuzione a Bononcini può essere verificata perché esiste ancora
una ricevuta di Alessandro Ginelli con la data del 15 novem3
H. C. ROBBINS LANDON, The Symphonies of Joseph Haydn, Universal Edition/Rockliff, London, 1955, elenca nell’appendice 2 (pp. 797-823) le
sinfonie attribuite a Haydn di dubbia autenticità o false; l’autore differenzia molto chiaramente fra «probable author» (quando la attribuzione non è
sicura) e «correct author» (quando invece si tratta dell’autore corretto, il che
rende possibile definitivamente la falsificazione della composizione).
4
Il caso è stato descritto da MALCOLM BOYD: Handel’s Italian Cantatas: Some New Sources, in «Handel Tercentenary Collection», ed. St. Sadie/A. Hicks, Houndmills, Macmillan Press, 1987, pp. 246-253, cfr. p. 246
e nota 7.
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bre 1706 per la copia della cantata commissionata da Benedetto Pamphili che è preservata nella collezione Santini a Münster.
Il pezzo venne anche inserito in una collezione con cantate bononciniane («Libro delle Cantate Dell Sig.r Giovanno Bononcini», segnatura VM1532. B69L) a Chicago. Il manoscritto berlinese, di origine tedesca (D-B Mus. ms. 30226), che attribuisce
la composizione a Händel è invece una fonte poco affidabile.
2. La cantata è tramandata in varie fonti e viene attribuita a
Händel e ad un altro compositore. Ma non è possibile attribuire la musica né all’uno, né all’altro (il «probable author»
secondo Robbins Landon) con ogni certezza.
In un volume con 25 cantate attribuite a Händel nella Biblioteca del Conservatorio di Napoli (segnatura MS 33.2.14.)
si trovano due pezzi di origine incerta. La stessa collezione di
pezzi si trova anche in un volume della British Library di cui
mancano il titolo e le prime pagine, ma le due fonti devono
avere la stessa origine. (Non sappiamo ancora se uno dei due
volumi sia dipendente dall’altro o se tutti e due risalgano ad
una fonte matrice). La cantata No. 25 Selve, caverne e monti
viene attribuita a Domenico Scarlatti in un manoscritto a Londra; No. 23, Lilla, vedi quel colle, è anche tramandata come
composizione di Domenico Natale Sarro in un’altro volume
napoletano. Nel caso di questa ultima, dà nell’occhio l’aria prima, «Se Nice è vaga». In questa aria, in alcune misure sono
stati notati gli arpeggi per la mano destra del clavicembalista
sul rigo della parte di basso.
Questa caratteristica forse potrebbe aiutare ad identificare
il vero autore di questa piccola composizione pastorale.
Stilisticamente il pezzo non si differenzia tanto da altre composizioni di Händel di carattere piuttosto leggero. Ma proprio
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questa semplicità (mancano colorature, l’andamento armonico è poco soprendente ed esente di cromatismi o di «durezze
e ligature», i periodi melodici sono chiari e ben concepibili:
tutte caratteristiche per lo «Stylus choraicus» matthesoniano),
condizionata da una poesia ingenua e serena, rende molto difficile una attribuzione definitiva ad un compositore.
3. La cantata è attribuita esclusivamente a Händel. Con il metodo dell’analisi stilistico-musicale non è possibile verificare o
falsificare il pezzo con ogni sicurezza.
Un caso descritto nel citato articolo di Malcolm Boyd è Mira Lilla gentile, un piccolo gioiello musicale per soprano, violino obbligato e basso continuo dal fondo Pisano nella Biblioteca del Conservatorio di Palermo.
Niccolo Maccavino ha accennato ad un’altra fonte siciliana
sconosciuta5. Nella Biblioteca Comunale di Noto si trova un
convoluto che contiene vari fascicoli con singole cantate da
camera, per la maggior parte composizioni di Alessandro Scarlatti (segnatura I-NT 36). L’unico pezzo della collezione attribuito a Händel è la cantata Quando omai tiranno amore per
soprano e basso continuo. La cantata è costituita di due arie
con da capo collegate da un breve recitativo – la «solita forma» della cantata da camera barocca. La prima aria è un Adagio breve, una composizione molto espressiva, piena di legature e di andamenti armonici audaci tipici della musica del giovane musicista-sperimentatore. La seconda aria, nella tonalità
iniziale di fa minore, «Se pietosa a me sarà» è interessante dal
punto di vista formale. Inizia con un ritornello di otto misure dopo il quale la voce entra senza accompagnamento con una
«Devise» melodica che ripete la melodia della prima metà del
ritornello, mentre il basso continuo finisce questa frase di nuovo con la seconda metà dello stesso ritornello. Poi rientra la
voce con la «Devise», questa volta accompagnata dal basso, e
5 Ne verrà publicato un suo articolo in «Göttinger Händelbeiträge» 11
(2006), volume in preparazione.
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l’aria continua con i soliti sviluppi melodici («Fortspinnungen») fino al primo ritornello sul quinto grado, che divide le
due sezioni vocali della parte A.
Questo tipo di «Devisenarie» è una caratteristica dello stile händeliano anteriore al suo soggiorno italiano. Come ha
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evidenziato Gerhard Poppe in una relazione presentata agli
Händel-Festspiele di Halle nel 2005, che verrà publicata nell’Händel-Jahrbuch 20066, l’opera amburghese Almira HWV
1 contiene numerosi esempi di arie di questo tipo formale.
Nella sua produzione italiana Händel abbandona questo modello formale un po’ schematico, con poche eccezioni come
la prima aria della cantata La Lucrezia «O numi eterni»
HWV 145, «Già superbo del mio affanno», e il pezzo iniziale di Sarai contenta un dì HWV 156. Queste due cantate
fanno parte del gruppo delle prime composizioni che Händel scrisse in Italia. Se Quando o mai tiranno Amore è davvero una composizione di Händel, si deve trattare quindi di
uno dei suoi primi contributi al genere della cantata da camera.
4. La cantata si trova soltanto in fonti che attribuiscono la musica a Händel, ma un’analisi stilistico-musicale esclude Händel come autore.
In un articolo recentemente publicato7 viene descritto un
manoscritto napoletano con cantate di Nicolò Grillo, Georg
Friedrich Händel, Alessandro Scarlatti, Nicolò Fago e Francesco Mancini (fondo della Singakademie zu Berlin, deposito in D-B, segnatura SA 1380). Fra le cantate di Händel, di
Scarlatti e di Fago abbiamo trovato alcuni «unica»; le composizioni del maestro napoletano Nicolò Grillo erano tutte
finora sconosciute. Il manoscritto prezioso, scritto a Napoli verso il 1710, contiene anche la cantata attribuita altrove a
6
GERHARD POPPE, Geniestreich oder Werk eines unerfahrenen «Pedanten»? – Zur Musik von Händels Oper ‘Almira Königin von Kastilien’.
7
HANS JOACHIM MARX e STEFFEN VOSS, Unbekannte Kantaten von
Händel, A. Scarlatti, Fago und Grillo in einer neapolitanischen Handschrift
von 1710, in «Et facciam dolci canti». Studi in onore di Agostino Ziino in occasione del suo 65o compleanno, Bianca Maria Antonlini, Teresa M. Gialdroni, Annunziato Pugliese (ed.), vol. I, Lucca, LIM, 2003, pp. 797-806.
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Domenico Scarlatti e a Händel, Selve caverne e monti. Sul
nostro manoscritto è scritto soltanto «del Sig:r Scarlatti». Il
primo nome venne forse ommesso perché il copista non sapeva chi fosse l’autore del pezzo, il padre Alessandro o il figlio.
Ancora più sorprendente sono due titoli di cantate tramandati sotto il nome di Händel. Una di queste, Per te Florida bella, è un altro esempio del tipo «2»: la composizione è tramandata in un’altra fonte sotto il nome di Alessandro Scarlatti, ma anche questa attribuzione non è certa.
La musica dell’altra cantata, Tergi le luci o Fille, è esclusivamente conservata nel volume della Singakademie. È una
composizione abbastanza lunga che consiste di tre arie, ciascuna preceduta da un recitativo. È innanzitutto l’ultima aria,
«Parto per non mirarti», che crea dubbi seri sulla autenticità
della cantata.
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Le arie che cominciano con la parola «parto» si trovano
spesso nell’ambito dell’opera seria e vengono di solito intonate come «Devisen-Arie». L’eroe che canta queste arie si trova spesso in una situazione tragica di congedo (esempio famoso: l’aria di Sesto «Parto ben mio» dalla Clemenza di Tito
metastasiana). La parola iniziale, in cui viene espressa la decisione tormentosa, viene di solito intonata dapprima come
«Devise» isolata per evidenziare la risolutezza del personaggio e per dare rilievo a questa parola chiave. Anche nella cantata discussa l’aria comincia con un Adagio libero in cui il
«Parto!» iniziale viene cantato sull’accordo di tonica, quasi a
guisa d’un recitativo. Poi la misura muta in ¾ e il basso suona un breve ritornello, dopodiché la voce rientra di nuovo con
un Adagio quasi improvvisato, questa volta con passaggi elaborati. Quindi l’aria prosegue, nuovamente in ¾. Dopo l’inizio dell’aria così promettente, il resto della musica è molto deludente. Per quanto rimane della parte A, il compositore sta
fermo nella tonalità di fa maggiore, «l’apice» dello sviluppo
musicale è un passaggio di sequenze imitative fra voce e basso, che mette in evidenzia l’incapacità contrappuntistica dell’autore: stiamo di fronte a una catena di ottave parallele mal
svelate, e specialmente il tritono fra misura 23 e 24 dà nel-
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l’occhio (e nell’orecchio). E proprio questo passaggio poco
riuscito viene ancora ripetuto a guisa d’una «petite reprise».
Anche la cadenza finale con la sbagliata accentuazione della
parola «così» (misura 29) tradisce la mano maldestra dell’autore sconosciuto.
Postscriptum: Solo dopo il Convegno di Brescia ho potuto
esaminare un’altra cantata da camera attribuita a Händel. Un
fascicolo singolo, conservato nel fondo del Duca di Noja nella Biblioteca del Conservatorio di Napoli [segnatura Cantate
154 (1)], contenente la musica d’una «Cantata a voce sola del
Sig.r Giorgio Federico Hendel»8. La parte B dell’aria finale
comincia così:
Tante ottave e quinte parallele in così poche misure, la stessa
frase erronea ripetuta tre volte su vari gradi: anche se la cantata
contiene musica bella, con recitativi espressivi ed una invenzione melodica spesso convincente, anche qui dobbiamo avere dubbi seri sull’autenticità. Cosa avrebbe detto il venerato Zachow,
se il suo allievo gli avesse presentato queste misure?
8 Vorrei ringraziare Takashi Yamada, Napoli, che mi ha procurato le fotografie di questa fonte.
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APPENDICE
CANTATE ATTRIBUITE A HÄNDEL
DI DUBBIA AUTENTICITÀ9
Che mi consiglia Amor
Organico: S., B.c.
Fonte unica: GB-Ob MS mus. d. 61, p. 180-186 («Cantata
No.22», frontespizio: «del Signor G: F: Handel 1718»).
Ch’io t’ami, e t’ami più
Organico: S., B.c.
Fonte unica: I-Nc Cantate 154 (1).
Clori sì, ch’io t’adoro HWV 94
Organico: S., B.c.
Fonti: GB-Mp MS 130 Hd4, v. 76, p. 47-53.
Dal fatale momento, HWV 101 a/b
Organico: S., B.c./B., B.c.
Compositore: Francesco Mancini
Fonti:
1) Attrib. a Händel: D-LEm, Ms. III.5.14 (olim MS 79, copia
Breitkopf, HWV 101b); GB-Lbl, Add. MSS 29963; GBMp, MS 130 Hd4, v.76 (HWV 101a, ca.1740).
2) Attrib. a Mancini: A-Wn, MS 17.576, fol. 59v-63v («del Sig.r
Fran.co Mancini»); F-Pthibaut, rec. D, Nr. 4, fol. 43r-52v.
9 Le abbreviazioni bibliografiche seguono il sistema di sigle introdotto
da RISM.
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D’Amarilli vezzosa mentre in placido sonno
Organico: S, B.c
Fonte unica: GB-Lbl, Add. 71535, f. 21-24 (Ms. Firenze, circa 1720, la collezione contiene anche cantate autentiche di
Händel).
De tu seño apartado
Compositore: Georg Friedrich Händel?
Organico: S., B.c.
Fonte unica: Gb-CDp, MS Mackworth 1.14. (collezione di
18 cantate spagnuole), pp. 61-64 [No. 9] («Dn. Federico», secondo J. J. Carreras potrebbe significare G. F. Händel).
Literatur: Juan José Carreras, Spanish Cantatas in the
Mackworth Collection at Cardiff, in: Malcom Boyd/J. J. Carreras (ed.): Music in Spain during the 18th Century, Cambridge, Cambridge University Press, 1998, p.108-122.
J. J. Carreras, Handel and the Spanish Cantata, Paper (unpublished) held during the 11th Biennial International Conference on Baroque Music, Manchester (GB), 14th-18th July 2004
Edizione: Juan-José Carreras (ed.), El manuscrito Mackworth
de Cantatas Españolas (= Patrimonio Musical Español vol. 14,
Madrid, Alpuerto-Fundación Caja Madrid, 2004, pp. 125-128,
sulla discussione riguardante l’autenticità cfr. il saggio introduttivo del curatore, p. 24-27.
Del suo fedel e taciturno ardore
Compositore: Giovanni Battista Bononcini (1670-1747)
Organico: S., B.c.
Datazione: anteriore al 15 novembre 1706
Fonti:
1) Attrib. a Händel: D-B, Mus. ms. 30226, p.89-92. («Hendel», copista tedesco, Incipit testuale: «Bel suo fedel»).
2) Attrib. a Giovanni Battista Bononcini: D-MÜs, MS 865,
fol. 36-42 (copista: Alessandro Ginelli, ant. al 15 novembre 1706); US-Cn, VM1532. B69L, fol. 112r-117r («Libro
delle Cantate Dell Sig.r Giovanno Bononcini»).
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Dica il falso
Compositore: Georg Friedric Händel/revisore: anonymo
Organico: S, Vl. I/II, Va., B.c.
Fonte unica: D-LEm III.5.13. Cantata-pasticcio, due arie dall’opera Alessandro HWV 21 (1726), No. 30 + 6, connessi fra
di loro da un recitativo «Torna, torna, mio bene», che forse non
è stato composto da Händel. Copia dalla officina Breitkopf.
Dolce mio ben, s’io taccio HWV 108
Organico: S., B.c.
Fonti: GB-Lam MS. 34, f.49r-42v; Lcm MS. 257, f. 28r-31v.
Edizione: Chrysander Vol. 50, S. 62-67
Die edle Sylvia («Die beneidete Sylvia»)
S., Cemb./Vl., B.c.
Fonte unica: S-Skm Saml. Engelhart Nr. 666, f. 14v-16r (Cantata No. VI) La prima aria di questa piccola cantata tedesca,
stilisticamente vicina alle cantate da camera di Reinhard Keiser, è quasi identica all’aria dall’opera Agrippina HWV 6 «Se
vuoi pace». La collezione contiene anche cantate da camera
autentiche di Keiser e di Händel (HWV 127a).
Empia sorte, con la morte
Organico: S., Vl. I/II, B.c.
Fonte unica: D-Dl Mus. 1/J/3, 5 - 2 («Cantata con Violini Del
Sig.r Hendel», scritta del copista di corte Kremler, cfr. INES
BURDE, Die Werke Georg Friedrich Händels in Überlieferung
und Praxis der Dresdner Hofmusik des 18. Jahrhunderts, Magisterarbeit, Universität Dresden, 2000).
Gioie venite nel sen
Compositore: Georg Friedric Händel/revisore: anonymo
Organico: S, Vl. I/II, Va., B.c.
Fonte unica: D-LEm III.5.12. Cantata-pasticcio, due arie dall’opera Amadigi HWV 11 (1715), No. 9 + 10, connesse fra di
loro da un recitativo «Lode sia a quel nume», che non sembra
esser stato composto da Händel. Copia dalla officina Breitkopf.
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Guerra, stragge, sangue e morte («Lucrezia Romana»)
Organico: S., Vl. I/II, Va., B.c.
Fonte unica: B-Br, Ms II 3952 Mus Fétis 2431 «Cantata con
Istromenti/[scritto da mano più recente:] Hendel», f. 101-112
(Attribuzione erronea, confusione con la famosa cantata Oh
numi eterni HWV 145).
Lilla, vedi quel colle?
Compositore: Georg Friedrich Händel?/Domenico Natale
Sarro (1679-1744)?
Organico: A./S., B.c.
Fonti:
1) Attrib. a Händel: I-Nc MS 33.2.14. (olim Cantate 153), f.
69v. -71 (per contralto)
2) Attrib. a Domenico Sarro: I-Nc MS 34.6.27 (Cantata 251),
f. 98v-102r. (per soprano)
3) Anonymo GB-Lbl, Add. 14182, ff. 78-80 (per contralto)
(Il contenuto del volume incompleto era identico a quelli
di I-Nc MS 33.2.14, oggi mancano le prime 5 cantate ed il
frontespizio, ma è molto probabile che l’intero volume sia
stato attribuito a Händel; cfr. anche la cantata Lilla, vedi
quel colle).
Mira, Lilla gentile 1.: S., Vc. B.c./2.: S., Vl., B.c.
Organico: 1.: S., Vc. obbligato, B. c.; 2.: S., Vl., B.c.
Fonti: I– PAc, Arm. Pis.10, ff.1-13 (Versione 1) # Arm. Pis.11,
ff.1-15 (Versione 2).
Pastorella vagha/venga bella
Compositore: Georg Friedrich Händel?/Georg Philipp Telemann?
Organico: S., Cemb. obbligato, B.c.
Fonti:
1) Attrib. a Händel: D-LEm Sx 6
2) Attrib. a Telemann: D-DA Mus ms. 1046, 111r-116v; 13DK-Kk Giedde Samling Mu. 6509.2831 (copia di B. F.
Zinck, 1753)
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3) Anonymo: US-LAum Ms 27, f. 8v. -13v. (RISM-Nachweis
A/II 000.114.163)
Edizione: Max Seiffert (Hrg.), G. F. Händel, Pastorella, vagha
bella («Hirtin meine, kleine, feine»), Kantate für Sopran (Tenor), obligates Cembalo und Violoncello (= Organum, 2.
Reihe, Nr. 18), Leipzig: Kistner & Siegel 1935.
Per te Florida bella
Compositore: Georg Friedrich Händel?/Alessandro Scarlatti?
Organico: S., B.c.
Fonti:
1) Attrib. a Händel: D-Bsingakademie (Depositum D-B), SA
1380 (olim ZC 1156) p. 49-61, volume collettivo di provenienza napoletana, contiene cantate di Nicolò Grillo,
Georg Friedrich Händel, Nicolò Fago, Francesco Mancini
ed Alessandro Scarlatti
2) Attrib. a Scarlatti: GB-Lbl, Add. 31511 f. 26-33 (Juli 1708)
(Hanley: dubbia autenticità).
Quando ò mai tiranno amore
Organico: S., B.c.
Fonte unica: I-NT (Biblioteca Comunale di Noto, Sicilia)
36, No. 30.
Selve, caverne e monti
Compositore: Georg Friedrich Händel?/Domenico Scarlatti?
Organico: S., B.c.
Fonti:
1) Attrib. a Händel: D-MÜs Santini Hs. 1901, f. 14-16 (RISM A/II 450169876); I-Nc, MS 33.2.14. (olim Cantate 153),
f. 75r. ff. (RISM A/II 000190851)
2) Attrib. a D. Scarlatti: GB-Lbl Add. 14165 f. 83-88; D-Bsingakademie (Depositum in D-B), SA 1380 (olim ZC 1156)
(«Sig. r Scarlatti»)
3) Anonymo: GB-Lbl, Add. 14182, ff. 85v-88v «Cantata
XXV» (Il contenuto del volume è identico a quello di INc Cantate 153, mancano le prime 5 cantate ed il fronte-
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Uno sguardo sulle cantate italiane di dubbia autenticità
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spizio, ma è molto probabile che l’intero volume sia stato attribuito a Händel; cfr. anche la cantata Lilla, vedi quel
colle)
Edizione: (Domenico Scarlatti): Hautus/Loek (ed.), Bärenreiter, Kassel 1970 BA6456.
S’io dicessi che non amo
Organico: B., Vl. I/II, Va. I/II, B.c.
Fonte unica: CH-Gc R 232, pp.202-218 (Ms. 10535), «55. Aria
del Signor Hendel Cantata»
Tergi le luci o Filli
Organico: S., B. c.
Fonte unica: D-Bsingakademie, SA 1380 (olim ZC 1156),
p.34-47 ([No.] 2 «Del Sig.r Giorgio Federico Hendel detto il
Sasso [ne]»).
Le tue guancie son due rose («Amante infelice e costante»)
Organico: S., B.c.
Fonte unica: D-B Mus. ms. 30074, pp. 153-159 (copista:
Georg Österreich).
Usignol che tra le frondi
Organico: S., B.c.
Fonte unica: GB-Lbl Add. 14207, f. 180-185 «del Sig: r Federico Hendel».
Vi conosco occhi bugiardi
Compositore: Giovanni Battista Bononcini (1670-1747)
Organico: S., B.c.
Fonti:
1) Attrib. a Händel: GB-Ob MS Mus. d. 61 (Elizabeth Legh
Collection 1718), S. 247-253 («Cantata No. 26», frontespizio: «del Signor G: F: Handel 1718»)
2) Attrib. a Bononcini: GB-Lbl Add. 29963 # Lgc # D-B
Mus. ms. 30197.
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STEFFEN VOSS
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Vieni caro Mirtillo
Organico: S., B.c. «Cantata a voce sola Del Sig.r Giorgio/Federico Hendel detto il/Sassone»
Fonte unica: I-MC –3-B-1/2.
Vuo morir
Organico: S., B.c.
Fonte unica: GB-Ob MS Mus. d. 61, pp. 254-258 («Cantata
27»).
«Commentari dell’Ateneo di Brescia» per l’anno 2005, Brescia 2008.